Tutti gli sportivi, non più giovanissimi, si ricordano di Nino Benvenuti o ne hanno almeno sentito parlare come pugile Campione del Mondo. Questo grazie alla celebrità che la sua attività sportiva, o di altro tipo, gli donò. Oltre al pugile fece l’attore, il commentatore sportivo, il giornalista e lo scrittore.

Giuseppe Benvenuti, detto Nino, nacque a Isola d’Istria il 26 aprile 1938. Dopo il 1945 questo paese , dove risiedeva la famiglia Benvenuti,  si trovava nella zona B del Territorio libero di Trieste sotto amministrazione Jugoslava. Stiamo parlando del periodo in cui gli Italiani in Istria erano soggetti a soprusi, pulizia etnica e foibe dove si perpetuarono numerose stragi di italiani da parte dei titini. Anche la famiglia di Nino dovette subire dei soprusi come la reclusione per sette mesi del fratello di Nino ed il sequestro della loro casa. A quel punto tutta la famiglia Berruti si trasferì nella zona A di Trieste ad amministrazione Italiana, dove il capofamiglia aveva la sua attività ittica. Trieste tornò ad essere italiana solo nel 1954.

DILETTANTISMO
Nel corso delle vicende descritte, Nino Benvenuti, a partire dall’età di tredici anni, si era appassionato alla boxe, Si era organizzato a casa, incoraggiato dal padre ex-pugile, costruendosi una piccola palestra, attrezzata con manufatti costruiti da lui medesimo e successivamente si iscrisse all'Accademia pugilistica di Trieste, percorrendo ogni giorno in bicicletta la distanza di parecchi chilometri per potersi allenare.
Finalmente arriviamo ai veri combattimenti dilettantistici nei pesi Welter (nei dilettanti 67 Kg) e nel '56 si aggiudica il suo primo titolo italiano. Nel '57 passa alla categoria dei super Welter (71 Kg) e vince i titoli italiani di categoria del 57-58-59-60, cinque cinture da campione italiano in 5 anni consecutivi.
Arriviamo così alle Olimpiadi di Roma del 1960 dove Nino Benvenuti viene convinto dall’allenatore della Nazionale Italiana Natale Rea a scendere di categoria, tornando ai Welter, per evitare di incontrare il temibile pugile statunitense plurititolato Wilbert McClure.
Per fare questo Nino deve perdere 4 kg. Nonostante la debilitazione conseguente alla dieta, sul ring di Roma combatte e sconfigge 4 futuri campioni del mondo ed arriva alla finale con il sovietico Jurij Radonjak.
Il primo round è già decisivo, Benvenuti boxa con calma , classe e precisione. Sembra che l’allenatore Rea avesse suggerito a Nino di colpire con un sinistro il russo dopo un suo attacco di destro, durante il quale per un attimo la sua guardia sul lato destro era sguarnita. Benvenuti esegue alla perfezione il suggerimento del suo allenatore con un sinistro di incontro fulmineo e manda il Russo al tappeto. Radonjac viene contato. Pur rialzandosi il russo continua a subire la Boxe del triestino e viene sconfitto ai punti per 4 – 1. Nino Benvenuti è medaglia d’oro a Roma! La custodia della sua medaglia è autografata da Jessie Owens e Nino ne è molto orgoglioso.

PROFESSIONISMO
Nel 1961 Nino Benvenuti decide di passare al professionismo
. In due anni (tra il ’61 ed il ’63) vince 29 incontri su 29.
Diventa campione Italiano dei pesi medi sfidando al suo trentesimo incontro Tommaso Truppi mettendolo  KO alla undicesima ripresa .
Nei match successivi sfida e vince contro grandi pugili europei e mondiali che fino a qualche anno prima erano stati gli sfidanti dei campioni mondiali.
Il 15 novembre 1963 Luis Guitierrez, un pugile semisconosciuto ma esperto e forte colpitore.
Al secondo round, Benvenuti fa prima piegare in due il nicaraguense con un pugno al costato e poi gli infligge un durissimo colpo alla mascella. Guitierrez evita il knock-down aggrappandosi all'italiano e facendolo ruzzolare con lui al tappeto. Alla settima ripresa, la mascella del centramericano è pericolosamente gonfia e il medico ne dichiara l'impossibilità a proseguire. Benvenuti è proclamato vincitore per KO tecnico[. Le radiografie del giorno dopo accerteranno che la mandibola destra di Guitierrez aveva effettivamente subito una frattura.

