Pochi giorni fa, il sottoscritto aveva paventato il rischio che, dopo Milan-Salernitana, Pioli cadesse nella stessa trappola psicologica in cui era caduto dopo il pareggio con la Roma dei primi di gennaio. L'eventualità si è puntualmente verificata, perché nelle tenebre della notte di Udine è comparsa puntuale la versione peggiore del tecnico. Pioli si è presentato in Friuli nella versione sciagurata Mr. Hyde d.o.c. e d'annata, garantito genuino al 100%. Solo i più ostinati curvaioli e gli opinionisti istituzionali si ostinano a non voler vedere questo problema.
La notte di Udine è diventata buio pesto per la squdra rossonera, una cortina di fitte tenebre nelle quali Pioli-Hyde ha cercato di celarsi in modo maldestro con le sostituzioni successive al terzo gol friulano e con misere dichiarazioni post-partita.

Stefano Pioli ha dimostrato ancora di non saper accettare i propri errori, nel caso le sostituzioni sventate del 60° di Milan-Salernitana. Tutti sbagliamo e dobbiamo accettare l'idea di farlo, perché entro certi limiti ragionevoli è inevitabile, mentre è diabolica la perseveranza negli errori. Solo chi crede di essere un padreterno e un fenomeno non accetta l'idea di sbagliare.
Contro la squadra di Sottil, simile alla Salernitana di Sousa per filosofia di gioco, Stefano Pioli ha schierato le 3 punte.
 Una di esse era Ibra punta avanzata spostata un po' a destra. Sostituiva Giroud, fattosi incautamente squalificare per essere sicuro di giocare contro il Napoli. Lo svedese è ormai così statico che più statico non si può, essendo un ultra-quarantenne reduce da un infortunio che, in qualche caso, compromette anche la carriera dei ventenni. Dal canto suo, Diaz giocava centravanti arretrato alla Hidegkuti (come ha fatto notare Fascetti, il falso nueve non è altro che il ruolo in cui giocava il fuoriclasse ungherese nel 1954), un ruolo che gli sarebbe stato congeniale in un contesto logico e razionale. Leao, invece, giocava seconda punta a sinistra molto vicino a Diaz e, pur non potendo sviluppare la velocità sulla fascia, è stato il più pericoloso dei rossoneri, quando i compagni sono riusciti a raggiungerlo. 
Come sempre, Pioli aveva giocato un Udinese-Milan virtuale nella console... de su cabeza, cioè quella che ha in testa. Il problema è che nel calcio virtuale è possibile ogni cosa, anche ruminare calcio o praticare onanismo pedatorio vincendo comunque il match. Non ci sono giocatori in carne ed ossa con una psicologia, delle attitudini e dei limiti. Ci sono sequenze di bit che danno vita a figure e situazioni virtuali. Il campo è altro e Pioli dovrebbe saperlo, avendo giocato a ottimi livelli.
Ora, i friulani hanno attaccato dal primo minuto, impedendo al Milan di rendersi pericoloso, in quanto applicavano lo stesso tutti-avanti-tutti-indietro che aveva praticato Sousa pochi giorni fa con la Salernitana. Ma si è visto subito che le 3 punte rossonere aspettavano oltre la linea della palla, cosa corretta in quanto punte, ma togliendo un uomo al reparto centrale della squadra già in affanno per l'atteggiamento avversario.
Ricordate il gol della Salernitana a San Siro? In quell'azione, Tomori non era rientrato in tempo, lasciando i compagni in 3 contro 4. E sarebbe stato un precedente inquietante per tutti, tranne che per Pioli ovviamente. Ieri Tomori è avanzato costantemente a centrocampo, perché era l'idea meravigliosa, come i capelli di Cesare Ragazzi innestati sul cranio dei calvi. con cui Pioli pensava di compensare le tre punte. Al 6° il difensore si era staccato dalla difesa per impostare dal basso, ma era andato a vuoto per il pressing altissimo dei friulani. Pochissimo dopo, del tutto spaesato, ripeteva l'errore e innescava la valanga che portava al gol di Pereyra, il migliore in campo, incartandosi in un tentativo goffo di recupero. Avrebbe continuato così per tutta la partita, ma non è stata colpa sua, bensì chi ha avuto l'idea meravigliosa. Pioli, infatti, ha chiesto a lui e ai suoi compagni di interpretare la partita come un rompicapo e non si può giocare a calcio e risolvere i rebus nello stesso tempo. Lo si può fare solo nel calcio virtuale.

