Ieri ho trascorso una giornata intensa, assorbito totalmente nel disbrigare i miei impegni casalinghi iniziati già al mattino presto per preparare il pane, poi dedicandomi alla cura del mio giardino prensile nel terrazzo, ogni giorno sempre più florido e variopinto. La cura delle mie piante e dei miei fiori è l'impegno che assorbe gran parte della mia giornata, a volte dedicando più tempo a questa mia passione floreale piuttosto che alla passione letteraria. Ci sono sempre due orette che dedico alla lettura e circa tre ore a scrivere i miei componimenti sul calcio, la mia grande passione da 70 anni ad oggi.
A tal proposito ci tengo a sottolineare che da una ventina di giorni mi sono avventurato in un progetto molto impegnativo, descrivendo avvenimenti e profili dei giocatori del mio Milan, quelli che ho visto giocare sin dai tempi vissuti da ragazzino. Dopo i primi cinque capitoli, già completati e pubblicati, ho palesemente accusato una fatica più psicologica che fisica. Ho temuto finora di non essere stato all'altezza di affrontare un compito che si sta rivelando più complicato di quello che avevo previsto. D'altronde il progetto è già stato varato e ha riscontrato il successo da parte della Redazione, che io non finirò mai di ringraziare per la loro continua insistenza nello stimolarmi, assegnandomi lusinghieri giudizi.
Proprio per questa ragione sto profondendo tutte le mie energie per non deludere nessuno, nemmeno quei 5/6 blogger che tramite i loro commenti mi incoraggiano a non mollare, ma soprattutto non voglio e non posso mollare per non deludere l'amico Calatino-a-Interland. Egli, dall'alto della sua generosità, ha contribuito a infondermi la forza necessaria per continuare sollecitandomi sempre, ma soprattutto donandomi il prezioso omaggio della splendida copertina da lui dipinta artisticamente sul V° capitolo. Sono arrivato, sia pure a fatica, a superare la metà dell'intero lavoro e spero entro questo mese di poter completare i rimanenti capitoli ancora da scrivere.


Tornando a ieri, ho trascorso l'ultima parte della mia faticosa giornata nel mio studio che considero un tempio della cultura con i 760 libri nei quali sono rappresentati tutti i diversi settori del mondo letterario antico e moderno, un patrimonio accumulato nel corso dei decenni e suddiviso con ordine tra gli scomparti delle mie tre grandi librerie. In un angolo dello studio il PC alloggia sulla scrivania e davanti ad essa una comoda poltrona per lavorare seduto a mio agio. Io scherzosamente sono solito chiamare quel luogo “il pensatoio” dove mi rifugio ogni giorno per riflettere, a volte per comporre qualche poesia o alcuni pensieri da custodire e soprattutto per far compagnia ai miei libri che poi, per la verità, sono loro che fanno compagnia a me. Ieri dicevo, mi sono accomodato nella mia poltrona avvolgente e rilassante iniziando a scrivere il sesto capitolo della collana “La galleria dei ricordi rossoneri” passando quindi in rassegna tutti i nomi dei giocatori elencati da descrivere in questo capitolo, nel rispetto della sequenza per ordine alfabetico. Forse la stanchezza e forse anche l'approfondita meditazione profusa, mi hanno consegnato dolcemente tra le accoglienti braccia di Morfeo, trasportandomi direttamente nella piacevole avventura di un sogno surreale. Mi sono quindi trovato inaspettatamente seduto in una comoda poltroncina di tribuna in uno stadio immaginario, in attesa di assistere a un incontro di calcio importante. La tribuna era assiepata da parecchi spettatori in trepida ma felice attesa. Due signori attempati ed eleganti in giacca, cravatta e cappello mi si sono avvicinati controllando la numerazione delle poltroncine ed entrambi si sono accomodati a fianco a me, uno alla mia sinistra e l'altro alla mia destra. I loro visi però non mi sono sembrati nuovi e guardandoli attentamente mi sono chiesto chi fossero, e se li avessi già incontrati per caso in un'altra occasione. Essi captando la mia perplessità, si sono presentati sorridendomi, prima il signore alla mia sinistra: “piacere sono Andrea Rizzoli” e l'altro di rimando alla mia destra “lieto sono Ferruccio Novo”.

