C'è un abisso a livello mediatico tra questa edizione dei Mondiali e l'ultima che si è giocata in Francia, con l'Italia che si è arresa ai quarti contro i Paesi Bassi. Sarà per l'orario, si gioca in Italia di mattina, sarà per quello che sarà, ma è evidente che l'attenzione mediatica non è la stessa, tanto che molti ignorano pure che questi Mondiali siano in corso. Dal 2019 quando c'è stato il boom mediatico per il calcio femminile, poi non si è costruito quasi niente. Certo, è arrivato il fantomatico professionismo, ma cosa ha comportato nella realtà pratica? Il livello di gioco della Nazionale lo hanno visto tutti, avanti non si è andati, anzi, dopo il disastro dell'Europeo ci si aspettava dei cambiamenti radicali, è rimasta fuori solo il simbolo Sara Gama, ed il calcio non ha bisogno di simboli in campo per vincere, ma di qualità, di tenacia, di tecnica, di fisicità.

L'Italia del calcio femminile è distante dal resto del calcio mondiale. Poco da dire. D'altronde non è un caso che la Nazionale non è data neanche tra le prime dieci favorite. Riuscire a passare il girone di qualificazione sarebbe già un mezzo miracolo. La sberla presa contro la Svezia ha evidenziato tutti i limiti del nostro calcio femminile. E la colpa non è delle ragazze in campo, che hanno i loro limiti come è normale che sia, ma del sistema calcio che non ha fatto quasi nulla per migliorarsi e alzare il livello. Questione di facciata, questo è stato il sostegno al calcio femminile. Basta vedere l'attenzione che c'è in molti casi verso le squadre femminili. Non si trovano giocatrici oppure chi vuole giocare non riesce a trovare una squadra a portata di mano. Gli estremi opposti. Sembrano più partite da oratorio tra un pò che di livello superiore come dovrebbe essere o meglio come le aspettative vorrebbero che si fosse. Non è il solo calcio femminile ad essere in clamorosa difficoltà in Italia, la situazione della Nazionale maschile la conosciamo tutti. Non si risolvono le cose facendo giocare ogni dimissione di Papa una partita nello stadio della squadra maschile di Serie A, o cercando di capire quale possa essere il femminile di portiere o difensore, a volte si rischia di cadere nel ridicolo.

Il problema è sotto gli occhi di tutti, non si sa in quale direzione andare. Serve umiltà, riconoscere che il calcio femminile dopo il boom mediatico durato un paio d'anni si è fermato, che ci sono abissi enormi con le colleghe internazionali, che comunque di errori ne commettono. Se il calcio femminile nel mondo ha ancora da mangiare pastina e formaggino, per essere considerato di buon livello, in Italia siamo al punto che la pastina ancora non è stata neanche assaggiata. Sparare contro la croce rossa è sempre sbagliato, ma a volte può essere utile per fare aprire gli occhi e accettare la realtà senza raccontarsi storie e storielle allucinanti, raccontando di partite con il risultato bugiardo, come accaduto contro la Svezia, quando bisogna solo ringraziare le Svedesi di non aver voluto infierire di più. L'avrebbero potuto fare. Tanto detto, sempre forza ragazze, ma le protagoniste in campo devono essere le prime a farsi sentire per denunciare lo stato delle cose. Uno stato che vuole un calcio femminile diventato contorno mediatico con cui sciacquarsi la coscienza dell'opportunismo e della convenienza, ma non è così che si aiuta certamente questo calcio a decollare, lo si affossa e in Italia di ragazze che vogliono far crescere questo sport ve ne sono ed è per loro che bisogna far cambiare le cose. Senza risultati non si va da nessuna parte, in Italia siamo abituati a ragionare così. Si parla delle cose bene solo quando vanno bene, le si sostengono, solo quando vanno bene, ma quando vanno male ognuno va alla ricerca della propria salvezza personale. A prescindere da come finiranno questi Mondiali, se l'Italia arriverà a risultati totalmente imprevisti oppure uscirà dai gironi, la riflessione va fatta seriamente su un sistema che non funziona e non sta funzionando. Serve una rivoluzione congiunta tanto per il calcio maschile che quello femminile, da soli, non si va da nessuna parte. Ma questa rivoluzione chi la inizia?