Una galleria di quadri d'autore

Mi ha intrigato molto l'articolo scritto dal collega blogger rossonero Velox One dal titolo “Buona Pasqua con il mio Milan ideale” ove campeggia gloriosamente la figura del grande Ruud Gullit.
In particolare mi ha destato curiosità e non poco stupore aver letto la formazione ideale che Velox One si è cimentato di assemblare.
Considerando di aver apprezzato molto l'articolo di Velox, devo dire con tutta sincerità che non è mai facile creare una formazione ideale con tutta la schiera di campioni che hanno indossato la maglia rossonera. Non è che io abbia poco apprezzato le scelte del simpatico amico rossonero, anzi, ma alla luce dei ricordi che hanno scatenato in me il desiderio del confronto tra i singoli campioni, mi resta alquanto arduo promuovere una formazione ideale, per quanto mi renda conto che alla fine questo “progetto divertente” rappresenta un gioco da disputare estrapolando nella galleria dei ricordi i campioni più significativi che hanno deliziato il palato di noi inguaribili tifosi innamorati.
Dunque, considerando le epoche diverse e il tenore di gioco diverso in esse applicato, non resta che elencare i nomi dei più grandi giocatori, ruolo per ruolo, che si sono avvicendati dal dopoguerra ad oggi in 70 anni di storia fantastica rossonera che io, per mia fortuna, ho potuto personalmente ammirare.

Partendo dai portieri mi sembra troppo riduttivo prenderne in considerazione solo 3, pertanto ai nomi di Albertosi, Cudicini e Donnarumma, sarebbe opportuno aggiungere pure Ghezzi, Galli, Rossi, Dida e Abbiati. Mi sembra doveroso elencarli poiché anche loro hanno fatto la storia del Milan.
Passiamo al ruolo dei terzini nel cui elenco, Velox One a ragion veduta ha elencato Cafù, Serginho e Paolo Maldini. I miei ricordi percorrendo il corridoio della galleria del tempo, mi impongono inevitabilmente l'inserimento di altri 4 campioni degni di nota. Essi sono: Anquilletti, Schnellinger, Maldera e Tassotti.
Nel ruolo di difensori centrali, Velox One ha ricordato: Baresi, Cesare Maldini, Silva, Rosato e Nesta. Anche per questo ruolo i miei ricordi mi impongono di non trascurare l'apporto che hanno dato al Milan anche Filippo Galli, Costacurta e Kaladze.
Il ruolo di centrocampista è considerato senza dubbio quello più delicato e importante per una squadra di calcio. In questo settore si costruiscono le azioni che danno l'impronta di gioco a tutta la squadra, aiutando la difesa e collaborando con gli attaccanti, non solo per fornire loro i palloni giusti onde realizzare i goal, ma fornendo valore aggiunto al reparto nel realizzare goal a loro volta.
Velox One ha scelto un centrocampo abile a difendere ma anche a segnare prediligendo tre grandi campioni del passato milanista e cioè: Pirlo, Desailly e Rijkaard e affidando il ruolo di regista al grande “golden boy” Gianni Rivera. Bene, nulla da eccepire ma mi è d'obbligo ricordare altrettanti grandi campioni che per i loro meriti hanno certamente contribuito più o meno in misura diversa a rendere grande la nostra società rossonera. Mi riferisco infatti a: Schiaffino, Green, Liedholm, Angelillo, Dino Sani, Trapattoni, Buriani, Lodetti, Benetti, Ancelotti, Donadoni, Evani, Albertini, Gullit, Boban, Seedorf, Ambrosini e Gattuso.
Infine, passando al ruolo degli attaccanti, resta assai difficile e complicato effettuare una scelta senza il rischio di sbagliare, pertanto onde distinguere i compiti degli attaccanti preposti sarà bene scindere il ruolo di prima punta (o centravanti che dir si voglia) e di seconda punta (o di attaccante di manovra).
Tra le prime punte Velox One ha scelto Van Basten ricordando pure Altafini, Prati, Whea, Ibrahimovic, Inzaghi e Shevchenko (l'ucraino per mezzo della sua poliedricità può essere considerato alla stessa stregua prima o seconda punta, a seconda le circostanze e l'abbinamento con i compagni di reparto). In questo lasso di tempo trascorso tra gli anni '50 ad oggi, io ricorderei pure altri bomber che ebbero grande risonanza tra i cannonieri contribuendo alla conquista di titoli.
Essi sono: Nordahl, Combin, Sormani, Novellino, Bigon, Papin, Virdis, Bierhoff e il brasiliano Ronaldo. Le seconde punte, capaci di arretrare giocando in linea con gli altri compagni del settore avanzato e comunque non distanti dalla prima punta con la quale avvalersi per effettuare gli scambi di rifinitura, sono state scelte con il criterio che ha tenuto conto dello schieramento nel modulo 4-2-3-1. Mi riferisco ai giocatori fantasisti che Velox ha scelto con grande arguzia: Kakà e Savicevic, certamente i migliori assieme a Baggio per questa funzione, ma non dimenticherei di citare pure altre seconde punte dalle doti tecniche brillanti come ad esempio Mora, Chiarugi, Hamrin, Rui Costa, Pato e Ronaldinho, ma sempre di grande rilievo pur se qualcuno di loro approdò in maglia rossonera al crepuscolo della carriera. Inoltre nel ruolo di seconde punte darei anche uno spazio doveroso a due attaccanti i quali, secondo il mio modesto parere, sono stati delle spalle ideali per l'attaccante più illustre con il quale hanno collaborato in 2 periodi diversi, cioè Massaro e Simone i quali hanno dato a loro modo un onesto ed efficace contributo alla gloriosa storia rossonera.

