Il mondiale è finito, Natale pure. Si è persino chiuso l’anno, e c’è più di qualcuno che è tornato alla realtà sin dalle ultime battute di 2022. In colpevole ritardo, andiamo a vedere risultati e avvicendamenti in classifica, avvenuti mentre mi ingozzavo di panettone come non ci fosse un domani.
Di voglia ce n’era poca, cullato dal mio periodo preferito e stordito dall’odore di fritto, che ancora si annida, come condannevole monito all’attentato alla salute messo in atto. 
Poi mettici che una mattina ti svegli, e non c’è più Pelè. 
Cavolo…Pelè! 
E trovavo conforto tra i racconti in tivù, tra gli scritti di chi ne ha onorato memoria su VxL, ma proprio questa amara pillola, non scendeva.

Era l’anno dei mondiali
quelli del sessantasei
La Regina d’Inghilterra era Pelè

Venditti vent’anni dopo quel mondiale in terra d’Albione, l’unico nella bacheca degli inglesi, lo dipingeva così. Perché oggettivamente, le attenzioni non potevano che essere per lui: il più forte di tutti. Il dieci prima che ne nascesse il senso. O Rei, senza nulla togliere alla regina, quella vera. Fatalmente, il 2022 ha messo fine sia al regno della regina d’Inghilterra che a quella di quel mondiale. Un anno abbastanza doloroso per quanto concerne addii di spessore. Lo sappiamo tutti, se n’è andato pure Mihajlovic. Ma pure il papa. E prima ancora Piero Angela. In ogni caso, non me ne vogliano: per chi è nato dopo la sua venuta nel pianeta calcio, Pelè è il calcio stesso. Insieme a Maradona, il riferimento di chi approccia al pallone: l’orizzonte onirico del talento smisurato. Puro. Innato. Ineguagliabile. Maradona è megj e Pelè cantavano i miei conterranei, e in questa frase c’è tutta la grandezza del brasiliano, usato come termine di paragone per il valore di D10S. Quando Diego venne a mancare, Edson esternò il desiderio di giocare nella stessa squadra nell’aldilà. Cuore a pezzi, ma con la serenità di una felice immagine nella testa: l’uno accanto all’altro, per la gioia di chi è con loro e può godere della magnificenza. Se ne compiacerà anche l’altissimo, non v’è dubbio. 

Se il 2022 ci lascia privi del Re del football, il 2023 si apre con la dipartita di un eroe nostrano: Gianluca Vialli. 
Sarò sincero: chiaramente sono dispiaciuto per l’uomo e per chi l’ha amato, ma non avendolo vissuto, ne mai avuto come idolo, non ho sentito particolarmente la sua scomparsa. “E’ morto Vialli”. Mi sono detto: vabbè, mi spiace, r.i.p. Questo è stato il mio primo sentimento alla notizia: dispiacere senza lacrime. Poi però sono entrato nella sincera commozione dei tanti che l’hanno conosciuto. Ho visto un sentimento autentico verso questa persona. Non quella ipocrisia tipica che accompagna ogni celebre dipartita. Ho letto passi di interviste rilasciate mentre viveva accanto al maledetto compagno di viaggio, che a suo modo, per ammissione di Gianluca stesso, l’ha anche migliorato. “La considero anche un’opportunità”: credo che in questa frase ci sia tutto il valore umano di questo campione che non conoscevo. Voglio dire: non davvero. Vialli-Mancini dev’essere stato proprio un bel vedere. Questi ultimi giorni mi hanno fatto comprendere che ho dei vuoti di storia del calcio imperdonabili. Un conto è conoscere gli esiti, un altro è avere reale coscienza di quanto sia stato determinante un calciatore in un determinato contesto. In ogni caso, l’indifferenza iniziale è svanita con il passare delle ore e dei giorni, portandomi a occhi inaspettatamente lucidi. Quanto è potente la passione? Quanto ci condiziona questo gioco? Tantissimo!
Nel frattempo, lo show continua, e non potrebbe essere altrimenti: è l’unico modo per rendere omaggio a chi ha dato tutto, forse inconsapevolmente compromettendo anche la salute per lo sport. 
In questa sorta di “minuto di silenzio scritto”, chiudo con un saluto all’ex capitano viola Davide Astori: un pelo in ritardo, buon 36° compleanno Davide, ovunque tu sia.

