Il Pioli post-Psg ha dimostrato che può anche non esserci un limite nel chiudere gli occhi di fronte alla realtà.. Stando all'uomo on fire, ieri il Milan avrebbe giocato un ottimo primo tempo. Non so se abbia anche detto che il Diavolo ha dominato a Parigi, ma non vedo cosa lo trattenga (o potrebbe averlo trattenuto) dal dirlo. A questo punto, si tenga largo, no? La sua squadra, in fondo, ha solo perso 3-0. Cosa volete che sia? Quisquilie, bazzecole, pinzellacchere, come diceva Totò. E poi è evidente che alla società questo andazzo sta bene. Se tengono lì il tecnico, vuol dire che ci stanno trovando un tornaconto, al di là di non sprecare un oneroso contratto di cui Pioli si sta facendo forte. E poi, c'è sempre qualcuno a livello mediatico che fa da clacque e interviene per coccolare il delicato pupo redarguendo chi critica.

Dopo Milan-Juventus 0-1, si parlava di un Milan che gioca con la difesa troppo alta e si espone al c.d. 1 contro 1. Non è esattamente così o meglio è vero, ma si tratta della conseguenza di un altro equivoco, non solo tattico, ma di logica e filosofia calcistica.

Pioli considera il centrocampo un reparto svincolato, nella buona sostanza, dalla difesa. Questo tecnico, comunque, non sente l'importanza di baluardi a copertura della linea arretrata. I centrocampisti sono mezze ali che giocano avanzate per il pressing alto e per inserirsi in area come siluri letali. Ovviamente, con l'impegno e l'applicazione, aggiungendoci l'attenzione, si dovrebbe poter fare tutto. I centrocampisti, in realtà, devono fare incessante spola fra l'attacco e la difesa, cercando di rimontare gli avversari o anticiparli in diagonale. E detta così, sulla carta o giocando con la console, potrebbe sembrare la genialata del secolo: un reparto solo a coprire tutto il campo. 

In realtà, quando l'avversario è modesto, come il Genoa, si soffre, ma si vince. Se poi hai di fronte un contendente come la Juventus, di solito schierata in maniera tradizionale e che privilegia la difesa, puoi vincere o limitare i danni. Genoa e Juventus, in ogni caso, arretrando hanno attirato in avanti la linea dei difensori rossoneri, che ha schiacciato il centrocampo accorciandolo, il tutto solo per il principio dei vasi comunicanti.

Può accadere, però, che l'avversario sia duttile ed equilibrato, come Inter e Psg, schierato e allenato per coprire in maniera uniforme tutto il campo. Allora sono dolori, perché queste squadre mettono a nudo un Milan allungabile e dilatabile. Il centrocampo rossonero finisce per allontanarsi dalla difesa, incapace di rientrare in tempo, senza essere abbastanza prossimo alla porta avversaria da rendere elementare la penetrazione nell'area avversaria. Gli uomini del reparto di mezzo finiscono anche per essere troppo distanti tra loro, sfilacciati e isolati, tanto in orizzontale quanto in verticale. In alternativa, si ritrovano ingabbiati dagli avversari. L'Inter in particolare, ha sbriciolato i rossoneri aprendo e richiudendo la fisarmonica rossonera, in maniera da renderla vulnerabile a turno sulle fasce o al centro. Il Psg ha aggirato i centrocampisti del Milan, prendendoli alle spalle, un po' come il Sassuolo di Dionisi a San Siro nelle ultime due stagioni.

In occasione del primo gol, gli attaccanti parigini erano a tu per tu con la linea arretrata del Diavolo, ma dov'erano i centrocampisti rossoneri? In arrivo su un binario periferico, direi. In occasione del raddoppio francese, il Milan si è fatto sorprendere su due livelli, con un nugolo di maglie rossonere che guardava Mbappé, ma con Tomori due scalini più arretrato a tenere in gioco Kolo-Mouani. Anche nel primo gol del derby, il Milan si era fatto bucare con l'assetto difensivo disposto su due scalini, a testimonianza della totale disorganizzazione. Se una squadra è equilibrata e corta, che giochi 20 metri più avanti o indietro, non si creano dislivelli de genere, perché i centrocampisti scalano con ordine sulla linea dei difensori per portarla a 5 o anche 6 elementi.

Ma poi, al di là della scelta di un calcio offensivo o difensivo, nessuno può permettersi di diradare il centrocampo per lasciare la difesa in contemporanea balia di Mbappé, Kolo-Mouani e Dembelé. Siamo pazzi? Erano tutti alle spalle dei centrocampisti rossoneri.

Rigirando il coltello nella piaga, voi avete capito che ruolo aveva Krunic? Sì, perché era il vertice basso del centrocampo sulla carta, ma sul prato che posizione teneva? E se Ugarte del Psg lo si vedeva posizionato davanti alla difesa parigina, Krunic dov'era, in un centrocampo allo sbando e sempre aggirato? 

In occasione della prima rete, Reijnders si è trovato a tentare inutilmente un placcaggio sul suo dirimpettaio. Adli, entrato come una furia, ha provato a fare l'unica cosa utile, cioè allungare i lanci per accorciare virtualmente le distanze effettivw dai compagni. Ma non è riuscito a eliminare tali distanze effettivw quando, trovatosi solo in balia del pressing avversario, è franato a sua volta  perdendo il pallone del 2-0.

L'unica vera palla gol del Milan è nata proprio da un lancio lungo a Pulisic, ormai stanco e poco lucido, che ha sprecato. Per il resto, contiamo solo un paio di tiri dal limite di Leao fuori di non molto. Il blocco parigino spingeva i rossoneri a defilarsi di continuo sulla fascia, da dove potevano solo buttare palloni a casaccio o tentare conclusioni sporche.

Alla fine, il Diavolo deve ringraziare il Borussia che ha vinto a Newcastle con un tiro in porta e poi ha difeso il risultato con i denti aggrappandosi anche ai legni, in omaggio a quel calcio antico con cui spesso si andava molto avanti. Quel risultato lo tiene in corsa, ma solo a patto di battere il Psg a San Siro o, se non dovesse riuscirci, che Borussia e Newcastle pareggino in Germania. Nelle restanti ipotesi la vedrei dura.

Dal 2019 a oggi, il Milan di Pioli è rimasto lo stesso. Potrà anche inanellare dei bei filotti e battere delle squadre forti, ma prima o poi arriverà il crollo, anzi la figura barbina. Sarà sempre e soltanto questione di tempo e Pioli apparirà sempre più patetico nel negare i crolli con spiegazioni che sanno tanto di amenità. Pioli, invece, dovrebbe apporre una grande insegna al neon sui cancelli di Milanello: "Premiata ditta Pioli: figure barbine DOCG dal 2019". Perché come le confeziona questo Milan, le figure barbine non le confeziona nessuno. E' da quella scoppola pre-natalizia contro l'Atalanta che sento dire che la squadra deve crescere e ieri nel mondo social qualcuno ha avuto ancora il coraggio di affermarlo. Ma vada a mietere il grano!

E allo stesso modo, vada elegantemente a...mietere il grano chi afferma che gli infortuni a catena nel Milan sono frutto del caso. Io parlerei di incapacità o  incompetenza e basta.