A fine maggio, sulla costa adriatica, il gran caldo ha già cominciato a far capolino. Il clima è da vacanze estive praticamente. Chi abita nei paraggi avrà già fatto immancabilmente tappa in spiaggia da qualche settimana, il sabato o la domenica, a prendere il sole e concedersi un rinfrescante tuffo in mare. Chi non risiede in quelle zone probabilmente il mare lo vede ancora con il binocolo. Per chi viene da Torino, poi, figuriamoci. Domenica 30 maggio 1993, a Pescara, arriva un pullman carico di giovanotti sui 25/30 anni. Non sono salpati in Abruzzo per visitare le bellezze locali o per un indimenticabile addio al celibato sulla riviera adriatica. Sono venuti per giocare una partita di calcio. Più precisamente per disputare il penultimo turno del campionato di serie A. Quei ragazzotti militano nella Juventus.

Dicevamo, penultimo giorno del mese della Madonna, il caldo si fa sentire eccome. Molta gente del posto potrebbe tranquillamente concedersi una rilassante giornata sul lungomare pescarese, sotto l’ombrellone, tuffandosi in mare. Invece no. Molti decidono di fermarsi qualche via prima, entrando allo stadio "Adriatico", per assistere alla gara tra la squadra di casa, già ampiamente retrocessa da parecchie settimane in serie B, con una difesa che ha fatto acqua da tutte le parti e la Vecchia Signora, la squadra più titolata d'Italia, fresca vincitrice una decina di giorni prima della blasonata Coppa Uefa ai danni del Borussia Dortmund. Dentro lo stadio, alle ore 15 di quel pomeriggio, si registrano ben 20.000 spettatori, il che significa tutto esaurito in ordine di posto. La gente che passa vicino all'impianto, con ombrellone in mano, frighetto contenente gelati GIS (sponsor della squadra) e birra, mentre si avvicina alla spiaggia pensa "Come si fa ad andare a vedere una partita con questo caldo, quando c'è il mare a pochi passi". Oppure: "Sprecare così i soldi per vedere una partita tra una squadra già retrocessa e l'altra che come minimo segnerà 3 gol. Almeno il posto in spiaggia è gratis". Forse qualcuno di quelli rosica perché non è riuscito ad acquistare il biglietto oppure è stato "costretto" dalla moglie a trascorrere questa assolata giornata in riva al mare.

Chi è entrato allo stadio con l'abbonamento, per quest’ultima partita casalinga, non vede l'ora che a malincuore quest'agonia finisca, visto che durante l'anno il fedelissimo tifoso pescarese ha vissuto più dolori che gioie. Molti, probabilmente residenti in Abruzzo, avranno timbrato la presenza solo oggi allo stadio, in questa occasione speciale, per vedere dal vivo la stella Roberto Baggio. Pronti, via! Neanche il tempo di vedere con calma chi sono i 22 in campo, che dopo 120 secondi di orologio, Fabrizio Ravanelli, detto "Penna Bianca", ha già segnato il gol dello 0-1 con un sinistro di precisione chirurgica da fuori area. Partita che sembra già prospettarsi come un martìrio per i padroni di casa e una passeggiata a piedi nudi sulla spiaggia per i bianconeri. Anzi, gialloblù, visto che si sono presentati sul terreno di gioco con la seconda divisa. La maggior parte dei tifosi pescaresi presenti si sta già pentendo di non aver messo il costume. I ragazzi di Trapattoni, invece, visto che la gara si prospetta in discesa, nella loro mente stanno già pensando a possibili mete per le vacanze che si terranno di lì a un paio di settimane. E mentre Peruzzi e compagni sono assorti nei loro pensieri, l'arbitro al minuto 32 fischia un calcio di rigore per il Pescara. Si incarica della battuta Max Allegri, che mai quel giorno avrebbe pensato di raggranellare scudetti e record a 21 anni di distanza sulla panchina bianconera in veste di mister. Tiro centrale e rete: 1-1!

Finisce il primo tempo. Qualche spettatore in piedi, dal punto più alto dello stadio, rivolge lo sguardo verso l'esterno, intravedendo il mare. Nella loro testa serpeggia un "se la Juve segna un altro paio di gol subito, mi vado a fare una nuotatina". Ma al minuto 50, accade ciò che nessuno si sarebbe aspettato. Calcio d'angolo di Allegri, palla che spiove in area e in mezzo a una cerchia di difensori juventini, il compianto bomber Stefano Borgonovo segna il suo miglior gol in carriera con una perfetta rovesciata strappa-applausi che si insacca alle spalle di Peruzzi. Biancazzurri in vantaggio! I tifosi di casa fiutano odore di impresa. Ma sanno anche essere realisti: sono passati appena 5 minuti del secondo tempo, con i campioni che ha la Juve in campo figurarsi se si fanno beffare così. Per fortuna che la telepatia non funziona con i giocatori del Pescara. Loro giocano con la mente sgombra e campioni o no, la Juventus la vogliono battere. Il ritmo forsennato dei ragazzi di mister Zucchini (subentrato un paio di mesi prima al "profeta" Galeone) produce un inaspettato terzo gol: lo scatenato Allegri scaglia un potente destro da fuori area che "buca" (e non è solo un modo di dire) la rete, ingannando tutti ma non l'arbitro, al quale non sfugge che il pallone è effettivamente entrato e convalida il gol.

Baggio e compagni sono abulici in tutto e per tutto. Non riescono a tenere a bada gli scatenati abruzzesi. Altro che impresa. Questa ha tutta la sembianza per diventare una Caporetto bianconera. E giusto per far capire a tutti che la giornata della Juve sembra tingersi più nera che bianca, viene espulso il tedesco Andy Moeller. Per assurdo, i ragazzi di Trapattoni stanno recitando la parte del pugile ferito che non vede l'ora di concludere l'incontro. Mancano ancora 5 minuti, ma in questa partita possono rivelarsi lunghissimi. Sull'onda dell'entusiasmo, al minuto 86, dopo soli tre minuti dal suo ingresso in campo, va in rete il giovane Antonio Martorella, pescarese d.o.c., che realizzerà in questo storico incontro il suo primo e unico gol in serie A. Non militerà più nella massima serie, ma ancora non sa, che negli anni a venire, avrà la soddisfazione di diventare il primo calciatore professionista ad aver segnato in tutti i livelli, dai bassifondi della terza Categoria all'elìte del calcio.

Finita? Macchè! C'è ancora tempo per un altro gol. Il quinto! Lo firma Ottavio Palladini. Il biondo centrocampista stabilirà anche lui un record con il passare degli anni: diventerà il giocatore con più presenze nella storia del Pescara. Arriva il triplice fischio finale! L'agonia per i sabaudi è finalmente terminata. I tifosi locali stanno ancora sognando a occhi aperti, ammirando felici e sognanti il punteggio finale impresso sul tabellone: PESCARA-JUVENTUS 5-1. I giocatori di casa non potevano scegliere partita e risultato migliore per sdebitarsi nei confronti del pubblico amico, viste tutte le sofferenze patite durante la stagione. Sono ormai le 17, i tifosi corrono a fare il bagno al mare. D’altronde, se lo sono proprio meritato.