Come prologo, desidero citare il nobile pensiero d'amore sociale espresso da un grande uomo vissuto nel secolo scorso. Spero che questa affermazione possa essere un monito per tutti i governanti del mondo e dell'Europa in particolare:

Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte”
Konrad Adenauer, statista tedesco e padre fondatore della Comunità Europea

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Anche la Pasqua è passata, ma dopo parecchio tempo trascorso da quel primo giorno maledetto, il nostro isolamento continua ed ora comincia pure a pesare. I nostri cuori sono affranti per il perdurare dello status quo, per le vittime che continuano a lasciarci e i nostri pensieri sono rivolti a chi sta peggio di noi. Speriamo di trovare presto rassegnazione sopportando ancora quanto ci sta succedendo. E' una sorta di nemesi che si è abbattuta su di noi repentinamente, tale da farci persino sospettare che ciò possa essere l'ineluttabile espiazione dei mali commessi dall'umanità.
Vi chiederete quali sono questi mali? Eccoli:
La Superbia ovvero l'inclinazione a una sproporzionata stima di sé, delle proprie abilità e dei meriti che ne conseguono, siano essi reali o presunti. Il peccato di superbia si manifesta esteriormente con un atteggiamento altezzoso, ovvero con un ostentato senso di superiorità nei confronti degli altri. Esso è autoesaltazione portata fino al disprezzo delle altre persone, delle leggi o di qualunque tipo di ordine che non riconosca nel superbo la superiorità che egli crede di avere.

L'avarizia è il desiderio di possedere e conservare denaro, beni o oggetti di valore in quantità di molto maggiori a quanto necessario per la sopravvivenza o per una vita più comoda. L'avaro ha un eccessivo ritegno nello spendere e nel donare, il valore che attribuisce a ciò che possiede è smisurato e supera qualunque altro valore: conta quindi semplicemente l'avere piuttosto che il fruire di ciò che si ha, il tenere per sé piuttosto che il dare. A differenza dell'avidità che si incentra sull'accrescimento del proprio possesso, l'avarizia si incentra invece sulla conservazione meticolosa di ciò che già si possiede.

La lussuria è il disordinato desiderio del piacere sessuale. Nella lussuria infatti la propria soddisfazione carnale viene perseguita come unico fine, indipendentemente dall'amore per il prossimo, l'unione nell'amore e la procreazione.

L'invidia è lo stato d'animo o sentimento spiacevole che nasce dalla tendenza a volere per sé un bene o una qualità altrui. L'invidia è spesso accompagnata da avversione e rancore verso chi possiede particolari beni o qualità che portano l'invidioso ad augurare il male se non addirittura a farlo al proprio simile, affinché il dolore e la tristezza che esso suscita nel cuore dell’invidiato possano oscurare le sue qualità e diminuire la felicità che consegue da ciò che egli possiede.

L'ingordigia è il vizio di gola e il desiderio di ingurgitare cibi, bevande o altre sostanze più di quanto l'individuo necessiti. L'ingordo sostituisce un comportamento di sfrenatezza e di lascivia alla modestia e al controllo di sé. L'ingordigia presume un certo egoismo o una incapacità di controllo di sé, che portano il peccatore ad essere schiavo di ciò che vuole inghiottire oltre che a limitare la sua attenzione allo spreco, intesa come forma di amore verso il prossimo.

L'iracondia è il sentimento improvviso e violento suscitato dal comportamento delle persone o da avvenimenti, esso rimuove i freni inibitori che presiedono le scelte del soggetto coinvolto. L'ira, o il furore, è un brusco impulso che offusca la mente e il cuore a favore dei bassi istinti. L'iracondo desidera una vendetta che può essere attiva o passiva. Quando è attiva, è attuata con rabbia e risentimento contro chi, volontariamente o involontariamente, lo ha provocato fino a scaturire azioni violente; quando è passiva, è caratterizzata da una finta riservatezza, da una eccessiva elusività e distanza a danno del provocatore, oppure da una autobiasimazione o sacrificio a danno di sé stesso. L'iracondo può infatti provare una profonda avversione non solo verso qualcosa o qualcuno ma, in alcuni casi, anche verso sé stesso.

L'accidia è un male dell'anima che si manifesta nella persona che ne soffre come negligenza e come indifferenza agli accadimenti della vita e al prossimo, a cui si aggiunge un sentimento di tristezza e soprattutto di noia nel vivere. Colui che pecca di accidia è infatti noncurante di ogni forma di iniziativa o di azione, immerso com'è nel suo torpore malinconico. L'accidia può essere un sentimento tutto interiore quando è mancanza di gusto verso la vita oppure come esteriorizzarsi in pigrizia e inattività. L'accidia è strettamente legata alla noia: entrambe infatti nascono da uno stato di soddisfazione e non di bisogno. Infatti, un eccessivo soddisfacimento esteriore comporta assenza di interessi, monotonia delle impressioni, appiattimento delle sensazioni e vuoto interiore dovuto.

