Finalmente, anche questa lunga campagna di rafforzamento è giunta alla sua conclusione e con lo scudetto in bella mostra sulle maglie ci si può concentrare solo sul calcio giocato, dedicandosi ad una stagione che, complice un mondiale disputato di inverno, sarà diversa da tutte le precedenti, ma ugualmente entusiasmante.
Una stagione che ha appena preso inizio e che vedrà il Milan impegnato su più fronti: Campionato, Champions, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Il tifoso medio rossonero confidava che ci fossero volontà e risorse economiche sufficienti per garantire un ulteriore rafforzamento della squadra e, così facendo, aumentare le possibilità di potersi consolidare fra i top club e cogliere ulteriori vittorie.
A complicare ulteriormente le cose c'è stato un passaggio di proprietà che per vari motivi, cui evito ogni commento, ha limitato le risorse a disposizione del mercato e quindi obbligato a stare dentro limiti oramai fin troppo noti ai tifosi rossoneri.
Vorrei fare subito una precisazione, per quanto le operazioni concluse siano state più che positive e di sicuro rafforzamento della squadra, ci si sarebbe aspettato delle scelte diverse, rivolte anche ad aggiungere esperienza e qualità, ma probabilmente ciò che anche Maldini e Massara si auguravano di poter concretizzare ha trovato "sbarramenti" insuperabili. 

A fronte di due partenze importanti, come Kessie e Romagnoli, giunti a fine contratto senza aver voluto o potuto trovare l'accordo economico per rinnovarli, Ibra fermo per infortunio e  Kjaer, non più giovanissimo, alle prese con il recupero da una operazione particolarmente dolorosa e fastidiosa, Maldini, Massara e Moncada avevano molto da fare. Nell'immaginario collettivo gli arrivi di Sanches, Botman, Zieych, Origi e CTK avrebbero notevolmente rafforzato l'organico a disposizione di Mister Pioli, senza dover costantemente affidarsi a "giovani promesse", che come tali hanno bisogno di tempo.
La priorità era sistemare definitivamente la difesa e trovare un sostituto di Kessie e fin da gennaio sembrava tutto chiaro e preciso. Viceversa Botman si è rilevato troppo costoso per le casse milaniste e l'affare Sanches, poichè comprare il portoghese a 12 milioni era un vero affare, ha trovato nella concorrenza del PSG, un ostacolo insormontabile. Il mercato doveva ancora iniziare e tutte le strategie pianificate per mesi  erano svanite, compreso il talentuoso Zieych desideroso di lasciare Londra e il Chelsea.
Sia ben chiaro, la mia non vuole essere una critica, ma piuttosto una rivisitazione di quello che è successo. I paletti entro i quali deve muoversi la nostra Dirigenza non li abbiamo solo imparati da diverso tempo, ma li abbiamo accettati e condivisi, quindi oggi non possiamo certo lamentarci se i nomi accostati al Milan non sono mai giocatori sui quali puntare con assoluta certezza, ma piuttosto prospetti. La Dirigenza ha fatto una scelta importante destinando gran parte del budget a disposizione per l'acquisto del belga CDK e per fortuna che la cessione di Paquetà dal Lione ha garantito una entrata extra fondamentale per definire i due ultimi acquisti. 

Proviamo allora ad analizzare sia la campagna acquisti e cessioni, sia la rosa che da oggi è a disposizione di Mister Pioli.
Personalmente non avrei rinnovato nè Florenzi nè Messias e perso Sanches avrei puntato su Fofanà del Lens. Ma è solo un'opinione personale, totalmente inutile a questa analisi. Sono partiti, oltre a Kessie e Romagnoli, Castilleco, Maldini e Plizzari. La lista degli arrivi è molto più lunga di qualsiasi nostra previsione: Thiaw e Dest, per la difesa, Pobega e Varnckx, per il centrocampo, De Ketelaere e Adlì per la trequarti e Origi per l'attacco. Sette rinforzi, certamente più che sufficienti per fornire all'allenatore le soluzioni e le alternative ad una stagione così impegnativa. Le mancate partenze di Bakajoko e Ballò Tourè, che per motivi diversi non rientrano nel progetto societario, porta a 30 i giocatori a disposizione dell'allenatore. Troppi. Anche con Ibra e Florenzi infortunati, altri tre o quattro giocatori resteranno fuori dalle liste, sia della Serie A che della Champions e ciò anche a causa della mancanza di italiani. Ecco perchè, più che sulla quantità, sarebbe stato meglio intervenire sulla "qualità", ma è fin troppo facile capire come sia sempre il costo a determinare le scelte.

Botman sarebbe stato un titolare pronto alle rotazioni e avrebbe tranquillamente liberato alla cessione in prestito di Gabbia, ma costava 30 Milioni, mentre la scelta di Malick Thiaw, giovane e promettente tedesco, dal costo nettamente inferiore, obbliga ad avere pazienza, ad affidarsi sia a Kjaer che a Gabbia, sicuramente più pronti e guardare a lui come futuro sostituto del nostro danese.
Discorso similare che ha riguardato l'arrivo del belga, Varnckx. Centrocampista di "rottura", dalle ottime potenzialità, ma in una squadra che già orfana di Kessie, necessita di tempo per inserire Pobega, con un Krunic, pupillo dell'allenatore, più in campo che in panchina, non era più opportuno fare meno confusione all'allenatore e magari prendere un giocatore solo, ma di sicuro affidamento? Un Julian Draxler che il PSG ieri ha dato in prestito al Benfica, a 28 anni, non sarebbe stato più utile e funzionale? Solo considerazioni da bar, ma che porteranno certamente delle difficoltà nella gestione del gruppo. Così, mentre su Origi non mi sento in grado di esprimere giudizi, visto che fino ad oggi ha avuto problemi fisici di vario tipo, Adlì non sarà facile da collocare tatticamente, mentre l'ultimo arrivato, Sergino Dest, è la più classica delle ciliegine, graditissima e inaspettata. Il giovane americano, scuola Ajax e Barcellona, sarà la rivelazione di questo mercato, con CDK e stupisce come il suo arrivo non sia stato bloccato considerato che ha un ingaggio superiore ai 3 milioni. Un esterno basso, che può giocare anche a sinistra. Il fiore all'occhiello di questo mercato è CDK. Basta solo farlo giocare e metterlo in condizione di esprimersi, fine, senza cercare fantasie.

Sette arrivi, la conferma dei giocatori più importanti e una squadra sempre giovanissima, senza spese "pazze" e specialmente senza aver dovuto cedere Leao. Un mercato che, ribadisco, avrei preferito diverso, ma che merita ampiamente il 7 e che dovrebbe essere all'altezza di confermare il Milan da prime posizioni.