Perché Nainggolan no? Perché cercare fuori ciò che si ha già in casa?
A volte le scelte di presidenti, ds o allenatori sono determinate da ferree convinzioni, se del caso persino aprioristiche, che certamente denotano risolutezza e personalità, ma possano anche indurre in errori grossolani.

Conte è arrivato l’anno scorso con una lista di tre proscritti: Perisic, Icardi e Naingolann. 
Il discontinuo croato è stato testato in estate da seconda punta: bocciato... è la tattica bellezza. 
L’avido Icardi neanche è stato provato, le intemperanze fuori campo della coppia più social del pallone avevano già messo su quella storia un punto di non ritorno per un integralista come Conte. 
I due (altra macchia nella loro fedina nerazzurra) avevano pure litigato e fatto deragliare la locomotiva spallettiana.

Ma il Ninja? Certo, un po’ matto lo è sempre stato, ma nel suo primo e unico anno all’inter non ha dato segni di squilibrio. Arrivato con gli squilli di tromba di acquisto top, altare di sicure vittorie su cui sacrificare un baby d’oro come Zaniolo, pupillo di Spalletti e campione universalmente riconosciuto, il belga ha deluso le aspettative, è vero. Ma s’era infortunato seriamente è questo lo ha condizionato per buona parte della stagione. Troppo in fretta è stato bollato come ennesimo pacco interista, Spalletti aveva puntato tutto su di lui e, quando la dea Fortuna ha tolto le bende e deciso di rimetterlo in sesto, Nainggolan ha fatto quello che doveva fare: la differenza (prego, consultare alla voce gol contro Empoli - ultima giornata). Quindi, perché bocciarlo? Forse si poteva presumere che le trenta primavere lo avessero catapultato nella fase calante della sua carriera, perciò vada per la prima bocciatura.
Ma adesso? A Cagliari sta dimostrando che è ancora lui, cioè una tra i più forti e duttili centrocampisti d’Europa. Personalità da vendere, piedi più che buoni, esplosività nelle gambe, tiro da fuori che da solo vale cinque-sei gol a stagione e quasi mai banali.
Quindi, al netto d’implicazioni di carattere personale/familiare che riguardano il calciatore, perché non riprovarci? Circolano tanti nomi per il centrocampo di Conte, alcuni dei quali di sicuro spessore oltre che attrattivi. Ma sempre gente da pagare a sangue di papa e da inserire nel contesto italiano e nella truppa agli ordini del sergente di ferro. Stiamo già sperimentando quanto sia difficile l’ambientamento di Eriksen.
Quindi, perché non lasciare il centrocampo esattamente così com’è (e sottolineo esattamente) con l’aggiunta di Radja Nainggolan?
L’Inter spenda in altre parti del campo, perché lì ha già: il più forte regista d’Europa (grazie, Luciano); il miglior motorino italiano; un Sensi che a inizio stagione ricordava Iniesta e a cui la dea, sempre quella, deve restituire qualcosa; Eriksen che prima o poi comincerà a fare l’Eriksen; e poi Vecino, che io non cederei per nessun motivo al mondo, perché lui è come il pane, buono per ogni occasione e non tradisce mai. Aggiungici il Ninja (tra  l’altro, ancora apprezzato dai tifosi) e sarebbe una delle mediane più complete e affidabili che ci siano in giro.
Il tutto senza spendere e spandere.