Incredibile! Mi trovavo seduto tra il Presidente del Milan nel decennio a cavallo tra gli anni '50 e '60 e il Presidente del Grande Torino. Nemmeno il tempo di stupirmi oltre ed ecco che fanno già il loro ingresso in campo le due squadre. Ma come? E' proprio così?! Osservo con stupore la divisa delle squadre, una è quella rossonera, mentre l'altra è quella granata! Mi rivolgo ai due presidenti con gli occhi sprizzanti di gioia esclamando: “ma allora è proprio così! Milan contro Torino! Che bella rivalità ci sarà in campo” “Direi proprio di no caro amico – mi risponde seraficamente Ferruccio Novo – noi qui non conosciamo rivali, ma solo amici, solo amorevoli amici e nulla potrà sembrare diversamente guardandoli giocare”.
Il presidente Rizzoli ammiccando ribadisce scuotendo il capo e sorridendomi aggiunge: “Guarda i giocatori in campo che tu hai già conosciuto e ti convincerai che non possono esserci rivalità”. “Beh – aggiungo io – ma le diverse generazioni... la differenza di età... come è possibile?” “Quì è tutto livellato – mi risponde – non esistono rivalità, non esistono invidie, gelosie ed altro, qui si vive nella fratellanza, nella solidarietà e nell'amore per gli altri”. Piuttosto – incalza Ferruccio Novo – tu non hai avuto il piacere di conoscere gli eroi del Grande Torino, perchè ancora eri un bambino. Vieni giù con me, seguimi assieme al presidente Rizzoli, te li voglio presentare uno ad uno”.
Pertanto scendendo piano piano dalle scalette, entriamo e ci dirigiamo al centro del campo.
Eccoli i giocatori, sono tutti in fila uno accanto all'altro, essi mi accolgono con un sorriso e si fanno riconoscere facendo una breve giravolta per farmi notare il numero di maglia impresso sulla schiena al momento del loro turno:

1 Bacigalupo. “ Valerio è il nostro portiere – esclama Ferruccio Novo – egli è l'eroe della nostra difesa. Eccellente tra i pali, spericolato nelle uscite e abile nella presa ferrea del pallone. I suoi interventi sono particolarmente acrobatici e si distingue nel parare egregiamente i rigori. Egli, poche volte consente all'attaccante avversario di realizzare il goal, quando avviene ciò è perchè dovuto all'abilità del giocatore che gli ha sferrato il tiro in porta imparabilmente”. Io guardo Bacigalupo con molta ammirazione, pensando di averlo immaginato più alto di quanto lo sia invece nella realtà, soprattutto considerando l'altezza dei portieri nella nostra epoca attuale.

2 Ballarin. Il presidente nel presentarmelo afferma: “Aldo è il terzino destro dello schieramento, un baluardo invalicabile per chiunque. E' abile a difendere e anche eccellente nelle discese in avanti aiutando i compagni del reparto di centrocampo ad attaccare. Grande interprete del sistema di gioco attuato dal tecnico Erbstein, egli funge da elemento catalizzatore tra il reparto difensivo e quello offensivo, irrobustendo il centrocampo quando lo si richiede durante le varie fasi di gioco”.
Guardando il suo viso da bravo ragazzo mi sono chiesto come possa essere così arcigno nel gioco.

3 Maroso. “Virgilio nel suo ruolo di terzino sinistro è ineguagliabile. Il più forte di tutti al mondo – dice il presidente – secondo me. Per quello che si è visto nei terreni di gioco, credo che nessuno abbia mai messo in mostra la sua stessa abilità, attaccando tramite una tecnica di gioco davvero superiore alla media. Il suo modo di giocare è simile a quello di un'ala ma con la prerogativa di saper difendere ad alto livello. Lui è il “cit” cioè il piccolo, inteso come il più giovane di tutta la squadra”. Maroso si accorge della mia espressione di stupore e quindi mi ricambia con un sorriso carico di affabilità.