La rivalità con Sandro Mazzinghi
Nel frattempo, il 7 settembre 1963,
Sandro Mazzinghi aveva conquistato il titolo mondiale dei superwlter battendo lo statunitense Ralph Dupas, confermandosi nella rivincita, il 2 dicembre successivo.
Benvenuti prende male la notizia, in quanto Mazzinghi era sempre stato inferiore a lui nei dilettanti e non sopporta che sia diventato campione Mondiale prima di lui. Così decide di strappargli la corona.
Dopo molti rinvii causati dal Mazzinghi, il 18 giugno 1965 allo stadio di San Siro a Milano, facendo registrare il tutto-esaurito, si scontrano per la prima volta Benvenuti e Mazzinghi.
Il lottatore Mazzinghi vs lo schermista Benvenuti, alla fine Benvenuti stende l’avversario alla sesta ripresa con un micidiale montante destro: Mazzinghi non si riesce a rialzare entro i 10 secondi: KO! Così Mazzinghi perde il titolo mondiale.

La rivincita
con il toscano, obbligatoria per contratto, si svolge al Palazzo dello Sport di Roma, il 17 dicembre 1965 E’ un brutto incontro in cui Benvenuti inizia bene atterrando Mazzinghi al secondo round. Il Toscano contato fino all’8 viene salvato dal gong. Poi Mazzinghi si riprende, attacca e Benvenuti è costretto a difendersi anche con metodi poco ortodossi che gli costano continui richiami dall’arbitro, ma alla tredicesima, quattordicesima e quindicesima ripresa, Nino si riscatta e colpisce l’avversario molto duramente. Alla fine, dopo un verdetto emesso in tempi lunghissimi, Nino Benvenuti si aggiudica il match ai punti.
Negli anni a seguire Mazzinghi sostiene delle irregolarità nei conteggi che ha subito (troppo veloci secondo lui) e soprattutto di aver perduto la rivincita per oscuri giochi di potere, rimanendo rivale di Benvenuti per tutta la vita.
Dopodichè Benvenuti combatte contro campioni per irrobustire il fisico, la sua resistenza ed affinare i colpi.
Il 25 giugno del 1967 incontra Ki-Soo Kim, pugile coreano, già battuto da dilettante. Il match è completamente a favore di Nino, senonchè la giuria, nettamente di parte, assegna la vittoria ai punti di Soo Kim. In ogni caso, dopo questa prima sconfitta da professionista

Trilogia con Emile Griffith
Griffith conquistò il titolo dei Pesi Medi con Dick Tiger nel 1966 abbandonando conseguentemente la corona dei Welter. A quell’incontro assistette Nino Benventuti che affermò alla fine del match di essere in grado di sfidare e battere Griffith.

Negli anni '60, epoca delle lotte antirazziste di Martin Luther King, assassinato a  Memphis il 4 aprile 1968, molte componenti della società americana erano fortemente razziste. Pertanto a quel tempo Griffith, come pugile di colore, non era ben considerato e tutto il mondo della boxe americano si rallegrò a vedere uno sfidante bianco, biondo con gli occhi azzurri, e pertanto lo sostenne. Ciò nonostante contro Benvenuti giocava il fatto che Griffith era un pugile molto potente che aveva un bellissimo curriculum pugilistico, con fama di violento in quanto  aveva causato la morte sul ring di Benny Paret che aveva osato insultarlo, appellandolo come omosessuale, (all’epoca pesantissima infamia ed insulto). In quella occasione si disse che Griffith avesse trasformato quell’incontro in una vera e propria esecuzione, riuscendo nel suo intento.
Inoltre a sfavore di Nino Benvenuti c’era il fatto che tutti i pugili Europei venuti a combattere in America per il Titolo mondiale, erano stati sconfitti, ad eccezione del solo Marcel Cèdan. Quindi Nino per il primo match non godeva affatto del favore del pronostico, nonostante il fatto che vantasse di un ottimo curriculum all’epoca della sfida e precisamente:
Campione olimpico dei pesi welter nel 1960 (battuto Yury Radonyak), campione mondiale dei pesi superwelter tra il 1965 e il 1966 (combattendo contro Sandro Mazzinghi), campione europeo dei pesi medi tra il 1965 e il 1967 (conquistato tra i due match con Mazzinghi).