Adesso, a noi amici: in barba a feste, pranzi pesanti e sbornie, al solito la Premier non fa sconti ai suoi protagonisti, ricominciando sin dal  26 dicembre, nel cosiddetto “boxing day”.
PREMIER LEAGUE
Boxing day:
Brentford - Tottenham 2-2
Crystal P. - Fulham 0-3
Everton - Wolves 1-2
Leicester - Newcastle 0-3
Southampton - Brighton 1-3
Aston Villa - Liverpool 1-3
Arsenal - West Ham 3-1
Chelsea - Bournemouth 2-0
Man Utd - Nottingham F. 3-0
Leeds - Man City 1-3

18° Giornata:
West Ham - Brentford 0-2
Liverpool - Leicester 2-1
Wolves - Man Utd 0-1
Bournemouth - Crystal P. 0-2
Fulham - Southampton 2-1
Man City - Everton 1-1
Newcastle - Leeds 0-0
Brighton - Arsenal 2-4
Tottenham - Aston Villa 0-2
Nottingham F. - Chelsea 1-1

19° Giornata:
Brentford - Liverpool 3-1
Arsenal - Newcastle 0-0
Everton - Brighton 1-4
Leicester - Fulham 0-1
Man Utd - Bournemouth 3-0
Southampton - Nottingham F. 0-1
Leeds - West Ham 2-2
Aston Villa - Wolves 1-1
Crystal P. - Tottenham 0-4
Chelsea - Man City 0-1

Prossimo Turno
Aston Villa - Leeds 
Man Utd - Man City 
Brighton - Liverpool
Everton - Southampton
Nottingham F. - Leicester
Wolves - West Ham
Brentford - Bournemouth
Chelsea - Crystal P.
Newcastle - Fulham
Tottenham - Arsenal

