La Galleria dei ricordi rossoneri
La storia è maestra di vita (V° capitolo)

E' un caso fortuito che, nel rispetto dell'ordine alfabetico dei cognomi, i primi 2 profili dei giocatori in apertura di questo V° capitolo, siano proprio quelli dei 2 Maldini (prima Cesare e poi Paolo). Un caso fortuito, ma che emoziona non poco chi scrive, specie se consideriamo che il sottoscritto ha visto giocare entrambi direttamente. In questa “galleria dei ricordi rossoneri” si alternano in modo costante, quadri d'autore che ricordano non solo le gioie delle gloriose vittorie, ma soprattutto l'evolversi di un'epopea che ha reso orgogliosi i tifosi milanisti. Sono tanti gli aneddoti che potrei raccontare ricordando le gesta dei protagonisti, ma l'emozione frena il mio entusiasmo e così preferisco pensare che gli avvenimenti che hanno legato padre e figlio appartengano anche a tutti noi tifosi, noi che abbiamo amato il loro calcio e abbiamo fatto anche nostre le loro grandi conquiste. Il patrimonio accumulato in occasione dei loro trionfi lo abbiamo pertanto custodito nei nostri cuori per sempre, esso è stato tramandato da padre in figlio come un passaggio di consegne da una dinastia all'altra, sperando che la gloria del loro passato sia superata da quella futura che attende le gesta di Daniel Maldini III°.


MALDINI Cesare
Cesarone Maldini fu il capitano del Milan tra gli anni '50 e '60, egli vestì la gloriosa maglia rossonera nel 1954 e da allora fu Milan per il capostipite e per i suoi discendenti Paolo e Daniel.
Cesare, triestino nato nel 1932 iniziò a giocare nella Triestina a 21 anni dimostrando di essere un difensore completo. Nereo Rocco che lo allenò da giovanissimo se lo portò al Milan facendolo giocare da terzino e poi da difensore centrale come stopper e poi come libero. Cesare Maldini, sicuro ed elegante negli interventi, risolse sempre le situazioni di gioco più intricate, a volte persino con troppa leziosità, tanto da incappare qualche volta in fortuiti interventi negativi che indussero i tifosi a intitolarli con il neologismo di “maldinate”. Cesare però ebbe sempre un rendimento eccellente, soprattutto nei colpi di testa e anticipando gli avversari con interventi risolutivi. Ciò gli valse la fascia di capitano pure in Nazionale. In dodici anni di militanza in rossonero, Cesare vide susseguirsi due generazioni di forti giocatori che si alternarono in una squadra che vinse molto.
Egli dimostrò, nel suo ruolo di libero, di possedere un acume tattico particolare, tanto da fungere da allenatore in campo con l'approvazione di Rocco dalla panchina. Tra i due ci fu sempre uno stretto legame di collaborazione oltre a quello di amicizia. Maldini vinse scudetti in maglia rossonera, ma il capolavoro lo compì a Wembley giocando una partita magistrale in occasione della finale di Coppa dei Campioni. Quegli eroi nel maggio del 1963, conquistarono una Coppa che fino ad allora fu esclusivo appannaggio di due tradizionali compagini tra le più forti del mondo: il Real Madrid e il Benfica, inaugurando un ciclo italiano che proseguì con le due edizioni successive appannaggio dell'Inter. A 34 anni a fine carriera, Rocco lo volle con sé al Torino per dare alla difesa il peso di esperienza decisivo per tutta la squadra. Cesare chiuse la sua carriera di giocatore a 35 anni per iniziare quella di allenatore al Milan proprio come collaboratore di Rocco fino diventare lui stesso allenatore in prima panchina con Rocco avvicendato come secondo.
Maldini terminò la sua carriera di allenatore del Milan occupando la panchina del Foggia, poi quella della Ternana e infine allenò il Parma nella stagione '79/80 prima di accasarsi per 18 anni come allenatore della nazionale under 21 e la nazionale dei moschettieri, nelle quali Maldini ottenne lusinghieri successi e riconoscimenti. Nel 2002 portò la nazionale paraguayana al mondiale giapponese riscuotendo grande successo, tanto da guadagnarsi un premio di riconoscimento per l'allenatore più anziano della manifestazione iridata.
Cesare morì nella sua casa di Milano la notte fra il 2 e il 3 aprile del 2016 a 84 anni di età. Ai suoi funerali intervennero centinaia di personalità del mondo del calcio, primo fra tutti Silvio Berlusconi e moltissimi giocatori e allenatori ex colleghi. Quel giorno furono intervistati in tanti per esprimere il saluto finale a Cesare. Tra costoro ricordo le parole di Di Biagio il quale esprimendo il suo cordoglio, disse che ogni volta che incontrava Cesare gli chiedeva perdono per quel rigore sbagliato al mondiale nel 1998, scusandosi per non averlo fatto diventare un allenatore campione del mondo. Cesarone gli rispose sempre col suo sorriso gioviale e paterno “ Non ci pensare è acqua passata”.
Il palmares di Cesare Maldini da giocatore rossonero, disputando 412 partite e 3 goal è il seguente:
4 Scudetti, 1 Coppa dei Campioni e 1 Coppa Latina

