La galleria dei ricordi rossoneri
Il motto rossonero? Mai mollare! (III capitolo)

La rassegna dei giocatori in questa terza parte inizia con il turno dedicato (nel rispetto dell'ordine alfabetico) a un giocatore, l'unico ancora in attività, tra i 72 in questa rassegna: il giovane portiere

Gianluigi DONNARUMMA detto Gigio
Donnarumma è l'unico giocatore (oltre a Ibrahimovic) ancora in attività che però, in questa passerella di campioni, non ha ancora vinto uno scudetto o un trofeo internazionale, ma con la sua giovane età potrà realizzare i sogni che lui stesso nutre e che tutta la tifoseria spera si avverino, ammesso e non concesso che voglia ancora rimanere al Milan per far parte della storia rossonera. Il mio timore è che le speranze di averlo ancora in rossonero si possano infrangere contro l'insaziabile avidità del suo cinico e spietato procuratore, interessato solo alla speculazione e al bieco guadagno, quindi mi auguro che Gigio possa decidere in autonomia restando ancora in rossonero. Io da vecchio settantottenne e tifoso del Milan da 70 anni ad oggi, mi auguro che Donnarumma rimanga ancora al Milan per immergersi nella gloriosa leggenda iniziata oltre 120 anni orsono. In ogni caso, auguro al nostro giovane portiere una lunga e gloriosa carriera, spero molto ricca di trofei tra i più ambiti, magari aggiungendoli presto a quella Supercoppa italiana che conquistò nel 2016 alla giovane età di 17 anni.

DONADONI Roberto
Grande giocatore di fascia, abile nel gioco di zona avanzata come pure nei rientri di ripiego sulla fascia mediana di centrocampo. Nativo della provincia di Bergamo (nel 1963), Donadoni crescendo nel vivaio atalantino, tradizionale crogiolo formativo per la crescita di futuri campioni in erba, diventò il campione che tutti abbiamo ammirato. Berlusconi diventato presidente del Milan nel 1986 effettuò il suo primo acquisto prelevando il giovane promettente bergamasco dai ranghi neroazzurri anticipando la concorrenza della juventus. Affidato alle cure di Sacchi prima e di Capello successivamente, Donadoni fu un punto di riferimento irremovibile nel tessuto rossonero conquistando numerosi titoli e trofei che lo hanno reso celebre assieme a tutti i suoi compagni. Quella squadra vinse tutti i trofei in palio in quel periodo e Donadoni fu un alfiere impeccabile in tutte le 10 stagioni vissute in rossonero.
Roberto lasciò momentaneamente il Milan per fare esperienza nel campionato statunitense presso i New York Metrostars, poi si trasferì a Jedda in Arabia Saudita ritornando, dopo la breve parentesi, a vestire la casacca rossonera. Donadoni giocò altre 2 stagioni con Zaccheroni allenatore, vincendo un altro scudetto proprio nell'anno del centenario milanista. Il giocatore bergamasco si distinse pure in Nazionale, la cui presenza si rivelò molto efficace per i 2 commissari tecnici Azeglio Vicini nel 1990 quando la nazionale conquistò il terzo posto, e successivamente con Sacchi nel mondiale statunitense del 1994, quando si classificò al secondo posto perdendo la finale ai calci di rigore contro il Brasile. Terminata la carriera di calciatore, acquisì il patentino di allenatore guidando diverse società di serie A e di serie B, fino ad ottenere il lusinghiero incarico biennale di commissario tecnico della nazionale italiana.
Il ricco palmares di Donadoni in rossonero con 390 presenze e 23 goal è il seguente:
6 Scudetti, 4 Supercoppe Italiane, 3 Coppe Campioni/Uefa Champions League, 3 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali.