L'incontro della notte del 17/04/1967
In quella notte si tenne il primo incontro tra il Campione del Mondo Griffith e lo sfidante Nino Benvenuti al  Madison Square Garden alla presenza di 14.000 spettatori e molte celebrità tra cui Sugar Ray Robinson, idolo da bambino di Nino Benvenuti, felicissimo e onorato della sua presenza. In Italia l’incontro viene trasmesso alla radio con Radiocronaca (del compianto Paolo Valenti) e record d’ascolto eccezionale.
I due pugili combattono immediatamente al meglio delle loro capacità. Nel secondo round, Benvenuti con un violento gancio al mento atterra Griffith che viene contato sino all'otto. Benvenuti si aggiudica anche la terza ripresa. Sicuro di aver vinto il match, Nino commette un errore; abbassa la guardia e la concentrazione. Alla quarta ripresa Griffith centra con un destro dritto l'italiano che, arretrando, si aggrappa alle corde e poi va al tappeto. Benvenuti è contato (per la seconda volta in carriera) ma si riprende, si rialza e conclude il round. Le successive riprese fino alla quattordicesima ripresa sono a favore alternativamente ad entrambi. Alla fine tutti i giudici assegnano la vittoria ai punti a Benvenuti. Sul ring, Griffith stringe la mano a Benvenuti come segno di rispetto. Questo è il più bel combattimento di Nino Benvenuti, che gli porta la Corona Mondiale dei Medi: un campione del mondo di pugilato italiano in America dopo 36 anni da Primo Carnera, seppur in un'altra categoria.
La notte stessa della vittoria si accendono dei capanelli nelle citta, si traggono tricolori dai cassetti e si festeggia la vittoria di Nino Benvenuti, Al rientro in Italia gli rendono omaggi trionfali in particolare a Milano – C.so Sempione e a Trieste dove l’intera città scende in piazza.

La rivincita del 29/9/1967
Nel contratto del primo match vinto da Benvenuti, nel caso in cui il campione uscente (Griffith) fosse stato sconfitto, è prevista una rivincita immediata, fissata il 29 settembre 1967. Quindi Nino deve riprendere gli allenamenti appena tornato in Italia. Benvenuti stavolta è favorito. Arriva in America con un gran seguito di italiani, ma con un lungo viaggio via mare e senza aver combattuto per cinque mesi.
Fin dalle prime battute l’incontro, allo Shea Stadium all’aperto, assume un andamento molto diverso dal precedente e ci saranno degli sviluppi nettamente sfavorevoli a Nino. Al secondo round il nostro campione subisce un colpo al tronco responsabile della frattura della dodicesima costola. Benvenuti comprende subito che il match è perduto. Tuttavia, per orgoglio, non vuole perdere un incontro prima del limite, dunque resiste stoicamente al dolore di ogni colpo inferto da Griffith. Benvenuti dichiarerà che in vita sua quella fu la battaglia piu dura contro il dolore e la rabbia. Alla fine il verdetto in favore di Griffith non è unanime, ma l’americano si aggiudica l’incontro e riconquista la corona.
In Italia un silenzio glaciale accoglie la vittoria di Griffith.

La "bella” del 4/03/1968
E’necessario quindi procedere ad un terzo incontro. La terza sfida è combattuta in un Madison Square Garden. Il favorito è nuovamente Griffith, mentre Benvenuti sostiene di aver ritrovato lo smalto e la forma di un tempo.
Le prime otto riprese sono perfettamente in equilibrio. Alla nona ripresa avviene la svolta: con un gancio sinistro doppiato alla mascella Benvenuti atterra Griffith e si aggiudica la ripresa in maniera netta. Per altri tre round il triestino domina un Griffith ancora provato e confuso. Lo statunitense si aggiudica di misura due round o e, rendendosi conto di dover recuperare combatte disperatamente, più con la rabbia che con la tecnica, mettendo in difficoltà Benvenuti che comunque resiste. Al termine dell'incontro è Benvenuti a trionfare. Il titolo mondiale torna quindi definitivamente in Italia, dove immediatamente si organizzano caroselli di auto e una gran festa.

Così si conclude la trilogia di Griffith vs Benvenuti.
Dopo alcuni anni i due pugili diventarono amici e Benvenuti disse”Se due pugili combattono 45 round uno contro l’altro, come me ed Emile, non possono non diventare amici”.