4 Grezar. “Giuseppe gioca da mediano destro – interviene Novo – pur essendo ambidestro. E' abile a difendere interrompendo le trame avversarie con un tempismo eccezionale. Egli trova il tempo di scelta nell'impostare l'azione di rimando costruendo quella offensiva per dialogare con i compagni. Direi che si tratti di un centrocampista dotato di grandi riflessi. Infatti non per nulla gli è stato affibbiato il soprannome di “Gazzella” considerando la destrezza degli spostamenti in campo”. Grezar mi sorride simpaticamente mentre il presidente continua la rassegna dei prossimi giocatori.

5 Rigamonti.Ecco Mario, un altro pilastro della difesa. E' il classico centromediano di sostegno – precisa il presidente – con lui sono pochi gli attaccanti che riescono a segnare con facilità. Mario li affronta sempre con coraggio. A volte anche con interventi duri, ma sono sempre efficaci e decisivi evitando di subire danni per la porta granata. Ha un solo difetto, quello della passione per la moto che oltre ad essere pericolosa, non gli consente di arrivare puntualmente agli allenamenti”. Segue una risata generale e a Rigamonti compare sul viso un'espressione da monello.

6 Castigliano. “Eusebio è il mediano sinistro che parte da lontano e aggredisce l'area avversaria con le sue incursioni pericolose. Anch'egli è ambidestro e quindi ha sempre un doppio vantaggio avendo più occasioni favorevoli rispetto a chi gioca con un piede solo. Tirando spesso in porta, in virtù del suo ottimo palleggio, riesce ad andare in goal con molta facilità – dice sorridendomi il presidente – senza mai perdere di vista il suo centrocampista antagonista. Con lui sembra che la squadra si ritrovi con dodici giocatori in campo”.

7 Menti. “ Un'ala destra come Romeo, la vorrebbero avere tutti in squadra. Il suo dribbling e i suoi cross sono sempre decisivi, senza contare che spesso è lui a segnare dopo aver ricevuto la triangolazione da parte dei compagni. Quando scende a rete sfodera tutta la sua classe ponendo il suo avversario in difficoltà a seguito delle finte di corpo e della velocità di esecuzione dei cross in area. Spesso le difese avversarie per arrestare la sua irruenza tecnica sono costrette a ricorrere alla doppia marcatura – indica con garbo il presidente – ma con tutto ciò egli sfugge ugualmente al controllo avversario, mimando con il corpo la stessa finta ripetuta precedentemente”

8 Loik. “ Ezio è una mezzala destra eccellente. Indispensabile per la manovra di una squadra in cui il movimento e le proiezioni a rete coinvolgono tutti i giocatori di ogni reparto. Mai mi è capitato di vedere in campo un giocatore come lui, presente al momento giusto dando manforte ai compagni della difesa e sostenendo l'attacco con passaggi precisi e smarcanti. Lui è certamente il motore pulsante della manovra, correndo da una parte all'altra del campo senza mai fermarsi per riprendere fiato – dice sottolineando il presidente e aggiunge – Ezio è l'uomo dei goal impossibili”.

9 Gabetto. “ Gigi è il nostro centravanti – indica Ferruccio Novo mostrando la mano tesa verso di lui – e in fatto di altruismo verso i compagni la dice lunga. E' per questo che i ragazzi gradiscono il suo modo di giocare e gli danno volentieri la palla in area, perchè sanno di riceverla e che lui stesso, prima o poi, ci metterà lo zampino per segnare dei bei goal. Gigi è anche forte di testa, sia nel gioco aereo come pure colpendo la palla tuffandosi per indirizzarla laddove il portiere dell'altra squadra non potrà mai arrivare.”

