C'era una volta San Siro, o lo stadio Meazza, che da casa del Milan divenne dimora condivisa tra le cugine, che un po' si amano, un po' si odiano, milanesi.
Nel 2025 avrebbe festeggiato cent'anni dell'inizio lavori, l'anno successivo quella della sua inaugurazione, probabilmente le cento candeline rischia di non soffiarle, perchè c'è il rischio serio e fondato che venga abbattuto. Raso al suolo.
Se a Liverpool dovessero abbattere Anfield, succederebbe la rivoluzione. Ma noi non siamo più il Regno del calcio, siamo un Paese disastrato, che se ne frega di tutto, che si arrangia, e che deve adattarsi alla politica del dispetto. Meno metrature? Scordatevi San Siro. Un vuoto che niente e nessuno potrà colmare. Mai più.
San Siro è un bene architettonico e storico da preservare. Non sappiamo che farcene! Certo, nella Milano, capitale economica d'Italia, che non sa cosa farsene di San Siro, c'è poco da cui rallegrarsi e molto su cui interrogarsi.
Siamo ridotti così male? Sì. Abbattere la Scala del Calcio ci può stare, perchè non abbiamo più le risorse economiche, si dirà, però siamo quel Paese che continua a speculare all'inverosimile sul ponte sullo stretto, per dirla tutta. Poi, alle prime piogge pesanti, eccoti serviti i disastri. Che si ripetono, come alle prime scosse di terremoto. Stessa storia, che si ripete con l'aggravante che la situazione economica degli italiani e dell'Italia è pessima. Doveva diventare la casa dell'Inter, con il Milan che si sarebbe fatto il proprio stadio. Sono anni che si dibatte, che si presentano progetti e progettini, ed in pochi giorni si deve decidere se spazzare via cent'anni di storia così. Perchè non sappiamo che farcene. Non sarebbe a questo punto meglio aspettare di capire quale sarà il futuro dell'Inter? Perchè se l'Inter made in Cina verrà ceduta, come pare essere, e subentreranno capitali importanti, si spera, magari saranno i nuovi proprietari a farsi carico della ristrutturazione di San Siro, per trasformarla nella casa Inter. Se poi invece dobbiamo accettare che Inter e Milan vogliono letteralmente abbandonare San Siro per farlo diventare un cumulo di macerie, allora non resta che prenderne atto e saranno loro a spiegarlo agli italiani, perchè quello stadio non è solo un simbolo di Milano, ma del calcio italiano che sta andando in macerie, ma non per questo deve andare anche San Siro. O forse sì?
Nostalgia canaglia si dirà. E pazienza. Meglio un San Siro rinnovato,  e una nostalgia canaglia, che il solito stadio moderno copia e incolla che non dirà nulla e renderà tutti i luoghi uguali agli altri.
Omologazione tipica di quel capitalismo che specula sulla storia, che se ne fotte dell'identità dei luoghi, delle emozioni, e vuole solo guardare al portafoglio dell'investitore. Questo è il mondo di oggi, ma non per questo lo si deve accettare così.
Salvare San Siro deve diventare anche una questione di principio.