Sia pure brevemente desidero ricordare le caratteristiche e i meriti di ogni giocatore citato in questa rassegna di grandi campioni, ricordando che ognuno di loro da me chiamato in causa ha vinto qualcosa di importante in maglia rossonera e proprio per questo motivo mi sento in dovere di citare qualche breve cenno storico della loro carriera elencandoli tutti secondo una lista stilata in ordine alfabetico:

ABBIATI Christian
Fu acquistato dal Milan nel 1998 per occupare il posto di terzo portiere del Milan i cui titolari erano Sebastiano Rossi e Jens Lehmann secondo portiere. Ma Christian, con la serietà e la costanza che lo ha sempre contraddistinto, riuscì presto a diventare titolare facendo concorrenza qualche anno dopo al portiere brasiliano Dida. Nella sua carriera Abbiati andò in prestito presso altri club ma quando ritornò al Milan rimase fino a fine carriera ritirandosi nel 2016.
Abbiati con 380 presenze vanta il record assoluto tra i portieri in casacca rossonera. Di recente Christian è stato anche preparatore dei portieri milanisti dando le dimissioni nel luglio 2018 con l'avvento di Elliot nella nuova proprietà. Il palmares di Abbiati vanta 3 scudetti, 1 coppa Italia, 2 supercoppe italiane, 1 Champions League e 1 Supercoppa Uefa. Abbiati è stato pure il portiere della Nazionale Italiana under 21 vincendo il campionato Europeo nel 2000.

ALBERTINI Demetrio
Centrocampista di ottima fattura, metronomo e giocatore dall'intuito e dallo stile del purosangue. Prelevato dalle giovanili del Milan, Demetrio esordì in prima squadra nel 1988 e tranne il breve intervallo di 7 mesi in prestito al Padova nella stagione 1990-91, Demetrio giocò 14 stagioni in maglia rossonera, costituendo un punto irremovibile nella zona del centrocampo rossonero. La sua caratteristica di gioco, degna delle migliori tradizioni in quel ruolo, si fonda sulla capacità di trovarsi presente nelle zone nevralgiche del campo contrastando con sicurezza gli avversari e costruendo le azioni di ripartenza per l'attacco. Affiancato all'inizio della carriera a grossi calibri come Ancelotti e Rijkaard, Albertini imparò presto a muoversi diventando un punto di riferimento fisso della squadra. Ebbe come allenatori Sacchi, Capello, Zaccheroni e Ancelotti dai quali imparò molte cose a completamento del suo già ricco bagaglio tecnico. Il suo palmares è ricco di trofei: 5 scudetti, 3 supercoppe Italiane, 3 Champions League, 2 supercoppe Uefa, 2 coppe Intercontinentali. Albertini è stato vicepresidente della Federcalcio per 6 anni, ma dopo la candidatura a presidente, purtroppo fallita, non vedendo buoni spiragli di rinnovamento tra gli orizzonti del governo calcistico, rassegnò le dimissioni nel 2014.