A questi che sono i sette peccati capitali, però aggiungerei (mi sia consentito) altri mali e difetti insiti nell'uomo, come quelli espressi dai nostri sentimenti, ad esempio, che albergano in fondo al nostro animo. Sono convinto che ognuno di noi non sia in grado di scagliare quella “prima pietra” sentendosi immune da qualche peccato commesso, o comunque non sentendosi complice delle iniquità che quotidianamente vengono perpetrate a danno dei propri simili in ogni parte del mondo. E cioè:

L'ipocrisia, un atteggiamento, comportamento o vizio di una persona che volontariamente finge di possedere credenze, opinioni, virtù, ideali, sentimenti e emozioni che invece non possiede.

L'inganno, ovvero una parvenza di vero creata ad arte per far cadere in errore qualcuno (quando è abbinato al raggiro diventa truffa e quindi perseguibile penalmente) e spesso l'inganno è gemello della menzogna per essere posto in atto con più destrezza. L'illustre filosofo scrittore tedesco Friedrich Nietzsche sostenne che “la menzogna più comune è quella con cui un uomo inganna sé stesso. Ingannare gli altri è relativamente vano”.

La presunzione è l'argomentazione o congettura per cui da fatti noti o anche in parte immaginati oppure anche simulati, si ricavano opinioni e induzioni più o meno sicure intorno a fatti ignorati.

La prevaricazione è l'abuso del potere esercitato nei confronti di altri traendone un vantaggio o un illecito guadagno.

Il tradimento ovvero l'atto e il fatto di venire meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà e di lealtà. E' questo il sentimento più emblematico che esprime la viltà d'animo.

Dante Alighieri scrivendo il capolavoro della Divina Commedia, classificò le anime dei peccatori presenti nell'Inferno secondo il criterio di riferimento dei sette vizi capitali, distribuendo le anime dannate nei diversi cerchi riservati ognuno a ogni peccato commesso.
Chissà quante persone oggi sistemerebbe nei suoi cerchi il grande poeta, dai più piccoli ai più grandi peccatori. Immagino che se Dante potesse ipoteticamente tornare in vita, ma con il vantaggio di essere reso invisibile agli occhi dei mortali, sarebbe accompagnato in giro per il mondo da due anime pie come Madre Teresa di Calcutta e il Mahatma Gandhi i quali fungerebbero da contrasto ammortizzante ai mali distribuiti nel mondo attuale.
Il poeta così scoprirebbe che nel 2020 si vive all'insegna del “predicare bene e razzolare male”.
Egli verrebbe a conoscenza del fatto che quasi tutte le azioni compiute a fin di bene in realtà nascondono un secondo fine a uso e consumo di chi predica, ad esempio, che intervenire nelle guerre intestine significa liberare i popoli inermi dall'oppressore. Certo, questo concetto è nobile ma poi come evolve la situazione futura? L'oppressore tiranno viene sconfitto e destituito, la popolazione finalmente liberata purtroppo sarà abbandonata a sé stessa e infine il cavaliere difensore degli oppressi si approprierà delle ricchezze di quel territorio a suo esclusivo appannaggio: petrolio, diamanti, miniere d'oro e altri beni preziosi. La storia, infallibile testimone, conferma in modo inequivocabile tutto ciò. E dunque quanti mali si possono configurare dietro a questi eventi? Tra i tanti non si può escludere la Superbia, per esempio, accompagnata dalla prevaricazione: quanti capi di stato dall'alto del loro potere conquistato (spesso con l'inganno accompagnato dalla menzogna) assumono i panni di chi disprezza con alterigia alcuni popoli indifesi e deboli?
Questi personaggi si impossessano infine di tutte le risorse che, sfruttate a dovere, avrebbero potuto rimettere in piedi l'economia di quel popolo. Invece l'ingordigia e l'invidia li spinge ad arraffare le ricchezze altrui scaturendo persino un sentimento di accidia e di menefreghismo e arrivando ad ignorare volutamente le reali necessità di quel popolo, inoltre accentuando vieppiù le discriminazioni razziali. Magari poi gli stessi governanti favoriscono l'immigrazione dei popoli poco abbienti allo scopo di sfruttare la mano d'opera di quella povera gente, bisognosa di cibo per continuare a vivere. Ecco allora che si completa l'azione delittuosa da parte degli stati più evoluti e potenti creando lavoro a basso costo e ovviamente con l'intento di procacciarsi un maggiore arricchimento.
L'alibi più grottesco è poi quello di ostentare al mondo l'azione democratica e caritatevole nell'accogliere quei poveri profughi...

