Il ritorno al campionato non ha fatto registrare particolari sorprese.
Il Napoli capolista ha perso a San Siro contro l'Inter, ma era uno scontro diretto, quindi una partita da tripla, impronosticabile insomma. Del resto, l'Inter va verso la Supercoppa di Doha, per cui è presumibile pensare che ieri sera avesse anche le gambe abbastanza sciolte.
La Lazio si è fatta risucchiare dalla Roma. Ora l'Atalanta, grazie al pareggio in extremis di La Spezia, marca il confine meridionale dell'area confronti diretti.
Mancano ancora 22 partite (66 punti) alla fine del campionato e i 13 punti di distacco del vertice sono colmabili, almeno in teoria. Dall'Udinese in giù si può trovare l'avversario insidioso, come i friulani appunto, ma non lo scontro diretto.

Il Milan ha ripreso 3 degli 8 punti di svantaggio che aveva rispetto alla capolista Napoli. Lo ha fatto grazie alla vittoria dei cugini dai colori tristi e freddi come i pomeriggi d'inverno, brevi e cupi. I rossoneri avrebbero preferito che Inter-Napoli finisse in pareggio, ma la vittoria dell'Inter, che insegue il Milan a 3 punti, era il secondo miglior risultato, perché la vittoria partenopea avrebbe davvero posto la domanda: se il Napoli non ha perso neanche questo scontro diretto, quando mai perderà punti? Starà al Milan dare continuità ai risultati e sfruttare la sconfitta della capolista. Se non sarà in grado di farlo, allora sarà giusto che ne approfittino Juventus e Inter. Ho l'impressione che le disavventure contabili e di bilancio dei bianconeri verranno affrontate in maniera da non impattare sulla classifica di questo campionato, ma di portare, al massimo, a una penalizzazione nella stagione prossima. E' un'impressione, ma tant'è.

Il Milan è passato a Salerno per 1-2 contro una squadra di bassa classifica, ma giocando in uno stadio caldo e non certo contro un avversario materasso, classifica e risultati alla mano. Con ogni probabilità, il Diavolo aveva la gamba abbastanza sciolta come l'Inter in vista della Supercoppa di Doha. Vincendo, ha confermato la regola secondo la quale non è importante vincere le amichevoli, ma essere sul pezzo quando contano i punti o il passaggio del turno. Peraltro, la sconfitta di Eindhoven aveva evidenziato un tasso di rilassatezza eccessivo anche per un'amichevole, per cui la società e Pioli avevano deciso di punire i giocatori con un allenamento a San Silvestro.
Ufficialmente è stata una seduta concordata con i ragazzi per rivedere le sbavature tattiche, ma sappiamo tutti quanto posssano essere imposte certe decisioni ufficialmente concordate.
Nel dopopartita, Pioli ha elogiato la prova dei suoi, capaci di produrre una pioggia di palle gol, ma lamentandosi della sfortuna e della mancanza di determinazione.
La sfortuna è sempre un argomento poco consistente, nel senso che un errore è un errore e una giocata riuscita è una giocata riuscita.
Può esserci un errore di misura, prossimo al colpo azzeccato, così come la giocata può riuscire sul filo dell'errore, ma si tratta sempre di errori e giocate riuscite. Fa comodo parlare di fortuna per evitare di ammettere gli errori, così come, in fondo, ci piace sentirci fortunati, perché si ha la perfida sensazione di aver avuto qualcosa di immeritato.

Pioli ha ragione, invece, nel sottolineare la mancanza di killer istinct, ma la mancanza di determinazione non è scusata dal numero di palle gol create. Il numero altissimo di palle gol è un'aggravante della mancanza di killer istinct, perché vuol dire che la squadra non si è mai concentrata davanti alla porta pur avendo avuto molte chance di ravvedersi a ogni errore commesso. 
Ochoa, il portiere messicano, è giunto dal Qatar per giocare una grande partita. E' uno dei tanti giocatori di calcio che, seppure dotati di talento, non sono mai riusciti a emergere dalla massa dei mestieranti. Ha la capacità di rimanere in piedi fino all'ultimo momento, cosa che raddoppia le possibilità di parare e che non tutti sono in grado di apprezzare. Non lo sono quelli che restano colpiti dal riflesso impossibile dei Donnarumma, senza fare caso ai 3 o 4 svarioni che seguono inevitabili.
Eppure, la bella prestazione di Ochoa (che in Qatar ha parato un rigore a Lewandosky, non uno qualsiasi...) non basta a spiegare la striminzita vittoria per 1-2, in quanto almeno un paio di occasioni sarebbero dovute entrare nonostante l'estremo difensore messicano, magari facendo un cincinin meno di accademia.

