Vladimir Putin è nato nel 1952 a Leningrado (attuale S. Pietroburgo) ed ha condotto studi forensi.
L’inizio della sua carriera si è svolto presso il KGB (servizio segreto Sovietico)
da cui dopo 16 anni di servizio si è congedato come Tenente Colonnello per entrare a far parte nel 1991 nello staff del Presidente Boris Eltsin ricoprendo l’incarico di responsabile NSB (servizio segreto Russo).

Ha ricoperto i seguenti incarichi politici ai massimi livelli Russi:
1999 – 2000 Primo ministro della Russia
2000 – 2004 Presidente della Federazione Russa
2004 – 2008 Presidente della Federazione Russa
2008 – 2012 Primo ministro della Russia
2012 - 2018 Presidente  della Federazione Russa.
2018 – 2022 Presidente della Federazione Russa.

Per permettere la continuità dei suoi mandati sono stati necessari diversi escamotage e modifiche alla costituzione della Federazione Russa, in particolare sul suo attuale mandato. 
Dunque Putin detiene il potere in Russia dal 1999 al 2022 senza soluzione di continuità.

CONFLITTI:
Caucaso settentrionale:
Svariati conflitti interni continente Africano
Cecenia
1994 UCRAINA
2022 UCRAINA

Come si può vedere dal prospetto di cui sopra la Ucraina non è che l’ultimo dei conflitti gestiti da Putin che nel suo più che ventennio di potere ebbe a che fare con numerosi scontri.
Un altro capitolo scabroso del personaggio è la lotta e la repressione degli oppositori. Sono ben noti i casi di oppositori, tra cui citiamo il principale Alexei Navalny avvelenato il 20 Agosto 2020 e da allora ricoverato a Berlino.

Le affermazioni contro le democrazie da parte di Putin in occasione dell’attacco all’Ucraina non sono certo quelle di un uomo politico democratico e sono perfettamente coerenti al curriculum che lo vede al potere per più di vent’anni, in modo esclusivo e senza controllo.
La sua maggiore responsabilità è quella di avere assalito dei fratelli Russi inermi, che avevano scelto di vivere diversamente dagli altri popoli Slavi russofoni, incominciando un cammino  democratico.
Da ieri questa gente soffre i colpi di un esercito soverchiante a cui può opporsi con qualche debole arma personale o poco più. Un popolo quieto che non disturbava nessuno, se non per il fatto che dava un esempio di democrazia.
Un popolo ridotto adesso a vivere nelle metropolitane, trasformate in rifugi antiaerei, destinato ad essere sotttoposto a un regime liberticida, ed alla distruzione delle proprie infrastrutture. Che verrà sottoposto ad un uomo che minaccia chiunque lo intralci alle ritorsioni più gravi mai viste nella storia. Ad un uomo che dice che gli interessi del suo paese non sono negoziabili. Che insomma vuole imporre al mondo intero la propria dittatoriale volontà.
Quanta sofferenza porterà questa visione della vita, questa visione che va in qualche modo contrastata, a costo di sacrifici anche personali, perché se Putin comprende che le nostre armi sono spuntate, non avrà pietà ad andare oltre i suoi attuali obiettivi, espandendo  la sua influenza e la sua visione del mondo su ogni paese civile.
Questo è dunque Putin, un dittatore come la storia ha visto tante volte e che prima o poi verrà messo davanti alle sue responsabilità
Viene da chiedersi se Putin sia al termine della sua carriera politica e se il popolo russo sia stanco di soffrire  la mancanza di libertà democratiche e di vedere sempre una politica di distribuzione del reddito iniqua. In un anno di elezioni o in altro modo potrebbe trovare il sistema di destituire Putin dal potere. L’umanità sarebbe salvata mediante il mezzo più democratico.

Il sentimento di onnipotenza ha ormai oltrepassato i limiti sopportabili da qualunque popolo e da qualunque nazione oppressa. Non è certo il popolo russo che mina la sicurezza dei propri fratelli, ma un uomo solo assistito da consiglieri che con lui hanno in comune idee e obiettivi. E fra questi non c’è il bene del loro paese, ma il loro interesse personale, la cui manifestazione è palese dall’elenco dei beni confiscati dalle ritorsioni internazionali, a Putin ed ai suoi fedelissimi.
Il popolo russo è ormai consapevole di essere rappresentato da un parlamento (la Duma) addomesticato da Putin, molte ricchezze sono accumulate, mentre molti fra il popolo sono in condizioni di indigenza. Fame e mancanza di lbertà sono un  perfetto cocktail che potrebbe ricordare ai  Russi come fecero nel 1917 a liberarsi di coloro che li mantenevano schiavi. E’ notizia di questo momento che in Russia sono stati arrestati 2.000 dissidenti e può essere che la repressione sia ancora più dura, ma una dittatura combatte la dissidenza perché sa bene che alla fine sarà quella che troverà il modo giusto per abbattere i despoti.
Il popolo Russo si è forse messo in cammino verso questo obiettivo?