ALBERTOSI Enrico
Portiere di grandi qualità tecniche e dallo stile inconfondibile dimostrò sin da giovane di possedere particolari predisposizioni sia tra i pali come pure nelle uscite in area di rigore. Militò nel Milan dal 1974 al 1980, prelevato dal Cagliari dove vinse lo storico scudetto coi sardi nel 1970. Fu a lungo il portiere della Nazionale italiana dal 1961 al 1974 vincendo il campionato europeo nel 1968 e disputando la finale del mondiale in Messico contro il Brasile disputata nel 1970. Cedette poi il posto di titolare al più giovane portiere e amico Dino Zoff dopo aver disputato 4 mondiali.
Nei sei anni giocati al Milan vinse 1 scudetto nel 1979 (quello della stella) e 1 coppa Italia.
Nel 1980 scoppiò il caso del calcio scommesse che in Italia coinvolse parecchi giocatori tra i quali pure Albertosi che fu radiato. Egli prima della pesante squalifica subita giocò la sua ultima partita a S. Siro nel febbraio del 1980 all'età di 40 anni già compiuti.

ALTAFINI Josè
Centravanti dai piedi raffinati e dal tiro in porta forte e preciso, il brasiliano figlio di emigrati italiani fu acquistato dal Milan al termine del campionato mondiale disputato in Svezia nel 1958. Egli non impiegò molto tempo per inserirsi negli schemi e nella mentalità italiana, tanto è vero che vinse già al suo esordio lo scudetto nel 1959. Josè comunque deve in parte la sua fortuna di goleador ai sapienti assist ricevuti dal giovane Gianni Rivera con il quale acquisì un'intesa calcistica in campo tale da esaltare i successi non solo conquistati nel campionato italiano, ma pure nelle competizioni internazionali. Altafini fu autore della doppietta rifilata al Benfica nella finale di coppa dei campioni a Wembley nel 1963 contribuendo in particolar modo alla conquista del trofeo per la prima volta conquistato da una squadra italiana. Altafini vinse la classifica dei cannonieri di quella edizione europea realizzando in tutto il torneo 14 goal, record battuto da Cristiano Ronaldo nel 2014. Altafini lasciò il Milan nel 1965 trasferendosi al Napoli dopo la polemica ingaggiata con due suoi compagni di squadra, il connazionale Amarildo e Ferrario.
Il suo palmares al Milan in 7 anni di attività, presenta un invidiabile curriculum di 246 presenze e 161 reti realizzate. Altafini ha vinto 2 scudetti, capocannoniere in campionato con 22 goal nel 1961, 1 coppa dei campioni nel 1963 e capocannoniere con 14 goal.

AMBROSINI Massimo
Centrocampista dai mezzi tecnici non eccelsi, ma efficaci e di sicuro apporto alla squadra. Egli giunto al Milan nel 1995 appena maggiorenne proveniente dal Cesena, imparò presto ad applicare la metodologia di gioco in campo soprattutto ascoltando i consigli di un allenatore come Carlo Ancelotti. Storico capitano col numero 23 dopo il ritiro di Maldini nel 2009, Ambrosini fu apprezzato dai suoi compagni e da tutta la tifoseria rossonera per il coraggio, la sua regolarità in campo e la volontà di non mollare mai. La sua carriera si è svolta nell'arco delle 17 stagioni vissute al Milan collezionando 489 presenze e 36 goal. Il suo palmares è ricco di trofei conquistati in Italia e all'estero: 4 scudetti, 1 coppa Italia, 2 supercoppe Italiane, 2 Champions League, 2 supercoppe Uefa, 1 Coppa del mondo Fifa per club.
Dopo il ritiro dal calcio giocato, Massimo ha intrapreso il ruolo di opinionista commentando le vicende calcistiche con ottimo successo nelle trasmissioni televisive di Sky

ANCELOTTI Carlo
Centrocampista arretrato nella zona mediana del campo seppe distinguersi per le sue doti tecniche votate alla costruzione del gioco senza disdegnare il compito di contrasto alle trame avversarie, facilitato in questo compito dal suo fisico atletico. Il Milan lo acquistò nel 1987 per volere di Arrigo Sacchi e la scelta fu indovinata, infatti “Carletto Nazionale” conquista lo scudetto fungendo da faro nello schieramento rossonero. L'anno dopo fa centro pure in champions nella finale contro il Real Madrid segnando uno dei 5 goal rifilati ai madrileni, come tutti ricorderanno, con un fortissimo tiro dalla distanza. Ancelotti lasciò il segno al Milan arricchendo ulteriormente il suo palmares con la conquista di altri trofei. Egli durante i cinque anni disputati al Milan conquistò: 2 scudetti, 1 supercoppa italiana, 2 coppe dei campioni, 2 supercoppe Uefa, 2 coppe intercontinentali. Carlo Ancelotti fu anche allenatore dei rossoneri, come tutti sappiamo, guidando il Milan alla conquista di tutti i trofei in palio. Infatti in qualità di allenatore rossonero Carlo Ancelotti ha vinto: 1 Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa Italiana, 2 Champions League, 2 Supercoppe Uefa, 1 Coppa del mondo per club, 2 panchine d'oro, 1 trofeo allenatore World soccer. Carletto ha girato tutta Europa allenando le squadre più forti del continente e vincendo tutto ovunque egli abbia allenato. Real Madrid, Paris St. Germain, Chelsea, Bayern di Monaco e attualmente si trova ad allenare l'Everton. Una carriera esemplare e unica quasi impossibile da eguagliare.

