Si sta parlando in questi giorni del Regolamento FIFA sullo Status e i Trasferimenti dei calciatori. In particolare dell'articolo 15. Che così recita: 

Articolo 15 – Risoluzione del Contratto per Giusta Causa Sportiva
Un professionista affermato (“established”) che abbia disputato, nel corso di una stagione agonistica, meno del 10 % delle gare ufficiali alle quali partecipava la sua società, può risolvere il suo contratto prima della sua scadenza naturale per giusta causa sportiva.Nella valutazione di tali casi, verrà tenuta in considerazione ogni circostanza specifica concernente il calciatore. L’esistenza della giusta causa sportiva dovrà essere accertata caso per caso. Non saranno irrogate sanzioni sportive anche se può essere richiesta un’indennità. Il professionista può porre fine al suo contratto per giusta causa sportiva solo nei 15 giorni successivi all’ultima Gara Ufficiale della Stagione disputata per la Società per la quale è tesserato.
Come si può notare, è contemplata una tutela specifica per una categoria specifica, d'èlite di giocatori. Perchè? Nel mondo del lavoro ordinario questo trattamento differenziato potrebbe essere definito come incostituzionale. D'altronde nel calcio siamo abituati a vedere discriminazioni e trattamenti differenziati sempre con maggiore assiduità. Esiste comunque sempre l'ipotesi della giusta causa ordinaria. Il riferimento è l'articolo precedente. Articolo 14 – Risoluzione del Contratto per Giusta Causa
Entrambi le parti possono risolvere un contratto senza incorrere in conseguenze di sorta (pagamento di un’indennità o irrogazione di sanzioni sportive) se sussiste una giusta causa
 
L'Inter, guardando al caso Icardi, se non fa valere questa clausola, significa che non ha molti elementi con cui poter suffragare una siffatta ipotesi risolutiva del contratto di lavoro con Icardi, nonostante il vincolo fiduciario sia venuto meno da tempo. 
E su ciò si dovrebbe riflettere.