Il palmares da allenatore del Milan: 1 Coppa Italia, 1 Coppa delle Coppe
Il palmares da allenatore della Nazionale: 3 campionati europei under 21, 1 Mondiale (come vice di Bearzot), 1 Panchina d'oro 1996

 

MALDINI Paolo
Descrivere il profilo di Paolo Maldini non è una cosa semplice. Si tratta di un giocatore che ha vinto, oserei dire, oltremisura il possibile. Nella bacheca di Paolo non manca alcun trofeo in cui affrontò con grande vigore i più forti attaccanti del mondo. Paolino, come affettuosamente lo chiamò suo padre Cesare, è il classico esempio dell'allievo che supera il maestro. E ciò si è potuto verificare soprattutto in virtù della dirittura morale che Paolo ha ricevuto dai genitori. Mai una reazione contro gli avversari, mai una protesta pesante oltre il dovuto contro gli arbitri, mai un atteggiamento di abbattimento morale per le avversità del destino in campo. Eppure Paolo ne avrebbe avuto ben donde, quando per esempio ad Istanbul in quella maledetta finale persa ai rigori contro il Liverpool e nella quale egli segnò per primo il goal del vantaggio rossonero, evitò di rimproverare i suoi compagni, ma anzi li spronò con decisione a reagire, proprio come un capitano dovrebbe fare. Io ebbi il piacere di conoscerlo personalmente in quel di Milanello dove mi ci trovai perchè fui trascinato da un conoscente, assiduo frequentatore del luogo per ragioni di lavoro. Maldini si dimostrò estremamente gentile nei miei confronti, mi invitò a restare per pranzo e si sottopose alla foto di rito che ora fa parte dei miei cimeli rossoneri. Già, proprio così, la gentilezza e la disponibilità al dialogo che è sempre stata la caratteristica dei Maldini, come quella sera quando trovandomi in tribuna a S. Siro per assistere a un'importante partita di Champions dei rossoneri, con Paolo capitano in campo, vidi passare accanto a me Cesare. Lo salutai ed egli rispose gentilmente al mio saluto ascoltando ciò che io dissi: “è una partita dura per noi speriamo in bene”. Egli fu gentile nel rispondermi e senza scomporsi affermò semplicemente, con il suo abituale sorriso accattivante: ”E' molto dura anche per loro! “
Paolo, nato nel 1968 e cresciuto tra le giovanili rossonere sin da piccolo, esordì in prima squadra nella stagione 1984/85 ad Udine quando Liedholm fece alzare dalla panchina il giovane sedicenne, il quale disputò una gara gagliarda e convincente. Paolo si comportò in campo come un veterano, corsa lunga e veloce, eccellenti recuperi del pallone inseguendo gli avversari, tiro in porta forte e deciso, ottime proprietà di contrasto e anticipo sugli avversari. Si capì subito che la sua carriera rossonera sarebbe stata molto promettente e infatti dall'anno successivo in poi, Paolo diventò titolare fisso e poi capitano a seguito del ritiro di Baresi. Paolo fu anche capitano della Nazionale giocando per parecchi anni e disputando mondiali ed Europei con grande successo.
Dal momento in cui iniziò a giocare con la maglia rossonera, fu un susseguirsi di conquiste di trofei e di record personali che hanno consacrato Paolo Maldini tra i più grandi difensori di tutti i tempi, se non il più grande. Nella sua carriera oltre al ruolo di terzino ricoprì il ruolo di difensore centrale giocando in coppia prima con Baresi, poi con Filippo Galli, con Costacurta, con Nesta, con Stam, con Thiago Silva e con Kaladze. Ebbe come allenatori oltre a Liedholm, Sacchi, Capello, Tabarez, Zaccheroni, Tassotti e papà Cesare, Terim e Ancelotti.