EVANI Alberico detto Chicco
Forte giocatore eclettico, anch'egli nato nel 1963, Evani fu abile nel destreggiarsi su tutta la fascia sinistra del campo e centrocampista di movimento capace di interpretare bene anche il ruolo di terzino. Con Donadoni costituì l'invincibile coppia di esterni di centrocampo, utilizzati l'uno a destra e l'altro a sinistra per presidiare le fasce in fase offensiva e per contenere le folate avversarie. Le peculiarità tecniche del giocatore toscano evidenziarono l'abilità nel tirare le punizioni e l'altruismo nel servire i compagni smarcandoli con le sue intelligenti aperture. Capace di inserirsi pure nel pacchetto centrale di centrocampo, funse sempre da punto di riferimento per i compagni operando doppie marcature, sia in fase di ripiego come pure in fase di distensione offensiva. Cresciuto nel vivaio milanista sin dall'età di 14 anni, Evani fu inserito diciottenne in prima squadra e si mise in evidenza per il suo continuo movimento sulla fascia sinistra. Di anno in anno Evani si confermò sempre di più, conquistando titoli e trofei all'insegna di un gioco in cui automatismi e movimenti in campo rivelarono la bellezza di un gioco di squadra davvero ragguardevole. Dopo aver vinto tutto nel Milan, ricordando il suo goal vincente su punizione nella finale mondiale della coppa intercontinentale nel 1989, Evani si trasferì a Genova sponda Sampdoria dove nel 1994 conquistò la Coppa Italia insieme al suo ex compagno rossonero Gullit. Evani si fece molto onore anche come allenatore guidando le giovanili prima col Milan portando allo scudetto la squadra della categoria allievi nel 2007, poi allenando le Nazionali under 18, under 19, under 20 e under 21. Attualmente è il collaboratore assistente tecnico di Roberto Mancini alla guida della nazionale maggiore a Coverciano. Il suo palmares di giocatore in rossonero evidenziando 393 presenze e 19 reti è il seguente: 3 Scudetti, 2 Supercoppe Italiane, 1 Coppa Mitropa, 2 Coppe Campioni, 2 Supercoppe UEFA e 2 Coppe Intercontinentali.

GALLI Filippo
Difensore centrale classe 1963, Filippo crebbe tra le squadre giovanili del Milan. Nel pacchetto difensivo rossonero affiancò Baresi, diventando titolare nel 1983 e precedendo Costacurta nello stesso ruolo che poi successivamente occupò Billy. Sempre lucido e attento nei suoi interventi sfruttando la tempestività del suo intuito, Galli conquistò presto la fiducia dei compagni. Fu allenato da Liedholm all'inizio della sua carriera e poi da Sacchi che gradì molto il suo comportamento in campo e nello spogliatoio. Filippo anche quando dovette accomodarsi in panchina si fece trovare sempre pronto ad ogni chiamata, dando il suo decisivo contributo sull'esito del risultato finale. Il suo capolavoro lo fece ad Atene nella finale di Coppa dei Campioni del 1994. Il Milan affrontò quell'incontro senza i titolari Costacurta e Baresi squalificati. Capello affidò l'organizzazione difensiva dei rossoneri al “vecchio Filippo Galli” il quale con la sua esperienza e la sua determinazione tenne a bada in modo impeccabile il duo d'attacco Romario - Stoickov del Barcelona allenato da Cruijff, senza sbagliare un intervento e giocando una gara in modo magistrale. Filippo Galli in quell'occasione risultò tra i migliori in campo infondendo sicurezza a tutto il reparto. Al termine della sua carriera in tredici anni rossoneri, Filippo Galli accumulò 324 presenze con 4 goal senza contare le gare disputate tra le giovanili, settore che gli fu affidato a fine carriera in qualità di responsabile generale per parecchi anni. Con lui il settore giovanile vinse la Coppa Italia Primavera nel 2010, il torneo di Viareggio nel 2014, scudetto con i “giovanissimi” nel 2010, scudetto con gli “allievi” nel 2011 e lo scudetto con gli “under 16” nel 2017.
Lasciò l'incarico con l'avvento della nuova proprietà Elliot nel 2018.
Il suo palmares di giocatore in maglia rossonera vanta:
5 Scudetti, 4 Supercoppe Italiane, 3 Coppe Campioni/Champions League, 3 Supercoppe Uefa, 2 Coppe Intercontinentali.

GALLI Giovanni
Portiere classe 1958, campione del mondo nel 1982, Galli fu considerato tra i migliori portieri degli anni 80. La sua caratteristica fu sempre quella di evidenziare le sue prestazioni all'insegna della costanza e della regolarità. Proveniente dalla Fiorentina giunse al Milan nel 1986 giocando 4 stagioni ma vincendo tutto anche perchè facilitato nel compito dalla presenza in campo di difensori fortissimi i quali si rivelarono tra i migliori di tutto il mondo. Badò molto all'efficacia dei suoi interventi senza mai mettersi in mostra e trascurando l'aspetto appariscente dei suoi interventi. Galli fu un esempio di serietà professionale sia in campo che nella vita privata. Alla fine della stagione 1989/1990 si trasferì al Napoli dove vinse 1 Coppa Uefa. A fine carriera intraprese l'avventura di allenatore prima e di dirigente sportivo dopo, ricavando dei modesti risultati. Successivamente si dedicò alla carriera politica candidandosi a sindaco di Firenze e dopo tentando la candidatura alle elezioni europee del 2014, ma senza raggiungere il quorum necessario per essere eletto. Per anni è stato pure commentatore sportivo durante le trasmissioni televisive di calcio del gruppo Mediaset. Il suo palmares in 147 presenze con la maglia rossonera è il seguente:
1 scudetto, 1 Supercoppa Italiana, 2 Coppe dei Campioni, 1 Supercoppa UEFA e 1 Coppa Intercontinentale.

