L'Udinese è un vero e proprio caso, non forse lontano da quello del Liverpool, per l'incredibile crollo, squadra che da mesi si è letteralmente persa, costruita per vincere la Premier e si trova in una situazione di classifica allucinante per le aspettative che vi erano. Ed uno come Klopp che ha vinto tutto con il Liverpool e puntava ad un decennale con i reds, è messo seriamente e comprensibilmente in discussione. Vi sono voci che il Liverpool a luglio verrà venduto, simili voci di corridoio vi sono state anche per l'Udinese, puntualmente smentite dalla società. L'Udinese ha toccato la vetta quest'anno ed ora rischia di essere superata addirittura dal Monza che era in lotta per non retrocedere.

L'Udinese di inizio anno non esiste più, e questo oramai lo hanno capito tutti, in primis i giocatori, forse è stata sopravvalutata, forse le partite di inizio campionato non contano veramente niente, ma va detto che allo stadio Friuli si è passati dall'entusiasmo al terrore di rivivere le ultime annate con la salvezza conquistata alle ultime giornate.
Si parlava di Champions, poi di Europa League, ora di Conference League, che sta sfumando, ma la quota salvezza forse al momento è quella che l'Udinese deve cercare di raggiungere il prima possibile. Certo, oramai è evidente che in questo campionato la quota salvezza si è abbassata, ma il caso Salernitana insegna che è meglio fare affidamento alla matematica prima di tutto.
L'Udinese paga sfighe pazzesche, sicuramente infortuni, come quello di Deulofeu, di giocatori che si son persi, come Beto, altri che hanno colpito Mancini, come Pafundi, ma non Sottil, che lo ha schierato in campo una manciata di minuti. Se il ragazzo non gioca, come può crescere? Udogie è con un piede e forse anche la testa in Premier. È arrivato Thauvin, che è probabilmente alla ricerca del suo riscatto, visto che a Marsiglia gli hanno chiuso le porte e dal Messico è dovuto andare via, e quella di Udine può essere una buona piazza per il francese e forse l'ultimo trampolino per rilanciarsi.

Rimane il fatto che l'Udinese avrebbe dovuto valutare di cambiare panchina durante la pausa dei Mondiali. Non è stato fatto. Servono nuovi stimoli, nuove visioni, nuova linfa vitale, e con l'attuale guida sembra essersi chiuso un cerchio. Dispiace per Sottil, ma si deve andare oltre l'aspetto umano. Quella contro il Sassuolo sarà la partita della verità per l'Udinese, e sarà una partita difficile, perchè il Sassuolo è rinato ultimamente. Non poteva esserci avversario più ostico in questo momento. Ed intanto l'Udinese ha un esercito di allenatori da scegliere. Quelli disponibili sono una marea, si va dal sogno impossibile di Zidane ai grandi nomi che cercano probabilmente una piazza di primissimo livello, come Tuchel, Enrique, Low, Pochettino, ma guardando i nomi più abbordabili vengono in mente Boas, che viene proprio dal Marsiglia, Dunga, Prandelli, Mazzarri, Cannavaro, Zenga.
Sotto la gestione Pozzo gli allenatori dell'Udinese sono stati quasi tutti italiani, ed è probabile che si continuerà a guardare su questo fronte per cercare di rilanciare un progetto europeo che è assolutamente alla portata dei friulani ma che sta sfumando come l'entusiasmo che c'era ad inizio stagione.
È arrivato il momento di cambiare, ma la sensazione che si ha è che il prima che sia troppo tardi oramai sia stato superato dalla realtà.