Un giorno, mentre stavo andando in macchina verso Reggio Emilia, vidi un cartello stradale che indicava il nome di alcuni paesi nelle vicinanze. Tra questi nomi di paesi c’era scritto Brescello. “Mmmh questo nome l’ho già sentito” pensai tra me e me. Poi un flash! Ma certo! Il famoso paese in cui vennero girati i film della famosa saga “Peppone e Don Camillo” tra gli anni ‘50 e’60. Eppure, non ero ancora appagato. La mia mente stava cercando di farsi ricordare qualcos’altro che in quegli istanti non ero in grado di cogliere. Avevo attivato un tarlo che continuava a girovagare in qualche angolo del mio cervello per farmi ricordare dove l’avessi sentito da qualche altra parte. “Brescello..Brescello..perchè continua a ronzarmi in testa?”. Ad un tratto vidi dei ragazzini che stavano giocando a calcio in un campetto di periferia. Driiinn!! Ecco il tarlo che mi ha suonato la campanella! Settembre 1997. Coppa Italia. Brescello-Juventus: 1-1! Ora ricordo! Come ho fatto a dimenticarmi? Eppure fu una partita storica. Un paesino di 5.000 abitanti circa che aveva fermato la mia cara Vecchia Signora. Era ancora una Coppa Italia “romantica” rispetto alle attuali formule degli ultimi anni. Infatti, dopo l’iniziale Primo Turno in cui ad Agosto si affrontavano tra loro squadre di serie B e serie C, i grandi squadroni entravano in scena già dallo step successivo, ovvero dai Sedicesimi di finale, che si disputavano ai primi di Settembre. Il sorteggio volle che la squadra meno blasonata di quel tabellone affrontasse nientepopodimeno che la corazzata della Serie A: la Juventus, fresca vincitrice di Scudetto, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale solamente pochi mesi prima. Un sogno per il piccolo paese della bassa reggiana. Piccolo come il loro stadio, che, vista l’importanza dell’evento, non potè suo malgrado ospitare tale partita. L’impianto poteva contenere solamente 4.000 spettatori. E arrivava la squadra più titolata d’Italia. Impossibile giocarla lì. Così il match fu disputato al ben più capiente “Giglio” di Reggio Emilia (l’attuale Mapei Stadium). Quel Giovedì sera del 4 Settembre 1997, tutta Brescello accorse allo stadio per sostenere i propri beniamini e per ammirare dal vivo i Campioni d’Italia. E pensare che solamente tre anni prima i gialloblu militavano nel campionato Dilettanti. Il 4-4-2 di Marcello Lippi contro il 4-3-3 di mister Giancarlo D’Astoli, artefice del miracolo. Nei bianconeri il nuovo grande acquisto Pippo Inzaghi (capocannoniere dello scorso torneo) partì in panchina e la coppia d’attacco era formata da Fonseca-Padovano. In difesa, oltre ai navigati Montero, Pessotto e Iuliano, venne schierato un giovane di belle prospettive: Marco Zamboni. Purtroppo non lascerà il segno come in tanti pronosticavano. Il centrocampo era guidato da capitan Antonio Conte, cui vennero affiancati Pecchia, Tacchinardi e la classe del grande Zinedine Zidane. In panchina sedettero Torricelli, Di Livio e Deschamps. Non proprio tre novellini. Pronti, via! Dopo solo 40 secondi stava già per avvenire il miracolo: punizione di Bertolotti in area e colpo di testa ravvicinato di Oldoni che colpì il palo! Primo segnale di una serata che sembrava promettere bene. Secondo segnale: Al minuto 24, con già due ammonizioni sul groppone, venne espulso Paolo Montero. Juventus in dieci dopo appena metà gara. Roba da non credere! Nei successivi dieci minuti però, una traversa di Padovano e una parata di Di Sarno su colpo di testa di Conte sembravano presagire un imminente gol bianconero. E invece...appuntamento con la storia al minuto 42: capitan Franzini ricevette palla dal compagno Borgobello al limite dell’area e con freddezza di sinistro infilò sul primo palo Michelangelo Rampulla! Un gol da raccontare a figli e nipoti. Brescello in vantaggio! Lo stadio esplose e sognò! I tifosi locali non credettero ai loro occhi. L’arbitro Bettin fischiò la fine del primo tempo. Sugli spalti si respirava aria di festa. Se in quei momenti fosse apparso un genio della lampada, sicuramente il desiderio che tutti quegli spettatori avrebbero detto all’unisono sarebbe stato che la partita fosse finita in quel momento. Invece c’erano ancora 45 minuti da giocare. Lippi sicuramente avrà strigliato i suoi nell’intervallo, visto che una figura del genere non poteva essere accettata da tutto il popolo bianconero. Così decise di schierare subito SuperPippo Inzaghi al posto di un non brillantissimo Daniel Fonseca. Dopo pochi minuti del secondo tempo, però, Borgobello stava per imitare il compagno per il quale aveva fatto l’assist nel primo tempo, ma Iuliano riuscì tempestivamente a deviare in angolo. Si sa che la legge del gol sbagliato-gol subito è funzionante ovunque, e infatti la grande euforia brescellese venne smorzata dal gran tiro da fuori area di Antonio Conte, che con rabbia trafigge il pallone alle spalle del portiere emiliano. Mancavano ancora 35 minuti, ma di occasioni nitide non ci fu più traccia. Al fischio finale l’esultanza di tifosi e giocatori locali era pari a quella dei campioni bianconeri quando avevano conquistato la Champions due anni prima. Era solamente la gara di andata e il ritorno si doveva disputare a Torino venti giorni dopo. In quell’occasione, in un Delle Alpi pressochè deserto (787 spettatori in uno stadio da 70.000!), dove si potevano persino sentir frinire le cicale, la Juventus regolò agevolmente i conti con un sonante 4-0 e passò il turno. Ma per i brescellesi presenti e non, fu comunque festa grande perchè un posticino nella storia se lo sono comunque ritagliato