C'è chi parla di amore eterno, chi invece crede il contrario, altri addirittura sostengono la tesi secondo cui si tratterebbe solo di un sentimento passeggero. A tal proposito, studi scientifici, nello specifico quelli dedicati alla parte psicologica, hanno affermato, riguardo a questo stato emotivo, che addirittura abbia una data di scadenza ben precisa. Se ci fermiamo, dedicandoci alla piena riflessione su questo punto, si può rimanere increduli, poiché essa è presente ovunque: dai prodotti alimentari a quelli cosmetici; le scadenze di un pagamento, prodotti biodegradabili (dopo un tot iniziano una fase di decomposizione), chi più ne ha più ne metta, la scadenza è parte dell'ubiquità! Perfino la nostra esistenza è definita da una scadenza, che per fortuna per noi, non è possibile conoscere anticipatamente.

Da questo, si può discostare il Calcio secondo voi?
Va da sé che la domanda appena posta si può considerare retorica!
Chiunque è a conoscenza del fatto che la disciplina sportiva, che conobbe la luce della vita attraverso l'Inghilterra, è costituita da scadenziari. Ebbene sì, anche in questo frangente, si può dire che il Calcio è un vero e proprio sport che presenta diverse similitudini con la vita. Purtroppo, i cambiamenti ne sono una parte costituente, anche se difficili da accettare, perché magari negativi (ma non è detto), è impensabile non accettarli. Mentre espongo questo pensiero, è inevitabile rivolgere l'attenzione ad una vera e propria piaga sociale, ovvero a tutte quelle povere donne, che solo per aver detto basta al proprio partner, di porre fine alla relazione, perché non si sentivano più in vena di avere un legame sentimentale, si sono viste strappare la vita...

Con quale diritto?  
Quando si sentono certe notizie è eccessivo perfino dire che l'uomo provenga dalle scimmie, dato che neanche gli animali hanno certi comportamenti così brutali e devianti!   
Un argomento che fa davvero capire che in tutti questi secoli di storia, di evoluzione, la razza umana è soltanto regredita...

Chiudendo questa dolorosa, ma al contempo doverosa parentesi, è sempre più evidente che, dopo il breve periodo di Rudi Garcia al Napoli, un altro ciclo calcistico, per un'altra squadra italiana della Serie A, è quasi giunto ai titoli di coda o almeno così si spera!   
Di chi stiamo parlando?  
Del tecnico biancoceleste, di Maurizio Sarri.
Dopo la pausa per gli impegni delle nazionali, il primo match che ha inaugurato la tredicesima giornata di campionato è stata Salernitana vs Lazio alle 15 di sabato 25 novembre.
Nulla da togliere alla squadra di Pippo Inzaghi, che con grande merito mette alle corde le aquile capitoline e ottiene il primo successo stagionale, ancora una volta, ciò che risalta è la Lazio, una squadra senza né arte né parte! Parole forti, ma critiche inevitabili.
Scesa in campo con il solito e intoccabile 4-3-3 e dei cambiamenti nella rosa, a causa di pesanti assenze come quella di Luis Alberto, squalificato per un turno, e Romagnoli, rimasto ai box per problemi fisici, il gioco offerto è pari a 0. Non esistono tiri da lontano, bensì una serie infinita di passaggi che non portano mai alla conclusione in porta. Il che dice già molto, è come se si trattasse di una squadra che non sa giocare a Calcio dato che l'obiettivo è quello di insaccare la sfera in rete.
Al quarantatreesimo del primo tempo, in maniera quasi sistematica, il salvatore, il faro biancazzurro, Ciro Immobile, si rende protagonista in area di rigore: lo fa inpensierendo il difensore della Salernitarna e inducendolo a commettere un fallo che gli costerà caro, perché frutterà un calcio di rigore in favore degli aquilotti.
Come da manuale, il bomber partenopeo spiazza Costil dagli undici metri portando in vantaggio la sua squadra. Molto probabilmente, se il Mister avesse potuto cambiare il modo di battere i calci di rigore, lo avrebbe fatto giocando la palla e facendo altri passaggi prima di tentare la botta in rete...
Scherzi a parte amici, ma con una sana ironia, non siamo andati troppo oltre la realtà che vorrebbe il Comandante...

La Lazio, se non da calci piazzati, non tira mai dritto in porta!   
È mai possibile che una squadra di football non considera mai la soluzione dalla distanza?   
Com'era bella la Lazio di Simone Inzaghi...
Sì amici, a questo punto, la nostalgia sale e mi soffoca!
 
Una Lazio che faceva divertire, segnava tanto e nel suo piccolo ha vinto anche diversi trofei, strappandoli addirittura dalle mani di un certo signore, conosciuto con l'acronimo di CR7, e guarda caso contro quella Juve di Ronaldo capitanata da Sarri... Questo dice tutto, potrei anche chiudere qui il mio sfogo, la mia analisi.

Quell'estate del 2021, tutto il popolo biancoceleste veniva avvolto dall'entusiasmo di andare a scuola per imparare il Sarrismo. Quest'ultimo viene considerato come un credo calcistico, secondo cui occorre tempo per essere assimilato. Sembra passato un secolo. In quasi un triennio, tolta la qualificazione in Champions League ottenuta grazie al diamante serbo Sergej Milinković-Savić (la cui assenza, per essere stato ceduto in estate in Arabia, pesa come un macigno!), tra l'altro ottenuta anche da Simone Inzaghi negli anni precedenti, quali sono i risultati?  
Gioco sterile, possesso parla forzato, giocatori confusi, conclusioni da fuori considerate pura anomalia. Per non parlare poi delle NON emozioni che si provano a guardare questa squadra dal vivo, allo stadio, o in tv... una noia mortale!

Ad oggi, tolto il girone di Champions, che ancora dovrà dare il proprio esito con le ultime 2 sfide contro il Celtic e l'Atletico Madrid, quali sono i vantaggi e i punti a favore che dovrebbero trattenere l'allenatore toscano a Roma?   
Siamo ancora a novembre, è vero, ma numeri alla mano, già si può dire che Lazio è fuori dalle zone europee, a causa di una classifica con appena 17 punti totalizzati in tredici giornate di campionato. Per non parlare delle percentuali di gol fatti e subiti: sono di più le reti prese (15) che quelle realizzate (14)...

Caro Mister, il popolo laziale ha sempre sostenuto lei e i ragazzi, non si possono dimenticare dediche d'amore nei riguardi della lazialità, per la quale ha speso diverse parole che hanno lasciato tutti di stucco. Discorsi, espressioni insolite, in un Calcio moderno, dove il denaro, gli interessi, prevalgono sul valore affettivo, agonistico, simbolico e sulla maglia.   
Ad oggi però, con grande dispiacere, siamo ad un punto in cui tutto questo non può bastare.
La Lazio ha bisogno di vincere, di regalare gioie, spettacolo, emozioni, ragion per cui, se realmente tiene a questi colori e ai suoi sostenitori, alla Lazialità, è preferibile che lei faccia un passo indietro per evitare conseguenze disastrose.  
 

Mister, tiene alla Lazialità? Bene, la porta exit è di là!