Così il pilota si alzò per ormeggiare la barca e Rudy lo guardò ammirato: una manovra così era perfetta, voleva conoscere quel pilota. Ma fatti pochi passi si accorse che lo conosceva già: era Lory.
“Complimenti Comandante. Manovra perfetta”.
“Grazie – rispose Lory indaffarata, poi alzò lo sguardo – Oh siete voi! Comandante a me? Mi prendete in giro?”
“Non mi permetterei mai! Voi avete condotto la nave, devo dire, con notevole maestria, e siete effettivamente il Comandante della nave. I mei complimenti.”
“E’ lusinghiero quanto avete detto…”
“No, è la pura verità, raramente ho visto condurre una barca a vela con tale delicatezza, padronanza e passione. Ancora complimenti. Permette che l’aiuti a ormeggiare?”
Volarono cime e furono annodate perfettamente. I due sembravano marinai affiatati, tanto che alla fine della manovra si sorrisero entrambi, si strinsero la mano e ritornarono al Pub per cena.
All’indomani Rudy si avviò di buon mattino verso una mulattiera segnata sulle sue carte, una "creuza de ma" che si snodava parallela al mare, lungo la scogliera in direzione di ponente, verso Manarola. Il passo del “lupo di mare” era quello di un montanaro, lento ma fermo, adatto al sentiero che stava seguendo che presentava non di rado lunghi tratti in salita. Passò in mezzo a vigneti, i famosi vigneti delle Cinqueterre che proprio in quei giorni stavano vendemmiando. Ed intanto che camminava osservava quel magnifico mare luccicante, con il sole ancor basse, la cui luce formava sul mare una lunga scia argentea e si frammentava in piccoli pezzetti dando l'impressione all'acqua di essere argento fuso.
Passando di fianco ad una vigna trovò un vignaiolo dal tipico accento ligure che gli offrì un bicchiere del vino dell’anno prima, dicendogli:
“Se le piace e desidera acquistarne un po’, venga da me: non si fidi di altri. Questo è genuino e costa il giusto prezzo. E’ autentico, fatto con le uve che vede qua attorno!”
“In effetti è un passito molto buono… - Rispose Rudy dopo aver assaggiato il vino - Verrò a trovarla prima di partire, stia certo!”
“Ci vediamo in negozio allora. Quella bottiglieria vicino al porto di Riomaggiore, prima di arrivare alla scalinata!”
“Ho capito…. Arrivederci!”.
Più che il vino, Rudy avrebbe gradito un grappolo d’uva, ma il passito era buono e fu ugualmente grato al vignaiolo.
Rudy si muoveva tutti i giorni secondo un itinerario differente, anche grazie a consigli di Lory o di altri escursionisti che riconosceva dal loro abbigliamento nel lungo carruggio centrale di Riomaggiore. Partiva al mattino presto ed arrivava la sera verso l’heure bleue per distrarsi un poco in paese e talvolta raccontando a Lory qualcosa di caratteristico della sua escursione. Durante il suo racconto si gustava un ottimo aperitivo che Lory gli preparava, finchè giungeva l’ora di cena, dove gustava i piatti speciali che lo chef aveva cucinato per lui, su sua richiesta ed immancabile suggerimento di Lory.

Un giorno Rudy notò, in un angolo della terrazza, una Moto Guzzi con la carrozzeria in ottimo stato, ma, probabilmente, con il motore da revisionare. Quando chiese spiegazioni a Lory, seppe che quella moto apparteneva a suo padre, ma che lei non era mai stata in grado di farla partire, con molto rammarico perché quella moto sarebbe stata molto adatta ad affrontare quelle mulattiere... Con il consenso di Lory, il Comandante, anche esperto di motori, il giorno dopo di buon ora, smontò pezzo per pezzo il motore, lo ripulì dalla ruggine, lo lubrificò per bene con petrolio e olio. Quando verso sera ebbe terminato, chiamò Lory per il collaudo, quindi cambiò la candela e riempì il serbatoio di miscela.
“Ecco, adesso vediamo se ho lavorato bene”. Prese la moto e si buttò giù per la discesa e quando ebbe sufficiente velocità, saltò sopra  ed armeggiò con la frizione. La moto fece un fumo nero e poi incominciò a “tossire”, finche, giunta in piano si fermò, ma con il motore regolarmente in moto. Rudy portò la moto in salita fino all’inizio della rampa dove lo aspettava una stupitissima Lory:
“Ah questa poi… ma come avete fatto, nessuno era più riuscito a farla partire”.
