Se c'era uno scudetto che la Juve avrebbe potuto perdere, o non vincere, quello appena finito era assolutamente quello giusto.
Ripetersi è sempre estremamente difficile, farlo più e più volte fino ad arrivare addirittura a sette, otto volte è un qualcosa di impensabile già in condizioni normali, farlo con l'aggiunta di qualche "aggravante" è stato davvero tosto. Un po' come era successo nell'estate del 2014 quando improvvisamente al primo giorno di ritiro ci siamo ritrovati orfani del condottiero Conte, che ci aveva riportati in alto, ma che aveva preferito i ristoranti più lussuosi, era arrivato Allegri e ricordo molto bene il sentimento generale che serpeggiava tra juventini e non, con quest'ultimi già certi della fine dell'era bianconera, anche quest'anno diversi dubbi assalivano i nostri pensieri, e alimentavano le speranze altrui. Dopo cinque anni di Allegri, la. Juventus decide di uscire dalla "comfort zone" e cambiare, ma se qualsiasi cambio porta con sé dei dubbi e delle difficoltà, il cambio di Allegri con Sarri ne portava molte di più. Secondo Allegri la Juve, quella Juve, era arrivata alla fine di un ciclo (come aveva detto Conte nel 2014) e necessitava di diversi ritocchi, mentre la società ha optato per il "ritocco" in panchina confidando che una nuova guida tecnica avrebbe potuto dare nuova linfa e nuovi stimoli ad una rosa pluricampione. Il cambio è stato totale, c'è stato un vero e proprio taglio con il passato, almeno nelle intenzioni perché Sarri rappresentava tutto il contrario di Allegri, e questo inevitabilmente portava dei seri dubbi e molte difficoltà. Da quelle ambientali a quelle tecnico/tattiche. Per non farci mancare nulla ci si è messa pure una brutta polmonite che ha allontanato l'allenatore proprio nel momento più critico ed importante della preparazione della stagione, poi l'infortunio del leader della difesa che ha di fatto stravolto i piani, l'emergenza Covid-19, e le avversarie sempre più agguerrite e competitive. Insomma gli ingredienti per intravedere la fine della leggenda bianconera c'erano davvero tutti, e quindi per tutti questi motivi, la vittoria di quest'anno merita un applauso più forte. Ora che siamo arrivati a questo punto, con ancora tutta la Champions da giocare, l'idea del decimo diventa quasi una necessità assoluta. La Champions, che a dispetto di quello che dite molti di voi, non è assolutamente una ossessione ma un torneo incredibile affascinante ed estremamente competitivo dove il poterci essere ogni anno, e non ogni tanto, a confrontarsi con i migliori d'Europa è, almeno per me, motivo di grande orgoglio ed interesse, prima o poi arriverà anche il nostro momento, la vivremo serenamente prima cercando di ribaltare il risultato contro il Lione, e poi si vedrà, senza grandi pretese e con tutto da vivere. Ma la prossima stagione ci mette davanti ad un obiettivo che per molti versi diventa l'obbiettivo con la O maiuscola. Sette, otto, nove scudetti consecutivi sono numeri impressionanti ma sempre numeri "normali" mentre il decimo sarebbe una sorta di pietra tombale, un sigillo marchiato a fuoco sulle nostre anime e su quelle degli avversari. Mediaticamente sarebbe un risultato che si presta ad un sacco di possibili celebrazioni anche dal punto di vista del brand, diventerebbe una leggenda legata ad un numero che sarà eterno e noi dovremmo sentirci per sempre dei privilegiati ad aver vissuto questi anni. Il decimo sarebbe più importante anche di un undicesimo o dodicesimo perché nell'immaginario collettivo ci sono dei numeri che rimangono per sempre. Un po come nei matrimoni, i dieci anni, poi i venticinque ecc.....quelli di mezzo sono ovviamente importanti ma meno proclamati e festeggiati. Per arrivare a questo risultato servirà un'altra ennesima impresa. A partire dalla società che dovrà essere brava a modificare la rosa attuale inserendo i tasselli mancanti per aumentarne il livello tecnico, in base alla funzionalità richiesta dall'allenatore, dovrà essere bravo l'allenatore ora che si è ambientato, a mettere sul campo e sulla squadra la sua mano, dando più sicurezza e continuità, perché la prossima stagione sarà davvero dura. Gli avversari saranno agguerriti e competitivi al massimo. Tutte le squadre che come la Juve quest'anno hanno iniziato un nuovo progetto con nuovi allenatori, la prossima stagione daranno anche loro continuità al loro progetto, e sicuramente alzeranno il livello di competitività, rendendoci la vita dura. Tutti saranno disposti a tutto per non farci arrivare al decimo, ogni squadra che incontra la Juve trova energie e stimoli che in altre situazioni non hanno trasformando ogni partita contro di noi come la partita della vita, mettendoci in difficoltà in ogni situazione, in ogni città, in ogni stadio.
L'Inter che quest'anno ha posto le fondamenta di un percorso importante sotto la guida di Conte, ha sicuramente i mezzi anche economici per migliorare ancora la rosa, una rosa creata ad arte sotto la guida del tecnico salentino, e che ha avuto degli esborsi importanti, sarà certamente migliorata e completata e ciò che abbiamo visto quest'anno ci suggerisce che sarà davvero dura competere con loro, anche e soprattutto sotto il profilo mentale della battaglia.
La Lazio è una certezza, non so se sarà all'altezza delle altre due, ma sicuramente saranno ancora bravi a fare mercato e saranno lì a dare battaglia un'altro anno, e se come sembra, Inzaghi sarà ancora l'allenatore, la Lazio avrà sicuramente una continuità importante che altri non hanno. L'Atalanta è una realtà ma anche una mina vagante, nel bene e nel male. Può fare tutto e ogni anno è una nuova avventura che ci farà divertire e soffrire sicuramente.
A Napoli, anche in questo caso, sarà data continuità al lavoro di Gattuso e questa è una garanzia, poi se saranno bravi a sistemare alcune lacune potranno dire la loro ai piani alti. Il Milan è la dimostrazione che quando un allenatore riesce a fare bene il suo lavoro, in maniera semplice e riesce a compattare un gruppo, si possono fare buone cose, anche in questo caso se non per lo scudetto sicuramente per un buon piazzamento bisognerà lottare anche con i rossoneri.
La Roma è un po' un'incognita, le beghe societarie fanno sentire ancora tutto il loro peso e non è facile programmare bene una stagione da protagonisti. Fonseca fa il suo lavoro ma da solo è troppo poco. Insomma gli ingredienti per una stagione più combattuta ci sono tutti, la Juve vorrà fortemente il decimo a tutti i costi, e gli altri, ovviamente hanno in mente di spodestare la regina dal trono proprio nell'anno più importante.