Trafitto, il Milan si è visto solo nel finale, perché, come la Salernitana e la Fiorentina, l'Udinese giovava un calcio dispendioso e doveva rifiatare. Le 3 punte finivano tutte a ridosso dell'area nemica e Leao, circondato da 3 avversari, li costringeva al fallo di mano. Era il VAR  a correggere l'errore di Doveri che non aveva concesso il penalty. Senza Giroud, tuttavia, il penalty veniva affidato a uno che i rigori non li segna più neanche se il portiere va a prendere un caffé: Ibra si faceva parare il tiro basso sulla destra. Delusione? No, perché Beto, entrato prima in area, commetteva l'ingenuità di andare a toccare il pallone che si allontanava dall'area e il rigore doveva essere calciato di nuovo. Putiferio? Sì, perché Sottil, nella concitazione del momento, non capiva la ragione della ripetizione e veniva espulso (ma nel dopo-partita sarebbe tornato sui suoi passi, riconoscendo l'ingenuità del suo giocatore). Questa volta, Ibra segnava, ma non dovrebbe più azzardarsi ad andare sul dischetto. Finita? Neanche per sogno, perché non si giocava da minuti e qualcuno avrebbe pagato dazio. Lo pagava il Milan che subiva l'ultimo assalto di nervi degli avversari, con Thiaw che subiva la rabbia di Beto, gigantesco quanto lui, ma motivato come Rivera in Messico in occasione del quarto gol contro la Germania. Era stato proprio Rivera, sul palo, a non salvare il pareggio di Muller.
Il raddoppio friulano è stato un episodio che si poteva imputare a fattori contingenti, attenzione e intensità ecc., ma è stato l'unico e in 90' capita sempre. La rabbia dei friulani era stata letale, ok, ma la possibilità di un evento estremo andava messa in conto quando si era deciso di seguire le idee meravigliose.
Eppure nessuna partita è finita sul risultato di 1-2, anche in considerazione del fatto che, come Salernitana e Fiorentina, l'Udinese avrebbe dovuto rifiatare. Una grande squadra rientra in campo per giocarsela con pazienza e cinismo, magari difendendo la sconfitta come l'Uruguay contro il Brasile nel 1950. Gli outsider, invece, specie i tecnici, perdono la proverbiale trebisonda. E i marinai del passato sapevano di andare incontro a naufragio sicuro se perdevano di vista il faro di Trebisonda sulle sponde turche del Mar Nero.

Al quarto d'ora della ripresa, Pioli-Hyde ha palesato definitivamente il suo volto sinistro e indirizzato la nave rossonera a infrangersi sugli scogli realizzando il naufragio perfetto. C'erano Krunic e Rebic in attesa di entrare e sfido chiunque a non aver pensato che i candidati a uscire erano Ibra in versione cariatide del partenone, più Diaz che dopo il solito tempo, iniziava a calare verso lo status di ectoplasma che ulula nel nulla. Eh no! Nononò! Checché! Pensando ai cambi del 60° di Milan-Salernitana, Pioli ha deciso di dimostrare che le sue scelte sono sempre azzeccate e che il calcio, dopo averlo simulato alla console del suo cervello, lo ha inventato lui. Diaz e Ibra restavano, per la gioia del tecnico che poteva trastullarsi con la loro presenza. Rebic diventava la quarta punta al posto di Saelemaekers, che in occasione del secondo gol friulano si era fatto bere, ma almeno era lì in area correttamente posizionato. Krunic andava a sostituire Bennacer, con il quale avrebbe potuto collaborare validamente per collegare il reparto arretrato a quello avanzato.
Le persone limitate pensano logico e facile, ma i fenomeni hanno solo idee meravigliose. Vero, mister Pioli?