Maldini nella sua carriera in 25 anni trascorsi al Milan, vanta 902 presenze e 33 goal Un record strabiliante se pensiamo che, non considerando la stagione dell'esordio a 16 anni in cui giocò 1 sola volta, in 24 stagioni la media delle presenze per ogni annata fu di 37,6. E altri record ancora, cioè:
Record delle presenze in Coppa dei Campioni/Champions: 139
Record
del giocatore rossonero debuttante più giovane in serie A: 16 anni e 218 giorni
Record
del giocatore in serie A con più presenze: 647
Record
del giocatore che ha disputato 25 stagioni consecutive (alla pari con Francesco Totti)
Record di presenze alle competizioni Uefa tutte con lo stesso club: 174
Record
di finali di Coppa Campioni/Champions disputate: 8 (alla pari con Gento del Real Madrid)
Record del giocatore che ha segnato il goal più veloce in Champions in 51,20 secondi (nel 2005)
Record del giocatore più anziano a segnare un goal in finale di Champions (36 anni e 334 giorni)
Record assoluto
di minuti giocati ai mondiali con la propria Nazionale: 2.216

Nel 2009 Paolo decise di ritirarsi a 41 anni, alla fine di una carriera strepitosa e irripetibile. Nello stesso anno, durante la cerimonia del sorteggio per i gironi di Champions League, l'allora presidente dell'UEFA Michel Platini, consegnando il “Premio alla carriera” direttamente nelle mani di Paolo chiese al pubblico presente di alzarsi in piedi per tributare con il giusto onore un applauso al giocatore il quale dedicò al calcio tutto sé stesso. Fu il tributo migliore per compensare quel Pallone d'oro che avrebbe meritato e che mai gli fu assegnato. Maldini fu onorato meritatamente da tutta la stampa mondiale come il calciatore che ha vissuto una carriera irripetibile.
Personalmente mi sento soddisfatto al massimo essendo un ammiratore di Paolo da sempre, ma mi sento particolarmente felice che, in quel frangente, il papà Cesare abbia condiviso con orgoglio assieme al figlio quella grande soddisfazione prima di morire 3 anni dopo.

Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati” (Michael Jordan)
Il palmares di Paolo Maldini è il seguente:
7 Scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe Italiane, 1 Coppa Italia (vinta con la Primavera 1985)
5 Champions, 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa del Mondo per Club
E numerosi altri premi individuali nazionali e internazionali conquistati durante la lunga carriera.

 

MASSARO Daniele
Daniele Massaro considerato sempre un buon gregario si distinse particolarmente per la duttilità in campo nell'asssumere ruoli diversi a seconda le esigenze della squadra. Fu soprannominato al Milan “l'uomo della provvidenza” in quanto capace di risolvere situazioni intricate. Nato nel 1961 crebbe calcisticamente tra le giovanili del Monza e poi venne acquistato dalla Fiorentina dove giocò per 5 stagioni. Nel 1986 venne acquistato dal Milan dove giocò fino al 1995 tranne la stagione 1988/89 in cui fu dato in prestito per un anno alla Roma.
Daniele giocò indifferentemente da centrocampista o da punta, prediligendo la fascia sinistra del campo. Con l'allenatore Capello giocò anche centravanti per sostituire Van Basten infortunato. Massaro ebbe la fortuna e l'onore di giocare nel Milan degli olandesi, prestando la sua preziosa collaborazione al servizio di tutta la squadra. Vinse titoli e scudetti col Milan di Sacchi e col Milan di Capello ritirandosi nel 1996 dopo aver vissuto l'esperienza dell'ultimo anno in Giappone.
Massaro acquistò la sua fama al Milan legandola alla doppietta realizzata nella finale di Champions edizione 1994 ad Atene, trionfando contro il Barcellona allenato da Johan Cruijff.
Il suo palmares in maglia rossonera in cui collezionò 306 presenze segnando 71 goal: 4 Scudetti,
3 Supercoppe Italiane, 2 Champions League, 3 Supercoppe UEFA, 2Coppe Intercontinentali

