Quanti oscuri misteri nasconda il mondo del calcio non lo si può nemmeno immaginare, poiché evolvendosi nel tempo, quello che un tempo rappresentava soltanto un impiego ricreativo in cui l'obiettivo principale era soltanto il divertimento, è andato trasformandosi progressivamente in una vera attività economica, dando vita a svariati fenomeni particolari. Sarebbe opportuno precisare la terminologia "particolare", giacché si tratta di eventi insoliti, che in queste attività prettamente umane lasciano trasparire una certa bravura nel nascondere o modificare in maniera sospetta determinate circostanze, che vengono inspiegabilmente avvolte da nuvoloni misteriosi. È il tipico risultato che viene fuori quando una società calcistica si trova a dover regolare i conti con il temibile bilancio di esercizio, dove di fatto l'azienda, soggetto giuridico cui fa riferimento il nome della formazione in questione, dovrebbe raccontarsi al mondo esterno, descrivendo in pieno le proprie scelte economiche, con il loro relativo costo, inserendo anche quelli che alla fine risulteranno essere errori d'interpretazione macroscopici. Non è di certo una stranezza commettere uno sbaglio nella valutazione di un calciatore che viene acquistato, a maggior ragione nell'epoca dei media in cui può bastare un breve periodo al di sopra delle aspettative per diventare un potenziale crack, raggiungendo in poco tempo valori di mercato di larga mano superiori rispetto a quelli di partenza: si tratta di inganni naturali, in cui anche diverse società italiane sono cadute nel corso delle ultime stagioni, in cui si potrebbe citare ad esempio, il presunto fenomeno verdeoro Gabriel Barbosa, giunto all'Inter per la "modica" cifra di 35 milioni di euro, e lasciato partire senza aver dimostrato in nessuna occasione di valere un investimento così esorbitante. Senza entrare nel merito del bilancio nerazzurro, si intuisce come l'attaccante, ora in forza al Santos, abbia irrimediabilmente condizionato le strategie di mercato della società di via Vittoro Emanuele, che anche in seguito a situazioni simili accadute peraltro in concomitanza con essa, si è trovata di fronte ad un consistente calo della propria forza contrattuale da esercitare sul mercato. Magari con una migliore gestione delle finanze, soprattutto in termini di efficienza, i nerazzurri avrebbero potuto realizzare quelli che invece sono rimasti soltanto dei sogni, come il centrocampista vicecampione del mondo Luka Modric, accostato all'Inter ad agosto, ma rimasto alla corte del Real Madrid, pronto a combattere una battaglia a suon di milioni da aggiungere al contratto del calciatore croato.

Quello che però sta facendo parecchio discutere in questi ultimi giorni è un affare rientrante nell'orbita biancoceleste della capitale, nella dimora della Lazio, che a distanza di tempo sembrava ormai essersi completamente eclissato nell'oscurità e i cui i misteriosi dettagli stanno lentamente venendo a galla: sono coinvolti due giovani calciatori portoghesi, Bruno Jordao e Pedro Neto, rispettivamente nati nel 1998 e nel 2000, acquistati a titolo temporaneo dalla società biancoceleste nella sessione estiva del calciomercato della stagione 2016/2017, e da allora divenuti celebri per aver transitati soltanto nella formazione Primavera. Tanti erano stati gli elogi rivolti al presidente Claudio Lotito, gratificato per la scelta di aver puntato su due giovani talentuosi dal radioso futuro, che avrebbero sicuramente garantito alla Lazio di ritrovarsi con una cospicua plusvalenza in tasca nel giro di poche annate... ma invece a distanza di un'intera stagione, a cui si sommano i due mesi della corrente, i due giocatori ex Sporting Braga si sono trasformati in oggetti misteriosi della rosa di Inzaghi, che non ha mai ricorso al loro utilizzo.

Scatta così il gioco delle trappole nascoste, quello che dà la luce ai motivi di una tale stranezza: si mormorano voci secondo cui sia stata inserita una clausola sulle presenze, che qualora venissero disputate si tramuterebbero nell'obbligo di riscatto da parte dei biancocelesti, così come ne circolano altre, addirittura più gravose, facenti riferimento ad una possibile lievitazione della quota da sborsare nei confronti dei portoghesi, dichiarata ad 11,5 milioni sul bilancio, ma che invece con l'aggiunta di eventuali bonus si appresterebbe a raggiungere i 25,5 milioni. Come al solito le attente disamine di Calciomercato.com non si sono fatte attendere: lo stesso giornalista che aveva precedentemente esposto la situazione riguardo il Chievo Verona, ha deciso di pubblicare anche un articolo piuttosto interessante sul caso Lazio, da cui ho tratto spunto per una mia personale riflessione sui fatti, principalmente riguardo i diversi nodi da sciogliere, perché d'altronde non si spiega questa incredibile scelta da parte dei biancocelesti.

Viene naturalmente da chiedersi come mai la società diretta dal presidente Lotito abbia commesso un così grave errore di valutazione, ammesso che lo sia davvero, senza nemmeno provare a lanciare nella mischia almeno Bruno Jordao, ormai giunto al 20esimo anno di età, considerando anche le diverse competizioni disputate dai biancocelesti, alle prese con i fronti nazionali ed europei, molto dispendiosi dal punto di vista energetico. Possibile che non ci sia mai stata una reale occasione per mettere in mostra questi piccoli gioielli? Di fatto per quello che pesano sul bilancio della società capitolina, rappresentano un cospicuo tesoretto che si sarebbe potuto destinare a ben altre operazioni di mercato, che invece si è rivelato estremamente deludente per la tifoseria, la quale continua a respirare amaramente l'aria viziata di un ambiente da cui per il momento, non si lascia trasparire alcuna certezza.