Nel decreto cura Italia, vengono riportate delle date che dovrebbero accendere il lampeggiante. Si legge ad esempio che la requisizione di strutture per ragioni sanitarie può essere disposta fino al 31 luglio 2020. Data che viene riportata anche in altre circostanze all'interno del medesimo decreto. Da più parti iniziano a dire che se tutto va bene se ne uscirà da questa emergenza in estate, tra luglio e agosto. Emergenza che oramai dilaga in tutta Europa. Non è la peste nera di manzoniana memoria, grazie al cielo, ma la situazione è comunque grave perchè le nostre strutture sanitarie non reggono l'intensificarsi e la concentrazione di casi di emergenza. Magari da tutto ciò impareremo che la sanità pubblica deve diventare una priorità assoluta nella quale investire. Il calcio, in tutto ciò, si interroga su che fare. Nessuno lo sa. Si rinviano gli Europei. Cosa doverosa, sacrosanta e inevitabile. Ma che fatica arrivarci.
Per il 3 aprile non se ne esce dallo stato d'emergenza. Questo oramai pare evidente. Bisogna capire se le misure verranno attenuate o meno o prorogate. Io resto a casa è possibile che duri fino a tutta Pasqua. Nella più ottimistica delle ipotesi. E si spera anche quella più reale.

Poi, però una cosa va detta. Il mondo che abbiamo conosciuto prima non esisterà più. Darsi la mano per il saluto sarà un gesto destinato all'estinzione, chissà se le distanze di sicurezza rimarranno anche dopo, prevenire, meglio che curare, si dirà. Non sappiamo che cosa accadrà, ma bisogna iniziare a prendere in considerazione che la data del 31 luglio possa essere quella effettiva di riferimento? Bisogna pensare alla prossima stagione, questa sembra essere andata. Il dilemma sarà sempre quello congelare o annullare?

Cioè assegnare i titoli su come sono stati interrotti i campionati? O semplicemente fare in modo che questa stagione non sia mai esistita? Una stagione fantasma. C'è sempre la terza via, che è quella che verrà cercata, ma il problema non è più solo italiano, ma europeo. Ed è in quella sede che sarebbe bene trovare una soluzione condivisa. Ma sarà dura, se non più. Il Liverpool che ha dominato in modo epocale il campionato perchè dovrebbe rinunciare al titolo? Poteva mancare una sola partita per portarlo a casa.
E la Lazio? Perché dovrebbe rinunciare alla corsa per il titolo? Quando era lì, con il fiato sul collo della Juve?
E lo stesso discorso vale per la lotta retrocessione, per la salvezza, per i posizionamenti europei, e per gli altri campionati, perchè non esiste solo la SerieA.
Aspettiamoci un periodo di guerra durissima nel mondo del calcio, altro che senso di unità.





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