“Invece – rispose Rudy – come vede io ci sono riuscito”
“Oh, veramente bravo… ma come farò ora a sdebitarmi?”
“Beh, la motocicletta ora sembra pronta, però bisogna collaudarla. Potremmo fare una gita su qualche stradina… domani andrebbe bene?”
“Certo, partiamo un po’ presto in prima mattina… le va bene?”
“Benissimo”.

La sera e la notte, per entrambi, non passavano mai, sembravano quasi due adolescenti al primo incontro. Poi finalmente il sonno li colse ed il tempo passò veloce. L’appuntamento era alle otto, di fronte a un buon caffè davanti al bar del Pub.
Entrambi avevano un bel giubbotto per proteggersi dal freddo del vento relativo.
Non persero tempo, calzato il casco, salirono in sella e Via verso Manarola.
Rudy conduceva bene la moto, con una andatura dolce, in modo da godere entrambi il panorama. La macchia mediterranea dal lato della collina, sfilava dolcemente con un rumore quasi assordante di cicale e grilli. Talvolta, quando ce n’era la prossimità, si fermavano a godere il panorama del mare e dei suoi flutti contro gli scogli sotto la strada. Era un mare stupendo, dai colori intensi e sfumati che riflettevano il fondo, tanto l’acqua era tersa.
“Non si può fare il bagno?” chiese Lory.
“Credo di sì, guardi, quella è una calata tra gli scogli. Andiamo! Attenzione però...”
Discesero una sorta di scala impervia e difficile, ma dopo dieci minuti arrivarono su una spiaggetta piccolissima che presentava pochissimo spazio, giusto quello necessario per mettersi in costume e buttarsi in acqua.
Quando furono pronti, per la prima volta esponendo il proprio corpo alla luce del sole in presenza dell’altro, rimasero entrambi colpiti. Rudy dal corpo virile e muscoloso, anche se non eccessivamente, mentre Lory, tutta abbronzata, esibiva un bikini che evidenziava tutte le sue forme, lasciando quasi a bocca aperta Rudy. Lo sguardo stava durando troppo, allora Lory entrò coi piedi in acqua e, chinandosi, riempì di spruzzi con le mani Rudy, ma non riuscì a prenderlo di sorpresa; lui reagì subito prendendola per mano buttando entrambi in mare.
Nuotavano sguazzando nell’acqua cristallina come due pesci mentre Lory continuava a spruzzare Rudy, il quale dopo un po’ si tuffò sott’acqua, prese per i fianchi Lory e la tirò giù immergendola oltre la testa; lasciò subito che i loro corpi tornassero a galleggiare, che le loro teste riaffiorassero e che … le loro bocche… fossero vicine, molto vicine. E così accadde quanto doveva accadere, quello che entrambi desideravano: il bacio nell’acqua fu molto ardente ed appassionato, i due corpi abbracciati si reimmersero, godendo entrambi delle carezze dell’altro. Durò a lungo finché Lory di scatto si sciolse e fuggì fuori dall’acqua.
Uscì anche Rudy:
“Scusami… ti ho fatto male?”
“No, niente… scusami tu, ma…”
“Ma?”
“Insomma, stavo perdendo il controllo! Scusami, ma non me la sento ancora…”
“Non ti preoccupare, ogni cosa avverrà a suo tempo, se è destino che avvenga”.
Lui si sdraiò a fianco di lei. Chiuse gli occhi al sole e dopo alcuni istanti sentì le labbra morbide di lei sulle sue.

Mezz’ora dopo erano di nuovo in sella, oltrepassarono Manarola e si arrampicarono per una deviazione sulla collina verso Corniglia. Si inoltrarono in folti vigneti nel pieno della vendemmia, finché si fermarono in una piazzola che dominava dall’alto un ampio tratto di mare. In quel luogo poterono respirare gli odori della natura, sobri, forti e aromatici e godere di brezze indimenticabili che accarezzavano le loro membra facendoli rabbrividire. Il mare, da quella distanza, era blu e staccava benissimo dal cielo azzurro, un paesaggio incantevole molto esteso per un bellissimo tratto di costa.
Il contatto col mare aveva risvegliato la loro passione, tanto che incominciarono a scambiarsi racconti sulle loro avventure, finché lei chiese a Rudy di descriverle la più brutta tempesta che avesse mai affrontato. Rudy inizialmente accetto la sfida, ma dopo poche parole si accorse che quel racconto drammatico avrebbe potuto guastare quella bellissima atmosfera fra loro due.
