Il tempo dei mister oggi... come il sabato del villaggio?
Leopardi, tu lo dicevi: il sabato del villaggio dura davvero poco e scorre veloce.
Gli allenatori, il loro tempo a disposizione è sempre meno nel calcio a moderno. Troppo poco. Le pressioni, i tifosi esigenti, i calciatori esigenti, i presidenti esigenti di avere dei risultati tra le mani fin da subito.
Il tempo dei mister oggi... come il sabato del villaggio?

Il tempo dei mister oggi - Gli allenatori scelgono, i calciatori decidono
Lo diceva anche Allegri che gli allenatori di oggi devono essere psicologi, la mentalità viene prima della tattica. È importante formare un gran gruppo amalgamato e coeso e, poi, solo in seguito, giocare a calcio. Se l'allenatore non piace al gruppo-squadra il mister rischia davvero di essere mandato a casa. Semplicemente, c'è più di una squadra che ha dei "senatori" tra i calciatori, o, a volte, delle "star", e questi possiedono una larga fetta di potestà sulle scelte della squadra. Agli occhi di alcune società molti calciatori hanno più diritti dei mister che si devono solo preoccupare di non rendere scontenti i loro numeri 10, 9 o 1 e di farli esprimere al meglio. Infatti esistono club basati anche su qualche manciata di calciatori ed è successo anche che questi "senatori", le "voci dello spogliatoio" perché hanno comunque una certa responsabilità, spesso, pensandola diversamente dell'allenatore, esprimano il loro malcontento apertamente, qualche volta creando anche delle spaccature nette nel gruppo. Esempio: Ancelotti, allenando il Bayern Monaco, proprio non piaceva ai senatori della squadra bavarese, così lo esonerarono senza molte esitazioni. Danke ed auf wiedersehen, Carletto.

E poi, quante volte oggi vediamo i mister punire con delle sanzioni più o meno pesanti i propri pupilli? Si aprono casi, litigi, gli appassionati investigano su Internet. Questi calciatori forse vogliono tenere testa ai mister? Poi spesso gli allenatori si comportano in maniera un po' ruvida, certo, ma in squadra è il tecnico che dovrebbe avere l'auctoritas, non gli si dovrebbe tenere testa. Icardi, Gomez, Dzeko... che succede? Perchè i calciatori fanno i capricci? Nel ruolo del mister ci si deve preoccupare di dare lo spazio sul campo che viene richiesto dal calciatore. Non è vero che i mister decidono, loro scelgono, sono i talenti della squadra che decidono. Da allenatore, come puoi sostituire il tuo centravanti nonchè calciatore più pagato sul risultato di 3-0 a favore, ma con lui che è rimasto a secco? Lì, spesso, non puoi, perchè genererebbe dei malcontenti al singolo che, magari, sta lottando per la classifica marcatori oltre che per la squadra.

Questa faccenda mi ricorda molto la realtà del mondo del basket americano. Nell'NBA determinati valori sono molto più rispettati che in Serie A, ma... le superstar, i cestisti d' oltreoceano più importanti, hanno da sempre un potere ben preciso, un ego che a volte può apparire non molto misurato davanti alle telecamere. Ora vi scrivo di quel coach lì: Phil Jackson, il coach Zen. Quell'uomo aveva un roster colmo di star: erano i vittoriosissimi Chicago Bulls degli anni '90. Quelli erano dei cervelli autonomi oltre che dei campioni l'intesa di squadra era davvero complessa da trasmettere. Eppure il nostro coach Zen gestì al meglio i Bulls, comunque i litigi tra Jordan ed altri ci furono, certo... ma l'alchimia nacque, fortissima. Jackson era uno psicologo, un allenatore validissimo sul piano tecnico ed un fuoriclasse di coach.

Il tempo dei mister oggi - Direttori: i denti del giudizio
Capita spesso che i mister si sentano davvero minacciati dai direttori che guardano dall'alto. Questi ultimi giudicano e preoccupano, spesso il mister, diciamocelo li vorrebbe via questi "denti del giudizio". Intanto ci pensano spesso i "Giornali" a definire l'allenatore a rischio esonero, a spiegare come sia difficile che l'allenatore "arrivi a mangiare il panettone", un' frase ormai diventata comune nel parlato tra appassionati calcistici che indica, ironicamente, come il tecnico arduamente allenerà quella tale squadra fino a Natale. In quel momento i direttori diventano delle figure in grado di imprimere paura all'allenatore, infatti loro non sono più suoi amici nella squadra ma... degli uomini che possono cacciarlo da un momento all'altro. Ci sono molti Presidenti, poi, che non hanno gran pazienza ed attendono le prime fasi di tracollo per mandare a casa il povero mister. Di certo l'allenatore viene pagato anche per resistere alle pressioni, è tutto già incluso, è preventivato nel contratto, però... succede tantissime volte che i nostri mister sentano le partite come delle vere e proprie finali: "se vinci rimani, sennò scappa che è meglio." Allora quello è il momento del "rischiatutto", che, spesso, porta molto nervosismo e preoccupazione, meno la lucidità, termine davvero necessario per la squadra. Ed ecco giungere il panico, il brivido sulla schiena, potrebbe essere finita quell'avventura.

Il tempo dei mister oggi - Edgar Allan Poe: tic tac
Tic tac tic tac.
Ogni allenatore dovrebbe avere un orologio nel taschino della sua giacca. Proprio come la sabbia di una clessidra che scorre il tempo che è restante, ma per i mister c'è sempre meno tempo da sfruttare nel mondo del calcio, molteplici sono le pressioni che subiscono in stagione. Riporto alcune delle righe de "la maschera della morte rossa", un racconto di Edgar Allan Poe, pubblicato nel 1842. Troverete metaforicamente lo scontro tra il gioco della gente ed i rintocchi di un orologio, che propongono il tema dello scorrere del tempo. Il tempo che scorre anche per un allenatore di Serie A, un "maestro" che viene subito e prontamente giudicato dai patroni, fin dai primi risultati. Vi lascio a Poe:

"Era altresì in questo appartamento che si trovava... un gigantesco orologio di ebano. Il pendolo oscillava avanti e indietro con un sordo, greve, monotono suono metallico; e quando... era il momento che doveva battere l'ora, dai polmoni di ottone dell'orologio usciva un suono squillante e sonoro e profondo e oltremodo musicale, ma di una tonalità e di un accento così particolari, che a ogni intervallo di un'ora i musicisti dell'orchestra erano costretti a fare una pausa... per porger l'orecchio a quel suono; onde i danzatori di valzer dovevano interrompere le loro evoluzioni; e si avvertiva come un breve turbamento in tutti i componenti della gaia brigata; e, mentre ancora echeggiavano i rintocchi dell'orologio, si poteva notare che i più frivoli impallidivamo, e i più anziani e paciosi si passavano l'anno sulla fronte, quasi in preda a una vaga fantasticheria o meditazione. Ma non appena quegli echi si erano spenti, subito una risata sommessa correva tra il pubblico... e sorridevano come del loro stesso nervosismo... e si bisbigliavan l'un l'altro solenni promesse che i prossimi rintocchi d'orologio non avrebbero prodotto in quella stessa emozione; e poi, dopo un intervallo di sessanta minuti... ecco i rintocchi dell'orologio, e allora si notavano lo stesso turbamento, lo stesso tremito, la stessa meditazione della volta precendente. Ma, ad onta di queste cose, fu una gaia e splendida festa..."

Damiano Fallerini