10 Mazzola. “Valentino, il nostro capitano, è la mezzala sinistra – afferma il presidente posando la mano sulla spalla di Mazzola – Egli è il faro della squadra, la luce che fa brillare il gioco, colui che sprona la squadra nei momenti meno belli accendendo il famoso quarto d'ora granata. Erbstein gli ha assegnato il compito di intercettare i palloni invitanti dei compagni e condurre il gioco allo scopo di realizzare il goal. E Valentino, i goal, li segna in modo meraviglioso e inoltre quando non gli è possibile segnarli, allora inventa il modo per farli segnare ai suoi compagni, chi tra di loro è in quel momento nelle più agevoli condizioni per farlo. Tra le sue doti spicca l'intuito immediato che Valentino possiede in modo infallibile. La sua tecnica di gioco è eccezionale, lui è il miglior calciatore del mondo, il più bravo e il più intelligente.”

11 Ossola.Franco ala sinistra – chiude il presidente Novo – è un altro giocatore che ha un rendimento costante ed efficace. Sa dialogare con i compagni e ne comprende gli spostamenti in campo. Funge da riferimento estremo per i cross che vengono sfruttati il più delle volte da Gabetto o da Menti. Spesso torna nella fascia bassa per dare una mano a Maroso ma è pronto a ripartire cercando Valentino per le triangolazioni e le conclusioni personali.”

Poi Ferruccio Novo aggiunge: “Ora che hai conosciuto i granata, lascio fare al Presidente Rizzoli le presentazioni dei giocatori rossoneri che tu già conosci e ricordi molto bene.”
Io allora intervenendo, raccomando ai giocatori di evitare di voltarsi per consentire la lettura della numerazione posta sulla schiena conoscendoli già, anzi esprimo il desiderio di voler pronunciare direttamente i loro nomi chiedendo al presidente il permesso di poter dire a ognuno di loro qualche breve parola velocemente. Il presidente Rizzoli annuisce e autorizzandomi a procedere, si scosta per farmi spazio. Con emozione pertanto guardo da vicino ognuno di loro e affettuosamente prendo coraggio salutandoli uno per uno. Essi sono proprio quei ragazzi che io ho sempre ammirato da piccolo, poi da giovanotto e qualcun altro da uomo più maturo. Procedo pertanto a pronunciare i loro nomi iniziando dal primo della fila e rivolgendo un pensiero gentile nei loro confronti, senza dilungarmi oltre il dovuto. Essi quindi mi rispondono con benevolenza e dolcezza mano a mano che mi soffermo a turno con loro.

1 Ghezzi. “ Caro Giorgio sei stato sempre un grande portiere. Ti ho sempre ammirato per i tuoi interventi e il tuo coraggio nelle uscite. Anch'io ti chiamavo Kamikaze, lo sai? Grazie portiere coraggioso”. Lui ricambia i miei ringraziamenti tramite il suo sorriso inconfondibile e schietto.

2 Anquilletti “ Angelo, sono felice di rivederti, sei stato un esempio per tutti. Io ti ho sempre ammirato. Sai? Ti chiamavo “Anguilla” simpaticamente”. Lui con un sorriso benevolo mi risponde di essere lusingato e di essere stato sempre a conoscenza di quel soprannome affettuoso.

3 Maldera. “ Grazie Aldo per la tua fedeltà dimostrata. Hai seguito la squadra pure in serie B. Ti sono grato per questo ”. Egli mi risponde che ciò è stato un dovere farlo, ma soprattutto è stato un piacere condividerlo con i compagni di allora e ricambia i miei ringraziamenti.

4 Liedholm. “ Ciao Liddas, sei stato un grande giocatore oltre che un grande allenatore. Ti ho ammirato sempre con grande rispetto non solo per la tua abilità tecnica, ma anche per la personalità che hai dimostrato in campo, con generosità e con eleganza”. Egli mi ringrazia con un sorriso, e mi risponde che questo compito gli è stato reso facile per merito del sostegno ricevuto dai tifosi.

