Curiosando tra le notizie del pianeta calcio, mi è capitato di leggere la lista dei convocati per l'europeo under 19. 
Onestamente, con sorpresa e un certo sconcerto, ho letto nomi che hanno avuto spazio in queste settimane con la nazionale maggiore, uno su tutti l'esterno Wilfried Gnonto.
Penserete che un diciottenne in under 19 è la normalità, e in effetti è così: ma è un modo giusto di operare?
Per me no, e anzi aggiungo che diventa inutile aver convocato gente giovane se poi il cambio non avviene anche nelle selezioni minori. È come se la Francia agli scorsi europei under 21 per garantirsi la vittoria della competizione si portava Mbappè, che essendo ancora giovanissimo era di fatti ancora convocabile; o anche la nazionale inglese Alexander-Arnold, terzino tra i più forti al mondo già 3 anni fà, strategia che tra l'altro noi abbiamo usato, convocando gente come Pellegrini, Kean, Zaniolo, Chiesa per poi fare comunque una pessima figura.
È davvero così importante vincere manifestazioni di selezioni minori? Credo che lo sia assolutamente. Vincere è importantissimo, ma in questi casi lo è se ti aiuta a mettere in luce giovani che non hanno ancora avuto modo di sperimentare palcoscenici importanti, a maggior ragione se sei l'Italia e necessiti più che mai di un cambio generazionale auspicato ormai da un decennio.   
"L'obiettivo principale non è il risultato o il trofeo, ma portare giocatori in prima squadra".
Questa affermazione arriva da uno che di ragazzi e di come si gestiscono un pochino ne capisce, avendo alle spalle un trentennio di settori giovanili: il signor Alberto De Rossi.
La 'mission' è chiara, palese. Vincere il campionato primavera ad esempio, è ovviamente una grossa soddisfazione, sia per l'allenatore che per la crescita dei ragazzi che 'assaporano' la vittoria; ma un ragazzo ne esce realmente vincitore se passa in prima squadra, altrimenti 'alzare' al cielo quel trofeo per poi non avere un futuro ad alti livelli, diventa una 'non vittoria'. De Rossi ha perso il campionato, uno dei più dominati degli ultimi anni, perché ha 'perso' strada facendo giocatori chiave, ma ha vinto in ciò per cui davvero ha lavorato, perché ha dato alla Roma dei giocatori che si sono rivelati importanti, che sia per una partita come Volpato o Bove, che sia per l'intera stagione come Zalewski e Felix.
Il commissario tecnico Mancini ha fatto benissimo a puntare sulle nuove leve, ma per accompagnarlo davvero in questo percorso bisogna far sì che le altre selezioni mettano in vetrina altri calciatori in erba, in modo che possa avere davvero una scelta per il prossimo futuro. Il talento c'è, c'è sempre stato e ci sarà sempre in una nazione che vive di calcio.
"C'è chi utilizza il settore giovanile per crescere come allenatore e poi iniziare la carriera negli adulti, invece noi facciamo crescere i ragazzi, questo è quello che vuole il club".

Un altro passaggio chiave dell'intervista rilasciata dall'ormai ex tecnico della primavera giallorossa. La mia impressione è proprio quest'ultima: piuttosto che puntare ad un reale rinnovamento, alla crescita dei ragazzi, si pensa all'interesse personale, al poter dire 'sono io che ho portato l'under 19 a...'; Con me in panchina abbiamo ottenuto questi risultati', 'Ho vinto il campionato primavera e adesso voglio una panchina importante'; frasi non estrapolate da contesti, dette da nessuno, semplicemente pensieri miei che potrebbero però anche essere esistiti, dico anche legittimamente, perché l'ambizione spinge l'uomo, ed è così ad ogni livello.
La nazionale del resto, non può che essere lo specchio del campionato locale di riferimento: diciamocelo chiaramente, quando da noi salta fuori qualche giovane interessante non è quasi mai per il coraggio dei tecnici che li 'buttano nella mischia', è piuttosto per determinate necessità quali infortuni o mancanza di fondi da investire sul mercato. Lo stesso Zalewski viene alla luce perché Vina si è dimostrato tutt'altro che affidabile, e il povero Spinazzola faceva ancora i conti con il grave infortunio che ha subìto; inoltre c'era anche El Shaarawy (provato e promosso in precedenti occasioni in quel ruolo) infortunato, ed ecco che in un Roma-Verona che stavamo perdendo in maniera drammatica, Mourinho tira fuori il famigerato coniglio dal cilindro e ci ritroviamo un ragazzo di enorme valore tra le mani. 
Altri casi quali sono?
Scalvini che ha avuto qualche chance con la 'dea' sul finire di stagione; Miretti fatto esordire da Allegri a qualificazione champions ormai acquisita (tra l'altro anche loro figurano tra i convocati degli azzurrini); Frattesi e Scamacca che hanno avuto la fortuna di trovarsi in una squadra come il Sassuolo che punta molto sui giovani, Samuele Ricci che si è palesato nell'Empoli, ovvero altra società che scommette sui ragazzi per storia e ovviamente per mancanza di fondi; Udogie nell'Udinese, insomma, i più che hanno avuto opportunità, le hanno avute in società con obiettivo salvezza/metà classifica, o comunque in situazioni piuttosto delineate.
Inutile fare poi il paragone con altri campionati e selezioni nazionali, perché sarebbe un qualcosa di talmente impietoso che conviene fingere di non sapere e lasciarsi il dubbio che non siamo i soli ad avere così timore di puntare su un 'diciassettenne' con qualità. 
Per carità, gente come Gavi, Musiala, appartengono probabilmente a categorie di talento fuori dal comune e non si può pensare di vederne ogni giorno, ma inutile continuare a discutere dell'argomento a ogni delusione, bisogna cominciare a fidarsi della gioventù.
E quando se non adesso? In questo momento di appiattimento di valori, con le grandi squadre più o meno sullo stesso livello e non con elevate possibilità di spesa sul mercato?
Fateceli vedere questi ragazzi, a tutti i livelli e quanti più possibili!
Grazie al cielo l'Fc Zurigo finge la sordità e non vuole lasciar partire Gnonto per l'europeo; forse diventa l'opportunità di conoscere qualcuno che giocherà al posto suo, perché si sà, 'non c'è cieco peggiore di chi non vuol vedere talento'...
Ah no, era 'non c'è sordo peggiore di chi non vuol sentire'.