Si è intrapresa una strada che potrà portare ad una clamorosa retromarcia. Troppe invasioni, troppa violenza, incolumità  dei giocatori e dei tifosi a rischio. La strada è stata tracciata e non dovrà stupire se a breve si formulerà anche la proposta. Quale? Quella di ripristinare le barriere divisorie negli stadi e il ritorno della polizia all'interno degli stadi. Cosa che oggi si vede raramente, ma gli episodi di violenza che si stanno diffondendo ovunque in Europa sono un chiaro segnale di allarme da non sottovalutare. Chiudersi a riccio per proteggersi, un pò quello che vorrebbe l'ideologia nazionalista e di estrema destra dominante negli ambiti del mondo ultras di ogni curva. In Europa avanzano ovunque le destre estreme come conseguenza di una Europa tecnocratica che ha impoverito la comune gente, favorito processi di omologazione, che ha spianato autostrade a concetti di identità, nazione, patria. Dio patria e famiglia. Violenze aberranti, razzismo dilagante, non si nasconde più la propria vocazione fascista, gli slogan fascisti vengono sbandierati in diretta mondiale come se nulla fosse con il sistema calcio più che impotente, indifferente e l'indifferenza fa il gioco non di chi si indigna e incazza, ma di chi vedendosi impunito trae forza per fare un passo ulteriore di livello.
C'è una chiara emergenza negli stadi, ma che non viene percepità nè dalla politica nè dalle istituzioni, così. Perchè? E ciò accade in buona parte d'Europa. Violenze che interessano tutte le categorie, le professionistiche e le dilettanti, dall'Olanda, all'Italia, dalla Francia, alla Spagna, dalla Germania, alla Grecia. Violenze a cui sembra di dover assistere impietriti, impotenti, scene che hanno caratterizzato lo scorso secolo soprattutto, scene che si pensavano essere state superate dalla storia, dal progresso, da un calcio inclusivo e tollerante, dal nuovo modello inglese del calcio. Così non è stato, così non è.
La realtà è evidente. Non si tratta più di casi isolati, non si tratta di ira funesta  o delirio totale di qualche tifoseria sperduta nel mondo, ma si tratta di scene frequenti che con un qualsiasi pretesto interessano tutti. Vuoi per una retrocessione, vuoi per un festeggiamento nel campo avversario, vuoi per una gestione infelice della partita da parte dell'arbitro, vuoi per invasioni di campo dei tifosi non tollerate, vuoi per menare i giocatori avversari, vuoi per fare un gesto di favore alla tifoseria con cui si è gemellati. Non è da escludere che dietro a tutto ciò possa esserci qualche regia.
Non è da escludersi che possa esserci qualcosa dietro a questa esplosione improvvisa di violenza negli stadi soprattutto in questa stagione calcistica. Non è da escludere che quando la politica, oggi totalmente dormiente su tale fenomeno, deciderà di prendere in mano la situazione, sarà tardi. 
E a quel punto, cosa servirà affermare... l'avevamo detto?