5 Cesare Maldini. “Meraviglioso Cesare, sei stato un grande giocatore, un grande capitano, un allenatore di prim'ordine e soprattutto un padre modello per Paolo. Io ti ringrazio per tutto ciò. Sei stato un esempio per tutti”. Cesare mi sorride benevolmente e mi dice grazie in modo semplice, con lo stesso sorriso di quando in passato ebbe a disquisire con me.

6 Radice. “E' con piacere che ti rivedo Gigi. Ciao sergente di ferro. La tua serietà mi ha sempre contagiato e il tuo modo di giocare ha espresso una forza di volontà non comune.” Ciao mi risponde lui, con il suo solito sorriso fra il timido e il pudico, sua caratteristica di sempre.

7 Mora. “ Ciao Bruno, ti ricordo sempre con molta stima e affetto. Sei sempre stato un giocatore scrupoloso, attento ed efficace. Con il tuo modo di giocare i tifosi rossoneri si sono sempre sentiti sicuri che i benefici effetti sarebbero stati a tutto nostro vantaggio.” Grazie mi replica Mora.

8 Gren. “ Ciao anche a te, grande Professore. Tanti sono stati i tuoi successori in campo e molti di loro hanno imparato tanto dalla tua tecnica di gioco. Io avevo 16 anni quando ti ammirai in quella finale mondiale di Stoccolma. Grazie anche a te per tutto ”. Ti ringrazio anch'io mi risponde Gren.

9 Nordahl. “ Ancora oggi ci manchi caro Gunnar. Sei stato un centravanti fortissimo, un ariete. I portieri avevano il terrore di avere a che fare con la tua forza d'urto e con le tue bordate fulminanti. Grazie di cuore per tutto quello che ci hai dato.” Sono io che ringrazio te, mi risponde di rimando.

10 Schiaffino. “ Ciao Pepe, tu sei sempre stato e tuttora sei il mio beniamino. Restavo incantato vedendoti giocare. Sei stato il suggeritore ideale per parecchi attaccanti che lanciavi a rete in modo impeccabile e intelligente. Inoltre segnavi sempre dei goal indimenticabili, accarezzando il pallone come solo tu sapevi fare”. Egli mi risponde con il suo largo e convincente sorriso: ”Sì ho sempre saputo di essere stato un tuo beniamino, ne sono onorato per questo e ti ringrazio molto.”

11 Borgonovo. “ Caro Stefano, ti abbiamo voluto bene e ancora te ne vogliamo tutti. Ricordo ancora i tuoi due goal segnati in Coppa dei Campioni di cui uno molto bello rifilato al Bayern. Non ti dimenticheremo mai.” “Anch'io vi voglio bene, ti ringrazio”. Così risponde di rimando Stefano.

Finita la carrellata delle presentazioni, rivolgo qualche parola di elogio ai giocatori granata:

“Ragazzi, ciò che Voi avete regalato al calcio italiano è rimasto custodito nel cuore di tutti noi. Non Vi abbiamo mai dimenticato e mai Vi dimenticheremo.
Domani è il 4 di Maggio e ricorre il 71° anniversario della tragedia avvenuta a Superga, che ha colpito tutti Voi e che ha coinvolto anche tutti noi. Alle ore 17.05 saremo idealmente con Voi, non solo con il nostro pensiero ma anche con il nostro cuore. Valentino Mazzola si stacca dalla fila e prendendomi per mano mi accompagna verso la panchina presentandomi il mister: “Ecco, questo è il tecnico Erno Erbstein, colui il quale ha il merito di averci infuso quel modulo di gioco che tutti avete sempre ammirato”. Alzandosi in piedi Erbstein mi viene incontro per salutarmi dicendomi: “Caro nostalgico, sappiamo tutti da parecchio tempo che sei un grande innamorato del bel calcio. Tutti i ragazzi sono ora qui per onorare questo momento, assieme ai giocatori rossoneri ai quali hai dedicato tanta ammirazione e tanta devozione. Oggi, per te sarà un momento sublime che noi tutti siamo felici di poterti dedicare.” Ringraziandolo, nell'avviarmi verso la tribuna con i 2 presidenti, passo davanti alla panchina dove siede Rocco, mi soffermo e lo saluto: “Ciao paron e grazie di tutto”. Egli alzandosi mi viene incontro sorridente e abbracciandomi sussurra: “Buona partita nostalgico”. In quel mentre, si sente echeggiare un fragoroso applauso proveniente dagli spalti, dove mi accomodo subito in compagnia dei due presidenti per gustarmi lo spettacolo.