ANGELILLO Antonio Valentin
Premetto che il campione argentino, da me tanto ammirato da quando vestì la maglia nerazzurra dell'Inter, arrivò al Milan nel 1965 in tarda età proveniente dalla Roma. Il suo ruolo di centravanti che gli procurò tanta gloria in passato non potè esprimerlo appieno in maglia rossonera e l'allenatore Liedholm pensò di farlo giocare in una posizione arretrata di centrocampo nel ruolo di suggeritore del gioco. L'esperimento andò a buon fine tanto è vero che Angelillo non smentì le sue doti di grande giocatore offrendo egregiamente il suo contributo nella conquista dello scudetto durante la stagione 1967/1968. Il tricolore che mai riuscì a conquistare con l'Inter e con la Roma fu il premio ampiamente meritato per la sua carriera di grande giocatore. In 2 annate (la stagione 1966/1967 la giocò al Lecco allora neo promosso in serie A) Angelillo giocò 34 partite segnando 4 goal. Nel suo palmares personale spicca lo scudetto vinto col Milan assieme alla Coppa Italia vinta nella Roma nella cui squadra vinse pure una Coppa delle Fiere nel 1961.

ANQUILLETTI Angelo
Fu il terzino destro che fece parte della famosa “difesa di ferro” composta da Cudicini in porta, Schnellinger terzino sinistro e Rosato stopper ai tempi del “Paron” Nereo Rocco. “Anguilla”, come lo chiamarono simpaticamente i suoi tifosi, fu un professionista serio e scrupoloso, studiando i suoi avversari per mezzo dei filmati e delle notizie approfondite della stampa sportiva. Egli, pur considerato un mastino che non mollava mai i suoi avversari, si guadagnò la stima dei compagni, degli altri giocatori avversari e degli arbitri poiché esibì sempre correttezza nei suoi interventi commettendo pochissimi falli. Nel suo rispettabile palmares vissuto in undici anni di Milan dal 1966 al 1977 accumulò 418 presenze e 2 goal entrambi segnati al Levski di Sofia in Coppa Coppe. Inoltre vanta: 1 scudetto, 4 coppe Italia, 2 coppe delle coppe, 1 coppa dei campioni, 1 coppa intercontinentale e 1 campionato europeo vinto in nazionale nel 1968.

BAGGIO Roberto
Grande fantasista di fama mondiale, Baggio deliziò i tifosi del mondo intero con le sue giocate frutto della classe immensa e del fiuto del goal non comuni. La sua carriera fu caratterizzata dalle numerose appartenenze in diverse squadre di serie A, soprattutto per il rapporto contrastato con diversi allenatori, fra i quali Capello, il quale gli rimproverò sempre di non aiutare i compagni schierati nella zona di retrovia del centrocampo. Ebbe invece un ottimo rapporto con Oscar Tabarez subentrato a Capello nel Milan e successivamente ebbe anche un discreto rapporto con Sacchi che malgrado la ruggine formatasi nella finale del mondiale persa dagli azzurri ai rigori contro il Brasile (in cui Baggio sbagliò il rigore più decisivo della sua carriera), furono create le premesse per un riavvicinamento tra i due. Baggio giocò in quel periodo con Savicevic e Weha al quale fornì ottimi assist per segnare qualche goal in più. Ma al ritorno di Capello il fuoriclasse dal “divin codino” dovette andarsene dalla squadra rossonera in cui sembrava essersi ormai ambientato totalmente, poichè dichiarato fuori progetto dall'allenatore friuliano.
A mio modesto avviso Baggio, per le sue rare caratteristiche di giocatore estroverso dotato di spunti irresistibili, avrebbe dovuto giocare senza particolari compiti di responsabilità. Il suo estro e la sua facilità di saltare l'uomo avrebbero meritato più libertà di movimenti in campo, proprio per consentirgli di esprimersi al meglio e senza condizionamenti di sorta. Il fuoriclasse di Caldogno vinse parecchi trofei personali nella sua carriera. Il palmares nelle 2 stagioni giocate in maglia rossonera registra: 67 presenze con 19 goal e uno scudetto vinto nel 1995/96.

