Se c'è una cosa che è emersa con evidenza in questa competizione mondiale è certamente la bruttezza del gioco. Nessuna squadra verrà ricordata per la bellezza del gioco espressa in campo. Nessuna.
Da Russia 2018 vi è stata una regressione del calcio giocato a dir poco impressionante. La differenza in campo è stata data solo ed esclusivamente dalla qualità delle giocate dei singoli, dal carattere, dagli episodi, non dal gioco delle squadre. Tutto questo ha un suo perchè, e la risposta va ricercata nel fatto che le nazionali hanno sempre minor appeal rispetto ai club ordinari dove girano milioni di euro. D'altronde lo si sta già vedendo per i prossimi Mondiali quali sono le preoccupazioni dei club, ridurre il formato per fare meno partite possibili.
Se un tempo per un club era un grandissimo onore avere un giocatore in nazionale, oggi è un problema.
Lo sapevamo già, come aver scoperto l'acqua calda, si dirà. Già. I singoli club hanno prevalso sulle nazionali.  Questi mondiali in Qatar dovranno far riflettere per quanto riguarda le cose di campo, di calcio giocato, sulla qualità del gioco che si è vista.  Se una nazionale come il Marocco è arrivata dove è arrivata non è certamente perchè ha espresso un gioco strabiliante.
Se la Croazia arriva dove arriva, facendo partite tirando una sola volta in porta, qualcosa vorrà dire, se squadre come la Spagna o il Brasile, che si son smarrite nella via della perdizione dell'autoreferenzialità, verranno ricordate per la loro esclusione che per il gioco di squadra, qualcosa significherà.

Probabilmente l'Italia in questi Mondiali non avrebbe sfigurato visto quanto è emerso sul rettangolo di gioco. Forse un rammarico in più, nonostante il disastro in cui si trova la nostra nazionale, in fase di rigenerazione, con i giovani a cui si deve dare fiducia, con il carattere giusto, con lo spirito giusto, questi mondiali se li sarebbe potuti giocare fino alla fine tranquillamente.
L'unico rammarico è questo, per il resto, sul piano etico, non aver partecipato è stato un bene, ma come sappiamo etica e morale, nel calcio di oggi, contano quanto un fico secco siciliano andato a male.

Dedicare poco spazio alla nazionali, inventarsi nello stesso tempo competizioni inutili come la Nations League, produce come effetto il caso Qatar 22. Pessimo gioco, con nazionali che si devono affidare al talento dei singoli, alla fortuna, agli episodi, al caso, alle "palle" dei propri giocatori. Ritornare al passato, con il giusto equilibrio, sarebbe un beneficio per tutti, ma sicomme ciò non accadrà, non sconvolgiamoci se nei prossimi Mondiali si continueranno a vedere partite tutt'altro che entusiasmanti e dal gioco espresso in campo pessimo, banale, scontato.