Chissà quanti l'hanno detta questa frase, tifosi di molte squadre, semplici cittadini che seguono le loro passioni calcistiche e spesso, coltivando i disvalori che le agitano, soprattutto quando si fa una catena mediatica colorita ed anti qualcuno.
Ma se questa frase viene detta in una pubblica riunione, dove il tema principale è la salvaguardia della legge e le eventuali ripercussioni nell'ambito sportivo, da un signore che di professione fa il magistrato, lascia perplessi e sgomenti.

Qualcuno vuole già ridimensionare la cosa, ma è il tentativo ignobile di chi non ha la minima conoscenza di quelle che sono le leggi e le sue regole nell'applicazione e, soprattutto dell'imparzialità che ne deve essere l'assunto principale. Il signor Santoriello, di chiare origini campane, dice è tifoso del Napoli, che odia la Juventus, e che il suo interlocutore interista gli va bene lo stesso, purchè non sia della Juventus. Inoltre decide "ipso facto" che la Juventus ruba, dicendo che odia la Juventus perché, e questa è la frase più grave, "è contro i ladrocini in campo". Praticamente un Pm, che dovrebbe agire superpartes, confeziona nella sua "forma mentis" un odio viscerale contro un soggetto, e senza alcuna prova dice che ruba. Ci sarebbero già gli indizi per esercitare  una querela per calunnia! Ma quel che ci lascia  di più attoniti, è che nessuno interviene, nessuno si scandalizza, e nessuno prende provvedimenti, forse pensando che sia una frase scherzosa fine a se stessa. 
Ma bisogna sempre distinguere chi pronunzia quella frase. Se è un cittadino qualunque, che magari fa l'operatore ecologico, e lo dice al bar con gli amici, lascia il tempo che trova. Ma se la frase viene detta in un contesto di applicazioni di diritto, in un seminario dove la serietà degli intervenuti è la stessa garanzia di certezza di onestà deontologica, e chi la pronuncia dovrebbe avere almeno la serietà di non fare passare come una battuta quello che risulta essere un sentimento negativo, a dispregio del buon diritto e reiterato da esternazioni imbarazzanti. Magari, tra il pubblico, ci potrebbero essere uno o più tifosi juventini. Non avrebbero costoro diritto a qualche forma di rispetto? Per non parlare della poca educata affermazione sulle ruberie ed altro! E' questo il livello culturale dei nostri magistrati, i quali ogni giorno lottano contro il crimine, rischiando anche la vita? 
E sappiamo che ci sono uomini di legge che muoiono per garantire la libertà dei cittadini dalla malavita organizzata, e che lavorano in silenzio, perché sanno che ogni parola sbagliata può costare la vita non solo a loro, ma anche a chi lavora al loro fianco, fedelmente a lottare con la forza del diritto e della violenza legittima dello stato, che in casi estremi deve essere esercitata.
Ma nemmeno questi eroi della nostra vita quotidiana si permetterebbero una violenza verbale di tale genere. Sì, perchè le parole uccidono, persino le persone, in un continuo stalking mediatico, alimentato anche qui da giornalisti che invece di parlare di sport, accusano senza ritegno chi gli permette di vivere, perchè se prendono lo stipendio è perché qualcuno suda in campo e altri sudano sulle scrivanie, alla ricerca del meglio per un pubblico sempre più esigente.  