CLASSIFICA: ARSENAL 44* - MAN CITY 39* - MAN UTD 35* - NEWCASTLE 35 - TOTTENHAM 33 - LIVERPOOL 28* - FULHAM 28 - BRIGHTON 27* - BRENTFORD 26 - CHELSEA 25* - ASTON VILLA 22 - CRYSTAL P. 22* - LEICESTER 17 - LEEDS 17* - NOTTINGHAM F. 17 - BOURNEMOUTH 16 - WEST HAM 15 - EVERTON 15 - WOLVES 14 - SOUTHAMPTON 12
*= 2 partite in meno
C’è voglia di dimenticare in Inghilterra: per l’ennesima volta, “it’s coming home” resta solo un motivetto. Tre giornate di campionato: non c’è modo migliore per lasciarsi il peggio alle spalle. Devono aver pensato questo, anche se chiaramente era tutto già programmato da calendario.
Tre giornate che, a ben vedere, non hanno scosso la classifica, quantomeno non hanno scalzato la capolista: con sette punti raccolti, è ancora l’Arsenal la regina d’Inghilterra, con il medesimo margine acquisito prima della sosta: cinque, i punti di vantaggio sugli Sky blues, punti che erano diventati persino sette per via del passo falso della squadra di Guardiola nel 18° turno contro l’Everton. A ristabilire le distanze ci ha pensato il temibile Newcastle, imponendo alla compagine di Arteta uno 0-0 casalingo. Nel boxing day invece, vittorie comode per entrambe le contendenti al titolo:   3-1 per i londinesi sul West Ham (Saka, Martinelli,Nketiah/Benhrama [rig.]), e medesimo risultato per i blu di Manchester sul campo del Leeds (Rodri, Haaland[2] / Struijk). In continuo aggiornamento le statistiche di Haaland: ennesima doppietta contro il Leeds, e nel tabellino anche contro l’Everton, per la rete che è valsa il punticino raccolto (Haaland / Gray). 21 gol in 16 partite per il norvegese, sempre più capocannoniere della Premier League.
Santo Stefano dolce pure per il Newcastle, vittorioso per 3 a 0 contro le “foxes” (Wood [rig.], Almiron, Joelinton): la furia realizzativa di Almiron (9° centro per lui) e compagni, sembra essersi esaurita proprio contro la squadra di Brendan Rodgers: dopo i tre punti ottenuti a discapito delle volpi, i pareggi a reti inviolate contro Leeds e Arsenal, hanno sì permesso ai “bianconeri” di restare sul gradino più basso del podio con 35 punti, ma in compagnia di una scomoda cliente chiamata Manchester United. I “red devils” hanno chiuso alla grande il 2022, raccogliendo tutti e nove i punti in palio: 3-0 inferto al Nottingham Forest (Rashford,Martial,Fred), vittoria di misura contro i lupi di Wolverampton (Rashford) e infine ancora un netto 3-0 al Bournemouth (Casemiro, Shaw, Rashford). Da oggetto misterioso a trascinatore: potrebbe essere questa la definizione di Marcus Rashford, ragazzo dalle indubbie qualità ma sempre piuttosto altalenante nelle prestazioni, soprattutto nelle ultime stagioni che l’avevano relegato ad alternativa ingombrante, forse anche per via di campagne acquisti dispendiose e scellerate da parte del Man Utd. Il venticinquenne, sotto la guida di Ten Hag, sembra stia diventando finalmente il giocatore che tutti auspicavano, se non altro quello che speravano diventasse dalle parti di Manchester. 7 gol per lui in 17 partite: non un bottino da bomber implacabile, ma con un Ronaldo in meno a fare da concorrenza, probabilmente il suo apporto in termini realizzativi crescerà fino a portarlo alle porte dei fatidici venti. 
28 invece, i punti del Tottenham: la squadra allenata da Antonio Conte, ha raccolto soltanto 4 punti nelle ultime tre giornate, frutto di un pari, una sconfitta e una vittoria, distribuiti esattamente in questa maniera. Il ritorno al calcio giocato infatti, coincideva per gli “spurs” con il pari sul campo del Brentford: doppio vantaggio per la squadra di Thomas Frank, grazie alle reti di Janelt e Toney, rispettivamente in gol al 15° e al 54°. A rimettere in piedi la gara, Kane al 65° e Hojbjerg al 71° per il 2-2 finale. 
Nella 18° giornata, tonfo totale: al Hotspur Stadium è l’Aston Villa a festeggiare, grazie ai gol di Buendia e del brasiliano Douglas Luiz, il quale al 73° sigla il definitivo 0-2. 
Dopo la scoppola casalinga, le dichiarazioni di “allontanamento dalle responsabilità” di Conte non tardano ad arrivare: “Sono qui per costruire, non per vincere. O lo accetto o me ne vado”; queste, grossomodo, le parole del tecnico salentino alla vigilia della terza sfida, quella vinta senza patemi contro il Crystal Palace.
Come dire: “La squadra questa è, non dipende da me se non vinciamo”. In effetti, considerando il livello altissimo in Premier, diventa difficile discordarsi dal pensiero dell’ex ct azzurro. Le sue parole comunque, devono aver sortito un effetto sui suoi uomini, considerando lo 0-4 esterno: doppietta di Kane, Doherty e il coreano Son a perfezionare il magistrale secondo tempo disputato al Selhurst Park. Sesta piazza per Liverpool e Fulham: per gli uomini di Klopp le vittorie contro Aston Villa (1-3 Salah, Van Dijk, Bajcetic / Watkins) e Leicester (2-1 Dewsbury-Hall / Faes [2 autogol]) prima della mazzata contro il Brentford nell’ultimo turno: a dare i tre punti alle “bees” un’autorete di Konate al 19° e i gol della coppia Wissa-Mbeumo. Di Chamberlain, il gol che sembrava scuotere i “reds” fino alla rimonta, questa mai compiuta e anzi spazzata via dalla rete di Mbeumo al minuto 84. Continua quindi l’altalena di risultati per Salah e compagni, agganciati da un Fulham in grande spolvero, vittorioso nei tre match che hanno chiuso e aperto l’anno: alla 17°, 0-3 sul campo del Palace (Reid, Real, Mitrovic), alla 18° 2-1 interno contro il fanalino Southampton (Ward-Prose [autogol], Palhinha / Ward-Prose) e nell’ultima lo scalpo grosso al Liverpool: niente male per una neopromossa! Aiuta avere un giocatore come Mitrovic, magari uscito fuori un pochino tardi, ma adesso completo al punto da non patire differenze di categoria. 11, le reti realizzate in quindici partite dall’attaccante serbo.
Continua il periodo no per il Chelsea: 4 punti in tre partite e addirittura decimo posto in classifica, scalzati da Brentford e Brighton. Per i “blues” la pesante sconfitta contro il City nell’ultima di campionato (0-1 Mahrez), ma persino peggio l’1-1 contro il Nottingham Forest (Sterling/Aurier). Unica “gioia” nel boxing day: 2-0 allo Stamford Bridge contro il Bournemouth. Havertz e Mount a regalare il successo a Potter, il quale come prevedibile è senz’altro un buon allenatore, ma non ha la bacchetta magica come il famoso omonimo. Il Chelsea, dal canto suo, ce la sta mettendo proprio tutta per dare una rosa competitiva all’ex Brighton: dopo aver corteggiato senza riuscita Enzo Fernandez del Benfica, i blues si sono assicurati il portoghese Joao Felix, in uscita dall’Atletico Madrid. Basterà l’estro del lusitano a portare i blues in posizioni nobili? Ne dubito, ma vedremo.
Il prossimo turno, mette sul piatto due sentitissimi derby come portata principale: United-City e Tottenham-Arsenal. Entrambe le gare non hanno bisogno di presentazioni, sia per il valore intrinseco, “cittadino”, sia proprio per il peso dei punti in palio, cruciali per posti champions e vetta della classifica. Trarre pronostici da un derby, è esercizio complicato, figurarsi quando il livello è così alto. Alla luce delle ultime partite, sembrano stare meglio gunners e red devils: Conte e Guardiola pronti a smentire seccamente.
In ogni caso, partite assolutamente da non perdere. Considerando l’andata (3-3), anche Brighton e Liverpool promettono spettacolo e gol: De Zerbi, Klopp, fateci divertire! Mi raccomando! 
Brighton - Liverpool gol + over