La partita inizia subito con entusiasmo da parte dei giocatori di entrambi i fronti. Subito i granata imbastiscono un'azione sulla sinistra dello schieramento coinvolgendo l'ala sinistra Ossola il quale percorre qualche metro, ma viene affrontato dal rossonero Anquilletti il quale sventa prontamente la minaccia rilanciando al centro del campo nella zona presidiata da Gren. Il professore avanza senza indugio, evita l'intervento di Castigliano e appoggia il pallone a Schiaffino il quale dopo un elegante palleggio allunga verso Nordahl, lo svedese evita l'accorrente Rigamonti e sferra un tiro fortissimo nella porta granata. Bacigalupo si esibisce in un intervento plastico deviando la palla in corner. Dalla bandierina è incaricato Mora a rimettere il pallone in gioco, il tiro è teso e preciso, ma è preda di Rigamonti che di testa allontana nella zona in cui Loik è pronto a raccogliere per scambiare il pallone con Mazzola. Valentino fa sfoggio della sua classe, elude la vigilanza di Radice, chiede triangolo a Menti e lo ottiene controllando il pallone con un pregevole palleggio. Valentino entra in area, evita Maldini ma si vede piombare Ghezzi in uscita, il quale accartocciandosi a terra, afferra il pallone in presa sicura e interrompe l'azione granata. La gara prosegue con i protagonisti capaci di dare uno spettacolo continuo e affascinante fino a quando intorno alla mezzora Menti si impossessa della palla, serve Gabetto che restituisce al compagno un passaggio preciso al limite dell'area. Menti raccoglie e piazza in porta un tiro preciso ad effetto che si insacca all'incrocio dei pali alle spalle dell'incolpevole portiere rossonero Ghezzi. Applausi a scena aperta per la bella azione e per la fulminea conclusione. Ci si avvia verso lo scadere del primo tempo assistendo a bellissime azioni da ambo le parti, lo spettacolo è notevole e le emozioni non mancano soprattutto fino a quando nel cerchio di centrocampo, Liedholm raccoglie un pallone invitante appoggiandolo a Gren, il professore vede scattare Schiaffino e gli porge il pallone. Pepe evita Grezar con un'abile finta, prosegue ancora e salta anche Ballarin accorso in aiuto del compagno. Appena entrato in area, Schiaffino lascia partire un tiro di estrema precisione che rasenta il palo ed entra in rete. Bacigalupo tenta la parata, ma il pallone è troppo angolato e nulla può fare per evitare il goal. Il mio scatto in piedi seguito dall'applauso generale è accolto con il sorriso da entrambi i presidenti i quali gioiscono soddisfatti per il mio evidente entusiasmo.
Finisce il primo tempo con il risultato di parità per 1 – 1.

