Domenica 7 Agosto 2022 - Stadio Olimpico : Roma - Shakhtar Donetsk 5-0 

Ho dato uno sguardo alle quote antepost e ho scoperto che addirittura un bookie dà la possibilità di giocare su ‘triplete Roma’ entro il 2024, che poi sarebbe l’ultimo anno ‘romano’ di Mourinho: la possibilità è pagata settecento volte l’importo giocato, il che rende l’idea di quanto sia lontana e remota questa eventualità. A dirla tutta mi sembra pure ottimistica come quota, considerando che negli ultimi dieci anni avevamo alzato al cielo solo il famigerato bonsai, librato in aria da Florenzi, all’epoca nelle vesti di capitano giallorosso.

Non mi esalterò, perché la stagione è lunghissima e toccherà essere ‘sul pezzo’ ogni giorno, ora, minuto per arrivare a vincere qualcosa. Quest’anno poi, si disputeranno due campionati in uno: ci sarà l’estenuante corsa fino al mondiale, si giocherà tra campionato e coppe praticamente sempre ogni tre giorni, e volenti o nolenti, si lasceranno per strada punti, possibilmente solo quelli e non anche calciatori. Quando ci metteremo il mondiale alle spalle, faremo i conti con il secondo campionato, con una nuova preparazione da fare e con tutte le incognite derivanti da vittorie di alcuni e sconfitte cocenti di altri. Potrebbe essere, e quasi sicuramente sarà l’ultima occasione per Messi di vincere quel titolo con la nazionale che insegue da tutta la vita: l’ultimo tassello per mettersi sullo stesso piedistallo di Diego nel cuore degli argentini. Come per lui, stesso discorso pressappoco per Di Maria, così come per Dybala, che avendo qualche anno in meno forse avrebbe un’altra occasione, ma come tornerebbero alla realtà questi campioni se si aggiudicassero l’ambito titolo? E se perdessero? Avranno la forza di rituffarsi al cento per cento nelle rispettive squadre di club? In entrambi i casi, ci troviamo dinanzi a interrogativi reali, a cui nessuno può dare risposta, men che meno gli stessi protagonisti.

Non mi esalterò. Soprattutto perché i ritmi di ieri erano da ‘passerella’, con gli ucraini dello Shakhtar oltremodo ridimensionati dagli addii che hanno subìto a causa del conflitto che sta interessando la loro nazione. Nell’amichevole di ieri sera, è parso valido persino Vina che non me ne voglia (lo sosterrò sempre finché indosserà i nostri colori), reputo uno dei terzini più scarsi mai visti alle latitudini di Trigoria; ieri per giunta si è disimpegnato egregiamente da ‘braccetto’ sinistro, il che racconta tantissimo dei ‘pericoli’ presentati dai ‘minatori’. Non mi esalterò.

L’Inter ha ripreso Lukaku ricreando una coppia con Lautaro quasi perfetta per quanto sono complementari questi due campioni: tecnica e forza fisica, progressione e fiuto del gol; hanno tutto per essere un duo da quaranta e più marcature. L'arrivo di Asslani dà 'fiato' a Brozovic, giocatore chiave nell' undici di Inzaghi; con il centrocampista albanese - che si sta confermando 'day by day' agli stessi livelli che aveva fatto vedere ad Empoli anche in maglia nerazzurra -l'Inter migliora la qualità di una mediana già fortissima, a cui ha aggiunto anche Mkhitaryan che da titolare indiscusso nella Roma, diventa un'alternativa di livello assoluto a Calhanoglu. 

Il Milan aveva già un gruppo fortissimo, con una difesa molto solida a cui era mancato per quasi tutta la scorsa stagione un leader come Kjaer, che adesso dovrà battagliare per un posto vista la crescita di Kalulu, autore di una stagione formidabile accanto a Tomori. In attacco sono arrivati Origi, De Ketelaere e Adli, è stato riscattato Messias e sono rimasti Giroud e Leao: un potenziale offensivo da top europea. Forse c’è da trovare il sostituto di Kessie, giocatore molto importante nello scacchiere rossonero; Maldini e Massara dopo aver lungamente ‘corteggiato’ Renato Sanches poi volato al Psg, non si sono affatto arresi, e con tutta probabilità qualcuno arriverà comunque a tamponare la perdita dell’ivoriano.

La Juventus ha messo dentro Pogba e Di Maria; basterebbe a rendere idea della pericolosità dei bianconeri, che a dispetto delle sconfitte in precampionato - che valgono zero - hanno un gruppo che per stessa ammissione di Allegri punta dritto al ‘tricolore’; inoltre c’è ancora un mese di calciomercato, e la ‘vecchia signora’ conta di colmare le ‘falle’ con Paredes e Morata, da sempre prima scelta come vice-Vlahovic nella testa del tecnico toscano, non avendo mai nascosto di ‘amare’ calcisticamente il centravanti spagnolo.

Il Napoli, per tutti ‘morto e sepolto’ a causa dei tanti calciatori che hanno lasciato Castelvolturno, ha sempre dalla sua il carattere di un tecnico molto esperto, e che non ci sta a farsi considerare ‘battuto in partenza’. Sono assolutamente sicuro che gli azzurri faranno qualcosa in entrata, e vista l’ormai probabile uscita di Fabian Ruiz - anche lui diretto a Parigi - non si ‘limiteranno’ al solo Raspadori; anche perché va bene il carattere, ma poi al ‘manico buono’ deve corrispondere pure una ‘scopa’ all’altezza. Attenzione a Kvaratskhelia: Giuntoli ha dimostrato negli anni di avere un 'occhio' sopraffino nello scovare il talento.