LA LIGA
15° Giornata:
Atl Madrid - Elche 2-0
Barcellona - Espanyol 1-1
Celta Vigo -Siviglia 1-1
Getafe - Maiorca 2-0
Girona - Rayo Vallecano 2-2
Betis - Ath Bilbao 0-0
Real Valladolid - Real Madrid 0-2
Real Sociedad - Osasuna 2-0
Villareal - Valencia 2-1
Cadiz - Almeria 1-1

16° Giornata:
Elche - Celta Vigo 0-1
Valencia - Cadiz 0-1
Villareal - Real Madrid 2-1
Maiorca - Valladolid 1-0
Espanyol - Girona 2-2
Almeria - Real Sociedad 0-2
Rayo Vallecano - Betis 1-2
Siviglia - Getafe 2-1
Atl Madrid - Barcellona 0-1
Ath Bilbao - Osasuna 0-0

Prossimo Turno:
Celta Vigo - Villareal
Real Valladolid - Rayo Vallecano
Girona - Siviglia
Osasuna - Maiorca
Real Sociedad - Ath Bilbao
Getafe - Espanyol
Almeria - Atl Madrid
Cadiz - Elche
Betis - Barcellona (1 febbraio)
Real Madrid - Valencia (2 febbraio)

CLASSIFICA: BARCELLONA 41 - REAL MADRID 38 - REAL SOCIEDAD 32 - BETIS 28 - ATL MADRID 27 - VILLAREAL 27 - ATH BILBAO 26 - OSASUNA 24 - RAYO VALLECANO 23 - MAIORCA 22 - VALENCIA 19 - GIRONA 18 - GETAFE 17 - ALMERIA 17 - REAL VALLADOLID 17 - CELTA VIGO 16 - SIVIGLIA 15 - CADIZ 15 - ESPANYOL 14 - ELCHE 4
Lotta serratissima per la corona di Spagna: nel 15° turno che ha riaperto le porte della Liga, Barça e Real si ritrovano appaiate a quota 38 punti. I blaugrana che erano andati alla sosta mondiale con un vantaggio di due lunghezze sui blancos, sono incappati nel pari casalingo imposto dai rivali cittadini dell’Espanyol: 1-1 al Camp Nou, con reti di Alonso e Joselu dal dischetto. La vittoria del Real sul campo del Valladolid, segna anche il ritorno in campo e al gol di Benzema: il franco-algerino che aveva saltato il mondiale per una noia al ginocchio che lo tiene in scacco da tempo, è tornato a sorridere con la maglia che più gli si addice, firmando la doppietta che vale anche il risultato finale della contesa.
Il Pallone d’Oro in carica si è ripetuto anche nell’anticipo del 16° turno: una gioia che vale solo per le statistiche personali, ora a quota 9 in classifica marcatori. Il Real infatti, non è riuscito a effettuare il momentaneo sorpasso sul Barça, e anzi, ha lasciato tre punti pesantissimi nel catino del Villareal: i madrileni, sotto i colpi di Yeremi Pino e Gerard Moreno, incappano nella seconda sconfitta stagionale.
Vittoria che rinvigorisce il “sottomarino giallo”, adesso a ridosso della zona champions con 27 punti al pari dell’Atletico Madrid. Villareal che aveva battuto anche la squadra di Gattuso, con lo stesso risultato, al ritorno in campo. Cavani al 21° per il vantaggio dei pipistrelli, Chukwueze e Foyth a capovolgere la sfida all’89°. Di tutt’altro umore il Valencia, caduto anche nell’ultima giornata contro il Cadiz: 0-1 al Mestalla (Alcaraz), ormai ben lontano dall’essere quel teatro inespugnabile di qualche anno fa. Solo 19, i punti raccolti dal Valencia, relegato alla mestizia della metà classifica.

