La vittoria del Milan a Lecce si potrebbe sintetizzare così: un Lecce timido fa avanzare il Milan, mentre un Milan timido fa avanzare il Lecce che si ferma a tirare il fiato e viene affondato. A voler essere sintetici, si potrebbe chiudere qui ogni commento. In realtà c'è molto altro.

Il match di ieri, pur vinto largamente dai rossoneri, non chiarisce se questi continueranno a mostrare il solito difetto di fermarsi sul più bello e buttare via tutto. Per 20 minuti fra i due tempi, infatti, il Milan ha subito troppo i salentini, che giocavano in casa fino a un certo punto: lo stadio era lo stesso, ma gli spettatori non c'erano. Lapadula e Babacar hanno mancato gol facili, sfruttando anche lo smarrimento di Gabbia che sembrava non capirci nulla. Il rigore non c'era, ma i rossoneri avevano avuto qualche difficoltà.

Il Lecce stava attaccando e Valeri, che è uomo giusto e generoso, ha pensato di regalare il penalty ai salentini, come fa di solito con gli avversari del Milan. Peccato per lui e per la sua generosità, che i leccesi si siano fermati a tirare il fiato e che Gabriel abbia mostrato come mai il Milan non abbia mai puntato su di lui. Su un tiro basso e innocuo non ha trattenuto il pallone che Bonaventura ha ribadito fra i pali. E poiché gli esseri umani non sono automi che si riconcentrano a comando, il Lecce si è fatto prendere da ira funesta lanciandosi in un'offensiva scriteriata. Rebic si è quindi trovato solo e in posizione regolare, perché era nella propria metà campo, andandosene da solo a segnare, nonostante il disperato inseguimento di un giallorosso, che mi è parso Saponara. Al momento di battere a rete, ha fatto quello che insipegabilmente non ha fatto in un'identica occasione contro il Genoa. Si è frapposto, in altri termini, fra il giallorosso che rientrava e la palla, come da manuale del calcio.

La partita è finita qui, ma mi chiedo se in un sistema arbitrale serio, Valeri e Doveri non debbano essere, quantomeno, rimproverati per non essersi accorti, fra occhio umano e VAR, che il rigore era inesistente. Ma il sistema arbitrale italiano può definirsi serio? Mi permetto di dubitarne.

Lo schieramento di Pioli ieri ha dato frutti, ma fino a un certo punto. Il risultato è tutto nel calcio, ma entro il limiti dell'evento in cui si realizza. Per evitare, tuttavia, che le vittorie si tramutino in sconfitte, qualche domanda bisogna porsela. In tal senso, sembra che il 4-2-3-1 abbia una controindicazione: permette di manovrare tanto e bene, ma lascia troppo sola l'unica punta e può opporre solo due incontristi agli attacchi nemici. E' un modulo, in sostanza, che richiede una grandissima freschezza atletica per rendere efficaci le incursioni dei 3 dietro la punta, ma anche di arginare le offensive degli avversari grazie ad almeno 2 degli stessi 3. Il Milan potrebbe aver subito il Lecce per 20 minuti a causa proprio di un calo fisico.

C'è, comunque, un elemento a favore di Pioli ovvero che, grazie alla sosta, ha potuto preparare la squadra come se l'avesse presa in mano a inizio campionato, rimediando agli errori marchiani di Giampaolo in fase di preparazione estiva (da settembre in poi, il Milan non ha avuto né fondo né velocità). Potrebbe, quindi, accadere che Pioli faccia andare i suoi come treni per 2 mesi e sarebbe sufficiente per finire bene la stagione.

Pioli ha dalla sua i cultori del "è uno de noartri", per i quali andrebbe confermato in quanto è simpatico e rende allegra la comitiva. Non è, tuttavia, un esordiente, ma ha una storia ventennale di buoni periodi alternati a crolli che ne hanno determinato l'esonero. Se inanellasse un buon filotto di risultati per 2 mesi, sarebbe in linea con il suo trend e, proprio per questo motivo, andrebbe sostituito subito, per lasciare ad altri i crolli successivi. Non ci vorrebbe molto a capirlo.

Concordo. invece. con chi vorrebbe evitare una rivoluzione totale e sostiene che Bonaventura si possa comodamente confermare. Confermerei anche Leao, perché se per Mirabelli il quasi 25nne André Silva è giovane, Leao cos'è?