La Lazio ha chiuso lo scorso campionato al quinto posto. A quella squadra sono stati aggiunti tre centrali (Romagnoli,Casale e Gila), ha preso in regia Marcos Antonio proprio dallo Shakhtar Donetsk, lo svincolato Vecino - tanto caro al tecnico Sarri - un vice-Immobile rappresentato dal giovane ex Roma Cancellieri e ha confermato Milinkovic-Savic, dai più considerato possibile partente. Ad oggi, è in rosa ancora Luis Alberto: qualora restasse sicuramente non sarebbe un ‘minus’ per i biancocelesti, se come vorrebbe lo stesso spagnolo dovesse lasciare Formello, Lotito & Co. si fionderebbero su Ilic, centrocampista del Verona che ha il ‘placet’ del tecnico ex Napoli. Una rosa sicuramente ‘cresciuta’ in qualità e opzioni, con l’obiettivo chiaro di tornare in Champions League. Poi si sa, Lotito "non vende sogni, ma solide realtà".

L’Atalanta non si è mossa tantissimo, ma ha comunque preso Ederson dalla Salernitana, giocatore ‘pescato’ da Sabatini nella sessione invernale e decisivo con gol, assist e prestazioni di alto livello nella corsa ‘disperata’ alla salvezza compiuta dai granata. Nessuna cessione clamorosa e gruppo storico confermato, con Zapata considerabile come un nuovo acquisto visti i problemi fisici che l'hanno assillato per gran parte dell'anno passato. Alla rosa è stato aggiunto Okoli, giovanissimo difensore che sta dando buonissime risposte e che ‘Gasp’ considera alla stregua di un titolare. Inoltre aspetto da non sottovalutare, i bergamaschi potranno concentrarsi soltanto sulle partite di serie A non essendosi qualificati alle coppe nella stagione alle spalle: solita ‘mina vagante’.

La Fiorentina dopo un lungo tira e molla è riuscita a confermare Italiano, tecnico che tanto bene ha fatto nella sua prima stagione in maglia viola. I ‘gigliati’ si sono resi autori di un ottimo mercato, avendo prelevato dal Real Madrid il serbo Jovic, nel tentativo di avere a disposizione un degno sostituto di Vlahovic; hanno perso Torreira - per differenze di valutazione con l’Arsenal - prontamente sostituito da Mandragora, hanno acquistato un terzino destro fortissimo come Dodo - ennesima perdita del ‘povero’ Shakhtar - e hanno confermato Ikone e Nico Gonzalez, per un tridente che promette gol e ‘fantasia’, al di là di un pre-stagione in cui gli avanti sono rimasti abbastanza ‘a secco’.

Siamo di fronte a una lega forse ancora più equilibrata della scorsa. I valori sono così livellati da cancellare l’epiteto ‘sette sorelle’: ormai sono otto! Otto società che hanno fatto e continueranno a fare nei giorni a venire, tutto quanto in loro potere per rendersi competitivi. La distanza che passerà tra vincere il campionato e arrivare fuori dalle competizioni Uefa, potrebbe essere davvero di una manciata di punti. Ogni giornata, ogni risultato positivo o nefasto farà vivere una costante altalena tra 'vita' e 'morte', dove la vita è la coppa campioni e la morte per molti potrebbe essere già il quinto posto che vale l'Europa League.

Non mi esalterò. Nonostante un pubblico ancora una volta 'da brividi': sessantacinquemila anime per assistere ad un'amichevole di inizio agosto. Mentre la maggior parte dello 'stivale' inabissa i glutei nel mediterraneo, un 'popolo' intero riempie lo stadio per salutare 'vecchi' e nuovi eroi. Uno spettacolo straordinario, a cui puoi immaginare di abituarti, ma che puntualmente ti sorprende come fosse la prima volta: emblematica l'inquadratura su Dybala, completamente 'rapito' dallo 'show' sugli spalti e desideroso in partita di allietare - come ha fatto - con giocate sublimi e magari i primi gol. I gol non sono arrivati, ma alla sostituzione ha ricevuto il medesimo affetto e la corale acclamazione di chi ha appena siglato una tripletta.

Nota conclusiva: Che spettacolo assistere finalmente a linee di passaggio che i comuni mortali non vedono, l'eleganza di Matic nel smistare palla come fosse al campetto di casa, e la ritrovata freschezza atletica di Zaniolo, più 'magro' e scattante di quanto visto nei mesi passati.

Non mi esalterò: un'affermazione ripetuta come un mantra esistenziale, un monito al cuore troppo spesso ferito dai facili entusiasmi; un inno alla concretezza del "è il sacrificio che porta al risultato" e alla saggezza del "testa bassa e pedalare, conta solo la prossima partita che è la più importante", frase tanto cara agli addetti ai lavori. È dura, però. Guardi la gente che canta all'unisono, come un corpo unico dritto all'obiettivo, e allora vorresti unirti a gran voce nelle certezze del "vinceremo il tricolor!". Non lo farò però, non questa volta. Non mi esalterò. Però un pensierino sul triplete a 700…