Non voglio poi addentrarmi nei meandri religiosi del clero sparso nel mondo, in cui una determinata parte di loro invoca la necessità di favorire l'accoglienza dei bisognosi. Forse allo scopo di poter esercitare meschinamente l'esercizio delle manovre pedofili a danno di minori innocenti?...
Infatti sono numerosi gli esempi risaputi e verificati più volte. Questa cosa suscita sdegno, però tanto quanto il fatto di constatare la loro vergognosa impunità. Dante, già storico nemico del potere temporale esercitato dalla Chiesa, relegò il Papa Bonifacio VIII nella terza bolgia dell'ottavo cerchio dell'Inferno. Oggi il sommo poeta avrebbe riservato a questi scellerati impuniti uno spazio nel cerchio dei lussuriosi!

La pandemia del coronavirus ha destabilizzato vieppiù l'economia di un grande paese quale è l'Italia. Si è fatto appello alla Comunità Europea di cui facciamo parte per sollecitare gli aiuti finanziari previsti e promessi, ma è innegabile rinnegare il comportamento di riluttanza dimostrato da un paio di nazioni facenti parte integrante dell'Eurogruppo. Più di uno stato europeo non ha avuto gli stessi danni ingenti che invece ha subito il popolo italiano, ma per merito della strategia protocollare messa in atto nel nostro territorio a difesa delle vite umane, essi ne hanno tratto giovamento seguendo il nostro esempio e limitando così i danni. A questo proposito sono stati spesi elogi a dismisura nei confronti della nostra Protezione Civile e del nostro servizio sanitario, uomini capaci di reagire con molto spirito di sacrificio e con molto senso del dovere.
Gli elogi ricevuti però non sono stati suffragati in modo adeguato dagli aiuti finanziari che ci si attendeva.
Il Fondo salva Stati
promulgato dall'Eurogruppo nel 2012 si basa su emendamenti allo scopo di rinforzare e sostenere le finanze di un paese membro riequilibrando la sua economia in difficoltà. Queste sono misure certamente valide in condizioni di ordinaria amministrazione. Nel caso attuale, di fronte a un'economia disastrata involontariamente dagli effetti del Covid 19, è necessario ricorrere a misure straordinarie speciali e questi interventi richiedono una tempistica ormai improcrastinabile.

Non credo però che la volontà del governo europeo sia quella di intervenire in questo senso e comunque non credo che ciò potrà avvenire in tempi relativamente immediati. Si può dunque facilmente evincere, senza tema di smentite, che il disaccordo o in altri termini la divergenza di vedute tra i vari stati, denota una disarmonia di intenti criticabile quanto esecrabile.
E' il tipico esempio di chi predica bene ma razzola male! Il comportamento assai discordante in ambito europeo, infatti, induce a convincerci che non ci sia quell'unità di intenti che ci hanno voluto far credere sempre. L'ipocrisia è l'altra faccia della medaglia che i governanti europei hanno finora celato, ma che il dramma della pandemia ha messo alla luce senza indugio e senza ritegno.
Tutto ciò non solo è inaccettabile, ma corrisponde alla più grave offesa che possa subire la dignità umana. Si ricordino sempre i signori governanti del “vecchio” continente (in forza delle spropositate migliaia di euro che percepiscono ogni mese, seduti tra gli scanni europei) che in alcuni stati d'Europa esistono ancora famiglie che sbarcano il lunario, combattendo ogni giorno con circa 620 euro di pensione da gestire ogni mese.

E si ricordino pure che la categoria degli invalidi deve fare i conti (specie coloro che sono stati dichiarati inabili al lavoro in percentuale graduata) con la miserabile cifra di 293 euro di pensione mensile. Uno schiaffo troppo punitivo per coloro i quali hanno avuto soltanto la sfortuna di essere incolpevolmente e diversamente abili.

Noi italiani pretendiamo una cosa importante dalla “vecchia” Europa: non vogliamo, non dobbiamo e non possiamo essere considerati dei cittadini inferiori rispetto agli altri cittadini del resto del Continente.
La cultura e la storia del nostro popolo non accetterà mai imposizioni future da chi “predica bene”, ma poi ci si accorge invece che “razzola male”. Rifiuteremo elemosine in nome e per conto della nostra dignità, ma soprattutto in onore dei nostri morti, perchè se ciò ci fosse proposto verrebbe scagliata contro di loro non solo la “prima pietra”, ma ne verranno scagliate a iosa...!

A questo proposito mi è d'obbligo ricordare una frase emblematica citata dal poeta latino Marziale:

Non est vivere, sed valere vita est” ovvero “La vita non è esser vivi, ma stare bene”

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Come epilogo, a chiusura, ritengo giusto citare un pensiero espresso dal compianto scrittore siciliano Andrea Camilleri scomparso recentemente:

La scarsa levatura di un uomo politico talvolta la si cerca di compensare con la frase: «però è una persona onesta». A me sembrano parole prive di senso. Mi suonano come se si dicesse che un tale è un mediocre, però in compenso ha due braccia e due gambe. L’onestà dovrebbe essere la conditio sine qua non dell’uomo politico. E per onestà intendo soprattutto la repulsione istintiva e ragionata a vendersi o a voltar gabbana per una mazzetta o per una carica di prestigio

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nostalgico rossonero