Le difese del titolo
Nino Benvenuti difese il titolo quattro volte:
contro Don Fullmer, al Teatro Ariston di Sanremo, il 14 dicembre 1968. Fullmer è battuto ai punti.
Contro Fraser Scott  allo Stadio San Paolo di Napoli nel 1969. Fraser squalificato per testata.
Contro Luis Manuel Rodríguez
al Palaeur di Roma il 22 novembre 1969. Lo sfidante è un pugile pericoloso ed il match si risolve all’ 11 ripresa, quando Benvenuti, ferito all’arcata sopracciliare sa di avere poco tempo a disposizione prima che il medico lo fermi. Dunque anticipa i tempi e scarica tutta la sua potenza; ad un tratto Berruti colpisce e si vede Rodriguez andare al tappeto.  Nel rallenty si riesce a comprendere la dinamica dell’azione devastante di Nino Benvenuti che sferra un gancio potentissimo sul volto di Rodriguez che crolla sotto l’urlo entusiasta del pubblico. Il pugile cubano avrà bisogno di dieci minuti per riprendersi e una volta rimessosi in piedi dirà a Nino “Me Tumbaste”, (Mi hai steso). Rodriguez fu schietto e sincero.
Contro Tom Bethea a Melbourne: Nino Benvenuti abbndona alla 4° ripresa avvertendo la rottura di una costola che gli accertamenti diagnostici stabiliranno essere la nona costola. Forse Nino Benvenuti s’è voluto risparmiare un calvario come quello subito contro Griffith nel secondo incontro, per un match senza titolo in palio.
Ferito nell'orgoglio, il triestino vuole subito la rivincita, che avviene ad  Umago, il 23 maggio 1970, mettendo in palio la cintura di Campione del Mondo. Vince Benvenuti KO alla ottava ripresa. Il colpo decisivo è un micidiale gancio destro.
È la quarta difesa vittoriosa del titolo
Per la quinta difesa del titolo viene assegnato a Benvenuti un pugile che lui definisce "oggetto misterioso", tutto da scoprire: Carlos Monzon.
Eppure questo atleta sottovalutato il 7 novembre 1970, al Palazzo dello Sport di Roma, alla dodicesima ripresa manda a knock out Benvenuti. Carlos Monzon è il nuovo campione del Mondo dei pesi medi.
8 maggio 1971 Match di rivincita contro Monzon durante il quale Benvenuti cerca una riconquista del titolo alquanto improbabile. Alla terza ripresa quando, Carlos Monzon colpisce duramente Benvenuti e lo costringe a inginocchiarsi a terra. I suoi secondi capiscono che Nino sta rischiando un brutto KO se non la vita e dall'angolo il suo manager storico, il bolognese Amaduzzi, lancia la spugna in segno di resa. Il verdetto è un nuovo knock out tecnico in favore di Monzón al 3º round.
Nell'immediatezza della sconfitta, il triestino è disperato e protesta veementemente, non accetta l’esito del match e dichiara alla televisione di essere ancora fresco e in grado di proseguire. I suoi secondi, invece, avevano capito la situazione e come dissero subito: “Abbiamo distrutto il pugile, ma abbiamo salvato l’uomo.”
Quel giorno Nino Benvenuti ha combattuto sul ring per l’ultima volta.
Ricorderò per sempre quella spugna bianca sul tappeto e la disperazione di Nino Benvenuti che non voleva ammettere la fine della sua carriera. Nino Benvenuti aveva dato tanto all’Italia, era giusto si fermasse lì senza subire oltre la violenza di Monzon.

Nino Benvenuti conservava una popolarità che gli fruttò diverse occasioni di carriere alternative, come quella dell’attore cinematografico, che in qualche modo lo aiutarono a dimenticare la sua ultima e definitiva sconfitta.

La boxe che pratica da Nino Benvenuti era uno spettacolo: lineare, elegante, sobria, mai scomposta. Egli era sempre calmo, ragionava, velocissimo nella guardia e dai colpi micidiali uppercut e gancio che raramente si vedevano partire a velocità normale dove si poteva osservare solamente il pugile avversario andare al tappeto. Generalmente più alto, dl peso al limite della categoria, poteva anche contare sui suoi parametri fisici per superare gli avversari. Si fece conoscere in tutto il mondo per il suo carattere estremamente corretto e sobrio.
Gli Italiani lo ersero a proprio beniamino e la sua stella ancora oggi brilla nella mente di chi l’ha conosciuto.
Nino, non ti abbiamo dimenticato!