Finisce la stagione del Napoli in quel di La Spezia, tra le onde del Mar Ligure e i venti rinfrescanti di questo anticipo d'estate. Napoli, città di mare e d'amore, un amore travolgente che talvolta può trasformarsi in limite per la propria squadra di calcio, non sarà più la dimora di Lorenzo Insigne, oggi all'ultima partita in maglia azzurra.

Dopo gli emozionanti saluti di domenica scorsa al Maradona, si è capito che Insigne non sarà l'unico a lasciare la città dedicata alla sirena che, rifiutata da Ulisse, si lasciò morire sugli scogli su cui oggi sorge Castel dell'Ovo. Malcuit è in partenza da tempo, l'addio di Ghoulam non è ancora ufficiale, ma pare che il terzino algerino stia addirittura pensando di appendere le scarpette al chiodo.
A leggere la stampa iberica, anche Kalidou Koulibaly potrebbe salutare il Vesuvio e accasarsi a Barcellona. Pare che Xavi abbia espressamente chiesto il centrale senegalese per rinforzare il reparto difensivo blaugrana. De Laurentiis è stato chiaro: "Koulibaly è un simbolo, ma se vuole andar via noi non tratteniamo nessuno".
Parole che probabilmente sono un invito anche per i tanti club inglesi che hanno nei radar Victor Osimhen. Il Napoli chiede tanto, forse troppo vista la congiuntura economica che sta vivendo il sistema Calcio, ma questa potrebbe anche essere una strategia per far fare a Osimhen una stagione in Champions League con la maglia del Napoli addosso, sperando che il valore del nigeriano possa crescere.

Tutti questi discorsi - è palese - cozzano con la preparazione a una partita che comunque bisogna giocare, per onorare il campionato e perché perdere non piace a nessuno. Di fronte al Napoli ci sarà lo Spezia di Thiago Motta, che proprio nella gara d'andata cominciò l'incredibile risalita verso una salvezza che, al principio di questo campionato, sembrava davvero difficile.
Thiago Motta arrivò a Napoli praticamente esonerato, grazie all'autogol di Juan Jesus riuscì a tornare dal capoluogo partenopeo con tre punti e, da quel giorno, il suo Spezia si è convinto di potersi salvare per il secondo anno consecutivo.
Sono ben dieci le sconfitte interne degli spezzini, sono addirittura dodici le vittorie esterne dei partenopei. Con 40 punti conquistati lontano dal Maradona, il Napoli è la seconda miglior squadra in trasferta del campionato: solo il Milan, con 43 punti, ha fatto meglio.
Infine, una curiosità: l'unica volta che il Napoli in trasferta ha chiuso il primo tempo in svantaggio, ha poi effettivamente perso la partita.

AMARCORD
Spezia e Napoli si sono incontrate 16 volte nella storia, di cui solo 3 in Serie A: due vittorie spezzine, una sola partenopea. Entrambe le vittorie spezzine sono state ottenute a Napoli.
Curiosamente, le due squadre si sono incontrate anche in Supercoppa... di serie C: dopo due pareggi, zero a zero al Picco e uno a uno al fu San Paolo, il trofeo fu vinto dallo Spezia.
L'anno scorso la partita del Picco fu dominata in lungo e in largo dal Napoli, che vinse con un rotondo quattro a uno: gol di Zielinski dopo un quarto d'ora, doppietta di Osimhen, rete di Piccoli per i padroni di casa e sigillo finale di Lozano a dieci minuti dal termine.
Con la memoria corriamo alla prima sfida tra Spezia e Napoli, datata 1988: era una partita di Coppa Italia, si giocò a Livorno e nello Spezia militava un certo Luciano Spalletti.
Oltre settanta minuti di equilibrio, poi Francini, assistito da Carnevale, realizza il gol del vantaggio azzurro con un colpo di testa. Passano tre minuti e lo Spezia pareggia: fallo in area di rigore su Ceccaroni, l'arbitro Nicchi assegna il penalty e lo stesso Ceccaroni sigla il punto del momentaneo pareggio.
Poi si sveglia Dieguito, che aveva cambiato maglia perché la precedente gli era stata strappata da Andrea Stabile. Maradona punta la difesa spezzina, mette a sedere due difensori e viene strattonato da un terzo, Luciano Spalletti da Certaldo. Punizione dai venti metri per il mancino di Lanus, parabola a foglia morta che si stampa sulla traversa, si inserisce Carnevale che di testa insacca: due a uno per il Napoli.
La terza e ultima rete partenopea è sempre griffata Carnevale, ma il gol è confezionato dal solito imprendibile Diego, che dribbla un paio di avversari e serve in profondità Careca. Antonio de Oliveira Filho, invece di tirare la fatidica bomba, serve il più facile dei palloni a Carnevale, che insacca a porta vuota.