Nel secondo tempo le due compagini giocando a viso aperto, fanno di tutto per superarsi. Le difese però sono molto attente e organizzate, mentre i portieri restano comunque impegnati, effettuando interventi risolutori di gran valore tecnico. Gli attaccanti riescono ad essere pericolosi quasi sempre e le loro giocate sono ricche di spunti interessanti. Nel Milan c'è Nordahl sempre più incontenibile che riesce ad impegnare i difensori e il portiere Bacigalupo i quali non possono permettersi di sbagliare un intervento per non favorire il bomber rossonero, scatenato come non mai. Proprio da lui nasce un ulteriore goal del Milan, a seguito di un'azione ben congegnata nella quale spicca la veloce discesa di Maldera. Aldo effettua un paio di scambi, prima con Gren, poi con Borgonovo e infine dopo aver ricevuto un passaggio ben calibrato da parte di Schiaffino, vola verso la bandierina del calcio d'angolo effettuando un cross di pregevole fattura nei pressi della zona centrale dell'area di rigore granata. Nordahl, pur se la sua posizione si trova leggermente avanzata rispetto alla traiettoria della palla, effettua un movimento di torsione col busto che gli consente di colpire al volo di mezza rovesciata. Il tiro è forte, teso e angolato. Bacigalupo si lancia in tuffo a mezza altezza sfiorando il pallone con la mano ma nulla può fare per evitare che il pallone si insacchi sotto la traversa. Gran goal e grande applauso. Il presidente Novo balza in piedi accanto a me e quasi all'unisono applaude commentando positivamente l'azione e il tiro finale. Il Milan è in vantaggio per 2 – 1. La partita è avvincente e di grande intensità, mentre lo spettacolo è quello dei grandi imperdibili appuntamenti, infatti si procede a ritmi vertiginosi regalando emozioni distribuite sia da una parte del campo che dall'altra. Si ha la sensazione che da un momento all'altro possa scattare il famoso quarto d'ora granata. Infatti da lì a poco, parte Grezar effettuando uno scambio con il compagno Castigliano che invita Loik a proseguire l'azione. Il gioco si svolge in sequenza rapida, Loik passa il pallone a sinistra dove Ossola è pronto a raccogliere l'invito involandosi sulla fascia, quindi vede avanzare sulla trequarti Valentino Mazzola. L'azione è velocissima e il passaggio di Ossola è preciso verso il suo capitano il quale colpisce in corsa al volo con il collo del piede. Mazzola indirizza il tiro forte e millimetrico all'incrocio dei pali sulla sinistra di Ghezzi. Il portiere rossonero si distende per deviare il pallone, ma non arriva nemmeno a sfiorare la palla. Bellissimo goal e questa volta sono io che balzo in piedi entusiasta per applaudire il capitano granata, stringendo la mano al presidente Ferruccio Novo. Anche i commenti di Rizzoli sono orientati ad apprezzare la performance effettuata dai giocatori granata. Il risultato torna dunque in parità 2 – 2, accompagnato da uno scrosciante applauso, così forte che mi procura un sussulto svegliandomi dal torpore.
Anche se ancora intontito dal sonno, continuo a sentire il fragoroso applauso.
Solo poco dopo capisco che quel frastuono altro non è che il fragore scrosciante della pioggia che batte sulle piastrelle del terrazzo.
Un sogno, è stato tutto un sogno meraviglioso e indimenticabile.
Guardo al di fuori della portafinestra e noto, a portata di mano, il grosso vaso delle rose rosse. Una di queste è protesa verso lo studio e quasi mi invita a farsi raccogliere. Mi convinco quindi ad uscire, ben conscio che la pioggia bagnerà il mio viso, ma in fondo va bene così, almeno le gocce piovane si confonderanno con le lacrime che sgorgano spontanee lungo le mie gote. Raccolgo la rosa e osservandola con attenzione mi appare stranamente più scura delle altre, tanto da assumere una colorazione più intensa, quasi granata. Immergo il suo stelo in un vasetto dal collo stretto e allungato deponendolo sulla scrivania.


Domani è il 4 di maggio, ricorre il 71° anniversario della tragedia di Superga. Agli eroi del Grande Torino, rivolgo un pensiero affettuoso offrendo una rosa in memoria e nel frattempo, la depongo accanto ai miei cimeli rossoneri.

Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita.”
(William Shakespeare)

 

P.S. Dedicato al compianto amico Gianfranco

nostalgico rossonero