Ci sono voluti almeno 3-4 giorni per iniziare a realizzare che Pioli stava per varare la Controriforma e riportare tutto al minuto 84' di Milan-Roma, ai primi del Black January. La verità, però, è che  il tecnico rossonero lo aveva detto subito dopo Milan-Udinese.
Pioli aveva dichiarato che non era un problema di modulo, ma di qualità
, cavalcando a proprio pro l'ultima sconfitta, paradossalmente causata proprio da alcuni  suoi errori nello schieramento iniziale e nei cambi in corsa.

Con il ritorno al 4-2-3-1, Pioli potrà innanzitutto riaccogliere la pecorella smarrita, il suo beneamino Calabria, rimasto fuori ufficialmente per infortunio. Rimarrà definitivamente fuori Pobega, che era stato dato in rotta di collisione con Calabria per supposti (anche se mai confermati) screzi personali.
Nella vita c'è chi cade in piedi, mentre altri si ritrovano per terra anche se restano seduti.
Pioli potrà mettere da parte Thiaw, il quale ha avuto finalmente il buon gusto di sbagliare un paio di partite e non è più l'eroe della rinascita. Per un filotto di match, il tedesco non ha fatto vedere palla a nessuno, compreso un certo Kane. La prima vera serataccia, peraltro pari a quella di Tomori, costerà cara al ragazzo, perché non è mica Tomori, cui non verrà mai negato un posto da titolare. Ciao... Thiaw, figliolo, è stato bello vederti giocare. E' Pioli, bellezze, e non potete farci nulla!

La controriforma di Pioli è ben supportata dalle truppe cammellate, numerose sui social e autorevoli nell'informazione, tanto indipendente quanto ufficiale. Il leit-motiv è l'imperativo di salvare il soldato Pioli. Infatti, con il ritmo maestoso della Sarabanda di Haendel, il tam tam parla di mercato flop... mercato flop... mercato flop... . Se il mercato è flop, il tecnico è top, no?
Basterebbe aver visto la partita di Udine con più attenzione di un capo-ultrà, uno di quelli che stanno spalle al campo con il megafono, per capire che quella partita è stata preparata e gestita malissimo. Il Milan ha giocato a 3 punte contro un avversario che si sapeva si sarebbe spremuto come la Salernitata in un tutti-avanti-tutti-dietro. Sul risultato di 1-2, poi, con la partita recuperabile, Pioli schierava 4 punte con l'ingresso di Rebic, sbriciolando l'interdizione sulla fascia destra. Come togliere Ibra, del resto, che decide quando e quanto giocare e non aveva voglia di uscire? Non solo, ma quando entrava Krunic, usciva Bennacer, mentre i due insieme avrebbero potuto far salire benissimo la palla verso la porta bianconera, meglio certo di un Diaz ibrido e, soprattutto, stanco.
No, il tam tam ipnotico sta portando l'immondizia sotto il tappeto dell'applicazione, della concentrazione, dell'intensità ecc. . Sono quei fattori che fanno comodo a Pioli, perché se ne può prendere la responsabilità, ma alla fine la colpa resta di chi non si è applicato, contentrato ecc. .

Ora, dire che i moduli non c'entrano, è vero se inteso correttamente. Ogni modulo, infatti, va potenzialmente bene. Si può giocare con un 8-1-1 o con un 1-1-8, perché tutto dipende dalle caratteristiche dei tuoi giocatori, di quelli avversari, dello schieramento dell'altra squadra e dei cambi in corsa del suo tecnico, come dello stato di forma tuo e di quello altrui. Per dirla semplice, ogni modulo va bene se ci sono le condizioni per adottarlo e il tecnico dovrebbe essere lì per capirlo. Se fosse solo un problema di saper motivare i giocatori, basterebbero un mental coach e un preparatore atletico.
Insomma, mister, se cerca di menare la gente per il naso, sappia che il sottoscritto... non ci casca.
In ogni caso, seguendo il motto del film "Roadie - La via del rock", possiamo dire che tutto funziona, a patto che tu lo faccia funzionare. Intesa in maniera errata, infatti, l'affermazione che i moduli non c'entrano, porta a conclusioni come quella di Esposìto (con l'accento proprio sulla "i") del film "Bananas" di Woody Allen. Terminata la rivoluzione, il capo dei rivoltosi, decide che le mutande debbano essere indossate sui pantaloni e la canotta sulla camicia per controllare che vengano cambiate spesso. La lingua del Bananas, inoltre, dall'oggi al domani diventa lo svedese. perché tutto si può fare, in sostanza, senza chiedersi se poi funziona o no.

Ora o mai più per Pioli, ne senso che se vuole attuare la Controriforma deve approfittare dei danni causati anche dai propri errori. E se vogliamo, la cosa ci può stare, visto dall'osservatorio privilegiato del tecnico. Ognuno porta acqua al suo mulino e lo fa anche Pioli. 
In fondo... sì è Pioli, bellezze, e non potete farci nulla!