GATTUSO Gennaro Ivan
Gattuso fu soprannominato “ringhio”per il furore e la grinta che ha sempre contraddistinto il suo carattere di guerriero combattente in campo. Eroe di mille battaglie, Rino ebbe una particolare predisposizione all'esaltazione emotiva in campo durante gli incontri più difficili. Egli sopperì alla minore dote tecnica rispetto a quella posseduta dai compagni, moltiplicando il suo vigore atletico e la corsa in campo, braccando gli avversari fino a raggiungerli per togliere loro il pallone e consegnarlo al compagno più vicino. Centrocampista di rottura, formò assieme a Pirlo la coppia di centrocampo che ebbe tanto successo in maglia rossonera come pure in nazionale quando l'Italia si laureò campione del mondo nel 2006. Rino esordì in serie A con la maglia del Perugia, poi dopo una parentesi in Scozia tra i ranghi del Glascow Rangers, si trasferì alla Salernitana per approdare al Milan nel 1999. Quì il giovane ragazzo calabrese, classe 1978, si ambientò presto rincorrendo gli avversari per recuperare numerosi palloni da rifornire ai compagni. Egli si affermò sempre di più fino a diventare un elemento indispensabile nell'economia del gioco rossonero e contribuendo a conquistare titoli e trofei nei tredici anni vissuti al Milan. Contò totalmente 468 presenze e 11 goal. Il suo palmares è il seguente: 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe Italiane, 2 Champions League, 2 Supercoppe Uefa, 1 Coppa mondiale per club.
Gattuso dopo aver terminato la sua carriera di giocatore acquisì il patentino di allenatore guidando diverse squadre (Sion, Palermo, Ofi Creta e Pisa) fino ad allenare il Milan nel biennio 2017/2019. Dopo aver sfiorato il 4° posto utile per la qualificazione in Champions per l'anno successivo, Gattuso si dimise anche perchè non condivise il progetto futuro impostato da Gazidis.
C'è chi ha criticato la sua conduzione tecnica e chi addirittura ha messo in dubbio le sue capacità professionali. Secondo me, Rino ha sempre dimostrato di essere un professionista serio e capace, infatti a Napoli dove attualmente allena la squadra partenopea sta dimostrando di avere le capacità per far bene. La verità è che egli, suo malgrado, ha avuto la sfortuna di incappare al Milan in una proprietà senza scrupoli e poco interessata alla crescita dei risultati sportivi, oltretutto facendo gestire la società da incapaci provenienti da altre nazionalità e senza conoscere la realtà del nostro calcio. Essi sono giunti a Milano con la fama di dirigenti all'altezza della situazione, invece le intenzioni di questi signori hanno dimostrato e tuttora dimostrano esattamente la cosa contraria e i fatti avallano la mia tesi. Gazidis in qualità di AD, demandato per risanare le finanze societarie e incrementare il prodotto, ha ottenuto invece il risultato, almeno finora, di peggiorare il bilancio impietosamente, come si può notare dalla fredda realtà dei numeri statistici in negativo e fallendo l'impresa di importare nuove sponsorizzazioni che mai sono arrivate...

