La galleria dei ricordi rossoneri

La leggenda continua... II° capitolo
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Proseguendo con la rassegna dei giocatori rossoneri, dei quali i primi 10 sono già stati proposti nella prima parte di questa galleria, il ricordo delle gesta dei prossimi giocatori, che sto per descrivere in questa seconda parte, mi richiamano alla memoria momenti felici e altri meno felici, ma tutti decisivi che hanno contribuito a vivere quell'epopea nella quale il Milan con l'apporto dei giocatori di generazioni diverse trionfò conquistando tutti i trofei che oggi si possono ammirare nelle bacheche di casa Milan.

BENETTI Romeo
Classico mediano di centrocampo, Benetti interpretò al meglio quel ruolo in stile inglese in virtù del suo fisico atletico e della sua personalità esuberante in campo. Rappresentò un baluardo roccioso difficilmente valicabile per ogni avversario. Il Milan lo prelevò dalla Sampdoria nel 1969 a ventiquattro anni giocando per sei stagioni in maglia rossonera. Nereo Rocco ritenne indispensabile la presenza a centrocampo di Benetti sfruttando al massimo il suo vigore atletico. Ma Benetti ebbe la sfortuna di non vincere mai lo scudetto, infatti per tre stagioni consecutive il Milan si piazzò al secondo posto in campionato (compresa la stagione 1972/73 della “fatal Verona”). Benetti detiene il curioso record del giocatore più sfortunato, avendo collezionato 3 secondi posti nel campionato italiano, 2 secondi posti in coppa Italia, 1 secondo posto in Coppa Coppe e 1 secondo posto in supercoppa Uefa. Si fregiò della fascia di capitano nella sua ultima stagione 1975/1976 in rossonero, per la momentanea assenza forzata di Gianni Rivera. Il suo palmares comunque inorgoglisce la sua carriera milanista per aver conquistato:
2 Coppe Italia e 1 Coppa Coppe. Benetti inoltre vanta 251 presenze e 49 goal, tra i quali ricordiamo quel gran tiro potentissimo realizzato in occasione del derby contro l'Inter nel 1973.

BIERHOFF Oliver
Grande centravanti di stazza mondiale e di gran movimento malgrado i suoi 90kg di peso, Oliver giunse al Milan nel 1998, a seguito della classifica dei cannonieri che vinse con 27 goal nello strepitoso campionato dell'anno precedente disputato tra le file dell'Udinese. Ciò permise alla squadra friuliana di conquistare in prestigioso terzo posto on quel campionato. La punta tedesca particolarmente forte nel gioco aereo, sfruttò i suoi 191 cm segnando parecchi goal di testa. Sotto la guida dell'allenatore Zaccheroni, il tedesco venne affiancato in attacco da Weha realizzando 19 goal dei quali 15 segnati di testa. E' subito scudetto, il 16° quello storico e indimenticabile del centenario rossonero!
Nel Milan il centravanti di Karlsruhe disputa solo tre stagioni collezionando 119 presenze e realizzando 44 goal. Nel 2001 a 33 anni Bierhoff si trasferì dal Milan al Monaco in Francia.
Il suo palmares nel Milan vanta 1 solo scudetto, ma sicuramente tra i più importanti nella storia della compagine rossonera.

BIGON Alberto
Agli albori della sua carriera al Padova (inizio anni 60) “Albertino”, così denominato dalla tifoseria per il suo fisico esile, fu allenato da Nereo Rocco che successivamente lo volle al Milan in quanto dotato di duttilità nel ruolo di attaccante e di centrocampista avanzato. La sua manovra infatti si sviluppò nella zona di trequarti cercando il dialogo con i compagni di centrocampo e le punte. La sua intelligenza tattica era votata all'altruismo e quindi basata sugli assist per i colleghi di reparto. Bigon fu protagonista in un derby del 1971 quando realizzò un goal singolare sfruttando il rimbalzo del pallone calciato da un rinvio corto di Burgnich. Il difensore interista non calcolò a dovere la presenza del rossonero, pertanto la palla rimbalzando sul corpo di Bigon si insaccò in rete spiazzando il portiere Bordon. Fu il goal del 3 – 2 che sancì la vittoria del Milan.
Bigon in 9 stagioni in rossonero accumulando 329 presenze e 90 goal, vanta il seguente palmares: 1 scudetto (quello della stella), 3 Coppe Italia e 1 Coppa delle Coppe.
Ebbe successo anche come allenatore. Al seguito di parecchie squadre di serie A e B vinse lo scudetto al Napoli e la Supercoppa italiana. Vinse pure 1 scudetto e 1 coppa di Svizzera con il Sion. Conquistò pure il trofeo della panchina d'oro in serie A nel 1997.