Il Milan ha comunque beneficiato di un trattamento di favore che Nicola ha riservato prima a Diaz e poi a De Ketalaere.
Dopo pochi secondi, infatti, si è visto che, mentre il Milan provava a salire, c'erano gli amaranto Piatek e Dia molto vicini nei pressi dell'area rossonera, con Bradaric e Sambia avanzati, seppure larghi. Centrocampo e difesa erano schierati sulla linea mediana, quasi a formare un unica fila di 5, anche 6, uomini. Fra i 4 davanti e i 6 di dietro c'era il nulla cosmico.
Su un angolo per la Salernitana si è subito visto Diaz molto avanzato, poco al di qua della lunetta di centrocampo, e soprattutto solo soletto solingo. L'assetto iniziale della Salernitana era solo il prodromo di un pressing avanzato, ossessivo e fastidioso, che si sarebbe materializzato nei minuti successivi con 5-6 giocatori. Questo pressing non avrebbe mai messo in tangibile difficoltà i rossoneri, ma avrebbe consentito a Diaz di giocare libero da pressing e da marcature fino quasi al limite dell'area avversaria. Una manna per un giocatore privo di particolari doti in copertura, ma dotato dal punto di vista offensivo e del tocco di palla.

Per qualche minuto, Giroud è rimasto indietro per fare l'elastico a favore di Leao, che si accentrava sul filo dell'off-side. Diaz ha fatto filtrare un lancio che Leao ha concluso bene, ma trovando il piede di Ochoa in uscita. Poi è stato Tonali a trovare Leao, che ha aggirato Ochoa mettendola dentro di precisione da posizione defilata. Poco dopo, ha raddoppiato proprio Tonali, sfruttando un tocco all'indietro di Diaz, mentre la difesa dei cavallucci marini era in tilt per una ribattuta mal riuscita di Coulibaly.
La partita sarebbe finita qui, ma il Milan non ha chiuso il risultato a quadrupla mandata, perché Diaz (poi De Ketalaere), Giroud, Hernandez e Leao, hanno giocato al tantoprimaopoientra. E alla fine non è entrata più.
Nella ripresa Diaz è apparso subito stanco, non per altro perché, anche se nessuno ti marca, più ti allontani dalla porta, più devi correre. Essendo un frenetico, non uno che si sposta a falcate cadenzate ma costanti, era sulle gambe, anche se ha messo la firma su un gol annullato per evidente fuorigioco. E' entrato De Ketalaere che non ha sbagliato appoggi in manovra ed è apparso sempre nell'azione, ma ha steccato in fase di conclusione come i suoi compagni.
La Salernitana ha ripreso a pressare altissimo con efficacia intorno al 65', spingendo indietro il Milan che, tutto sommato, se l'è cavata senza affanni
, mentre i rivali ciabattavano palloni.
Nel finale, sul solo pallone non ciabattato, Bonazzoli l'ha messa oltre l'incolpevole Tatarusanu, ma il Milan, se non altro, non ha perso la testa e ha controllato giocando in attacco e concedendo il classico inevitabile ultimo calcio d'angolo alla Salernitana. 
Sullo 0-0 Fourneau era stato molto bravo a utilizzare il VAR per scolorire un cartellino arancione per Bradaric, entrato male e col piede teso sulla caviglia di Kalulu. Come fallo era stato bruttarello, ma mancava di quel qualcosa che lo avrebbe colorito decisamente di rosso. Se Fourneau avesse insistito con l'espulsione, decretata di primo acchito, avremmo sentito il coro degli imbecilli inveire a chissà quali aiuti per il Milan.
Forse i rossoneri avrebbero meritato la beffa, anche perché il portiere Ochoa è un giocatore della Salernitata. Al di là quindi dell'errore di Nicola, che per pressare alto ha regalato il centrocampo a Diaz, Ochoa era in campo per la Salernitana ed era un legittimo punto di forza dei suoi. Una vittoria costruita grazie alle sue parate sarebbe stata un inno al ruolo del portiere nel calcio.
Ricordando i versi di Umberto Saba, infatti, per ogni gol dei suoi, un portiere ha diritto di pensare che, se alla fine si vince, il merito è anche suo.

E al di là di Ochoa, bravissimo, non è un merito per il Diavolo essersi procurato tanto ben di Dio di occasioni, ma è una colpa perché quel ben di Dio lo ha dilapidato.
Ieri è andata bene, anche perché i ragazzi sono stati freddi nei minuti finali
e nel lunghissimo recupero (che ci stava per via delle interruzioni), ma non è detto che vada sempre così...