I Mondiali di calcio 2022 passeranno alla storia come la seconda edizione consecutiva di Mondiali senza gli azzurri, come il primo Mondiale giocato in inverno, cosa che sta creando un caos senza precedenti nell'organizzazione dei campionati di calcio di mezzo mondo, e soprattutto, per l'indecenza sui diritti umani. Il Qatar è uno dei Paesi più ricchi al mondo, e lo sappiamo, ha sfruttato migliaia di lavoratori migranti per essere pronto per la vetrina internazionale che ospiterà questi Mondiali. Ma è un Paese profondamente ostile alle persone omosessuali. Il portavoce della Coppa del Mondo del Qatar, Nasser Al-Khater, ha dichiarato: “Chiunque indosserà la bandiera lgbt nei prossimi Mondiali di calcio sarà arrestato per 7 o 11 anni”.

Lo sapevamo, abbiamo scoperto l'acqua calda. Ma alla fine, si dirà, prevarrà lo spettacolo in campo, ci si adatterà per un mese a questo schifo, come già successo in altre occasioni, poi ognuno a casa propria a sventolare la bandiera che più gli sarà congeniale. Continuare a ragionare in questo modo è un torto assoluto verso i diritti umani e verso le persone. Ma ci rendiamo conto cosa voglia significare tutto ciò per chi è costretto a subire questo torto? E vedere come la società si sia piegata ai miliardi, al business, sacrificando per l'ennesima volta la dignità degli esseri umani, i diritti, le libertà ai soldi di Giuda? Ci stanno ripetendo come un mantra che la liberazione dell'Ucraina non ha prezzo, ed infatti i comuni mortali stanno affrontando sacrifici incredibili ed il peggio deve ancora venire, mentre per i diritti umani, per i diritti lgbt* questo prezzo c'è, è stato pagato, visto che in Qatar i mondiali si giocheranno.
D'altronde è anche vero che viviamo in un Paese come l'Italia, guardando alle cose di casa nostra, dove in materia di diritti civili si sta arretrando in modo spaventoso, basta pensare al numero impressionante degli obiettori di coscienza sull'aborto, ponendo questo diritto a rischio, basta pensare al fatto che una persona su tre, tra omosessuali e bisessuali, è stata discriminata sul lavoro o che una persona su cinque abbia subito un’aggressione o abbia vissuto un clima ostile sul luogo di lavoro come certificato dall'ISTAT recentemente, e che dire dal tifo da stadio quando è stata bocciata la legge contro l'omotransfobia?
Poi però tutti che si stupiscono se le persone continuano ad ammazzarsi per le discriminazioni subite.

Ecco, il Mondiale in Qatar è l'apice della vergogna raggiunta dal nostro calcio. Sarebbe importante che i giocatori sfidassero quei divieti indossando la fascia lgbt+, per dare almeno un minimo segnale a quella dittatura e ad una società che continua ad adattarsi al peggio con una naturalezza disarmante.
Non resta che questo, un minimo segnale, una goccia nell'oceano dell'adattamento alle peggiori cose.
Ma per quanto ancora si potrà andare avanti con il passo del gambero?