Se l'allenatore del Milan, nato a Parma, ambiva ad iscrivere un nuovo record nella centenaria storia del Milan, per essere ricordato in eterno, allora la sconfitta nel derby stracittadino, preparato con arroganza e supponenza, come se il Milan dovesse affrontare una neopromossa, allora COMPLIMENTI, perchè cinque sconfitte consecutive non era riuscito nessuno a subirle.

Un RECORD, non certo onorevole, che può anche migliorare, ma che inesorabilmente mette a nudo tutti i limiti di un tecnico che, per quanto bravo e vincente, non vuole accettare gli insegnamenti che le sconfitte precedenti avevano indicato. Incapace di sapersi adattare alle normali difficoltà che ogni singola partita propone, volendo giocare come se l'avversario fosse sempre uguale o peggio, assente, venendo surclassato, umiliato nella dimensione della sconfitta e, cosa infinitamente grave, proprio perchè l'avversario ha beneficiato dei vantaggi concessi.

Il Milan perde 5 a 1 e chi non avesse visto la partita potrebbe pensare ad un dominio nerazzurro e ad una squadra troppo più forte per i "ragazzi" allenati da Mister Pioli. Nulla di più sbagliato. Basta questo dato per capire la partita. Nel primo tempo l'Inter ha fatto due tiri in porta e creato un'occasione pericolosissima, con Mikitarian che di testa davanti a Maignan metteva a lato. Il Milan con un costante possesso palla, lento e macchinoso, tirava ugualmente in porta due volte, creava una splendida occasione con Theo in formato Gustav Thoeni, l'indimenticabile campione di sci, che usciva a lato di pochi centimetri e concludeva con due punizioni dal limite, sfruttate male.
Ebbene, al rientro negli spogliatoi il risultato era di due a zero per i nerazzurri.

Anche se il primo gol segnato dalla squadra allenata da Simone Inzaghi, alla prima occasione d'attacco, quando non era ancora scoccato il quinto minuto, a mio giudizio, sembrerebbe irregolare, non per la spinta di Thuram su Thiaw, ma per quella di Dumfris ai danni di Theo, che lo butta a terra impedendo il recupero, non è giustificabile un atteggiamento di superiorità, privo di determinazione e foga agonistica. Perchè poi quando Thuram segna il gol dell'anno, irridendo Thiaw, sovrastandolo fisicamente e scaraventando la palla all'incrocio dei pali, dove Maignan non può arrivare, è già tardi per connettersi con una partita che andava impostata in modo totalmente diverso.
Eppure dopo quarantacinque minuti dove all'Inter era sufficiente aspettare, compattarsi e restare ordinata per poi ripartire a campo aperto, per essere pericolosa e vincere anche questo derby, ribadisco, il quinto consecutivo, pensate che l'allenatore del Milan abbia proposto qualche cambiamento? Magari che come a Giochi senza Frontiere, volesse giocarsi il Jolly e provare a invertire la situazione? Niente. Tutto uguale.
Con Pulisic che non trovava sbocchi sulla destra, con Calabria che non proponeva un cross neppure quando era liberissimo, con Krunic che non è Pirlo, con Kjaer che avrebbe preferito togliersi due denti che difendere alto e con Leao triplicato, in spazi ridottissimi. L'unico cambiamento e stato dovuto al temporale, ma l'allenatore poco ha influito. Eppure, nonostante Pioli, il Milan segnava il gol del 2 a 1 e dava la sensazione di poterla pareggiare se solo avesse potuto contare su una guida tecnica in grado di "leggere la situazione", di proporre una variante, insomma di non essere così piatto e prevedibile.

A partita finita è facile dare giudizi, ma a mio parere era tanto difficile spostare Pulisic dietro a Giroud e Leao, compattare i tre centrocampisti, magari inserendo Pobega al posto di Rejnders meno brillante e in difficoltà e fare una partita totalmente diversa? Magari mostrando più determinazione nel lottare su ogni singolo pallone? Probabilmente sì, perchè il terzo gol dell'Inter è imbarazzante, i cambi un segnale di resa assoluta, così il rigore regalato da Theo è indegno per chi gioca a livelli internazionali e la ciliegina finale sulla torta offerta da Mister Pioli, il gol di Frattesi, un immeritata umiliazione sportiva che il popolo rossonero non meritava.
Allora è inutile fare qualsiasi considerazione sui singoli quando non vengono messi nella condizione migliore. Si può fare qualsiasi tipo di mercato, spendere oppure no, ma se poi si danno vantaggi agli avversari, che sono ampiamente evitabili, è solo ed esclusivamente responsabilità di chi guida questa squadra. Anzi dopo questa partita viene il dubbio che Pioli si trovi a proprio agio con giocatori più limitati tecnicamente.

La mia sensazione è che Pioli si stia guardando troppo allo specchio, proponendo un "suo calcio", fatto di spazi, slittamenti, tocchetti e possesso palla infinito, come se l'avversario non esistesse, se si dovesse giocare a calcio solo come Guardiola o altri e sporcarsi la maglia non fosse consentito. Mi dispiace contraddirlo ma il calcio è anche altro e specialmente va adattato a ciò che si ha a disposizione e non l'inverso. Che senso ha avuto far entrare Musah per quei minuti finali? Come si fa a non aver almeno un giocatore in grado di tirare nello specchio della porta le punizioni? Basta stare in campo ad allenarsi, magari rinunciando ad andare dal barbiere a tingersi i capelli.

Allora caro Mister, complimenti. La squadra sta sempre più assomigliando a lei. Calabria fa il mediano, la difesa non difende, il centrocampo passeggia, il tiro da fuori area è sconosciuto, i cambi sono a specchio, la grinta e la determinazione non servono a nulla, ma specialmente rafforziamo il possesso palla, lasciamo metà campo agli avversari anche quando si affidano a quello e... testa bassa, come i muli. Considerato il derby di ritorno ed eventualmente i due di Coppa Italia, potrebbe arrivare ad otto sconfitte consecutive e a quel punto potrebbe stare sereno, neppune ingaggiando Canà, il mitico allenatore della Longobarda il suo record non sarebbe in pericolo.

Certo ci sono ancora 34 partite e sappiamo che il Milan può esibire ben altre prestazioni, forse è solo l'aria del  Derby a creare confusione, forse è il desiderio di volerlo vincere a modo suo, speriamo perchè ieri è suonato un campanello d'allarme che è abbastanza preoccupante.
Non ci resta che aspettare.