Essere milanisti vuol dire tifare e sostenere la propria squadra, nei momenti gioiosi così come in quelli amari. Quando il pallone è fermo è consuetudine sognare acquisti importanti, per ambire ad avere una squadra rafforzata e in grado di superare ogni avversario. Pronti poi a riempire lo stadio, a sottoscrivere gli abbonamenti, più di qualsiasi altra tifoseria e a ringraziare Proprietà e giocatori.

Confrontandomi con molti altri tifosi è risultato evidente che, fra tante cose positive che finalmente ritornano ad essere funzionali, non possiamo certo annoverare la strategia usata dalla Proprietà, per quanto riguarda sia i rinnovi contrattuali, che gli investimenti stanziati per la campagna di rafforzamento. Vorremmo meno conteggi e più passione, da una proprietà fin troppo distante e distaccata. Ciò non significa non essere TIFOSI, ma sentirsi parte di un grande progetto che non può essere limitato al regolare pagamento degli stipendi e che, per quanto transiti dalla costruzione dello stadio o dell'area commerciale, deve ambire alle vittorie sportive. Un passaggio che non può essere dimenticato. Il Fondo Americano ha rilevato il Milan ad un valore economico di molto inferiore alla reale valutazione. Le perdite appianate fino ad oggi sono state coperte nella consapevolezza che l'eventuale futura vendita porterà un utile sufficientemente corposo.                                                      

Il Milan con 90 milioni di spesa è la quinta squadra per ingaggi pagati e il taglio del portiere e probabilmente di Romagnoli lo abbasserà ulteriormente, venendo sorpassati anche dalla Lazio. Attenzione, ciò non significa che contenere i costi sia sbagliato, ma evidenzio solo i dati. Maldini, Massara e penso anche Gazidis, stanno facendo miracoli, ma è sotto gli occhi di tutti che i rinnovi sono "terreno complicatissimo", poichè non possono oltrepassare il 30% di aumento. Una mia invenzione? No e infatti fino ad oggi chi ha rinnovato a scadenza, quando anche il contratto di Calabria che prende 1,1 è impossibile? A gennaio servivano rinforzi per poter vincere lo scudetto, il Fondo Elliott chi ha comprato? CASA MILAN.
Così come l'acquisto di Tomori, tanto pubblicizzato, che verrà pagato in tre anni, era già garantito dal disavanzo attivo del mercato dello scorso anno, quando Maldini riuscì a vendere prima Suso e poi Paquetà. Tutto questo per evidenziare che ben venga chi riesce a sistemare il bilancio e rafforzare la squadra, ma se pensano di assaltare la "diligenza" e trarre un ottimo guadagno dal "bottino", devono meritarselo, riconoscendo a noi tifosi e al club che hanno acquistato il giusto collocamento sportivo. Le situazioni del portiere ieri, del turco oggi e domani forse di Romagnoli e speriamo no di Kessie, mettono la tifoseria in condizione di schierarsi, di difendere o criticare soluzioni che poco rispecchiano le esigenze sportive, ma sono giustificate esclusivamente da quelle economiche di cui è bene ricordare Noi tifosi abbiamo dati parziali e non certamente certificati. Un esempio? Lo stipendio di Zlatan, che a seconda delle convenienze passa da 5 milioni più bonus a 7. Questi "trucchetti numerici", interessano relativamente, serve essere competitivi e aspirare a vincere qualche titolo. 

Proprietà, Dirigenza e Sostenitori sanno benissimo dove bisogna intervenire. Tre rinforzi. Un attaccante, un centrocampista e un esterno alto destro. Scelte che non possono essere prese senza avere certezze. Mi riferisco ai tempi di recupero di Ibra, o se sia necessaria l'operazione al ginocchio, se Calha accetterà il rinnovo e se la cessione di Castilleco verrà concretizzata. Che poi siano acquisti o prestiti, giovani promettenti o campioni, lo scopriremo solo in futuro e molto dipenderà da chi e a quale somma verrà ceduto. Se ad esempio Leao avesse offerte dall'Inghilterra potendo garantire nelle casse 28 Milioni e Hauge 15, ci aspettiamo ingenti investimenti e non bilanci in attivo.

Quindi se da una parte sono molto fiducioso, consapevole della bravura e delle capacità della Dirigenza, con Maldini in grado di intavolare trattative apparentemente impossibili, dall'altra mi dispiace dover segnalare quanto il Fondo sia attento e sensibile esclusivamente alle situazioni economiche.
Calhanoglu ne è la dimostrazione evidente. A 28 anni, firmerà il suo contratto più importante, consapevole (a torto o ragione) di essere forte e volendo ottenere un ingaggio di almeno 5 milioni annui. L'evolversi della situazione è stata particolarmente complessa. L'offerta dal Qatar lo aveva destabilizzato, convincendolo di lasciare Milano, ma una volta respinta, si è dovuto confrontare con la realtà. Il suo procuratore ha trovato solo porte chiuse e il solo ritorno in Turchia come unica reale alternativa. Se può essere comprensivo che si affidi alla vetrina europea ed alla sua nazionale per le ultime speranze, è altrettanto giusto che il Milan lo aspetti? Se ne dovessimo fare una questione di principio, la stessa come ci viene raccontato, usata per il nostro portiere numero 99, la risposta sarebbe fin troppo facile. NO. Ma poichè ballano tanti soldi, Mister Pioli lo ritiene funzionale e non vuole rinunciarci e che nella dichiarazione fatta ieri il turco ha usato, in italiano non corretto la frase "il primo ad avere responsabilità è il Milan", mentre a mio giudizio voleva dire "il primo ad avere la priorità è il Milan", oltretutto confermando l'incontro con Maldini di tre giorni fa ed un probabile riavvicinamento, tutto si indirizza per una conferma, ai più non gradita, del numero dieci milanista. Quindi a meno che Calha non faccia tanti gol guidando la sua nazionale ad un europeo da protagonista, trovando estimatori avvantaggiati da non dover pagare nulla al Milan, per il cartellino, lo rivedremo calcare l'erba di San Siro.
Constatare che di tutto ciò alla proprietà interessa poco o nulla è sufficientemente triste.