Così, per scherzo, spettinò i capelli di lei dicendo: “Ma perché ci tieni a sapere quando mi salvai per pura fortuna?”
“Tu sei fortunato, Rudy?”
“Sì, ho incontrato te e mi ritengo fortunatissimo!”
Lei gli buttò le braccia al collo e si scordò del racconto della terribile tempesta.
Poco dopo Lory guardò l’ora. “Mamma mia, le undici!”
“E tardi! Dai, Sali sulla moto.”
Lui si incamminò per il ritorno con un'andatura decisamente più sostenuta, ma sempre prudente.
“Quanto ci metteremo?”
“Direi tre quarti d’ora!.”
“OK, basta arrivare per mezzogiorno.”
Ma pochi minuti dopo, appena arrivati al lungomare, lei urlò:
“Guarda, guarda! Fermati, fermati!”

Lui si fermò, guardò il mare ed anche lui rimase meravigliato: due delfini stavano giocando fra le onde, tuffandosi l’uno vicino all’altro, luccicando al sole si tuffavano rapidi uno accarezzando l'altro, in un mare cristallino che sembrava quasi l'acqua di un lago... Osservarono a lungo i delfini che erano sempre di buon presagio.
“Stanno facendo come noi un’ora fa!”
Lory scoppiò in una risata. Poi rimasero a lungo incantati ad ammirare i delfini che, ad un tratto, si immersero e scomparvero dalla superficie. Lui trasse il suo binocolo e dopo un momento di perlustrazione disse a lei:
“Guarda – porgendole il binocolo – al largo verso il promontorio. Adesso sono là, hanno nuotato sott’acqua”
“Oh, che peccato, se ne sono andati….”
“Forse è meglio, se vogliamo arrivare a mezzogiorno”.
Questa volta Rudy partì come un fulmine. Arrivarono a mezzogiorno in punto, e due clienti stavano aspettando. Lory si ricompose alla bell’è meglio ed i due turisti osservarono divertiti.
Per tutto il pomeriggio Lory fu impegnata per lavoro, così lui, dopo una doccia, mangiò un semplice toast e si fece una passeggiatina, volendo andare a scoprire quello che restava della famosa “Via dell’Amore”.
Camminò su di un sentiero in terra battura per circa due chilometri in un paesaggio incantevole sul mare attorniato da fichi d’india, viti, e quello stridore di cicale e grilli assordante, finché si trovò di fronte una frana con un bel cartello che sconsigliava vivamente di procedere.
“OK, capolinea …”
Tornò indietro, ed attese l’ora di cena.
Quella sera, alle sette, notò che non c’era nessuno, anzi vide un cartello sull’ingresso: diceva “chiuso”. Incominciò a pensare che doveva trovarsi qualcosa per cenare, quando arrivò lei, bellissima.
Un tubino nero sopra il ginocchio, attillatissimo, fasciava perfettamente il suo corpo; camminava con un incedere elegante leggermente oscillante, dovuto ai sandali delicatissimi con un tacco molto alto. Questa volta Rudy rimase veramente senza parole.
“Buonasera Rudy.”
“Buonasera a te. Come sei elegante!”
“Grazie” Lo guardò con uno sguardo dolcissimo per poi aggiungere: “ …. senti avrei un’idea….”
“Dimmi…”
“Questa sera vorrei cenare con te … qui”
“Ma … è chiuso…”
“Appunto. E’ aperto solo per noi.”
“Wow! Magnifico”.
“Lo chef cucinerà quello che desideriamo, così avremo più tempo per discorrere.”
“Però scusami – fece Rudy – io non ho un vestito adatto ad una serata così…”
“Non ti preoccupare, ci ho pensato io. Carlo?”
Arrivò il cameriere con un magnifico smoking bianco nuovo fiammante.
“Questo potrebbe andare bene?”
“Perfetto”. Rudy andò subito a prepararsi in stanza. Una doccia rapida e si vestì di tutto punto, senza dimenticare di appuntare alla giacca il suo prezioso distintivo da Capitano di Lungo corso.
Con una lauta mancia al cameriere riuscì a procurarsi una rosa baccarat appena sbocciata. Come avesse fatto Lory a sapere delle sue misure comprese scarpe, camicia e pantaloni...
Dopo un attimo disse una parola sola: pass – partout!