L'Italia sotto il periodo fascista come ben sappiamo ha vinto due mondiali di calcio, quel calcio che ha cercato di resistere, malgrado la dittatura, a cui comunque si è sempre saputo adeguare, come sempre accade, un pò come fa storicamente la Chiesa, gli eventi passano, la Chiesa rimane e lo stesso discorso vale per il calcio. Quel calcio che attraverso la legge del campo ha saputo incidere sul manto erboso un qualcosa di fenomenale. Quando il nostro Paese, grazie al dittatore Mussolini, che decise di inchinarsi ad Hitler, per non essere inferiore alla Germania nazista, da cui però creò un filo di dipendenza mortale, trascinando il nostro Paese nella catastrofe della guerra, cosa che i fascisti di oggi ignorano, come se fosse una cosa da niente, delle rappresentative delle squadre naziste di calcio affrontavano quelle locali. Attraverso il pallone, attraverso il calcio, si cercava di normalizzare la situazione, di rendere digesto il nuovo corso della storia, che dal settembre del 1943 vide gran parte del Paese divenire una succursale di Hitler.  Come accadde ad esempio a Monfalcone. Come si suol dire oggi nel profondo nord est.
Il 31 ottobre del 1943 a Monfalcone si consumò un evento importante, per giorni pubblicizzato sui giornali locali, sui canali radio locali. La sfida tra la  Wehrmacht che occupava la Venezia Giulia e il CRDA di Monfalcone, la squadra del cantiere cittadino. Sfida che venne anticipata già da una partita che la rappresentativa dei nazisti svolse a Trieste, contro la rappresentativa della Triestina, che finì in rissa, tanto che vennero radiati anche gli arbitri, ritenuti incapaci di gestire la situazione in campo ed alcuni giocatori sanzionati e lasciati senza stipendio. Pugno duro. La propaganda presentava la formazione nazista, il cui esercito dall'8 settembre del '43 occupava queste terre, come favorita, sia per la forza fisica che per lo stile di gioco. La partita venne organizzata dal Dopolavoro ferroviario cittadino e fu il primo evento sportivo calcistico che si tenne a Monfalcone dopo un lungo periodo di sospensione a causa dei fatti bellici. Il calcio si è dimostrato un veicolo formidabile per la propaganda, tanto ieri, quanto oggi.  Ma la legge del campo, la legge del calcio, spesso non fa rima con quella della propaganda, ed il risultato emerso dal campo fu sorprendente per i nazisti.

Queste le formazioni in campo. Per la rappresentativa nazista Wehrmacht Trieste: Sonnrein, Urba, Lennerts,Dell, Nebe, Donner,Harnischfeger, Bottgen, Gehrke,Baumanno, Deek. Per la formazione monfalconese: Benussi, Romano, Gratton, Pinazza, Salar, Lui, Zanolla, Magrini, Cergoli, Pellizzola, Zanolla. 

Il Piccolo del 1 novembre 1943 titolava l'esito in questo modo: Monfalcone- Wehrmacht 4-1. Tre reti del guizzante Cergoli. Giocatore che farà carriera nella massima serie giocando anche con la Juventus. La cosa interessante è che il giornale di allora, che era fortemente condizionato dalla linea politica imposta dagli occupanti, sin dalle prime battute cercava di giustificare la sconfitta nazista.
La prima attenuante fu il vento che interessò il campo di calcio del Cantiere navale a cui la formazione ospite non si sapeva adattare. Tanto che il primo goal che subì avvenne proprio per "colpa" del vento con una papera clamorosa del portiere.
La seconda attenuante era l'assenza di un giocatore, l'ala sinistra, che condizionò gli schemi in campo. Le parole di lusinga per la formazione occupante non mancarono mica, per una sfida presentata come cavalleresca, ma alla fine il commentatore, per quanto "di parte" dovette suo malgrado ammettere che tolto anche il fattore vento e tolta anche l'assenza del giocatore tedesco, la sconfitta dei nazisti sarebbe stata inevitabile, al massimo poteva essere più contenuta, poiché i tedeschi giocavano più per la platea che per portare il punto a casa, concludeva l'articolista, sottolineando che se la squadra tedesca non era capitolata con un risultato ancora più gravoso era solo per merito di Nebe, che "poche ore prima aveva ricevuto un telegramma con il quale gli comunicavano che la sua casa era stata distrutta dai bombardamenti della RAF". Poveri nazisti, verrebbe da dire.

Insomma, una prima sconfitta importante arrivata per gli occupanti, ma dal campo di calcio, mentre nella Venezia Giulia si svolgeva la Resistenza contro i nazisti, con la storica Brigata Proletaria, nata a Selz di Ronchi, con un migliaio di partigiani, operai, studenti, cittadini, partiti dai cantieri navali di Monfalcone, che costituirono la prima organizzazione armata di partigiani in Italia per opporsi contro i nazisti. Formazione che creò un sodalizio armato con i partigiani sloveni il cui contributo fu determinante per la liberazione di queste terre dagli occupanti. Diedero vita alla famosa battaglia di Gorizia, durò un paio di settimane, non finì bene per i partigiani, tanti furono i morti, ma si pose un primo segnale chiaro di quella che sarebbe stata la nuova storia d'Italia, un po' anticipata da quel campo di calcio di Monfalcone.