Claudio Marchisio, un nome che per molti juventini ha un significato particolare. Claudio ha incarnato il significato di bandiera, nel significato più stretto possibile.
Torinese, cresciuto nelle giovanili della Juventus, ha fatto tutte le giovanili in bianconero, e tranne una piccola parentesi di un prestito all'Empoli, ha solamente vestito il bianconero.
Centrocampista di grande qualità tecnica, corsa, dal gol facile, è stato uno di quelli che si è sempre messo in evidenza per un attaccamento alla maglia e alla squadra che è sempre andato oltre il personale. Mai una polemica, mai un problema economico in ogni rinnovo, la Juve prima di tutto. Claudio non ha polemizzato nemmeno quando gli è piombata addosso la notizia che il suo tempo in bianconero era finito. Tutto avrebbe pensato, tranne di vedersi a quel punto, causa un maledetto infortunio che ne ha precluso un pieno recupero. E questa Juve, che di umano a volte ha ben poco, gli ha detto "Cla, dovresti trovarti un'altra squadra".
Il buio, nella testa solamente il buio, e un senso di smarrimento.
Come lui stesso ha detto, non si capacitava all'idea di vestire un'altra maglia. Nonostante tutto, grande professionalità, grande rispetto e amore, anche in questo caso nessuna polemica, nessuna parola fuori posto. Avrebbe potuto togliersi qualche sassolino, invece niente. Via dall'italia, nella lontana Russia, allo Zenit di San Pietroburgo, nuova esperienza.

Passa il tempo, anche l'avventura russa termina, Claudio si trova svincolato e libero di accasarsi dove vuole, le offerte non mancano, lui è un professionista e ha tutto il diritto di scegliere liberamente, eppure lui dichiara "ho avuto diverse offerte, ma in Italia non vestirò nessun'altra maglia oltre la Juve", amore allo stato puro. Quindi l'estero, "sì, ho ricevuto un'offerta dalla Cina da un club di Sunning, ma non me la sento di accettare, perché troppo vicino all'Inter".

Ecco, nell'anno di Conte, esiste ancora un Marchisio. Professionalmente, ognuno è libero di gestire la propria carriera come crede, ma anche in questo ci sono delle regole, delle delicatezze, dei limiti che chi ha un po' di cuore prima dell'ego personale dovrebbe tenere conto.
Sarò sbagliato io, anzi sicuramente è così, in un mondo di miliardi, di sponsor, di procuratori senza scrupoli, sapere che c'è ancora qualcuno che è diverso, mi gratifica e mi rende un po più positivo verso questo mondo.

Nessuno guarda in faccia nessuno, Conte poteva scegliere qualsiasi squadra, ma ha deciso, consapevole, per l'Inter, e se ne prende le giuste responsabilità. No offese, non insulti, ci mancherebbe altro, ma in un attimo ha cancellato tutto il suo DNA juventino, e non ci ha messo tanto tempo.
Claudio ha invece scelto diversamente, perché di scelte stiamo parlando, di uomini che scelgono, e non lo fanno con una pistola alla tempia, e nemmeno con la necessità di uno stipendio per mantenere una famiglia che non arriva a fine mese, lo fanno, scelgono, chi col cuore chi con l'ego.

Ciao Cla! rispetto eterno per te, cuore bianconero!