Il match clou del 16° turno è Atletico Madrid-Barcellona: beffardamente, è proprio l’altra squadra di Madrid ad affrontare i catalani e a tentare di arrestare la loro corsa al titolo. Atletico che al ritorno in campo, fa 2-0 (J. Felix, Morata) contro il sempre più ultimo Elche, fermo a 4 punti. I “colchoneros” arrivano alla partita in buone condizioni, e il pubblico casalingo non si fa pregare: sold out al Wanda Metropolitano. Non poteva essere altrimenti. Nonostante un buon approccio alla gara, i “rojiblancos” si devono arrendere alla fantastica giocata di Pedri, che al 21° va via in serpentina al limite dell’area, serve il fido Gavi e questi girandosi su se stesso appoggia sulla destra per l’accorrente Dembele, che di piatto mette a incrociare alle spalle di Oblak. Gol fantastico, a partire dall’assolo di Pedri fino alla conclusione di Dembele. La partita, comunque, è viva, e nonostante il possesso palla, da sempre appannaggio dei catalani, è l’Atletico ad avere le migliori occasioni, pur senza fortuna. Proprio allo scadere, la più clamorosa sui piedi di Griezmann, che calcia da pochi passi e si vede respingere l’1-1 da Araujo sulla linea di porta. In una partita così tesa, non poteva mancare la scena da “far west”: al 92°, lontani dall’azione, Savic e Ferran Torres si prodigano in un abbraccio in pieno stile lotta greco-romana, terminato con l’inevitabile rosso ad entrambi. Ne lotte, ne occasioni, cambiano il risultato. Finisce 0-1, e Xavi può festeggiare per i 41 punti che valgono il +3 su Ancelotti. Una sfida, quella per la corona di Spagna, che promette di durare a lungo: nessuna delle due protagoniste sembra avere la forza di scrollarsi di dosso gli avversari, per la gioia del presidente di lega Tebas, e infondo anche dei supporters spagnoli, dinanzi a uno spettacolo godibile. 
In zona coppe, Bilbao e Betis, accomunate dalla posizione in classifica, non si fanno male, e si spartiscono la posta con un sonnolento 0-0. I baschi ripetono lo stesso risultato anche nel posticipo della sedicesima, impattando con l’Osasuna. Un punto che smuove la classifica del Bilbao, ma non abbastanza da evitargli di scivolare indietro in graduatoria: il Betis vince contro il Rayo Vallecano (1-2 Balliu [autogol], Luiz Henrique / Camello) e si porta a 28 punti, in quarta posizione, scalzando di una lunghezza Atletico e Villareal. La lotta per l’Europa, comunque, è apertissima: solo quattro punti separano il Betis quarto, dall’Osasuna ottavo. Ogni passo falso cambia le gerarchie in una battaglia avvincente poco meno di quella al titolo. In terza posizione troviamo la Real Sociedad, tornata alla grande dalla sosta: 2-0 all’insidioso Osasuna (Brais Mendez, Sorloth) e 0-2 al Estadio Mediterraneo contro l’Almeria (David Silva, Sorloth). La squadra di Alguacil, ora a quota 32, sta disputando un ottimo campionato, dimostrando partita dopo partita di non essere in zona champions per puro caso. Brais Mendez su tutti, è l’uomo in più di un gruppo che sta spingendo a suon di gol (7) e assist (3) nelle posizioni nobili della Liga.
Nel prossimo turno, Barça e Real, accomunate dagli impegni in supercoppa e Copa del Rey, sfideranno le rispettive avversarie della 17° giornata nei primi giorni di Febbraio: curiosamente, Real Madrid-Valencia e Betis-Barcellona, sono sia le sfide della 17° giornata che delle semifinali di supercoppa. Chissà che non si riveli un’occasione per la Real Sociedad di portarsi momentaneamente a -3 dai blancos: per Mendez e compagni, test casalingo contro l’Athletic Bilbao. Una gara tutt’altro che facile, ma viste le circostanze, per di più davanti al pubblico di casa, diventa una ghiotta occasione per mettere un pò di pressione alle prime della classe, oltre a porre fuori dai giochi i baschi, quantomeno in ottica terzo posto.
L’Atletico, ospite dell’Almeria, dovrebbe riuscire a portare a casa una vittoria più che mai importante.

