Una cagnolina nerissima e molto vivace, correva su e giù dalla scalinata lungo il costone a lato del porticciolo. Era uno spettacolo osservare questa chnauzer nana che non si fermava mai e correva a perdifiato attraverso i passanti e talvolta si avvicinava curiosa ad osservare qualcosa o qualcuno, abbaiando festosa, per poi scappare di nuovo via. Finché una donna la chiamò a gran voce:
“Quikly dove sei? Vieni a casa!”
Istantaneamente la cagnolina si tranquillizzò e trotterellando percorse un pezzo della scalinata, per infilarsi su una magnifica terrazza di un Pub: sopra le tre porte di ingresso del locale un disegno stilizzato di un Veliero con il suo nome: The Bounty. Sulla porta Lory, bruna con una cascata di capelli ricci, aspettava Quikly che le corse letteralmente in braccio, rendendola felice.
“Dove sei stata vagabonda! E’ questa l’ora di arrivare?”
Lory era la padrona del locale, una bella signora di mezza età dalla bellissima cascata di capelli bruni, riccioli e dagli occhi azzurri, due autentiche stille di cielo. Per molti anni aveva insegnato in una scuola media, poi si era letteralmente stufata di quell’ambiente quando aveva ricevuto un’inaspettata quanto cospicua eredità da una lontana zia. Già da tempo aveva quell’idea, ma in quei giorni comprese che era giunto il momento di seguire le orme del padre, gestore di un Pub al mare.
Per questo lei scelse le Cinque Terre e ciò le portò fortuna: tramite un’agenzia di Monterosso aveva saputo del Bounty. Quando vide il locale fu un amore a prima vista: la terrazza sul mare, l’interno in stile marinaresco, con una quantità enorme di velieri in miniatura, la moquette con il disegno del Bounty e quadri di tutti i tipi con un unico soggetto: il mare. La conquistò in particolare il banco con ogni tipo di liquore e un'infinità di birre Pale Ale originali inglesi. Anche il nome era perfetto, il Bounty del famoso ammutinamento: ecco, proprio così, lei, con il Bounty, si sarebbe ammutinata alla vecchia vita, proprio quello che sognava da anni. Lo stesso giorno in cui lo vide, dopo una trattativa abbastanza agevole, lo rilevò, diventando l’unica proprietaria del Pub, investendo quasi completamente la sua eredità.

Dopo circa due mesi, realizzate le necessarie modifiche, il locale aprì in una serata di Luglio inoltrato, alla presenza delle autorità locali e di tantissimi turisti Inglesi e Tedeschi accorsi per l’occasione. Lory fece le cose in grande, offrendo due enormi tavoli imbanditi con un buffet di gran classe e birra a volontà. Fu una scelta felice, perché da quella sera il Bounty fu sempre assai frequentato, sia per la qualità dei cibi e delle bevande, ma anche, per qualcuno, per la possibilità di cercare di corteggiare la padrona. Il suo fascino era irresistibile, il suo abbigliamento ed il suo modo di fare attiravano più di un uomo. Ma Lory, mettendo in atto le dovute distanze e precauzioni, scoraggiava qualunque presunto pretendente.
Una volta riavviato il Pub, Lory pensò alle stanze superiori. Ben quattro stanze doppie fronte mare che lei adibì, sfruttando le attrezzature del Pub, come Bed and Breakfast per clienti selezionati. Un’altra stanza, la riservò per lei. Scelse la migliore e la più grande, praticamente una suite, con terrazzino e caminetto, arredandola a suo piacere. La divise in due con un separé: da un lato, quello del terrazzino, pose una ampia scrivania con tutto l’occorrente d’ufficio e una piccola biblioteca. Al di là del separé, con un ingresso discreto, realizzò una camera da letto dalla parte del caminetto con una finestra sul mare da cui la sera e la mattina presto poteva udire lo sciabordio delle onde, suono che la tranquillizzava e cullava.