GHEZZI Giorgio
Nato a Cesenatico nel 1930, Ghezzi fu soprannominato “Kamikaze” dai tifosi per la spericolatezza delle sue uscite. Grande portiere dal carattere schietto e generoso come la sua terra di Romagna, sin da ragazzo si fece notare nelle squadre minori della costa Adriatica, finchè incuriosì l'ex portiere della Roma Masetti il quale lo portò in serie B al Modena nel 1949. Dopo un campionato in cui risultò il miglior portiere della serie cadetta, le più importanti squadre di serie A lo tennero sotto osservazione costante, ma fu l'Inter che arrivò per prima portandolo a Milano nel 1951. Ghezzi sotto la guida dell'allenatore Alfredo Foni vinse i primi 2 scudetti della sua carriera. Nel 1958 passò al Genoa prima di approdare definitivamente al Milan nel 1959. Fu il portiere della nazionale dal 1954 al 1961 e con Nereo Rocco al Milan, Ghezzi giocò sempre titolare vincendo lo scudetto nel 1962 e conquistando nell'anno successivo la Coppa dei Campioni contro il Benfica di Eusebio, realizzando il record per essere stato il primo portiere italiano a vincere il prestigioso trofeo. In rossonero giocò fino al 1965. Quando si ritirò dal calcio, Ghezzi si dedicò al suo complesso turistico alberghiero che fece costruire nel 1956 rimanendo in ottimi rapporti con parecchi suoi ex compagni di squadra. Nel 1990 un infarto improvviso gli tolse la vita a Forlì presso l'ospedale dove fu ricoverato.
Il suo palmares in rossonero è il seguente:
1 Scudetto, 1 Coppa dei Campioni totalizzando in maglia rossonera 144 presenze in 4 stagioni.
Gianni Brera disse di lui che la scelta di giocare portiere fu un merito della severità di sua madre, poichè in quel ruolo non avrebbe consumato le scarpe come sarebbe avvenuto per gli altri ruoli.

GREEN Gunnar Johan
Green fece parte del famoso trio svedese GreNoLi (Green, Nordahl, Liedholm) che giocò in rossonero negli anni 50 dopo aver conquistato le Olimpiadi del 1948. Fu un abile centrocampista che orchestrò efficacemente il gioco rossonero, tanto da essere soprannominato “Il Professore” per la precisione dei passaggi e per la visione di gioco, ma soprattutto per la sagacia tattica e la posizione strategica adottata in campo. Con Liedholm fu un ottimo suggeritore per lanciare a rete il connazionale Nordahl ottimo realizzatore. Green approdò al Milan nel 1949 e giocò fino al 1953, anno in cui fu acquistato dalla Fiorentina dove giocò per 2 stagioni vincendo un paio di trofei internazionali. Ormai giunto a fine carriera Green si trasferì al Genoa e nel 1956 che fu l'ultimo anno trascorso in Italia ritornò in patria giocando nel campionato svedese e allenando fino a tarda età. Il ricordo del suo metodo di gioco restò impresso per lungo tempo nella memoria di tutti gli appassionati. Green a 38 anni partecipò al campionato del mondo disputato in Svezia giocando la finale contro il grande Brasile e risultando fra i migliori interpreti di quel mondiale. Il suo palmares in rossonero vanta 137 presenze e 38 goal in 4 stagioni, vincendo 1 scudetto e 1 Coppa Latina.

GULLIT Ruud
Centrocampista e attaccante olandese classe 1962, Gullit iniziò a giocare come libero per le sue particolari doti fisiche e il suo imperioso stacco di testa che lo favorirono nel contrastare i suoi avversari. La sua carriera si svolse partendo dalle giovanili dal 1973 al 1979, poi giocò nella squadra dell'Haarlem e quindi per 3 stagioni al Feyenoord trasformando la sua posizione in campo da difensore in attaccante arretrato. Esplose tecnicamente al PSV nel 1985, poi giunse al Milan nel 1987 e giocò per 7 stagioni in rossonero occupando un ruolo di centrocampista-attaccante che gli valse la conquista di titoli e trofei in una squadra composta da 11 fenomeni allenati prima da Sacchi e poi da Capello. Nella sua prima stagione al Milan non potè avvalersi della presenza del suo compagno di nazionale Marco Van Basten in quanto infortunato, ma Ruud per mezzo delle sue progressioni si avvalse della collaborazione di altri compagni di squadra che lo assecondarono durante le scorribande nella metà campo avversaria. In quella prima stagione guidò i suoi compagni alla conquista dello scudetto operando una incontenibile rimonta nei confronti del Napoli di Maradona. Quella stagione gli valse l'assegnazione del Pallone d'oro. Il compianto Vujadin Boskov invitato una volta ad esprimere un giudizio su Gullit disse simpaticamente: “ Gullit è come cervo che esce di foresta”. Questa frase rende l'idea di cosa fosse in campo Gullit quando si impossessava della palla proiettandosi verso la porta avversaria. In effetti la sua potenza fisica, il suo impeto agonistico e la sua tecnica di gioco furono determinanti per il rendimento generale di tutta la squadra. L'olandese fu in grado di esprimersi nella stessa misura sia come centrocampista e sia come attaccante, partendo da lontano con la sua travolgente e incontenibile falcata. Molto spesso i difensori avversari non riuscirono mai a fermare la sua veemenza agonistica, specie nei momenti di forma e di integrità fisica da parte dell'olandese. Nel 1988 vinse il campionato europeo giocando una strepitosa finale allo stadio di Monaco in Germania, segnando un fantastico goal di testa su cross di Van Basten.
Con i compagni olandesi Van Basten e Rijkaard formò il famoso trio dei tulipani olandesi che riscosse meraviglia in tutto il mondo, conquistando indimenticabili titoli e trofei durante la prima epoca dell'avvento alla presidenza di Silvio Berlusconi. Nel 1994 Gullit entrò in contestazione con la Società e polemicamente si trasferì a Genova sponda Sampdoria vincendo una Coppa Italia. A fine stagione tornò ancora al Milan conquistando il suo ultimo trofeo rossonero con la Supercoppa Italiana. Il suo palmares nel Milan dove giocò 7 stagioni raggiungendo 171 presenze e 56 goal è il seguente: 3 Scudetti, 2 Supercoppe Italiane, 2 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe Uefa e infine 2 Coppe Intercontinentali.

