In tempi non sospetti scrissi degli articoli sull’Ucraina (La Dynamo Kiev) e sulla Russia (I tramonti sul Volga) racconti romantici all’epoca in cui entrambi i paesi erano in un'unica nazione e vivevano non ricchi, ma in pace. Entrambi i popoli non erano liberi, ma avevano combattuto insieme il nazismo, perdendo circa 27 milioni di caduti e quindi si riteneva fossero due nazioni che condividevano dei forti connotati storici. Ciò durò fino alla caduta del muro di Berlino, nel 1989, dove le strade dei due paesi si divisero: l'Ucraina verso un cammino di libertà, mentre la Russia verso l’Oligarchia; finchè questi due percorsi ed i due relativi tipi di governo, formarono una profonda  spaccatura.
Nel 2014 la frattura sfociò in una dura guerra, pericolosa per tutto il mondo, che nel 2022 vede contrapposte l’UE e l’America alla Russia medesima. Come è noto, iI motivo del conflitto è l’opposizione di valori di libertà dell’individuo al controllo ed alla limitazione dell’autonomia di ogni persona fortemente imposto dalla Russia.

Io ricordo ancora le strade di Mosca e Kiev dove si passeggiava tranquillamente fra gente ospitale e cordiale. Mi sembra impossibile che le stesse persone ora siano impegnate in guerra adottando azioni cruenti, perché Mosca vuole annientare un concorrente alla democrazia, una Nazione che stava dimostrando l’esistenza di un’altra via per creare uno stato, su basi democratiche.
Ben altre sono le priorità di questo mondo: con questa guerra si dissipano risorse economiche rilevanti che consentirebbero di fornire contributi importanti per la bonifica ambientali di cui il mondo ha assolutamente bisogno. Non solo, ma crea emissioni molto dannose per la nostra atmosfera.

Attualmente la situazione è incerta: l’Ucraina adotta una resistenza imprevista opponendo un orgoglio ed un  valore molto alti, che i Russi non  riescono a domare. La Russia colpita nell’economia dalle sanzioni Europee, immediate e unitarie come mai prima d’ora, si sta indebolendo giorno per giorno al punto che incomincia a fare i conti per quanto tempo ancora riuscirà a finanziare la guerra. L’impressione è che potrebbe  finire in uno scontro molto cruento di guerriglia bilaterale, atroce nelle perdite e distruttiva. Un paese invaso da un esercito insufficiente a presidiare tutte le zone dell’Ucraina, come quello Russo, creerebbe l’esistenza di zone a di macchia di leopardo con zone occupate dagli uni o dagli altri contendenti. Le varie zone sarebbero fra di loro in lotta con metodi di guerriglia. Io credo che l’addestramento dei due eserciti contempli anche questo tipo di combattimento, ma, se venisse attuato, i favoriti sarebbero i conoscitori del terreno, cioè gli Ucraini.

Ma limitiamoci all’attuale fase: l’offensiva russa ha già provocato la morte di migliaia di civili, prevalentemente donne e bambini, senza preoccuparsi di distinguere tra obiettivi civili e militari addossando le responsabilità all’esercito ucraino  che utilizzerebbe i civili come scudi umani. La verità la sapremo presto dai profughi che a migliaia si stanno avvicinando alle nostre frontiere. E dalla Finlandia giunge notizia di un copioso flusso di persone russe che cercano di mettersi in salvo dal futuro crollo della Russia, dalla legge marziale e dalle limitazioni del diritto di parola russo che ha già portato in carcere 6.000 oppositori. Se tale esodo  diventasse rilevante sarebbe l’evidente dimostrazione del regime despotico della Russia. I profughi infatti scappando dicendo “Non vogliamo questa guerra. Se lo diciamo finiamo in carcere” . Il Presidente Ucraino incoraggia i moti russi con lo slogan “Scendete in piazza e dite che volete vivere”. E’ opinione diffusa che come la Finlandia ha fermato Stalin, l’Ucraina  può fermare Putin.

Nelle ultime ore i Russi hanno dimostrato uno strano interesse verso le centrali nucleari. Tutti ricordiamo di Cernobyl. Fu una bomba nucleare a corto raggio che uccise, ma non distrusse l’intera zona, se non quella adiacente. Che i Russi pensino ad utilizzare le centrali nucleari a quel modo? Domani si riunirà il consiglio di sicurezza dell’Onu, che accerterà anche questo.