BARESI Franco
In un oratorio, anni fa a Travagliato in provincia di Brescia, alcuni osservatori ammirarono un giovane dal carattere indomito e dalla tecnica efficace il quale giocando incitava con grande personalità i compagni. Quel ragazzo si chiamava Franco Baresi e un giorno dell'anno 1977 fu ingaggiato dal Milan per essere inserito nei ranghi della squadra giovanile. Egli non tardò molto a diventare il condottiero di numerose battaglie affrontate sempre con lo spirito di chi sa che combattere significa anche soffrire e non mollare mai. Questo è sempre stato il carattere di Baresi e questo fu ciò che egli seppe trasmettere in campo ai suoi compagni di squadra dall'alto della sua umiltà che ha caratterizzato ampiamente il suo modo di giocare. Il suo primo scudetto, quello della stella, lo conquistò nel 1979 a 19 anni al secondo anno in carica di titolare. Cominciò la sua carriera come giocatore di centrocampo, ma poi evolvendo il suo gioco arretrò in difesa giocando prima da libero e poi con Arrigo Sacchi da difensore centrale in linea con i compagni della difesa. Fu un grande interprete del gioco totale che prevedeva di mettere in fuorigioco gli attaccanti avversari per mezzo di un automatismo sincronizzato avanzando tutta la linea difensiva al momento opportuno. Dopo Paolo Maldini, Franco Baresi con 719 presenze e 33 goal realizzati è il giocatore che a tuttoggi non ha ancora avuto eguali riguardo la quantità di partite giocate in squadra rossonera. Un grande capitano (quindici anni di fascia) che ha fatto la storia del Milan nell'era dei più grandi successi conquistati con la sua mitica maglia numero 6, l'esempio di devozione per la propria squadra da tramandare ai giovani.
Il suo palmares vanta la conquista di: 6 scudetti, 4 Supercoppe Italiane, 3 Coppe dei Campioni, 3 Supercoppe europee, 2 Coppe Intercontinentali di club, campione del mondo con la nazionale nel 1982 e vice campione del mondo nel 1994. Si classificò secondo nell'assegnazione del pallone d'oro vinto da Van Basten, ma questo trofeo gli fu assegnato dal presidente Berlusconi quale meritato riconoscimento alla carriera. Ciò avvenne il 1° giugno 1997 al termine della partita d'addio al calcio giocato a suggello dei vent'anni di militanza di Franco Baresi in maglia rossonera.
Quel giorno la società decise di ritirare in maniera definitiva la maglia n° 6 ritenendo che farla indossare in futuro ad altri giocatori non sarebbe stato rispettoso nei confronti del grande campione.

Gianni Brera disse di lui: Franco Baresi è dotato di uno stile unico, prepotente, imperioso, talora spietato. Si getta sul pallone come una belva: e se per un caso dannato non lo coglie, salvi il buon Dio chi ne è in possesso! Esce dopo un anticipo atteggiandosi a mosse di virile bellezza gladiatoria. Stacca bene, comanda meglio in regia: avanza in una sequenza di falcate non meno piacenti che energiche: avesse anche la legnata del gol, sarebbe il massimo mai visto sulla terra con il brasiliano Mauro, battitore libero del Santos e della nazionale brasiliana 1962”.
Baresi è l'emblema della bandiera da conservare con amore, mantenendo indelebili i suoi colori da custodire per sempre nel cuore dei tifosi.

Nostalgico rossonero


La presentazione completa di tutti i 72 giocatori menzionati, con relativi cenni storici forniti in questo articolo, richiederà uno spazio troppo lungo per contenere tutto in un unico singolo lavoro, pertanto è necessario, onde completare la rassegna, suddividere la presentazione dei restanti giocatori in ulteriori 7 puntate che presenterò (elencando i giocatori sempre in ordine alfabetico) con relativo intervallo di pubblicazione tra una puntata e l'altra. L'opera completa in cui saranno compresi tutti i giocatori rossoneri menzionati sarà formata pertanto da 8 capitoli in totale.

Prossimo appuntamento al II capitolo in cui saranno descritti i profili di: Benetti, Bierhoff, Bigon, Boban, Buriani, Cafù, Chiarugi, Combin, Costacurta, Cudicini, Desailly e Dida.