Prima della Seconda Guerra Mondiale, Charles De Gaulle, non ancora generale, avvertì che la guerra successiva sarebbe stata basata sulla mobilità dei mezzi corazzati, mentre i suoi superiori ci risero su e sponsorizzarono la costosissima Linea Maginot. Tutti sanno come andò a finire.
 Le fortificazioni statiche, una volta aggirate sono buone solo per farci la birra. I Tedeschi, che avevano investito i propri soldi nei migliori carri armati dell'epoca, invasero il Belgio e passarono alle spalle della monumentale, dispendiosa e... ormai inutile Linea Maginot.
Qualcuno, come De Gaulle, ogni tanto deve correre il rischio di restare inascoltato, ma deve dire come stanno le cose.
Pioli varerà la Controriforma con il completamento delle epurazioni, un po' come faceva Bearzot. E i due si somigliano, nel senso che appartengono alla categoria degli outsider o degli estemporanei di talento.

Entrambi hanno un forte senso del nonnismo. C'è un gruppo base che viene protetto anche quando fa cavolate, mentre qualsiasi aggregato a tale gruppo è un expendable da sacrificare se le cose vanno male. Entrambi, poi, hanno un forte orgoglio che li spinge a sentirsi invincibili, cosa che diventa un punto di forza se tutto va bene, ma diventa un tallone di Achille quando si rompe qualche ingranaggio. Entrambi, ancora, hanno una lista di indesiderati, se pensiamo a quanti giocatori vengono ignorati da Pioli e al fatto che Bearzot, dopo il 1984, non convocò più Franco Baresi sostenendo che Tricella e Righetti difendevano meglio. La storia del calcio ha detto altro.
Rispetto a Bearzot, Pioli ha la particolarità di poter comparire in due versioni, quella Jeckyll, virtuosa, e quella Hyde, che è caratterizzata da idee meravigliose, come le 4 punte del secondo tempo a Udine.
Pioli ha indubbia competenza e anche creatività, come ne aveva Bearzot, ma tutti e due, come già detto, rientrano nella categoria degli estemporanei e degli outsider. Se riguardate la carriera di Bearzot, il tecnico friulano ha avuto due brevi, anche se importanti, exploit. Il primo fu ad Argentina '78, eclatante ma monco, visto che si esaurì contro l'Olanda dopo 5 partite e finì con 4 gol presi dal Brasile (uno lo segnò il grande e compianto Dirceu). Il secondo fu con la vittoria mondiale in Spagna nel 1982 e si concentrò in 7 partite. In mezzo ci fu solo grigiore e tanto sciagurato stridor di denti. Penso a un Europeo giocato in Italia nel 1980, con un triste 4° posto casalingo e una finalina per il 3° posto persa contro il Belgio. Dopo il Mundial '82, poi. l'Italia fu presa a pedate da tutti, sia alle eliminatorie per gli Europei che ai Mondiali di Messico '86. Allora fu eliminata agli ottavi dalla Francia che, dopo mezz'ora, aveva già il vantaggio di 2-0 che avrebbe controllato, ridendo e scherzando, per il resto del match.

Ecco, Pioli può azzeccare l'annata o il filotto di match e non per mera  fortuna. Può farlo quando c'è la versione Jeckyll, in grado di separare le idee buone dalle mattane. In tal senso, potrebbe imboccare la pista giusta dei prossimi 2 mesi. In quel caso sarebbero dolori per il pur forte Napoli e arriverebbe anche il 4° posto. Pioli può, tuttavia, anche sbarellare del tutto, perdendo andata e ritorno contro i partenopei, per farsi poi risucchiare anche da Udinese, Bologna, Torino & co. Potrebbe anche perdersi la Conference League.
Quanto sopra è tipico degli outsider e degli estemporanei, che fanno le fortune delle società di medio o piccolo calibro, ma che, fateci caso, siedono per un tempo limitato sulla panca delle grandi società.

E' Pioli, bellezze, e non potete farci nulla!

Lo strano è che, leggendo ciò che scrive la stampa, pare che si possa mettere in discussione chiunque, da Massara ai Singer o a Cardinale, ma anche la bandiera Maldini. Non Pioli. Pioli è sempre trattato coi guanti bianchi, in quanto la critica è sempre soft, imbarazzata e piena di distinguo. Il Sommo Pontefice ispira meno soggezione.
Se fossimo in un fumetto, verrebbe da pensare che il tecnico abbia un taccuino come quello del Numero 1 a capo del Gruppo TNT. C'è scritto tutto di tutti e nessuno può toccarne il possessore, per quanti segreti scottanti conosce.
Non essendo in un fumetto, non chiediamoci il perché di questa sorta di Mistero di Fatima. Assisteremo, quindi alla Controriforma e all'epurazione definitiva di chi, non essendo stato chiesto dal tecnico, non merita di essere lì.

Possiamo solo sperare che, nelle prossime settimane, Pioli abbia, come Bearzot a Spagna '82, il suo secondo exploit. Tuttavia, se anche accadesse, non dovremmo stupirci se il tecnico di Parma dovesse avere anche il suo periodo post-Mundial dal 1982 al 1986, come avvenne a Bearzot.
Il mito di Bearzot incatenò l'Italia alle sconfitte per un quadrienno. Poi si sa che si può dubitare di qualsiasi Mistero della Fede, ma non di Pioli.