Sì, è opportuno fare un'analisi concreta dell'andamento agonistico nel grafico del campionato e delle coppe della nostra amata Signora. Quale economista verrà in soccorso al bilancio e alla sistemazione dei conti ancora in rosso della società Juventus? Mi riferisco non a questioni finanziarie, le quali sono di per sè già dolenti, ma alla prosecuzione del normale ripristino dell'equilibrio di squadra. 

Forse c'è bisogno di qualche innesto di capitale fresco (mi riferisco al capitale umano), oppure trarre risorse tra quelle già esistenti. Ma in ogni modo ci troviamo in un grafico altalenante, dove alti e bassi si susseguono ciclicamente, come un grafico a montagne russe, di quelli che fanno la gioia degli economisti, dove possono esibirsi in teorie e riflessioni su programmazioni e sintesi di teorie. Oppure aspettare che dopo ogni tempesta ritorni il sole, asciugandosi  gli abiti zuppi d'acqua e cercando riparo sotto qualche tettoia riscaldata dal tiepido sole invernale. Ma il problema non è metereopatico ma piuttosto di calendario sempre feriale. E qui abbiamo un nemico invincibile ed inesorabile: il tempo. Quest'anno il tempo è stato molto sacrificato, ed oggi reclama le sue spettanze, come un salariato intransigente ed arrabbiato. La situazione generale sta mietendo vittime, anche dal lato psicologico. Vediamo infatti che anche altre squadre sono alle prese con momenti di stress e dimenticanze inverosimili. Prendiamo la Roma, per esempio, che ha effettuato sei cambi in una partita senza che né l'allenatore e neanche lo staff se ne accorgessero, denota un black-out mentale e disorientamento che lascia molto stupiti, se si pensa che si parla di professionisti e non di dilettanti, i quali neanche loro sarebbero caduti in un tale errore. Prendiamo ad esempio la Fiorentina. Vince tre a zero a Torino e perde sei a zero a Napoli. Da manicomio. Ma allora come sarà il campionato quest'anno? Ci sarà una squadra più salda mentalmente che vincerà tutto, oppure si vivrà alla giornata aspettando lo psicologo di turno? Ai posteri l'ardua sentenza.

Tornando alla Juventus, ieri si è visto come quest'anno più che mai il fattore fortuna abbia la sua importanza. Soprattutto quando si vede una squadra dominare nel gioco, ma difettare nelle conclusioni, con il migliore in campo tra i pali della porta. Difesa distratta o ingenuità latenti? Anche qui il fattore tempo è inesorabile, perchè se da una parte sarà il taumaturgo di molti mali, dall'altra sarà il metronomo cogente di tutte le attività  propedeutiche alla concretezza delle attività organizzative per la riuscita del progetto sportivo. In questi momenti, tanti avrebbero da dare un consiglio, ma forse il miglior consiglio che si possa dare è non darne nessuno. Perché nessuno come i dirigenti e l'allenatore, sa come affrontare la situazione. Loro hanno il polso dell'ambiente e delle necessità della squadra, come pure l'uso necessario del tempo a disposizione.  Resta per noi tifosi e simpatizzanti riuscire a capire cosa succede e come si risolveranno i problemi che affioreranno nel corso dell'anno, e rimanere fiduciosi ad aspettare che qualcosa si muova in positivo e finalmente si riesca a vedere una nuova luce, foriera di speranze mai sopite. Fino alla fine....
Forza juve.