BOBAN Zvonimir
Un centrocampista dai piedi buoni e dal cervello fine. Il croato arrivò in Italia dalla Dinamo di Zagabria nel 1991 e il Milan acquistò il giovane promettente ammirato nel campionato mondiale under 20 vinto nei ranghi della nazionale di Jugoslavia. “Zorro”, affettuosamente chiamato dai fans rossoneri, esordì nel nostro campionato tra le file del Bari dove il Milan decise di darlo in prestito allo scopo di farlo ambientare nella mentalità e nel gioco del calcio italiano. L'anno successivo però la squadra rossonera riprese il giovane talento croato inserendolo in prima squadra nel ruolo di trequartista. Boban iniziò così una meravigliosa avventura con la conquista dello scudetto e concludendola poi dopo nove anni per raggiunti limiti di età. Boban dal carattere fermo e deciso si fece notare subito per il suo atteggiamento di professionista serio nei confronti della squadra e della società. Un atleta abituato sempre ad essere sulla cresta dell'onda con la giusta mentalità vincente che fece di questo giocatore uno dei protagonisti assoluti delle conquiste rossonere.

Il palmares di Boban vanta un bagaglio di tutto rispetto:
4 scudetti, 3 Supercoppe Italiane, 1 Champions League e 1 Supercoppa Uefa
“Zorro” Boban intraprendendo la carriera di dirigente, assurge al ruolo di vice segretario della Fifa promuovendo l'assunzione della tecnologia del VAR da introdurre al mondiale di Russia del 2018. Nel giugno del 2019 torna al Milan nelle vesti di dirigente sportivo, ruolo ricoperto con onore e condiviso con Maldini.
Nel marzo del 2020 per incompatibilità di vedute tecniche con l'amministratore del Milan Ivan Gazidis, Boban è costretto a lasciare l'incarico tornando nei ruoli dirigenziali della Fifa.

BURIANI Ruben
Centrocampista proveniente dal Monza in serie C nel 1977 a 22 anni, Buriani si fece presto notare per le sue caratteristiche tecniche e per l'aspetto fisico che richiamò l'attenzione di tutti tanto da essere paragonato a un giocatore tedesco. Per il colore dei suoi capelli fu soprannominato in modo affettuoso “Pannocchia”. Buriani fu un gregario infaticabile ricoprendo il ruolo di fascia e cimentandosi con ottimi risultati anche nel ruolo di mediano. Fu uno dei pochi a seguire la squadra in serie B contribuendo decisamente alla risalita nella massima serie. Di Buriani non ci si può dimenticare la doppietta realizzata a novembre del 1977 nel derby vinto dal Milan per 3 – 1. Fu uno dei giocatori che contribuì parecchio alla conquista dello scudetto della stella nel 1979.
Il suo palmares in cinque stagioni al Milan: 180 presenze e 14 goal, 1 scudetto, 1 Coppa Mitropa

CAFU' Marcos Evangelista de Moraes
Considerato uno dei terzini più forti di tutti i tempi, Cafù giunse al Milan nel 2003 in tarda età (33 anni) quando tutti credettero che egli fosse giunto ormai alla fine della sua carriera. Proveniente dalla Roma dove conquistò lo scudetto tramite le sue continue scorribande sulla fascia destra del campo, Cafù fu soprannominato “Pendolino” poichè riuscì ad essere sempre determinante fungendo da attaccante aggiunto e servendo ai compagni cross precisi e decisivi per finalizzare gli attacchi alla porta avversaria. Il brasiliano, dopo ogni discesa a tutto campo sulla fascia, ebbe sempre l'accortezza di rientrare velocemente nel settore difensivo, rintuzzando in maniera determinante le azioni degli attaccanti avversari. Cafù conquistò il titolo mondiale con la sua Nazionale nel 1994 disputato negli Stati Uniti e bissato in Giappone nel 2002. La sua carriera si svolse principalmente in Brasile e alla Roma ma ebbe il periodo di maggior fulgore nel Milan, squadra in cui mise a frutto la sua esperienza protraendo la sua carriera per altre 5 stagioni. Prima di terminare la sua carriera nel maggio del 2008 a 38 anni, Cafù conquistò col Milan quei trofei che gli mancavano ancora nella sua bacheca. Il suo palmares nel periodo vissuto presso la società rossonera si arricchì con 166 presenze e 4 goal vincendo 1 scudetto, 1 Supercoppa italiana, 1 Champions League, 2 Supercoppe Uefa, 1 Coppa del mondo per Club.

