La ricostruzione del Milan dopo i disastri di gennaio prosegue. Aiuta molto che ogni partita cominci sempre da 0-0, per cui, se non puoi mettere rimedio alle competizioni da cui sei uscito o ai trofei che hai già perso, puoi almeno rimetterti in careggiata per salvare il salvabile.

L'andata degli ottavi di Champions a San Siro, nella quale il Milan ha regolato di misura il Tottenham, ha dimostrato quanto visto contro il Torino ovvero che al Milan di gennaio mancavano solo equilibrio tattico e buon senso nelle scelte. La gamba e la concentrazione non si recuperano con la bacchetta magica. O ci sono o non ci sono. E' bastato riequilibrare la squadra, dare a qualche giocatore una posizione consona alle proprie caratteristiche e ricordarsi che fra i nuovi ci sono elementi di valore.

Il caso Thiaw è emblematico di come il lavoro della dirigenza sul mercato, non privo certo di errori, possa essere svilito oltre misura dal rifiuto a priori di prendere in considerazione un giocatore senza dargli chance. Il tedesco è stato campione europeo under-21 già nel 2020 con la Germania. In qualsiasi altra squadra sarebbe stato considerato un colpo e un pilastro su cui costruire il futuro, non un oggetto misterioso da mettere in un angolo per rispetto ai nonni dell'ultimo scudetto o per ripicca nei confronti di un mercato che non ha prodotto gli arrivi programmati. Botman? Non si vive di soli Botman che, oltretutto, la nazionale olandese non la vede neanche col binocolo, per cui se valesse la regola che chi non gioca è scarso, non dovrebbe essere un fenomeno neanche il centrale del Newcastle. Non ho detto che è scarso, ma che dovrebbe essere considerato tale se valesse la regola che chi non gioca non vale.

Gabbia tornerà utile di certo e Thiaw, che ha commesso il primo fallo solo al minuto 82 colpendo di mano, sbaglierà certo qualche partita. Aspettiamocelo. Ieri non è stato perfetto in occasione di un colpo di testa che poteva regalare il 2-0, ma aveva il massiccio Forster davanti e si sono visti errori più gravi sotto porta per un difensore. Theo, per esempio, proprio qualche giorno fa contro il Toro, aveva sbagliato in maniera più goffa. Occorreva avere le fette di salame sugli occhi per non capire che il giovane tedesco è comunque meglio del pur onesto Gabbia. E' costato una decina di milioni laddove Botman sarebbe costato 4 volte di più. Se vogliamo, si ripete la storia di Kalulu, diventato titolare solo dopo l'infortunio di Kjaer. 

Perché attendere le disgrazie per valorizzare un giovane di talento?

Ieri Pioli ha riproposto l'assetto visto contro il Torino ovvero il 3-4-1-2. Al momento del calcio d'inizio, in realtà, si è visto un 5-2-1-2, perché Saelemaekers e Theo erano in linea con Kalulu, Kjaer e Theo. Quasi allo scoccare del 3° minuto, poi (come poi anche al 5°, per fare un esempio) si vedeva che tre i centrali giocavano più arretrati dei compagni e che Krunic faceva la diagonale per porsi come elemento di collegamento con i compagni avanzati. Sì, ci siamo capiti, a parte la diffidenza iniziale per una possibile mossa a sorpresa di Conte, il modulo era proprio il suddetto 3-4-1-2 visto contro il Toro.

Davanti, Diaz giocava a stretto ridosso di Giroud e Leao, in posizione da mezza punta, ruolo molto congeniale a un giocatore dalle doti spiccatamente offensive. Proprio al 3° minuto, tuttavia, si scorgeva una differenza non tattica, ma molto importante rispetto alla partita contro il Torino. Diaz era in possesso palla a centrocampo, ma non provava neanche a fare da solo, bensì la dava subito a destra, movimento che venerdì si era rifiutato inspiegabilmente di fare per un'ora. In un certo senso, era il prodromo del gol.

Prima di arrivare alla rete, dobbiamo far notare che lo schema 3-4-1-2 dava equilibrio tattico, in quanto il Milan rinunciava al terzino destro e, nello stesso tempo, all'esterno destro di attacco, ma schierandoli entrambi. 

Sembra un controsenso, ma non lo è.

Come esterno di centrocampo in un 3-4-1-2, infatti, Saelemaekers era chiamato a scalare indietro per completare la linea difensiva, ma solo quando non si spostava a destra Kalulu per far spazio all'identico ripiegamento di Theo, Tonali o Krunic. Ruvido tecnicamente, Saelemaekers è diventato così importantissimo nell'economia del gioco rossonero, un po'  come Angelo Colombo lo era nel Milan di Sacchi o Lodetti e Biasiolo lo erano nel Milan di Rocco. In un assetto dinamico, il belga riempie il centrocampo, se serve integra il reparto arretrato, ma è anche in grado di attaccare, senza stancarsi molto più di quanto abbia mai fatto nel 4-2-3-1. Quando avanza o quando arretra, ce ne sono sempre 3 di compagni che riempiono le altre zone del campo.