Real Sociedad - Ath Bilbao 1
Almeria - Atl Madrid 2

LIGUE 1
16° Giornata:
Ajaccio - Angers 1-0
Auxerre - Monaco 2-3
Clermont - Lille 0-2
Lorient - Montpellier 0-2
Nizza - Lens 0-0
Psg - Strasburgo 2-1
Marsiglia - Tolosa 6-1
Brest - Lione 2-4
Reims - Rennais 3-1
Troyes - Nantes 0-0

17° Giornata:
Monaco - Brest 1-0
Nantes - Auxerre 1-0
Angers - Lorient 1-2
Tolosa - Ajaccio 2-0
Lione - Clermont 0-1
Lens - Psg 3-1
Strasburgo - Troyes 2-3
Lille - Reims 1-1
Montpellier - Marsiglia 1-2
Rennais - Nizza 2-1

18° Giornata
Ajaccio - Reims 0-1
Auxerre - Tolosa 0-5
Clermont - Rennais 2-1
Nantes - Lione 0-0
Brest - Lille 0-0
Lorient - Monaco 2-2
Nizza - Montpellier 6-1
Psg - Angers 2-0
Strasburgo - Lens 2-2
Troyes - Marsiglia 0-2

Prossimo Turno:
Lens - Auxerre
Marsiglia - Lorient
Lione - Strasburgo
Lille - Troyes
Angers - Clermont
Montpellier - Nantes
Reims - Nizza
Tolosa - Brest
Monaco - Ajaccio
Rennais - Psg

CLASSIFICA: PSG 47 - LENS 41 - MARSIGLIA 39 - RENNAIS 34 - MONACO 34 - LORIENT 32 - LILLE 31 - LIONE 25 - CLERMONT 25 - NIZZA 24 - REIMS 24 - TOLOSA 22 - TROYES 18 - NANTES 18 - MONTPELLIER 17 - AJACCIO 15 - BREST 14 - AUXERRE 13 - STRASBURGO 12 - ANGERS 8

Anche in Francia, la voglia di cancellare al più presto la delusione per l’esito finale di Qatar 2022 è forte, e l’opportunità arriva praticamente subito con la giornata numero 16, datata 28 dicembre.
Tra i più delusi in casacca “bleu”, per sua stessa ammissione, l’ex enfant prodige Kylian Mbappè: la stella del Paris Saint Germain, dopo aver chiuso la manifestazione mondiale da capocannoniere, ricomincia nel migliore dei modi: il suo. Facendo gol. Contro i non irresistibili avversari dello Strasburgo, i parigini trovano più difficoltà di quanto ci si potesse immaginare, riuscendo ad accaparrarsi l’intera posta soltanto al 96°, grazie al tiro dal dischetto del numero 7. La partita si mette bene per i parigini, grazie al colpo di testa con cui Marquinhos sblocca il risultato al 14°: perfetto l’invito da calcio piazzato di Neymar per il compagno di club e nazionale. Bello anche l’abbraccio sentito tra i due dopo il gol. A vanificare l’1-0, lo stesso Marquinhos, autore di una sfortunata deviazione su cross di Thomasson, che vale il temporaneo 1-1. Prima che Mbappè sistemasse definitivamente le cose, c’è stato anche tempo per la simulazione di Neymar, il quale penetrato in area, si lascia cadere, come sovente faceva in passato. Evidentemente c’è un che di fondato nel detto “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Ma si sa, il brasiliano quando sente aria di vacanze, proprio non riesce a saltarle: ma che veramente gli volevano far fare capodanno in campo?

