Stefano Pioli non ha mai amato la difesa a 3 e per varie ragioni.

In primo luogo, i 3 centrali sono sempre stati una semplice variante che si era riservato di adottare a partita in corso, come contro la Roma. Non aveva, in realtà, alcuna voglia di puntarci in pianta stabile.

I 3 centrali, inoltre, penalizzano Calabria che è uno dei suoi pupilli, come Diaz e a differenza di Pobega, per fare un nome a caso. Il tecnico si scioglie di commozione quando vede il sorriso spuntare sui loro faccini puliti, con un affetto paterno che, forse, sarebbe degno di miglior causa. Infatti, dal momento che Pioli gestisce interessi tecnici rilevanti, un po' più di distacco da certe debolezze non sarebbe una cattiva cosa, visto che il Milan non è una scuola materna.

Tornare alla difesa a 4, in terzo luogo, permette a Pioli di mettere da parte Thiaw. Pensate che la sua assenza col Napoli sarà episodica? Sì, davvero? Vedrete vedrete. Ho l'impressione che Pioli non si commuova nel vedere il viso triste del tedesco.

Il ritorno al passato, inoltre, è coerente con la convinzione pioliana di essere infallibile, per cui il tecnico non vede l'ora di dimostrare che il 4-2-3-1 deve essere eterno come il Decalogo di Mosé o le Tavole di Hammurabi (queste ultime maledivano chiunque in futuro le avesse modificate).

E' Pioli, bellezze, e non potete farci niente!

E' evidente che Pioli, a questo punto, sta mettendo tutte le sue fiches sui 2 mesi di... Pioli. La prima volta che ci siamo imbattuti in questo strano fenomeno, simile alle tempeste nel Triangolo delle Bermude, è stato nel 2020, dopo la pausa per il Covid. Fu un bel filotto col quale salvò la direzione tecnica di Maldini dall'arrivo di Rangnick. Procurò il rinnovo del contratto a Ibra (che però iniziò a rompersi proprio in quel periodo) e portò il Milan ai preliminari di EL. Nel 2021 non ci furono filotti paragonabili, ma un singhiozzare di trend positivi e negativi. L'anno scorso, però, dopo il pareggio in casa col Bologna, il Milan infilò una bella serie che portò allo scudetto, grazie anche alla sconfitta dell'Inter proprio contro i felsinei (gli interisti sostengono di essere suicidati contro i bolognesi, ma allora lo aveva fatto anche il Diavolo pareggiando in casa ai primi di aprile contro lo stesso avversario...).

Pioli si aggrappa a questi 2 precedenti che, come ho già ricordato altre volte, lo accostano a Bearzot. Il regno del c.t. azzurro fu grigio per quasi tutto il suo decennio, ma fu caratterizzato da un buon exploit in Argentina nel 1978 (4° posto) e dal grande exploit che portò al titolo mondiale in Spagna nel 1982.

Bearzot mancò il 3° exploit nel 1986, umiliato dai francesi che stesero la sua nazionale per 2-0 in meno di mezz'ora. Si era convinto che Platini potesse essere annullato dalla marcatura a uomo di Beppe Baresi il quale, tuttavia, si chiede ancora dove fosse finito il campione transalpino durante quel match.

Ci sono tecnici che vincono sempre e dovunque, per cui i momenti negativi, anche se importanti, sono eventi eccezionali. Penso a Trapattoni, pluridecorato con più squadre e in diversi contesti, ma cascato ad Atene in finale di Coppa Campioni contro l'Amburgo ed eliminato al primo turno, sempre in Coppa Campioni, contro il Malmoe. Pioli, come Bearzot, è invece un outsider, seppure di valore. Lega, pertanto, le sue fortune a impennate improvvise della propria squadra.

E' Pioli, bellezze, e non potete farci niente!

Riuscirà Stefano Pioli da Parma a centrare quel terzo exploit che Bearzot fallì?