Tornando a Diaz, andiamo al 7° minuto, quando Hernandez si libera sulla mancina e va sul fondo. Nel momento in cui Theo serve il resoterra, Diaz è fra il limite dell'area di rigore e il dischetto (se tornate con la mente a una goleada del 2021 a Torino, è la stessa posizione da cui lo spagnolo segnò al Toro). Il traversone di Theo è su Forster, ma Diaz è in movimento e, sulla respinta, ha fatto ancora qualche passo, quanto basta per battere a rete e, continuando la corsa, andare a ribadire in porta di testa sulla nuova respinta del portiere londinese.

I giocatori offensivi devono giocare in attacco, mentre i portieri devono stare in porta. Nessuna vittoria né sconfitta, né di misura né eclatante, può far venire meno questa verità evidente. Così come nessuna vittoria né sconfitta può rendere vera la barzelletta del Karate Kid che tanto si impegna che, alla fine, si adatta a tutto. Balle! Se sei attaccante o mezza punta devi stare là, come quando Bersellini, allenatore dell'Inter, disse che, se avesse avuto Paolo Rossi, gli avrebbe detto di starsene avanti e aspettare che arrivassero i palloni.

Peraltro, il gol precoce cambia la partita a favore del Milan, ma non di Diaz. Il Tottenham sposta in avanti il baricentro del gioco e Diaz è costretto ad allontanarsi dalle punte per arretrare di una decina di metri. Il centrocampo è folto, per cui lo spagnolo riesce a fare numero. Se mai diventa inefficace davanti ed è costretto a stancarsi, ma non per colpa sua. 

Ormai parliamo in diretta, quindi continuiamo così.

Il Tottenham attacca attacca attacca, ma il centrocampo del Diavolo è denso, vicino alla difesa, in maniera da poter retrocedere per integrarla. Gli spazi, quindi, sono stretti e per i londinesi è dura. Il Milan visto contro Lazio e Sassuolo, con i 2 centrocampisti a correre a vuoto come trottole, non avrebbe retto allo tsunami di gente quale Kane o Son.

Nella ripresa, si vede che Diaz è spremuto ed è questo l'unico, peraltro prevedibile, errore di Pioli nella partita. A parte un lancio molto bello, nell'unica occasione in cui può giocare la palla, Diaz insegue insegue insegue e lì ci sarebbe stato bisogno di forze fresche. L'equilibrio della squadra, però, copre questa imperfezione.

Finalmente, a meno di un quarto d'ora dalla fine, Pioli decide di mettere il passo lungo e fresco di De Keta, per integrare quei metri in avanti che la pressione londinese ha tolto a Diaz, peraltro ineccepibile quanto a dedizione nell'eseguire compiti non suoi. Vista la panchina, decimata dagli infortuni e dall'esclusione discutibile di Wrancx, Saelemaekers può essere sostituito solo da un attaccante, cioè Messias. Poco dopo, Tonali, fin lì migliore in campo, deve lasciare il posto a Pobega che, sempre per l'esclusione di Wrancx, diventa la seconda mezza ala che finisce contemporaneamente in mediana con Krunic. Come contro il Torino, Krunic, è stato attento a fare bene le cose semplici, a conferma della regola che, se non sei Pavarotti, puoi essere utile cantando come Gianni Morandi, che non è poco.

Pobega e Messias, poco adatti ai compiti di Tonali e Saelemaekers, si avvalgono comunque delle gambe riposate e della buona densità di squadra. Anche Giroud ripiega per difendere e questo, unito alla freschezza dei nuovi entrati (ultimo Rebic per Leao allo scadere del tempo regolamentare), procura anche due ottime palle gol, quando gli Spurs rifiatano. De Ketalaere, per il resto bravo e in ripresa, manca un gol di testa agevole. Thiaw, a sua volta, viene distratto dalla mole di Forster e colpisce bene, ma troppo angolato.
Il Tottenham veniva da una vittoria sul City, ma anche dalla scoppola contro il Leicester. La vittoria, comunque, è un' ottima iniezione di fiducia.
A Londra non sarà facile, ma partire da una vittoria dà notevoli vantaggi.
Cosa si può dire? Diciamo che in sé è da idioti lodare o criticare qualcuno priori come in una disputa teologica, dove la bakhti, la dedizione assoluta, verso una divinità porti a cantarne sempre le lodi come a criticare a priori gli spiriti del male. Quando Pioli fa bene, merita gli elogi, quando ne fa più di Carlo in Francia, come a gennaio, va criticato se non accompagnato alla porta.
E' un professionista ben pagato
e con un contratto importante anche in termini di durata. Non è il leader di una comitiva.

Pioli-Jeckyll, la versione virtuosa vista ieri e contro il Torino, avrà sempre i miei apprezzamenti. Pioli Hyde no.
Il problema non da poco è che Hyde, la parte nascosta (inglese to hide=nascondere) di Jeckyll può rispuntare da un momento all'altro per qualsiasi fattore scatenante. Per ora, tuttavia, godiamoci la versione Pioli-Jeckyll. Quando tornerà Hyde, torneranno le critiche.
Le papere di Donnarumma al Psg
, un giocatore normale frettolosamente e incautamente elevato al rango di fenomeno, stanno dimostrando quanto possa essere dannoso fare di qualcuno un'icona da esaltare a priori.

Per ora, veleggiamo verso Monza, partita non scontata, alla luce del rendimento dei brianzoli e diamo la copertina al Diaz attaccante, quello che dovremmo sempre vedere.