La Russia non vuole portare migliaia di cadaveri in patria come caduti. Sembra vogliano servirsi di forni crematori per ridurre in cenere i loro compatrioti caduti in combattimento occultando facilmente le ceneri sulla Pianura Ucraina. Ma i Russi non volevano combattere i Neonazisti?
La penisola della Crimea, è tra i primi territori che i Russi vogliono ammettere, cosi come dopo i Paesi Baltici, Finlandia e Scandinavia se volessero entrare nella Nato sconvolgendo i confini dell’Europa. Ma se queste nazioni rimanessero neutrali potrebbero costituire un ponte economico tra i due blocchi, sicuramente prosperando.

E’ dunque palese che si debba arrivare ad un negoziato serio, non esclusivamente tra i due belligeranti, ma esteso a nazioni locali (Finlandia e Scandinavia), Cina (che sembra avere parecchie leve sulla Russia), con un coordinatore forte e capace come la Merkel. Un negoziato simile potrebbe dare i frutti desiderati, una pace duratura in quest’Europa che in pochi giorni ha fatto passi in avanti superiori a quelli degli ultimi trent’anni in termini di unità e di intraprendenza. Ora sussistono i presupposti che l’Europa costituisca un organismo di difesa comune, con cui eventualmente intervenire.
Dopo due esperienze molto pericolose, il Covid e la guerra Ucraina, l’ UE ha raggiunto gradi di coesione e di cooperazione mai visti prima, che finalmente potrebbero portare ad un definitivo consolidamento dei propri obiettivi e della propria politica interna ed esterna, costituendo finalmente un monolite capace di iniziative autonome diplomatiche per affermare i propri obiettivi.
Il prezzo per l’unione UE sarà talmente alto che farebbe da collante indissolubile fra tutti gli stati membri presenti e futuri.
L’UE potrebbe accogliere l’Ucraina tra le sue file, così come altri stati vicino al confine dell’Urss, superando gli accordi di Yalta, andando a costituire una Grande Potenza e forse guidare il mondo intero verso quella bonifica ambientale di cui ha tanto bisogno.

Sarà una lotta dura aiutare l’Ucraina dal momento che l’Europa è sul punto di applicare nuove sanzioni, quando Putin ha affermato che ulteriori prese di posizione economica a danno della Russia peggiorerebbero la situazione e sarebbero considerate dichiarazioni di guerra interpretando a modo suo il diritto internazionale: purtroppo questa è la realtà. Si dovrà trovare un’altra strada per colpirlo.

Tutte queste strade sono strategie di morte, forse bisognerebbe provare con un’apertura ampia da parte degli Ucraini, per esempio garantire la non installazione di missili balistici sul loro territorio che, in termini reali ha ben poco effetto pratico, ma farebbe scemare la contrapposizione militare tra i due contendenti. I missili a testata nucleare della nato già presenti in  zona già oggi tutelano Kiev. Ulteriori vettori sarebbero una spesa inutile. Mentre potrebbe essere utilissima per spese di pacificazione e ricostruzione come l’ammodernamento delle centrali nucleari, essendo quelle attuali ormai obsolete e pericolose anche per la Russia.

L’affermazione secondo la quale ulteriori sanzioni sarebbero considerate dichiarazioni di guerra può essere molto significativa: se Putin giunge a porre un  limite disperato alle sanzioni, potrebbe voler dire che non ne sopporterebbe altre, dunque la sua autonomia bellica si starebbe esaurendo.
In questo caso il sacrificio dell’Ucraina sarebbe la salvezza di altri venuti dopo, come ad esempio i Paesi Baltici.


Ricordo quelle immense foreste in cui da ragazzo andavo a giocare. Ora saranno distrutte o contaminate da ordigni bellici, mi piacerebbe fossero bonificate con fondi destinati alla guerra e restituiti ai ragazzi Russi e Ucraini che vi possano giocare’ all’alce rossa, facendo dei campi assieme e  crescendo nella pace, anziché nell’odio e nella guerra.