Non posso portare come testimone mia moglie, purtroppo, ma credetemi che, vedendola passare nei paraggi, ho subito manifestato delle considerazioni sullo stato mentale e psicologico che può portare a certe mosse. Poi ho aggiunto che solo Nostro Signore poteva salvare il Milan da un altro gol. Puntualmente, al 70°, la fascia destra bassa del Milan era scoperta, in quanto Rebic era entrato soltanto per fare l'attaccante. Thiaw si allargava, ma restava a terra dopo un contrasto, contando ingenuamente di ottenere un fallo, ma così facendo raddoppiava l'inferiorità numerica della difesa, già orfana di Saelemaekers. Ehizibue triplicava.
L'avevo previsto, credetemi sulla parola!
Pioli si rendeva conto in ritardo della mattana commessa e faceva come quei bambini che rompono il soprammobile, ma fanno sparire i cocci sperando che mammina non se ne accorga. Dopo pochi minuti, metteva in campo un terzetto a caso, composto da Calabria, De Ketalaere e Origi, sperando di cancellare le tracce del misfatto precedente. Ma che vuoi cancellare se i tabellini cantano la verità?
Il Milan sfiorava il gol nel finale con Krunic e con l'Udinese tutta dietro. I friulani avevano il fiatone dopo aver speso tutto, ma il Milan aveva concesso agli avversari la possibilità di massimizzare il bottino nel loro momento migliore.

Nel dopo-partita, il Pioli-Hyde ha provato a nascondere in maniera molto goffa le proprie malefatte calcistiche sostenendo che i moduli non contano e sapete perché? Era stato tutto un problema di attenzione e intensità... insomma lo spirito del Mundial '82, quello perso e mai ritrovato. Ma mi faccia il piacere, mister! Queste cose le vada a dire a chi assiste alle partite cantando cori e slogan senza seguire il gioco e senza fare caso a come è sistemata la squadra! Le vada a dire agli opinionisti istituzionali, che devono coprire le sue magagne!
Lasciamo perdere la sudditanza psicologica verso certi giocatori, che Pioli metterebbe in qualsiasi minestra come il prezzemolo. Sono rimasti in campo quei 10 minuti di troppo che hanno affossato le speranze rossonere di fare risultato. Da quando è andato via Chala, purtroppo, Pioli non concepisce più la presenza di un terzo centrocampista, minimamente solido, che dia una mano a Tonali e Bennacer in marcatura, ma che sappia anche impostare. Solo Kessie consentiva di rinunciare al terzo centrocampista, ma Kessie non-c'è-più. Il tecnico chiede spesso a Diaz di farlo, quando gioca arretrato, ma se lo spagnolo fa la terza punta, smonta perfino il terzo tassello difensivo chiedendo ai centrali di fare i centrocampisti.
Il tecnico manda tutti in tilt, perché costringe davvero i suoi a risolverei giochi enigmistici mentre giocano. Può accadere che vada tutto bene, ma anche tutto male. Così ci si stacca progressivamente dai primi in campionato e in coppa si rischia di uscire al primo scivolone. Non è calcio, ma giocare d'azzardo puntando alla roulette!

Ma non si preoccupi, mister, ha vinto un campionato e ciò le dà il diritto di fare il cactus che le pare
(se avete presente le piante grasse nel deserto dell'Arizona...). Le pare di no? Eh!
E' Pioli, bellezze, e non possiamo farci nulla. Andrà avanti così senza considerare che a Udine poteva salvarlo solo Nostro Signore che, tuttavia, si è ben guardato dal farlo.
Ci pensi, mister, se il Padreterno ha ritenuto di non aiutarla... ci sarà stato un motivo.