CHIARUGI Luciano
Nato nel 1947, giunse al Milan nel 1972 proveniente dalla Fiorentina dove conquistò uno scudetto, una coppa Italia e una coppa Mitropa. Nella squadra rossonera Chiarugi si distinse per le sue qualità tecniche avendo la facilità di saltare i difensori con i suoi dribblings stretti. Il giocatore toscano impiegato da Nereo Rocco nel ruolo di ala destra conquistò ben presto i tifosi, malgrado il suo carattere fosse oltremodo polemico e contestatario soprattutto nei confronti degli arbitri i quali furono costretti ad assegnargli parecchi cartellini gialli e anche più di un cartellino rosso. Chiarugi segnò il goal della vittoria in Coppa Coppe, con una magistrale punizione, nella finale di Salonicco vinta contro il Leeds United e tre giorni dopo fu reduce dalla triste avventura della “fatal Verona”. Dopo quattro anni vissuti in rossonero si trasferì al Napoli portando con sè il rimpianto di uno scudetto perso drammaticamente, forse perchè voluto dai poteri forti del calcio di allora.
Il palmares di Chiarugi con 155 presenze e 60 goal in rossonero: 1 Coppa Italia e 1 Coppa Coppe

COMBIN Nestor
Attaccante di discreta levatura tecnica, nato in Argentina nel 1940 e trasferito da giovane calciatore in Francia, venne naturalizzato cittadino francese, la qual cosa gli consentì di avere il doppio passaporto. Calcisticamente cresciuto nell'Olympique Lione, Combin arrivò in Italia disputando il campionato di serie A prima con la maglia della Juventus nella stagione 1964/65, poi si trasferì al Varese nella stagione successiva e quindi al Torino l'anno dopo, prima di approdare al Milan nel 1969 disputando 2 stagioni e firmando 11 goal in 50 presenze. In quell'epoca era in uso disputare la Coppa Intercontinentale tra le squadre vincenti della Coppa dei Campioni in Europa e della Coppa Libertadores in SudAmerica. Il trofeo veniva assegnato a seguito dei 2 incontri di andata e ritorno. Nell'edizione del 1969, l'andata fu giocata a S. Siro tra il Milan e la formazione argentina dell'Estudiantes. I rossoneri vinsero per 3 – 0 e il secondo dei tre goal fu segnato da Combin. La gara di ritorno si disputò allo stadio Bombonera di Buenos Aires dove gli argentini organizzarono una vera e propria caccia all'uomo che suonò come uno scandalo vergognoso di antisportività nei confronti della squadra italiana. Tutti i giocatori italiani furono picchiati platealmente sotto gli occhi di arbitro e guardalinee i quali intervennero solo sporadicamente a placare gli animi e a decretare i falli di punizione contro i sudAmericani. In quell'occasione la gara fu persa dal Milan per 1 – 0 che però conquistò ugualmente la Coppa Intercontinentale in virtù del risultato conseguito nell'incontro di andata, Combin fu colpito duramente più volte dai giocatori avversari e dovette abbandonare il terreno di gioco sanguinante tanto da ricorrere alle cure mediche presso l'ospedale di Buenos Aires.
Nestor Combin arricchì il suo palmares a duro prezzo, conquistando la Coppa Intercontinentale.
In 2 stagioni in rossonero contò 70 presenze e 20 goal.

