Da ieri sera è in atto una pericolosa santificazione della squadra rossonera, che rischia di essere più deleteria della sconfitta in sé.
Il pareggio fra Dinamo e Salisburgo, infatti, mantiene in corsa i rossoneri, che dovranno vincere entrambi gli scontri con quelle rivali, ma facendolo passerebbero il turno.
E' tutto da verificare che il Milan ci riesca, però può giocarsela. 

Mi sembra pericolosissimo, però, concentrarsi sul direttore di gara, il signor Siebert, come sta accadendo in queste ore. Strano signore questo arbitro, è vero, dallo sguardo più inespressivo che impenetrabile, da Terminator insomma, che metteva paura solo a guardarlo all'ingresso sul terreno di gioco. Tuttavia, quando, il Milan si è trovato in svantaggio e con l'uomo espulso, essendo questi un difensore, un normale allenatore-artigiano della vecchia scuola avrebbe tolto un giocatore offensivo e ricostruito la difesa, magari proteggendola meglio col centrocampo. Pioli ha atteso 15 minuti (leggesi 15) per operare almeno un cambio  e, quando lo ha fatto, era ormai in svantaggio di 2 gol. Ha chiuso la stalla, insomma, quando i buoi erano scappati, forse pensando che, vedendo la stalla chiusa, nessuno pensasse che la fuga del bestiame era colpa non solo di chi l'aveva aperta, ma anche di chi, potendola chiudere, non lo aveva fatto.
Quando sono eccessive, le lodi fanno male al destinatario.
Dopo Milan-Juventus, ne sono piovute troppe sul tecnico rossonero, ma poco prima di Milan-Chelsea, si era sentita suonare da Tel aviv la sirena dell'allarme rosso. Il modesto Maccabi, infatti, aveva bastonato i bianconeri per 2-0, risultato identico a quello rossonero di sabato.
E se è vero che nessuna partita è identica alle altre, sarebbe stato realistico prendere atto che il Milan aveva battuto una Juventus non al meglio, allenata da un tecnico che sembra in fase di involuzione. Senza contare che Allegri è un allenatore molto italiano nella filosofia, per cui lascia giocare ed è fatto, quindi, per esaltare il gioco di Pioli.

Il Milan era sceso in campo con una formazione insolita che avrebbe dovuto sorprendere Potter. Al momento del calcio di inizio i rossoneri apparivano schierati con un 4-1-3-2. Apparentemente, infatti, la difesa era a 4 con Kalulu, Gabbia, Tomori e Hernandez. Davanti alla difesa c'era Bennacer, con Krunic, Tonali e Diaz più avanti dietro due punte, Giroud e Leao. Dopo pochi minuti, si è visto che Hernandez avrebbe giocato a centrocampo accentrandosi accanto a Bennacer o sulla linea avanzata a riempire lo spazio lasciato da Diaz, che giocava da ala vera. La difesa a 3, prevedeva il rientro di Hernandez quando erano gli avversari a spingere, con un movimento in diagonale, anzi a L, come il cavallo negli scacchi. Una soluzione cervellotica, che realizzava un 3-2-3-2 sulla cui efficacia non possiamo pronunciarci a pieno, visto che poco prima del 20° minuto l'arbitro fischiava un rigore per il Chelsea con espulsione di Tomori.
Come si è detto, non possiamo pronunciarci a pieno sull'efficacia dello schema rossonero, visto che c'è stato poco tempo per vederlo all'opera in parità numerica. Però è sospetta l'azione da cui sono scaturiti rigore ed espulsione. Quando James ha lanciato Mount dalla sinistra dello schieramento rossonero, aveva davanti Hernandez, che gli ha lasciato molta libertà, come se la sua presenza lì fosse solo formale, cosa che è di solito sintomo di una certa confusione. Fatto sta che il lancio ha aggirato proprio sulla sinistra Tomori e a questo punto... a questo punto niente. Saltiamo la fase in cui l'arbitro fischia rigore ed espulsione, prendiamo atto della trasformazione di Jorginho e andiamo direttamente al 21° ovvero alla ripresa del gioco dopo il gol inglese.