HAMRIN KURT
Giocatore finemente elegante dotato di classe e una tecnica di gioco sopraffina. Hamrin, classe 1934 non ebbe mai un gran tiro da lontano, ma le sue incursioni e la sua presenza in area costituirono una spina nel fianco delle difese che dovevano contrastarlo. Dotato di una buona visione di gioco, si fece temere per la facilità di segnare goal da tutte le posizioni con entrambi i piedi. Fu soprannominato “uccellino” per il caratteristico modo di saltellare e avanzare in occasione di un dribbling nei confronti dei difensori che egli affrontò sempre come se dovesse esibirsi in una danza e poi volare verso la porta avversaria. Un dipendente della Fiat di Stoccolma lo segnalò al giovane Gianni Agnelli che lo porto a Torino per inserirlo nella squadra bianconera. Lo svedese superò i provini e venne ingaggiato in bianconero, ma quel ragazzo, malgrado la sua bravura dovette lasciare Torino perchè la società puntò sul duo straniero Charles e Sivori. Allora infatti il regolamento non permetteva di tesserare più di due stranieri e così Hamrin si trasferì a Padova alla corte di Nereo Rocco. Fu impiegato nel ruolo di ala destra e tra i patavini Hamrin segnò goal a grappoli. Ottima fu l'intesa con Brighenti e il sudAmericano Rosa. Lo svedese segnò 20 goal in 30 partite affermandosi un grande giocatore del nostro campionato. La Fiorentina dovendo sostituire il partente Julinho ingaggiò Hamrin nel 1958 reduce da un mondiale strepitoso e per 9 anni Hamrin fu il punto di forza dei gigliati. Intanto l'allenatore del Milan Nereo Rocco avendo bisogno di un'ala da schierare sul settore destro del campo, pensò di ingaggiare Hamrin conoscendolo già dai tempi del Padova e così anche se ormai anziano (33 anni), lo preferì ad altri giocatori sul mercato. Hamrin giocò 2 stagioni, ma rese al 100% contribuendo in modo straordinario a vincere giocando in una squadra già forte e ben costruita. Ebbe compagni di squadra eccezionali come Gianni Rivera, Sormani , Prati, Anquilletti, Rosato, Schnellinger e Trapattoni.
Il suo palmares conta solamente 61 partite e 17 goal in 2 stagioni ma sufficienti per conquistare:
1 scudetto, 1 Coppa Coppe, 1 Coppa dei Campioni. Hamrin terminata la carriera si dedicò ad allenare e anche ad insegnare calcio in quel di Coverciano dove tuttora risiede ottantaseienne.

Non può esserci vera grandezza senza umiltà
(Auro D'Alba)

Nostalgico rossonero

Prossimo appuntamento al IV° capitolo in cui saranno descritti i profili di: Ibrahimovic, Inzaghi, Kakà, Kaladze, Liedholm, Lodetti e Maldera.

Memorandum. Nei capitoli precedenti sono stati descritti i profili dei seguenti giocatori:

Capitolo I°: Abbiati, Albertini, Albertosi, Altafini, Ambrosini, Ancelotti, Angelillo, Anquilletti, Baggio, Baresi

Capitolo II°: Benetti, Bierhoff, Bigon, Boban, Buriani, Cafu', Chiarugi, Combin, Costacurta, Cudicini, Desailly, Dida