Il treno, proveniente da Genova, entrò cigolando nella stazione di Riomaggiore un sabato mattina di un settembre molto luminoso, con il sole ancora basso sull’orizzonte. Ormai la stagione era terminata: pochi passeggeri discesero dalle carrozze. Fra questi si distingueva un uomo sui 55 anni con una grossa sacca da marinaio, dove trovava posto lo stemma della Marina Mercantile. I suoi abiti erano civili, ma indubbiamente si trattava di un marinaio. Quest’uomo era alto di statura con una chioma biondissima, il viso molto abbronzato di chi sta lungamente al sole sul mare. Sulla sua carnagione scura risaltavano due occhi profondi e verdi; gli furono sufficienti pochi passi per vedere il mare arrivando fino al terrazzo della stazione, da cui si sporse rimanendo ad ammirare il panorama. Quella era una posizione magnifica per osservare la profonda e caratteristica insenatura sottostante, con le onde che si frangevano sugli scogli con mille spruzzi. Il suo sguardo tradiva un grande amore e rispetto per il mare. Dopo lunghi minuti, si incamminò verso il paese con il passo spedito di una persona abituata a praticare sport.
Quella mattina Lory aveva deciso di godersi il sole in terrazza. Il Bed and Breakfast era vuoto ed i clienti per il Pub sarebbero venuti a sera. Era distesa su una sdraio e teneva gli occhi chiusi con accanto Qeen, per una volta quieta, finché avvertì la presenza di una terza persona. Aprì gli occhi e vide un uomo alto e biondo, con un’enorme sacca sulle spalle fermo sulla soglia del Pub.
“Buongiorno – salutò l’uomo – mi spiace averla svegliata.”
Lory, alzandosi in piedi, andò incontro istintivamente all’uomo chiedendogli cosa desiderasse.
“Il Pub è aperto anche a mezzogiorno?”
“Beh … sì certo, si accomodi.”
Quando l’uomo fu seduto ad un tavolino con ombrellone, posando a terra la sacca, Lory gli chiese cosa gradisse:
“Desidera bere qualcosa, o anche pranzare?”
“Se possibile vorrei una bella rossa gelata con una salsiccia arrostita e un po’ di patatine fritte”
Mentre Lory si ritirò per preparare, l’uomo pensò: “Non potevo certo dire: voglio una bruna … c’era il rischio mi fraintendesse...”
A Lory non era serto sfuggito lo sguardo di ammirazione di quell’uomo verso di lei e aveva a, sua volta, dissimulato bene il suo sguardo: si trattava proprio di un bell’uomo, perlomeno fisicamente.
Quando ebbe mangiato, Lory lo invitò a prendere il caffè al banco, in modo da fargli visionare il locale, a cui teneva molto. L’uomo andò, apprezzando sia l’arredamento che l’ampiezza del locale, facendo inorgoglire Lory. Mentre il nostro attendeva il caffè, si presentò con disinvoltura:
“Permette che mi presenti? Comandante Rodolfo Borchiello. Gli amici mi chiamano Rudy.”
“Oh Comandante! Avevo indovinato dalla sua sacca. Non pensavo però ad un personaggio così importante della Marina. Io sono Lorella, ma gli amici mi chiamano Lory. Lei permette che la chiami Rudy? E’ più facile….”
“Certamente, solo se lei mi permette di chiamarla Lory.” Disse Rudy sorridendo.
I due si scambiarono una cordiale stretta di mano, entrambi stringendo forte.
“Signora Lory, mi hanno detto che voi qui avete anche delle stanze, come Bed and Breakfast.”
“Certamente, sono tutte sul mare e tutte libere. Vuole visitarne una?”
Circa mezz’ora dopo Rudy era disteso su un comodissimo letto, con le finestre ben aperte da cui proveniva il rumore delle onde del suo mare, sorseggiando un amaro che Lory gli aveva offerto.  Era decisamente soddisfatto della sistemazione che aveva trovato: comoda, confortevole e … aveva conosciuto Lory. Decise che Riomaggiore era proprio un bel posto.