Ricordo ancora che un giornalista RAI, durante un'intervista ha pesantemente insultato Benatia, che giocava nella Juventus, ed il tutto mentre era in onda, pensando che i microfoni fossero spenti. Le parole furono sentite benissimo, ma ancora oggi l'azienda RAI non ha fornito quelle informazioni che sarebbero state anche gravi dal punto di vista della discriminazione razziale. Quel giornalista non si sa ufficialmente chi fosse, ma qualche sospetto c'è e si dirige verso il meridione. Eppure nessun PM è intervenuto. E nemmeno la federcalcio, che mette al primo posto la questione della difesa di genere e di appartenenza etnica, salvo scordarsela quando non conviene!
Vogliamo parlare di trasmissioni come Sky Sport? Dove c'è ormai un consolidato club interista, che quando per sbaglio la Juventus riceve un supposto aiuto arbitrale ne parla per mesi, ma quando succede ad altri si liquida con "è il calcio, può succedere, è tutto regolare!".
Ricordo anche un giornalista che ha più volte reiterato la frase "quando la Juventus rubava"! Se poi qualcuno perde la testa non lamentiamoci, ma se la perde chi di mestiere non dovrebbe perderla, allora preoccupiamoci. Per molto meno, si potrebbe invalidare l'arresto di Matteo Messina Denaro, ricorrendo la violazione dell'imparzialità del giudice, del famoso giudice "terzo" garante delle prerogative di certezza dell'applicazione del diritto e dell'onestà del giudicante. Un codice deontologico ferreo, che non si dovrebbe mai scalfire, nemmeno con frasi sibilline, che qui di sibillino hanno ben poco. E riguardo a quel seminario, trattava di crimine sportivo!
E se il signor Santoriello dice che in campo si ruba, offende l'intelligenza delle persone presenti. Per prima cosa, se in campo si ruba, devono avere le prove. Ci dica in che modo, chi ne è complice, e se ci sono arbitri pescati con le mazzette in mano. Non ci sono? Ed allora stai zitto!
Non è che se uno ha il diritto di parola può dire tutte le scemenze che gli frullano nella bocca che in quel momento ha dimenticato di collegare al cervello. E soprattutto le parole pesano, specialmente nel contesto nel quale vengono dette. Chi ha assistito a quel dibattito deve essere stato estremamente deluso da quelle frasi, soprattutto perchè era il relatore di una materia scientifica come l'esercizio del diritto e le ripercussioni legali e penali che comportano taluni comportamenti nell'ambito dello sport.
Ma con una premessa del genere, penso che qualcuno avrebbe voluto alzarsi dalla sedia ed andarsene. Non perché tifoso della Juventus, ma come cittadino che richiede risposte certe a quesiti sostanziali da chi dovrebbe dimostrare altra caratura mentale e scientifica. E se non l'ha fatto sarà perché ha avuto maggiore educazione ed esercitato la carità cristiana.  
Magari il Santoriello è un ottimo studioso della materia, conoscitore di tutte le fattispecie giuridiche e persino di cosa si dovrebbe cambiare nel nostro ordinamento giudiziario per combattere le storture e le incongruenze legate alla violazione di norme che  ancora latitano nel limbo dell'impuniblità. Potrebbe, ma fino ad oggi ha mostrato una diversa concezione della legge, arrivando a chiedere la custodia cautelare a persone che non sono malavitosi, e che i loro eventuali reati non sono pericolosi per la società, al massimo irregolarità formali. Come se chi passasse con il rosso, senza investire nessuno, dovesse essere messo agli arresti domiciliari. Ha usato la Guardia di Finanza, la Polizia Giudiziaria, le squadre di intercettazione telefoniche ed ambientali, usando una montagna di denaro pubblico.
Tutto questo solo perché odia la Juventus? Mi aspetto un'ispezione da parte del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, già alle prese con le intemperanze dei suoi "amici" Del Mastro e Donzelli, altri artisti della parola facile e mal collegata al cervello. Anche il Consiglio Superiore della Magistratura non può rimanere inerte. Il suo intervento è auspicabile per la salvaguardia dell'onore della magistratura e degli interessi superiori a protezione dei cittadini. I cittadni italiani, come possono fidarsi di quell'istituzione se si permettono tali esternazioni? Il Ministro Abodi, nella sua veste dei Ministro dello Sport, dice di avere segnalato la questione. A chi, non si sa! Intanto mi aspetto che il Parlamento cominci delle lotte, portando  sicuramente subbuglio. C'è chi agita le toghe "rosse", chi pensa a fare cadere il governo su queste bucce di banana, e chi pensa che così la giustizia non può essere amministrata.

Ma l'imbarazzo più grande arriva nelle stanze del potere della Federcalcio. Si è appena consumata la sentenza, a dir poco oscena contro la Juventus, e tutto questo rischia di fare saltare molte teste. Forse qualcuno pensava di fare espiare alla società bianconera le colpe ancora visibili di una gestione negativa del nostro calcio. Si veda il caso D'Onofrio, improvvisamente passato sotto silenzio, la nostra Nazionale che per due volte di seguito subisce l'onta di vedere le fasi del Mondiale per televisione. Il malessere sulle gravi difficoltà finanziarie legate ad un movimento che vende male il suo prodotto all'estero, e quindi alle Pay Tv, con ricavi insufficienti per le società che devono fare i salti mortali, e per questo plusvalenze, per fare arrotondare i bilanci. E non c'è solo la Juventus. In passato ne hanno usufruito molte squadre, e solo marginalmente la Juventus. Eppure tutto taceva, o si condonava. Perché il coraggio di scrivere una norma adeguata alla situazione nessuno l'ha presa. Dunque che si fa? Si punisce qualcuno, e lo si fa nel modo peggiore, destando perplessità anche in chi dovrebbe odiare la Juventus, perché il boomerang può tornare indietro e colpire altri soggetti.
Ma punire la Juventus, peggiora il bilancio della stessa lega e delle pay tv, perché il montante di denaro che muove la Juventus è cospicuo. E' come se chi trova la moglie che lo tradisce sul divano, per vendetta vendesse il divano. Non risolve nulla, la moglie lo può tradire nel letto e per di più non ha nemmeno il divano per vedersi qualche sana partita alla televisione. 

Il nostro calcio è malato. Malato di protagonismo e di incapacità di gestione relegandoci a nazione calcisticamente di rango inferiore. Ormai nel calcio inglese, spagnolo, tedesco e francese ci reputano nettamente inferiori, e per questo depredabili, come se fossimo una colonia africana. Forse l'errore della Juventus è stato quello di avere cercato qualcosa di nuovo, ma si sa che purtroppo bisogna sempre dire che "il rancio è buono ed abbondante" anche se fa schifo!