COSTACURTA Alessandro
Giocatore elegante, nato nel 1966 si distinse per le sue ottime doti tecniche giocando nella zona centrale della difesa. Billy, affettuosamente soprannominato dalla tifoseria rossonera, debuttò nel Milan di Sacchi a 21 anni nel 1987, iniziando una lunga avventura nel Milan di Berlusconi nella quale conquistò tutto ciò che c'era da vincere. Pochi giocatori possono vantare infatti carriere così lunghe. Billy indossò la maglia rossonera per 20 anni oltre a quelli trascorsi tra le giovanili rossonere, giocando a 41 anni la sua ultima partita di campionato a S. Siro e segnando il goal dell'addio al calcio giocato. Costacurta fu l'esempio del difensore che tutti gli allenatori avrebbero voluto avere poiché dotato di molta intelligenza tattica e di duttilità nel sapersi adattare sia nel ruolo di libero come pure nel ruolo di marcatore. Accanto a Baresi formò la coppia di difensori centrali tra le più forti al mondo lasciando poco spazio ai più forti attaccanti mondiali. Sempre attento, poco falloso e intraprendente nelle proiezioni offensive, seppe dialogare con i compagni del reparto di centrocampo distribuendo palloni interessanti per la manovra costruttiva del gioco. All'inizio della carriera sostituì qualche volta il suo compagno di squadra Filippo Galli fino a diventare il titolare fisso di quel ruolo dal 1988 in poi e costituendo lo schieramento difensivo tra i più forti di tutti i tempi formato da Tassotti, Costacurta, Baresi e Maldini. Ebbe il merito assieme ai suoi compagni di conquistare lo scudetto senza mai perdere una partita nella stagione 1991/92. Costacurta vanta 663 presenze con 3 goal e un fitto e ricco curriculum di successi guadagnato in 20 stagioni gloriose tra le quali fece parte più volte della nazionale italiana. A fine carriera collaborò tra i ranghi dirigenziali del settore giovanile rossonero. A seguito del commissariamento della FIGC nel 2018, Billy Costacurta fu nominato vice commissario della Federazione in attesa che avvenisse la nomina definitiva del presidente.
Il suo invidiabile e ricco palmares è il seguente:
7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe Italiane, 5 Champions League, 4 Supercoppe UEFA,
2 Coppe Intercontinentali per club.

Inoltre Costacurta vanta dei record conquistati per merito della sua longeva carriera e precisamente:
.Calciatore di movimento (portieri esclusi) più vecchio sceso in campo in Champions (all'età di 40 anni e 213 giorni).
.Calciatore di movimento (portieri esclusi) più vecchio ad aver disputato una gara in serie A.
.Calciatore più vecchio che ha realizzato un goal in serie A (all'età di 41 anni e 25 giorni).

Attualmente Billy Costacurta collabora  egregiamente come opinionista molto apprezzato nelle trasmissioni sportive di SKY, ricoprendo con successo l'incarico assegnatogli.

CUDICINI Fabio
Fu un grande portiere, soprannominato “il ragno nero” anche per la divisa che indossò sempre nel difendere la porta, ma questo appellativo gli fu dato dalla stampa inglese di Manchester “The black spider” in quella notte in cui, nell'incontro di Coppa dei Campioni contro gli inglesi, Cudicini parò tutto. Con le mani e pure con i piedi. Egli era dotato di grandi mezzi tecnici, altezza (191 cm), predisposizione alle uscite, intuito per i tempi di intervento e tempestività nel tuffarsi agguantando il pallone con presa ferrea. Eppure Cudicini non ebbe mai la gioia di difendere la porta della nazionale. Prima chiuso da Lorenzo Buffon e Giorgio Ghezzi, poi successivamente da Enrico Albertosi e Dino Zoff pur essendo convocato in più di un'occasione non potè mai ottenere la gioia che avrebbe meritato. Fabio, classe 1935, cresciuto nelle giovanili dell'Udinese si guadagnò presto il posto di titolare in prima squadra, poi nel 1958 venne acquistato dalla Roma dove in otto stagioni vinse 2 Coppe Italia e una Coppa delle Fiere. Al Milan giunse in tarda età nel 1967, infatti il “paron Rocco” (triestino come Cudicini) lo richiese per sostituire Ghezzi ormai ritirato per raggiunti limiti di età. Al Milan Cudicini giunse con poco consenso da parte della tifoseria rossonera che però dovette ricredersi presto a seguito dei grandi risultati ottenuti dal portiere triestino, il quale si guadagnò nei 6 anni di militanza rossonera la fama di portiere tra i più grandi del calcio italiano.
Il palmares di Cudicini in 183 presenze al Milan è il seguente:
1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Coppa Campioni, 1 Coppa Coppe e 1 Coppa Intercontinentale.
Ricordo che in quell'epoca non esistevano ancora i trofei di supercoppa nazionale e Uefa, quindi Fabio Cudicini negli anni della sua gloriosa carriera rossonera, vinse tutto ciò che c'era da vincere.