 

MORA Bruno
Bruno Mora, nativo di Parma nel 1937, si distinse tra i giovani calciatori della Sampdoria e venne acquistato dalla Juventus dove, due anni dopo, Mora fu oggetto di scambio col difensore Salvadore del Milan. Mora, abile giocatore impiegato all'ala nel settore destro del campo (ma non disdegnò di giocare pure come ala sinistra), era dotato di un dribbling stretto e veloce e con una proprietà di fraseggio con i compagni che mise in risalto il suo elegante palleggio. Egli si cimentò sempre nel crossare palloni precisi in area di rigore avversaria contribuendo alle fortune dei rossoneri allenati dal “paron” Nereo Rocco. La posizione in campo di Mora risultò decisiva sia in campionato come pure nella Coppa dei Campioni vinta dai rossoneri allo stadio Wembley nel 1963.
Fece parte della spedizione della Nazionale italiana al mondiale Cileno nel 1962. Bruno nel 1965 fu protagonista di un serio infortunio scontrandosi con il portiere Spalazzi del Bologna. Mora uscì da campo in barella riscontrando la drammatica frattura di tibia e perone. Per quell'infortunio, egli fu costretto a disertare l'edizione del mondiale disputato in Inghilterra nel 1966. L'infortunio, dato la sua gravità, compromise di parecchio il suo rendimento e incise negativamente sulla sua carriera rossonera. Nel 1969 fu trasferito al Parma dove, dopo 2 anni, chiuse definitivamente la carriera di giocatore intraprendendo quella di allenatore fino al 1983. Tre anni dopo morì all'età di 49 anni, annientato da un tumore devastante allo stomaco. Il ricordo della sua tecnica sopraffina, ma soprattutto delle sue virtù umane, non si è mai sopito tra i tifosi rossoneri più anziani.
Il suo palmares in maglia rossonera vanta 148 presenze e 33 goal conquistando:
1 Scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe


NESTA Alessandro
Alessandro Nesta, classe 1976 nato a Roma e cresciuto nel vivaio della Lazio, è considerato tutt'oggi uno tra i più grandi difensori italiani dell'ultimo trentennio. Le sue caratteristiche tecniche furono la garanzia assoluta per dare sicurezza a tutto il reparto difensivo della squadra. Forte di testa, sicuro negli anticipi sull'avversario, roccioso nel contrastare le azioni degli attaccanti per mezzo del suo intuito e della sua posizione strategica nell'area di rigore furono le doti che contraddistinsero la sua presenza in maglia rossonera. Implacabile sui calci di rigore, Nesta diede un valore aggiunto alle potenzialità della sua squadra contribuendo a far incassare pochi goal alla sua difesa. Distribuì le fatiche nella sua carriera giocando 9 stagioni con la Lazio e 10 stagioni nel Milan. In questo ventennio Nesta vinse tutto confermandosi un grande difensore. Nel Milan la sua presenza fu sempre importante, firmando prestazioni davvero ad alto livello. Suo fu il bellissimo goal che diede al Milan il titolo di Club Campione del mondo nella finale contro il Boca Junior nel 2007. Anche in Nazionale, nella quale divenne campione del mondo nel 2006, vicecampione agli Europei 2000 e medaglia d'oro nell'europeo under 21 disputato in Spagna nel 1996, Nesta diede un grosso contributo alle vittorie conquistate dagli azzurri. Nella sua carriera, Alessandro ebbe qualche infortunio al tendine del ginocchio, ma soprattutto alla spalla e alla schiena che lo tennero lontano dai campi di gioco per diverse settimane.
In 10 stagioni rossonere, il forte difensore romano collezionò 326 presenze con 10 goal.
Il suo palmares in maglia rossonera è il seguente: 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe Italiane, 2 Champions League, 2 Supercoppe UEFA, 1 Coppa del mondo per Club