All’ora di cena Rudy scese nel Pub. Incominciava ad esserci qualche avventore ma non vi fece caso. Piuttosto Lory gli chiese se volesse cenare, proponendogli numerose alternative a base di omelette, arrosti e grigliate di carne con svariati contorni. Rudy apprezzò molto non avendo che l’imbarazzo della scelta. Attorno alle ventuno il locale era decisamente affollato, quando il “Comandante” decise di ritirarsi salutando Lory, dopo aver fatto incetta alla reception delle brochures relative a passeggiate sul mare lungo le Cinque Terre. Avrebbe visionato il materiale pubblicitario una volta in camera assieme ad una gigantesca birra rossa.
Rudy, più tardi, fu favorevolmente sorpreso dalla luna piena che fece capolino nella sua camera attraverso la finestra aperta. Quando vi si affacciò era notte fonda, riuscì a godere di una vista sorprendente: l’enorme disco lunare proiettava i suoi raggi generando una vasta e lunga scia di luce argentea sul mare calmo. Le onde si infrangevano sugli scogli seguiti da un debole sciabordio cadenzato, fornendo un’atmosfera magica all’insieme. Estasiato Rudy si fermò alla finestra a lungo, fin quando una voce lo fece sobbalzare.
“Magnifico, vero Rudy?” era Lory, seduta sul terrazzino della sua stanza.
“Mi avete colto di sorpresa Lory” rispose lui.
“Oh, mi dispiace, vi ho spaventato?”
“No, spaventato no, non mi aspettavo di vedervi qui”
“Io lavoro più o meno fino a quest’ora, poi ci pensano i ragazzi al bar a fare andare avanti il Pub. Stasera ho visto la luna piena e mi sono precipitata a vederla. Non ho pensato che l’avrei trovata qui, ma adesso che la vedo, devo dire che non mi stupisce.”
“Infatti, il Plenilunio è incantevole, si crea un’atmosfera magica qui, in riva al mare”.
Poi tacquero entrambi, rapiti dallo spettacolo, ed i minuti trascorrevano lenti ed inesorabili, mentre la Luna percorreva il suo corso, sempre più alta nel cielo, quando nella voce della luna si udì Rudy pronunciare parole di sogno:
“La luna era serena e giocava sull’acqua.
Libera infine e aperta la finestra alla brezza,
e la sultana osserva: il mare che si frange
laggiù e gli scogli neri ricamati d’argento.”

Fece eco Lory:
“Complimenti Rudy, sono parole vostre?’”
“Ahimè no, sono di Victor Hugo. Però descrivono ciò che abbiamo davanti, vero?”
Così proseguirono per tutta la notte, fra lunghi silenzi e brevi parole, ma nessuno dei due fu preso dal sonno. Finché la Luna tramontò e una tenue luce incominciò a schiarire il Levante.
“Rudy … è l’aurora …”
“Si, proprio così, è l’Aurora … L’Aurora è il soffio del mare.”
“Bellissimo verso! Questo però è vostro!”.
“Si lo ammetto, questo è mio”
“Allora siete un poeta?”
“Non più. Lo scrissi tanti anni fa. Adesso la vena si è esaurita.”
Lory lo guardò, e sorrise un po’ incredula.

All’alba i due si salutarono, per riposare per quel poco tempo che oramai rimaneva, ma si ritrovarono per colazione al Pub, tutto sommato la notte di veglia non li aveva troppo stancati perché quando si trova sintonia tra un uomo e una donna, tutto prende a correre e nulla stanca più fino alla meta.
Quel giorno Rudy finì di consultare le guide turistiche e chiese qualche informazione a Lory, senza esagerare, e senza mai fare riferimento alla veglia passata. Dopo mezzogiorno, l’uomo di mare prese a perlustrare il lungo viale che conduce alla stazione, soffermandosi spesso per guardare qualche negozio o bottega particolarmente caratteristica. Quando tornò, si fermò a lungo a osservare il porto, in particolare una piccola barca a vela che tentava di approdare.
La barchetta era condotta in modo esperto: attendendo il momento favorevole, beccheggiava dolce sulle onde, finché si avviò repentina verso un preciso punto della banchina, ammainando la vela al momento giusto per accostare in abbrevio, giungendo al molo delicatamente.

(fine parte I)