DESAILLY Marcel
Il francese originario di Accra (Ghana) fu un centrocampista difensore capace anche di costruire il gioco. Favorito dal suo fisico possente, il giocatore di colore si fece notare per le sue caratteristiche tecniche che lo distinsero soprattutto in occasione delle grandi battaglie. Capello, allora allenatore del Milan, chiese alla società di prelevarlo dall'Olympique Marsiglia nel 1993 per rimpiazzare lo spazio a centrocampo lasciato vacante dal grande olandese Rijkard tornato all'Ajax. Il francese Desailly non ebbe difficoltà a inserirsi immediatamente tra i ranghi rossoneri, tanto da conquistare subito al primo anno scudetto, supercoppa italiana e champions league conquistata ad Atene. In quella finale giocata contro il Barcelona di Cruijff il Milan sovvertì i pronostici della vigilia umiliando la compagine spagnola con il risultato di 4 – 0 e nella cui partita Desailly segnò l'ultimo goal finale con un tiro di pregevole fattura. Marcel giocò al Milan per 5 stagioni collezionando 186 presenze e 7 goal, quando trentenne nel 1998 decise di trasferirsi al Chelsea. In quell'anno con la sua nazionale, il possente giocatore francese conquistò il titolo di campione del mondo e poi nel 2000 guadagnò con la nazionale francese pure il titolo di campione d'Europa. Negli ambienti milanisti e tra i tifosi, Marcel gode ancora oggi di grande stima per la sua serietà professionale dimostrata sempre nei confronti della squadra e della Società.
Il suo palmares rossonero è il seguente:
2 scudetti, 1 Supercoppa italiana, 1 Champions League e 1 Supercoppa Uefa.

DIDA Nelson de Jesus Silva
Portiere brasiliano (nato nel 1973) di grandi qualità fu acquistato dal Milan nel 1999, ma lasciato per vincolo contrattuale al Cruzeiro e poi dato in prestito al Lugano e al Corinthians per 1 anno prima di essere inserito tra i ranghi rossoneri dove militò per 8 stagioni. A fine carriera Dida si dedicò per 2 anni alla preparazione dei portieri delle formazioni giovanili rossonere. Il portiere brasiliano era dotato di mezzi tecnici eccellenti soprattutto tra i pali dimostrando di possedere riflessi non comuni. Fu un grande interprete nel parare i calci di rigori soprattutto per la prerogativa di studiare gli specialisti dei penalty sia italiani e sia europei. Straordinaria fu la sua prestazione durante la finale di Champions a Manchester contro la Juventus. La partita terminata con il risultato di zero a zero anche dopo i tempi supplementari si concluse ai calci di rigore con Nelson Dida protagonista per aver parato ben 3 rigori calciati dai giocatori juventini. Egli si dimostrò però sempre in difficoltà e denunciò una innegabile incertezza nelle uscite, tanto da commettere qualche errore decisivo durante il corso della sua carriera, difetto che se non lo avesse avuto avrebbe potuto essere considerato tra i primi 5 portieri di tutti i tempi. Nel 2005 si svolse la semifinale di Champions tra il Milan e l'Inter. Alcuni facinorosi insoddisfatti dell'andamento dell'incontro, lanciarono alcuni petardi in campo in direzione della porta presidiata dall'estremo difensore rossonero. Uno di quei petardi lo colpì ed egli rimase a terra stordito per lungo tempo, tanto da convincere l'arbitro tedesco Merk a sospendere l'incontro per gli atti incivili successi in campo. Da quella sera però Dida non fu più lui, lo schock provato in quell'occasione lo trasformò e le conseguenze si poterono notare partita dopo partita. Fu come se in quella sciagurata occasione, Dida avesse perso la sua forza e il suo potere magico. Un po' come successe a Sansone quando Dalila gli recise i capelli facendogli perdere la sua sicurezza e la sua forza che, secondo la leggenda, risiedeva tutta nei suoi capelli. Fu per Dida la fine di un mito, Ma egli comunque continuò a difendere la porta rossonera alternandosi spesso con Abbiati, purtroppo però non tornò più ad essere quel mito che fu, prima dell'incidente patito a S. Siro. Rimase comunque un eroe che annoverò nelle pagine della sua storia rossonera, importanti traguardi raggiunti e impressi indelebilmente nel suo palmares:
1 Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana, 2 Champions League, 2 Supercoppe Uefa e 1 Coppa del mondo per club.
Dida guadagnò ugualmente la sua parte di gloria, essa è rimasta depositata nell'album della storia rossonera e a tale proposito mi piace citare una celebre frase pronunciata dal generale Charles de Gaulle eletto successivamente nel dopoguerra presidente della Repubblica Francese:
La gloria è concessa solamente a coloro i quali l'hanno sempre sognata”


nostalgico rossonero

Prossimo appuntamento al III° capitolo in cui saranno descritti i profili di: Donnarumma, Donadoni, Evani, Filippo Galli, Giovanni Galli, Gattuso, Ghezzi, Green, Gullit e Hamrin