La 17° giornata infatti, cadeva proprio il primo dell’anno. Sulla strada dei capitolini, il tremendo Lens di Franck Haise, esperto in scalpi nobili. Non fa eccezione il caso specifico: 3-1 al Bollaert-Delelis! Frankowski, Openda e Claude-Maurice, a “matare” il Psg. Il giovanissimo Hugo Ekitike, trova la gioia personale e il gol della bandiera per la capolista. Una vittoria che porta i “sangue e oro” a -4 dai parigini. Portava. Come spesso capita a squadre di provincia, la sbornia per un risultato oltre le aspettative, viene vanificata dal passo falso successivo: 2-2 esterno contro lo Strasburgo penultimo in classifica (Claudemir-Maurice, Openda/Prcic,Gameiro). Un grande squadra, al contrario, può incappare in una giornata no, ma alla successiva torna al successo. In tal senso, più che naturale il +3 del Psg: 2-0 contro l’Angers fanalino di coda. La partita è in discesa sin dal 5°, quando Hugo Ekitike sblocca il match. Messi, al 72°, pone fine alle ostilità. 
Può comunque sorridere il Lens, in seconda posizione a 6 lunghezze di distanza, con 5 punti raccolti nelle ultime tre: prima di piazzare il colpo grosso, Openda & friends si sono dovuti accontentare del pari a reti bianche contro il Nizza.
In terza posizione, il ritrovato Marsiglia di Igor Tudor. 

L’OL ritorna alla grande con 9 punti in tre gare: mette subito le cosa in chiaro con un tennistico 6-1 rifilato al Tolosa (Rongier, Nicolaisen [autogol], Kolasinac, Payet, Under[rig.], Tavares/Van Den Boomen[rig.]), poi espugna il Montpellier per 1-2 (Tavares, Esteve [autogol] /Savanier [rig.], infine fa 0-2 contro il Troyes (Mbemba, Veretout). La squadra della Costa Azzurra, sembra finalmente tornata quella in grado di spalleggiare il Psg in classifica, sospinta soprattutto dalle giocate di Nuno Tavares: il portoghese in prestito dall’Arsenal, è una garanzia di spinta e appoggio alla manovra, oltre a risultare impattante anche sul fronte gol, già a quota 5 in Ligue 1. Numeri da top di ruolo, considerando che il ventiduenne è un esterno a tutta fascia. 
In quarta piazza, il Rennais, con 34 punti. I “rossoneri” approcciano al peggio, raccogliendo solo 3 punti in tre partite: 3-1 contro il modesto Reims (Balogun [2], Flips/Theate), poi un sorriso per il 2-1 con cui superano il Nizza (Terrier, Bourigeaud/Barkley), infine sconfitta in trasfera contro il Clermont, vincente per 2-1 (Kyereh, Gastien/Kalimuendo).

34 anche i punti del Monaco, a 5 di distanza dal terzo posto che vale la Champions. I monegaschi battono Auxerre (2-3 Ben Yedder, Ben Seghir[2]/Niang, Fofana[autogol]) e Brest (1-0 Golovin), ma soprattutto mettono in luce quello che  sperano sia il prossimo Mbappè, quantomeno in termini di plusvalenza: il giovanissimo Ben Seghir, autore della strepitosa doppietta che ha permesso alla squadra del principato di imporsi sull’Auxerre. Il ragazzo è immediatamente apparso su giornali e siti di mezza Europa, tanto trascinante è stato l’impatto del diciassettenne francese. Se sia la luce di una supernova o l’abbiglio di una meteora, ce lo dirà solo il tempo. A Monaco ci credono eccome, e cominciano già a fregarsi le mani. Nel frattempo, il 2-2 sul campo del Lorient (Embolo,Ben Yedder/Ouattara,Moffi), permette l’aggancio al quarto posto.
Quarto posto che potrebbe essere in solitaria, dal prossimo turno: la squadra di Clement, dovrebbe riuscire a fare +3 in casa contro l’Ajaccio, mentre il Rennais, che ospita il Psg, senza dubbi troverà più di qualche difficoltà. 
Partita complicata anche per il Marsiglia, al Velodrome contro il Lorient: Ouattara e compagni non sono la squadra implacabile di inizio stagione, ma la brillantezza dei giovani di Le Bris è sempre imprevedibile. Partita da gol, a mio avviso.
Marsiglia-Lorient gol
Monaco-Ajaccio 1+over 1,5

