Mancini, pur grande giocatore e pure, cosa piuttosto rara, anche notevole allenatore vincente di Club, tre campionati con una Inter dominante e un campionato in Premier, dimostra che raramente nella storia della Nazionale un allenatore di club vincente riesce ad esserlo con la nostra Rappresentativa.
Le doti di un CT sono nervi di acciaio e capacità di creare in tempi molto ristretti, magari utilizzando giocatori non titolarissimi nelle loro squadre, facendoli diventare parte di un complesso armonico.
La pressione su un CT è altissima perché si risolve su incontri o cicli in tempi ristretti e in situazioni senza appello. Non ben visto dai club di vertice, restii a cedere i loro campioni. Tanto è vero che spesso si è fatto ricorso a blocchi di squadre di club. Il grande Gioanbrerafucarlo, come amava chiamarsi, si era molto seriamente spinto a consigliare il blocco Padova di Rocco per il disastroso mondiale 66. Ma allora le squadre non erano multietniche come le attuali e forse, c'era anche molta più attenzione agli investimenti sui vivai  considerati recentemente a fondo perduto e non portatori di business immediato.
Se guardiamo l'alternanza storica dei selezionatori a partire da Pozzo, i grandi risultati raramente sono arrivati da prestigiosi allenatori, oppure da grandi ex calciatori, seppur con poca esperienza di allenatori. A partire da Meazza il più grande italiano di tutti i tempi per continuare con Cesare Maldini, che però fece benissimo con la Under 21, per continuare con Bernardini prima e poi Zoff e Donadoni, Trapattoni e direi anche Prandelli, dopo. 

E ora a Mancini, vittorioso sì in un Europeo giocato in stato di giuste combinazioni astrali e di euforia di cose nuove. Esclusi per la seconda volta consecutiva ad un Mondiale. Essere esclusi è decisamente peggio che essere eliminati. Perché pur bene o male che sia, se sei eliminato, almeno competi in maniera seppur indecorosa, come in Inghilterra 66 con Fabbri, ma almeno ci sei. Essere esclusi vuol dire non esserci proprio.

Un altro aspetto che a me è sempre piaciuto poco è l’utilizzo degli oriundi. Passi se non hanno mai giocato nelle loro Rappresentative, ma per me molto discutibile se lo hanno fatto come per Altafini e Sivori presenti nel disastroso mondiale cileno. Solo due allenatori di grande palmares hanno ottenuto risultati rilevanti. Sacchi nella sfortunatissima finale dove i suoi rigoristi principi lo tradiscono clamorosamente e Lippi nel 2006 giocando in astuzia in una finale finita anch'essa ai rigori contro i decisamente più forti francesi.

Ma la migliore nazionale di tutti i tempi è  stata quella di Bearzot solo discreto giocatore, ma paradigmatico CT. Accolse con una alzata di spalle l'esito del gironcino eliminatorio che ci opponeva ad un concentrato impossibile di campioni sudamericani. Lo stesso Gioanbrerafucarlo rimase sorpreso dopo l'inaspettata vittoria sulla bluceleste di un certo Diego Armando. Dicendosi assolutamente pessimista, con tanto di Preghiera alla Madonna miracolosa di Tibidabo, e addirittura promessa di autoflagellarsi nella natia precessione di San Bartolomeo, per l'esito scontato del successivo incontro contro i Zico, recentemente scomparso, Cerezo e Socrates, incontrò una ripetuta metaforica alzata di spalle del nostro grande CT.
La incredibile vittoria contro i virtuosi e troppo spavaldi verdeoro che avevano facilmente avuto ragione dell'Argentina, avvenne in una situazione di spirito nazionale alquanto abbattuto e simbioticamente e simbolicamente in sintonia con l'allora Presidente Pertini. La finale con la Germania, tosta, ma tecnicamente inferiore ai battuti sudamericani, fu suggellata in perfetto stile italico con una immortale partita a scopone scientifico tra i due sotto lo sguardo attonito dei giocatori che forse solo lì capirono l'importanza non solo sportiva ma anche culturale e sociale della vittoria per un intero Paese.

E veniamo alla penosa esibizione di ieri. Chissà cosa avrà pensato lo spirito di Diego nel "suo" stadio contro gli odiati inglesi da lui genialmente beffati con la epica manita de Dios, ma non solo! Invece di fare tabula rasa di certi protagonisti non più francament presentabili come Jorginho e Verrati, schiera un centrocampo inesistente, cedendo al grande Rise e al geniale Bellingham, esponendo quindi la difesa a una umiliazione che poteva essere pesantissima, senza la iniqua padellata di Grealish, mister 120 milioni, e la vacuità dell'altro esterno Saka.
La nostra stampa, probabilmente in debito di riconoscenza, per l'Europeo vinto in circostanze abbastanza astrali, per la verità con entusiasmo anche di cose nuove, tende a aumentare la considerazione su una squadra inglese non così eccelsa. Buona nei due esterni difensivi, sostenuta da un campione come Kane e molto calata nel terzo di centrocampo Phillips, praticamente inesistente e  in Macguire che andava espulso.
Ma non prendiamocela con l'arbitro, secondo costume diffuso. PLEASE!!! Tardiva la sostituzione dei due citati verso i quali spero che Mancini abbia deciso di pareggiare il suo debito di  riconoscenza. E perché poi non dare fiducia a qualcuno dei nostri nuovi rampanti portieri, visto che Donnarumma è andato a cercare gloria e soldi, tanti, altrove? Ovvio che rimanga un bel portiere, anche se non ha certo migliorato la sua costituzionale esitazione nelle uscite alte. Ma forse con il suddetto mantengo un poco di risentimento e forse non sono obiettivo.

Ma ritorno alla domanda iniziale. Mancini è un DT della stessa capacità di un Sacchi, di un Lippi, per non parlare del mitico Enzo?
La mia risposta è NO. Ritorni a fare l'allenatore di club. Male ha fatto la Federazione a riconfermarlo.