Bruscolotti la avrebbe chiamata "cagliosa". Quella che Politano calcia all'ultimo sputo di Napoli-Udinese ha tutte le caratteristiche della cagliosa: secca, potente, violenta, improvvisa. Il pallone bacia il palo e stavolta entra: poco prima, dopo aver amoreggiato con la traversa, aveva deciso di non entrare completamente.
A dirla tutta, il Napoli ha preso anche un terzo legno: palo di Koulibali, per evitare che lo scavetto dell'ottimo De Paul portasse i tre punti in Friuli.
I tre punti invece restano al San Paolo, al termine di una partita giocata, ma questo era prevedibile, solo dagli uomini di Gattuso. L'Udinese supera la metà campo tre volte: nella prima segna, nelle altre due rischia di raddoppiare. Santo Ospina e il palo di cui sopra evitano al Napoli una sconfitta che, statistiche alla mano, sarebbe stata ingiusta.
La gara ha visto la squadra partenopea manovrare, cercare scambi stretti, imbucate ficcanti, ma il tridente offensivo non era in serata. Milik, subentrato all'acciaccato Mertens, è partito col botto, poi è scomparso dal campo. Callejon non è mai entrato in partita e Insigne, impreciso più del normale, non accendeva la spina. Ci hanno provato le mezzaluna, Zielinski e Fabian, ma nada de nada.
Ci ha pensato la cagliosa di Politano a cambiare la sceneggiatura del film. Un giallo venuto male è diventato avvincente grazie al colpo di scena finale. Sarà contento il Cinepresidente, al secolo Aurelio De Laurentiis.

Sconfitta indolore per l'Udinese, visti i risultati dagli altri campi. Vittoria utile al Napoli soprattutto per la testa e il morale. Agguantato lo stratosferico Milan post-lockdown (gli uomini di Pioli le hanno vinte tutte e hanno pareggiato solo con gli azzurri), Gattuso e i suoi puntano ad allenare muscoli e cervello in prospettiva del match al Camp Nou. 
"Chi non molla in Italia, ha speranze in Europa", dice un vecchio adagio. Gattuso lo conosce meglio di tutti.