SERIE A
Qualche mese fa, tutti, a partire dai tifosi juventini, erano pronti a mandar via, in malo modo, Allegri. Dopo una striscia di 8 vittorie consecutive, il tecnico toscano è tornato ad essere il “grande” allenatore celebrato ad ogni latitudine. Nonostante ciò, sul piano del gioco, la Juventus continua a non essere una squadra che ti ruba l’occhio. Eppure si tira avanti di “cortomuso”. Le vittorie, inevitabilmente, cambiano percezioni e umori, e Allegri, da sempre sponsor più del risultato che dell’estetica, ha riportato i bianconeri in zona champions, la stessa che sembrava solo un miraggio fino a poco tempo fa. 
Adesso c’è Napoli-Juve, e gli ospiti arrivano alla sfida addirittura da seconda forza, con legittime ambizioni di puntare a quello scudetto posto come obiettivo da centrare a inizio anno. Tante le partite ancora da giocare. Tantissimi i punti da assegnare. Non ci sarà parola fine in nessun caso, ma senza dubbio è prova di importanza cruciale per misurare le aspettative di entrambe. Sono curioso di vedere se gli azzurri faranno l’errore di snaturarsi per timore degli avversari, un pò come successo contro l’Inter, o se avrà il coraggio di mostrarsi per quello che è: una squadra che ha messo sotto il Liverpool e chiunque le si sia posta davanti fino a dicembre. Gli azzurri hanno mostrato di saper giocare più “partite”, ma senza dubbio è nella versione arrembante che trovano maggiore identità e punti. Il problema è che la Juve è bravissima ad aspettare, un po’ come la mia Roma, con il plus non di poco conto di essere estremamente più efficace nell’ andare in gol.
Le milanesi, dopo un ottimo ritorno al campo, sono rimaste impantanate contro Bologna e Roma: se i nerazzurri possono legittimamente recriminare per il grossolano errore dell’arbitro, reo di aver annullato inspiegabilmente la rete che sarebbe valsa il 3-1, i rossoneri possono fare solo “mea colpa”, appellandosi al massimo alla “sfiga”. Dopo aver lungamente controllato la partita, andando persino in doppio vantaggio, Pioli ha creduto che l’incontro fosse bello che finito, togliendo dapprima Giroud per De Ketelare, poi inserendo Gabbia in luogo di Saelemaekers. Parlare dopo è certamente semplice, ma è un po’ opinione unanime che i cambi adoperati dal tecnico rossonero siano stati tra le cause che hanno ristabilito la parità. 

La Roma, dal canto suo, ha avuto un gran cu...ore.
Come al solito, privi di idee e di una qualsivoglia proposta di gioco. Vedere in campo Zaniolo, Dybala, Pellegrini, Abraham e non guadagnarne nulla, ne in termini di qualità di palleggio, ne in occasioni, ne semplicemente in conclusioni, è davvero frustrante. Gli esterni, purtroppo, si sono rivelati molto meno efficaci di quanto ci si potesse aspettare. Celik sembra stare in campo con la prima marcia e il freno a mano leggermente tirato, un po’ come un neofita alle primissime guide. Dall’altro lato, Spinazzola è ormai perso nei meandri di quanto la sfortuna gli ha tolto, e il giovane rampante Zalewski è rimasto solo giovane, molto poco rampante. In attesa del ritorno di San Gini da Rotterdam, la situazione è decisamente più preoccupante di quanto dica l’entusiasmo per il fortunoso punto strappato a San Siro. 
Non va meglio alla squadra della regione, fermata sul 2-2 dall’Empoli e caduta al Via del mare per mano di un ottimo Lecce. Quando sembravano esseri diventati una macchina quasi perfetta, i biancocelesti hanno smarrito la strada. Dov’è finita quella difesa ai limiti dell’imperforabile ammirata nella prima parte di campionato? Oddio, a me va bene così, sia chiaro. Va bene così Maurì! 
Nel prossimo turno, detto di Napoli-Juve, la partita più interessante è il posticipo domenicale tra Roma e Fiorentina. Per la prima volta arrivo a questa partita avendo avuto un contatto con un' anima "viola":

Ginni... ti voglio bene pure se ci battete, ma se non succede te ne voglio di più! 
Un abbraccio amici.
#JBLS