NORDAHL Gunnar
Gunnar Nordahl nacque in Svezia nel 1921. Giunto al Milan nel 1949, dimostrò subito di essere un grandissimo centravanti, un realizzatore eccezionale di goal, dotato di un potentissimo tiro calciando a rete da tutte le posizioni. Malgrado fosse alto 180 cm per 90 Kg di peso, lo svedese era dotato di un'agilità inconsueta per quelle dimensioni atletiche. Considerato uno dei più forti centravanti di sfondamento di tutti i tempi, Nordahl realizzò tanti goal in rossonero fino a vincere per 5 volte la classifica dei cannonieri nel nostro campionato, tre di queste furono ottenute consecutivamente. Detiene a tutt'oggi un ruolino molto difficile da raggiungere in serie A e in qualsiasi campionato all'estero. Infatti lo svedese realizzò con la maglia rossonera 221 reti in 268 partite suddivise in 7 stagioni. Numeri strepitosi rapportati a i ruolini di oggi, quando in ogni stagione si disputano dalle 50 alle 55 partite annuali invece delle 35/40 circa per ogni stagione che si disputarono in quell'epoca. Nordahl detenne il record di 35 goal segnati in una sola stagione, battuto recentemente da Higuain con 36 goal realizzati nel Napoli allenato da Sarri.
Io vidi giocare dal vivo lo svedese quando, alla tenera età di undici anni e fino ai quindici, mio padre, onde soddisfare la mia passione di tifoso rossonero, mi condusse a S. Siro più di una volta.
E proprio lì che ebbi la fortunata occasione di ammirare da vicino il suo fisico massiccio proteso a travolgere gli avversari quando si trovò lanciato a rete. Ricordo ancora nitidamente un episodio in cui Cardarelli, corpulento difensore della Roma cercò di trattenere l'attaccante svedese, per interromperne l'azione, aggrappandosi ai pantaloncini del rossonero. Durante l'impatto fisico dell'intervento, Cardarelli cadde a terra tenendosi ancora aggrappato ai pantaloncini, ma Nordahl se lo trascinò, continuando la sua corsa progressiva, fino al limite dell'area di rigore sferrando una fucilata che si insaccò alle spalle dell'esterrefatto portiere giallorosso Moro. Egli, centrando spesso lo specchio della porta, fu lo spauracchio dei portieri e l'esempio per noi ragazzini che giocammo le nostre partitelle sui prati emulando le sue gesta. Fu lui Nordahl assieme agli altri 2 svedesi Gren e Liedholm che compose il famoso trio GRENOLI conquistando l'oro olimpico nel 1948 con la nazionale svedese. In quell'occasione Nordahl vinse la classifica dei marcatori realizzando 7 reti. Finita l'esperienza in maglia rossonera, lo svedese si trasferì nel 1956 alla Roma, giocando il suo ultimo campionato italiano in maglia giallorossa e realizzando 15 goal in 34 partite. Finì di giocare dedicandosi alla carriera del tecnico, prima allenando la stessa Roma per 2 stagioni e poi in Svezia allenando il Norrkoping. Durante una vacanza in Sardegna nel settembre del 1995, fu colto improvvisamente da infarto e morì all'età di 74 anni. Il Palmares di Nordahl è il seguente: 2 scudetti, 2 Coppe Latine

Il tempo non si ferma ad ammirare la gloria: se ne serve e passa oltre.”
Francois René de Chateaubriand