Il Milan si ritrovava in svantaggio e con un uomo in meno. Potremmo discutere all'infinito se la decisione del signor Siebert sia stata giusta, dubbia o errata, ma la situazione era quella, un semplice dato di fatto di cui prendere atto e adeguarsi. Anche perché la strada si era fatta in ripida salita, ma la partita era ancora da giocare.  Il giocatore espulso era un difensore e, per buona misura, era uno dei centrali. Anche facendo scalare al centro Hernandez, sottratto al suo nuovo ruolo di centrocampista, la difesa appariva indebolita, in quanto Hernandez non è un centrale. Ora, è scritto nel manuale del calcio, in vigore da sempre, che quando rimani in inferiorità numerica, a meno che il giocatore uscito sia un attaccante, dovresti togliere un giocatore offensivo per riequilibrarti in copertura. Ciò vale a maggior ragione se il giocatore mancante è un difensore. Come scritto su, Pioli ha atteso 15 minuti per intervenire e lo ha fatto solo quando era tutto inutile.
E' vero, appena subito il gol i rossoneri avrebbero potuto pareggiare
, visto che la difesa inglese si è spalancata su una palla buttata nell'area di rigore da Diaz. Giroud, solo soletto, ha mirato di testa all'angolo alto della porta mandandola di poco fuori. Ma era evidente che il Chelsea aveva solo abbassato la guardia per un attimo, forse incredulo a sua volta di trovarsi la partita in mano così presto. Di certo, l'azione andava interpretata, anche perché la sua casualità era evidente o almeno doveva esserlo a un tecnico di livello. Così non è stato, in quanto Pioli ha creduto che il modulo di ieri sera fosse quello di Re Mida anche in inferiorità numerica, per cui potesse tramutare in gol qualsiasi azione di metallo vile. Il Chelsea, invece ha ripreso in mano le redini del gioco, anche perché Diaz continuava a essere largo a destra, senza ricompattare il centrocampo. E considerando che il predestinato a uscire era proprio Diaz, l'uomo dalle caratteristiche offensive sacrificabile (non certo Leao), viene più di un sospetto che il tecnico rossonero stesse guadagnando tempo nella speranza di non dover far uscire lo spagnolo.

Entrato Dest, proprio al posto di Diaz, ormai la partita era persa e il Chelsea ha giocato sul velluto. Sarebbe stato diverso mantenere lo 0-1 schierati con raziocinio, attendendo il momento opportuno per tornare alla carica. Nel 1950 l'Uruguay difese la sconfitta contro Brasile e lo liquidò quando i giocatori carioca abbassarono la guardia. Ma sullo 0-2 i londinesi potevano venire avanti lieti e tranquilli, perché tanto un errore o una distrazione li avrebbero lasciati in vantaggio con l'uomo in più. Gli ingressi nel secondo tempo di Rebic, Pobega, Ballo-Touré e Origi sono stati solo contorno, turn-over in vista del campionato, dove chiunque può vedere la sua statura aumentare a dismisura guardandosi in uno specchio deformante. Cio accade quando le lodi esagerate ti aiutano a sentirti altissimo. E chi ha orecchie per intendere, intenda.
C'è chi invece sembrava di livello modesto e si sta rivelando di statura rispettabile. Gabbia e Tata ieri sera hanno tenuto in piedi la baracca, oltre a Bennacer e Kalulu, senza perdere mai la testa. Meritano i complimenti. Chi scrive aveva massacrato il centrale difensivo a Firenze 11 mesi fa, ma oggi si sente in dovere di dire che è stato il rossonero migliore nella serata infausta di San Siro.

Tornando al signor Siebert, che quanto a bravura nelle direzioni di gara aveva precedenti inquietanti, lasciamolo perdere. Non sono entrato nel merito dell'episodio e non vi entrerò neanche ora, perché non ha senso che lo faccia. Che abbia avuto ragione o torto, la situazione che ha creato andava gestita e poteva essere gestita. Non è stato fatto e allora è doveroso lasciare perdere.