Per quel che riguarda la corsa al 4° posto, credo che il Milan debba sperare che non vengano restituiti punti alla Juventus. Piaccia o no, i bianconeri sono la seconda forza del campionato e, senza penalizzazione, sarebbero abbastanza avanti rispetto al Milan. Certo, le altre rivali sono lì. per cui non è detto che il Diavolo non riesca a far meglio di Inter e Lazio, per esempio, senza farsi superare da Roma e Atalanta. Però... eh però... se la Juventus restasse dietro, sarebbe meglio.

Passiamo alla Champions dove, in teoria, basterebbe azzeccare 5 partite per vincere la coppa. Il problema è che si gioca in uno stadio e non in teoria. Occorrerebbe prima superare il Napoli in un doppio confronto che, classifica alla mano, non vede i rossoneri favoriti. Poi ci sarebbe la semifinale contro Inter o Benfica, non le ultime arrivate, E in finale si scenderebbe in campo un avversario come Manchester City o Real Madrid o Bayern, mica pizza e fichi. Insomma, teoria a parte, il Milan può contare soltanto sul fatto che ogni match inizia da 0-0, per cui nessuno è battuto in partenza.

Pensando al Napoli, in realtà, si potrebbe aggiungere che gli ultimi 3 confronti fra Milan e partenopei sono stati giocati tutto sul filo dell'equilibrio e ciò non fa partire i rossoneri sconfitti a priori, neanche domenica prossima in campionato.

Per il resto, vale il titolo di una nota fiction televisiva che vede protagoniste alcune suore: "Che Dio ci aiuti!".

Se Pioli azzeccasse il suo exploit, anzi quelli che abbiamo definito i 2 mesi di... Pioli (come il quarto d'ora granata del Grande Torino), continuerebbe a sedere sulla panchina rossonera. Non so quanto una grande squadra possa puntare su un outsider, sia pure di talento, che va bene su piazze di livello medio, magari medio-alto, ma non alto. Forse il Milan non ha fretta di diventare una grande squadra.

La società non crede affatto in Pioli, ma è prigioniera del suo contratto. In settimana, il presidente Scaroni ha speso parole di stima sul tecnico, ma non si è trattato di un vero e proprio endorsement, bensì di comunicazione aziendale, qualcosa di simile alla pubblicità, in un momento in cui non è opportuno aprire questioni scottanti.

Se vogliamo, anzi, le parole di Scaroni suonano come un (neanche tanto) velato avvertimento al tecnico, lodato per la sua capacità di autocritica e per... il non tirare mai in ballo la società in caso di sconfitta. Ora, quando mai Pioli ha fatto davvero autocritica? Non l'ha mai fatta seriamente, perché per lui è sempre un problema di attenzione, concentrazione e applicazione, fattori che spostano il problema sui giocatori. Pioli, tuttavia, non ha mai accusato apertamente dirigenza e proprietà delle scelte di mercato (anche se ha ostracizzato tutti coloro che non aveva scelto personalmente). Scaroni, quindi, ha avvisato l'allenatore di continuare così dal punto di vista mediatico e, forse, anche di stare attento a come tratta i giocatori scelti dalla società. Avere per avere un piantagrane, la società ne sceglierebbe uno migliore. Un contratto è un contratto, ma persino questo Milan potrebbe decidere di fregarsene del contratto.

E' evidente, quindi, che il Milan finge di credere in Pioli per guadagnare tempo, così come sul mercato va molto a tentoni, sperando di recuperare a poco prezzo i giocatori giusti. Ne individua di bravi, prende contatto con agenti e società, ma poi resta tutto fermo. Purtroppo, puoi arrivare primo quanto ti pare su un elemento, ma fai presto a ritrovarti secondo o terzo o quarto, quando inizi a tirare sul prezzo.

Per quanto riguarda Leao, la società spera che compaia un acquirente, ma questo poteva accadere un anno fa. Ora, a solo un anno dalla scadenza, è difficile che i possibili acquirenti, ma anche il  giocatore, non cedano alla tentazione di darsi appuntamento fra un po' di mesi per guadagnarci, e bene, in due. Per vendere occorre che ci sia un acquirente e chi comprebbe oggi qualcosa che fra un anno potrebbe avere gratis et amore dei?