Fra poco leggerete delle inclite gesta del prode condottiero Stefano Pioli, invitto condottiero di tante battaglie, ma... ma... ma prima è meglio soffermarci un attimo sul mal di fegato che l'ultimo Scudetto rossonero ha causato al popolo nerazzurro (tanto ai tifosi vip ovvero very important person, quanto ai tifosi pip cioè poco important person, per riprendere una battuta non del sottoscritto, ma tratta dal musical "Un mandarino per Teo").
Dopo il Mundial del 1982, i Brasiliani sono rimasti convinti per anni (e forse lo sono ancora) che se avessero rigiocato il match con l'Italia all'Infinito, avrebbero vinto sempre. E' la classica questione di lana caprina, perché ogni match è un evento unico che si gioca un certo giorno a una certa ora con determinati uomini in campo. Non contano i match che si sarebbero potuti giocare o che si giocheranno.
Lo stesso, mutatis mutandis, vale per i tornei, coppe e campionati.
Il fatto che gli interisti continuino ad attribuire l'ultimo Scudetto rossonero ai miracolo o a un loro suicidio
 non tiene conto che la stessa storia del calcio è fatta di miracoli o suicidi, veri o supposti. E il loro insistere rivela che il bruciore in certe parti del corpo dei cugini non si è ancora placato.
Dovrebbero farsene una ragione
: il futuro è ancora da scrivere (come ricorda Doc in "Ritorno al futuro III"), ma il passato è cosa fatta, quindi capo ha.
Tornando al grande mister, ieri Stefano Pioli ha dimostrato di essere un madama contrario della più bell'acqua, disposto anche a pratiche autolesionistiche, pur di fare dispetto agli altri.

E' famosa la storiella di quel tal marito che, per far dispetto alla moglie, si amputò gli attributi virili. E le scelte tattiche di quel signore di Parma nel derby rientrano davvero in quei dispetti irrazionali che si vorrebbero fare agli altri, ma che finiscono per danneggiare proprio chi li fa. 
Per giorni l'opinione pubblica rossonera aveva chiesto di infoltire il centrocampo, ma Pioli, proprio come il famoso marito della storiella, ha preferito infoltire la difesa e indebolire il centrocampo. Ha schierato un 3-5-2 formale che, alla fine, è diventato un 5-3-2 sostanziale, se non un 5-3-1-1, a essere più precisi.
Nell'assetto studiato dal Napoleone di 1000 battaglie calcistiche, dal Giulio Cesare conquistatore delle Gallie pedatorie, c'erano Kjaer, Kalulu e Gabbia centrali, con Calabria e Theo spostati sulla linea del centrocampo. In realtà tutto il peso del centrocampo gravava su Tonali (nei primi 5 minuti lo si è visto scalare in difesa prima sinistra, poi a destra e salire due volte a centrocampo), mentre uno dei mediani era Messias ovvero un attaccante (per preparare l'ingresso di Diaz, a sua volta attaccante e prezzemolo in ogni minestra, cioè in ogni centrocampo di Pioli...). L'altro mediano era Krunic, che non è un mediano, ma un ragazzo serio e una mezz'ala discretamente tecnica, anche se leggera fino quasi a essere imbelle.

