Oramai è diventata una squallida abitudine, che sfianca il tifo rossonero, i media, gli addetti ai lavori: il Milan riparte da zero. Da anni, finita la stagione agonistica, si raccolgono solo cocci e le aspettative strombazzate ad agosto svaniscono come in un pessimo incantesimo.

La linea seguita dal fondo Elliott, in tal senso, è in perfetta e colpevole continuità con quelle delle proprietà precedenti e, per la caratura del soggetto, lascia sconfortati; almeno prima avevamo a che fare con un pregiudicato cinese e con un giullare che aveva dismesso da anni. La proprietà attuale ha lasciato bellamente che i suoi portavoce ad inizio mandato dichiarassero di voler riportare la squadra ai vertici del calcio in tempi brevi, per poi, inspiegabilmente, otto mesi dopo ,dichiarare con forza che senza l’immissione di 220 milioni saremmo falliti e retrocessi con buona probabilità.

Resta l’ennesimo mistero e cioè capire perché le dichiarazioni fatte sette giorni fa da Gazidis non siano state messe nero su bianco a luglio 2018. Non se ne capisce il motivo perché si è persa una stagione alimentando false aspettative per l’ennesima volta e, ammesso e non concesso che questa sia la strada (più obbligata che intenzionale), tanto valeva percorrerla da subito. Gli addii sfiancati di Gattuso e Leonardo hanno proprio il sapore di coloro che sono stati beffati tutto l’anno.

Inutile sottolineare la frustrazione mentre si vedono i cugini esultare per Conte (mai stato un nostro reale obiettivo) e per i nomi altisonanti che caratterizzeranno il mercato nerazzurro, contrapposta al nostro Giampaolo e ai nomi assai probabili da centroclassifica che alimenteranno la nostra campagna acquisti.

E’ inutile perché se c’è una cosa chiara sta nel fatto che il pianeta Milan dista davvero anni luce dalle galassie bianconere e nerazzurre : non solo per i nomi appena fatti, ma per un progetto che procede spedito e finanziato adeguatamente; la mancanza per troppi anni di tutto questo è la chiave di lettura che ci indica perché, come a Monopoli, tutte le stagioni  ripartiamo dal via, ma al contrario.

Mesi fa in tempi non sospetti scrivevo proprio da queste parti che la sorte del Milan e quella dell’Inter mi sembrava aver preso le sembianze rispettivamente di quella del Toro e quella della Juve, all’ombra della Mole.

Sara’ per il mio deprecabile, congenito pessimismo, ma non ci ero andato lontano.