NOVELLINO Walter Alfredo Amato Lenin
Nato in Irpinia nel 1953, ha vissuto la sua infanzia in Brasile a San Paolo dove la famiglia emigrò in cerca di lavoro, ivi Walter affinò il suo bagaglio tecnico che gli fu utile quando, tornato in Italia, si accostò in alcuni club dilettantistici giungendo poi diciassettenne al Legnano in serie C. Nel club lombardo giocò 2 stagioni e venne notato da un osservatore del Torino che lo fece arrivare al club granata nel 1972. Passando poi a Empoli, Novellino impressionò i tecnici del Perugia, i quali lo consigliarono a Ilario Castagner. Nella squadra umbra Walter trovò la sua affermazione, giocando da centrocampista avanzato a ridosso delle 2 punte. Novellino non disdegnò il ruolo di attaccante svariando sulla fascia e nella squadra umbra emerse come uno dei migliori centrocampisti della massima serie. Il Milan lo acquistò nel 1978 affiancandolo alla punta Stefano Chiodi e fu lanciato spesso da Gianni Rivera. Walter riuscì a disputare un campionato di discreto livello dando il suo contributo alla conquista dello scudetto della stella. Novellino giocò nel Milan fino al 1982 restando fedele alla squadra rossonera nel calvario della retrocessione in serie B e contribuendo alla immediata promozione in serie A. Dopo il Milan, Novellino giocò con l'Ascoli, poi ancora a Perugia e un anno pure a Catania dove terminò la carriera di giocatore per dedicarsi in seguito a quella di allenatore. Novellino si rese famoso come l'allenatore specializzato in promozioni, condusse infatti in serie A il Venezia, il Napoli, il Piacenza e la Sampdoria. Girando per mezza Italia Walter allenò parecchi sodalizi in tutte le categorie professionistiche. Egli attualmente è l'allenatore in forza al Catania in serie C.
Il suo Palmares da giocatore in maglia rossonera in cui vanta 151 presenze e 14 goal è il seguente:
1 Scudetto, 1 Coppa Mitropa


PAPIN Jean Pierre
Francese nato nel 1963, insignito del “Pallone d'oro” nel 1991, Papin fu considerato tra i migliori giocatori attaccanti della storia di Francia, conquistando la classifica dei cannonieri per 5 anni di fila dal 1988 al 1992, inoltre fu anche il capocannoniere della Coppa dei Campioni per 3 anni consecutivi dal 1990 al 1992. Il Milan lo acquistò dall'Olympique Marsiglia nel 1992 e Jean Pierre giocò con la maglia rossonera per 2 stagioni, conquistando 2 scudetti e vincendo la Champions del 1994 e 2 Supercoppe Italiane. Passò al Bayern di Monaco per le due stagioni successive tornando in Francia al termine della sua gloriosa carriera.
Nel Milan collezionò soltanto 63 presenze con 31 goal realizzati.
Il suo Palmares in maglia rossonera: 2 Scudetti, 2 Supercoppe Italiane, 1 Champions League

La storia ci racconta il passato ed è maestra di vita per le generazioni future

nostalgico rossonero


P.S. Copertina gentilmente offerta dall'artista e pittore contemporaneo Calatino-a-Interland, a lui va il mio ringraziamento per il suo nobile e graditissimo gesto di amicizia!


Prossimo appuntamento al VI° capitolo in cui saranno descritti i profili di: Pato, Pirlo, Prati, Rijkaard, Rivera, Ronaldinho, Ronaldo


MEMORANDUM - Nei capitoli precedenti sono stati descritti i profili dei seguenti giocatori:

Capitolo I°: Abbiati, Albertini, Albertosi, Altafini, Ambrosini, Ancelotti, Angelillo, Anquilletti, Baggio, Baresi

Capitolo II°: Benetti, Bierhoff, Bigon, Boban, Buriani, Cafu, Chiarugi, Combin, Costacurta, Cudicini, Desailly, Dida

Capitolo III°: Donnarumma, Donadoni, Evani, Galli Filippo, Galli Giovanni, Gattuso, Ghezzi, Gren, Gullit, Hamrin

Capitolo IV°: Ibrahimovic, Inzaghi, Kakà, Kaladze, Liedholm, Lodetti, Maldera