Il Milan è stato costretto a farsi schiacciare su una linea di 5 difensori, mal protetti da Messias, mai capace di catturare un pallone o di uscire per far salire i compagni, e poco di più da Krunic, che in tutto il match ha messo insieme un paio di palloni recuperati e un paio di impostazioni. Nel frattempo, anche Origi era stato costretto a retrocedere quasi sulla linea del centrocampo e Giroud si chiedeva quale fosse il senso della sua esistenza calcistica.
Per tutto il tempo in cui il Milan ha tenuto lo 0-0, non è stato in grado di sfruttare il contropiede sugli attacchi nerazzurri. Leao, entrato del resto solo dopo un'ora, intristiva in panca con l'impressione di aver più voglia di punire chi lo aveva escluso che gli avversari.
Prima di lui era entrato Diaz, inutile quanto Messias. Avanzava un po' di più rispetto a Messias, ma solo perché l'Inter rifiatava, dopo essere andata in vantaggio pressando e correndo molto.
Krunic ha continuato a farsi sovrastare dal punto di vista fisico e agonistico con due giovanotti grintosi e tecnici in panca. Ricordo che Wrancx è nazionale under-21 belga, non di Andorra, e Pobega continua a essere richiestissimo da Juric e Cairo che, avendolo avuto, lo stimano come merita.
La resa finale l'ha sancita Giroud. Quando ha avuto la palla del pareggio, ha provato uno stop stranissimo, innaturale, quasi a mandare un vaffa inconscio a chi gli ha chiesto di indossare le mutande sui pantaloncini per controllare che se le cambi spesso, come il dittatore del Bananas del film di Woody Allen.
L'ingresso di Thiaw ha testimoniato che i nuovi possono e devono essere sfruttati di più. Il tedesco è stato campione europeo under-21 con la Germania nel 2020. Deve essere leggermente sgrezzato palla a terra, visto che nel suo paese si gioca di più sulle palle alte. Ma ha causato l'annullamento del gol di Lukaku. Il belga, con grande astuzia, gli aveva tirato la maglietta a lungo sperando che il ragazzo allungasse un braccio per invocare il rigore. Ci stava, perché era un avversario del Milan e giocava per far vincere i suoi. Thiaw ha sempre tenuto le braccia a posto e, alla fine, il fallo è stato dell'avversario. Non è solo alto e grosso, ma ha cervello. 
Falli giocare i ragazzi. Se avessero giocato di più al posto di qualche solito noto, che non è un fenomeno, ora forse sarebbero pronti, quantomeno per una squadra da qualificazione in Champions. E la qualificazione è ad alto rischio.
No, gioca solo chi fa parte della comitiva del tecnico.
Il fatto è che si è creato l'equilibrio di Nash, quella situazione di stallo della Teoria dei giochi in cui nessuno fa una mossa, perché peggiorerebbe la propria posizione.
Quando è arrivato Cardinale, è stato convinto ad allungare il contratto a Pioli fino al 2025
, con la scusa che il tecnico fosse richiesto in Premier. Era una balla grande come un palazzo, ma ha raggiunto lo scopo.
A contratto rinnovato, Pioli non può dimettersi, perché rinuncerebbe alle laute prebende che gli sarebbero assicurate in caso di esonero. Dal canto suo, Cardinale non autorizza extra-spese per sostituirlo, in quanto questo signore gli era stato presentato come un grande tecnico dai dirigenti e il problema lo devono risolvere loro, ma non a spese della società.
Uno sconcio che costerà più di uno stipendio pagato a vuoto.
Quando, pochi minuti fa, ho sentito un vecchio amico ed ex-collega juventino che ha difeso Pioli a spada tratta, ho avuto la conferma che 10 tifosi avversari su 10 consigliano Pioli come tecnico rossonero.

Comunque, restiamo in attesa di continuare nella luminosa discesa, con il tecnico che, novello comandante del Titanic, dirà di aver chiara la situazione e sapere cosa fare. Dobbiamo, tuttavia, spendere due parole sui rinnovi mancati o quasi.
Chala ha ragione ad avercela con i tifosi del Milan.
Come Kessie, è un uomo libero e un professionista che, a contratto terminato, poteva andare dove voleva. Non ha tradito nessuno. Questo vale anche per Leao. Se non hai rinnovato il contratto a Chala, Kessie e Leao prima del salto di qualità del 2020, vuol dire che come dirigente non sei stato un'aquila ed è colpa tua se, quando si arriva alla fine dei contratti, devi riacquistare i giocatori.
Se credete in Leao, riacquistatelo, altrimenti 'sfruttatelo' per un altro anno e mezzo cercandone il sostituto. Evitando di rifare gli stessi errori in futuro.