Prendiamola a ridere, perché nella vita ci sono cose peggiori che vedersi scippare una partita di calcio.
Vi dirò che, quando Kessie l'ha messa dentro, c'era con me il mio figlio maggiore che ha gioito. Che ci crediate o no, sono rimasto in poltrona e gli ho consigliato di aspettare il check al VAR, perché era stata un'azione confusa e, quando le azioni sono così, se si vuole trovare un qualcosa qualunque, lo si trova. Alla fine, ho fatto notare a mio figlio che quel qualcosa qualunque si era trovato, proprio come alla fine si era trovato il proverbiale fesso nel film "Totò e Carolina". Ho fatto, anche notare che 30 anni fa ci sarei cascato anche io come lui, ma dopo averne viste di tutti i colori (e spesso fra quei colori c'è stato l'azzurro della maglia partenopea, purtroppo) ora mi capita più raramente.

Nei giorni scorsi, l'ambiente azzurro aveva messo le mani avanti sull'arbitraggio, nel tentativo evidente di condizionare la direzione di gara. E' una tattica vecchia, ma non sempre efficace, a meno che la vittima non siano i rossoneri. In quel caso, chi la mette in atto passa regolarmente all'incasso, un po' come se il Milan fosse una specie di cavia su cui tutto è premesso in nome di qualche superiore interesse.
In fondo, l'anno scorso era successa una cosa simile, quando il Diavolo si era visto negare il rigore del possibile pareggio per un intervento sulle gambe diTheo Hernandez. Anche lì era intervenuto il VAR, ma a differenza di ieri non era stato preso in considerazione, forse perché ieri il VAR ha consentito di dare la stangata al Milan, mentre l'anno scorso gli avrebbe dato la chance di salvarsi. Come ho scritto sopra, lamentarsi preventivamente contro il Milan paga sempre.

A San Siro si sono affrontate squadre simili, sia pure con le dovute differenze, perché nessun modulo è mai identico a un altro. Entrambe le formazioni erano rimaneggiate, oltretutto. Inoltre, tanto il Milan che il Napoli tendono ad allungarsi, perché partono da centrocampisti arretrati a protezione della linea di difesa, per poi far giostrare altri centrocampisti e mezze punte dietro un centravanti che fa da punta di diamante. Il Napoli, tuttavia, a differenza del Milan, sa rendere densi gli spazi in copertura, in quanto i reparti si fondono parzialmente, quando la squadra non è in possesso di palla. E' un po' quello che fanno anche le squadre di Simone Inzaghi, fin dai tempi della Lazio, che non sono corte, ma sanno rendere collosi gli spiragli fra i giocatori.
Era accaduto già contro Verona, Juventus, Fiorentina e Udinese. Anche ieri, il Milan è entrato in campo timido, attendista, e ha lasciato campo agli avversari. Nei primi 7-8 minuti, il Napoli ha attaccato, avuto qualche calcio d'angolo e su corner (peraltro nato da una rimessa laterale invertita, ma non ditelo ai napoletani...) ha segnato, creando un'altra occasione in mischia poco dopo.
E' stata una tattica deliberata
, in quanto Spalletti aveva studiato i difetti del Milan, che ormai conoscono tutti. Proprio nella fase iniziale, infatti, Kessie si è fatto trovare impreparato su un passaggio indietro di Krunic, pressato come lo era stato Baka a Udine. Dietro c'era in agguato Petagna, che non è riuscito a finalizzare l'azione, anche perché non è giocatore da spazi lunghi. Insomma, Spalletti l'aveva studiata come gli altri colleghi.
Per tutto il resto della partita, il Milan ha attaccato e il Napoli ha accorciato i reparti in copertura, per cui gli spazi stretti hanno rallentato le triangolazioni rossonere. Il Milan, purtroppo, faceva fatica a raccogliersi quando copriva a sua volta. Le occasioni da gol, tuttavia, si sono state le stesse per entrambe le squadre.
Negli schemi del Diavolo, proprio per l'idiosincrasia a chiudere gli spazi, il peso della copertura grava sui singoli, che sono costretti a una doppia fatica. In ogni caso, nonostante tale affanno, il match è stato equilibrato.

Si giungeva al 90° con Massa che aveva lasciato giocare troppo, ma rimanendo nei limiti della decenza. A quel punto, nonostante il sostanziale equilibrio, bisognava considerare che Spalletti aveva colpito nel momento giusto, come avevano fatto Italiano e Cioffi (a Firenze e a Udine) e che il Milan, pur avendo avuto un'intero match a disposizione per recuperare, era ancora sotto. Diciamolo, valutando questi fattori si poteva dare un leggero merito in più al Napoli, forse tale da giustificare il vantaggio di misura.
Se la partita fosse finita lì, nulla quaestio sul risultato.

Nel calcio, però, esiste anche la forza di volontà e il Milan, proprio dopo il 90°, sfondava.
Giroud e Juan Jesus cadevano a terra in area dopo un contrasto aereo. Rimanevano entrambi sul prato con il rossonero in posizione di off-side. Il povero Olivier non poteva alzarsi né fare altro, perché Juan Jesus gli era cascato proprio fra le gambe. La palla tornava verso i due, con il il difensore del Napoli che la colpiva con la punta del piede, senza che Giroud lo ostacolasse o toccasse la sfera. Il batti e ribatti terminava con la rete di Kessie. Qualche buontempone di quelli cui il Padreterno ha donato la faccia di cuoio, ha messo lì la boutade (alla quale probabilmente non crede neanche lui) che Giroud avrebbe fatto un movimento con la gamba, partecipando all'azione. Una balla spaziale, perché Giroud era fermo quanto lo si può chiedere a un essere vivente, che non è mai immobile neanche nei fotogrammi. Del resto anche le salme cambiano posizione, per via dei nervi che si contraggono. Giroud era passivo e il gol era regolare.
Il resto è storia, in quanto Massa, richiamato al VAR (chiamata corretta, visto che la posizione di off-side c'era), ha dimostrato di tenere famiglia e voler continuare ad arbitrare. Temendo la pioggia di lacrime napulitane che sarebbe seguita alla convalida del gol, ha fatto come Ponzio Pilato e se ne è lavato le mani. Il gol è stato annullato e, con esso, sono state scongiurate le ire della città intera di Pulcinella. Si sono indignati i rossoneri, ma essendo persone educate, non fanno paura a nessuno, per loro sfortuna.

Come detto, il Napoli di Spalletti era apparso un po' più squadra del Milan di Pioli, per cui alla fine noi rossoneri avremmo accettato la sconfitta. Per effetto della decisione di Massa, invece, il Milan è uscito dalla serate surreale di San Siro come il classico cornuto e mazziato. Cornuto, perché gli è stata annullata la rete. Mazziato, perché da ieri i napoletani sostengono che Giroud abbia sussurrato "Pissipissi Baobao" a Juan Jesus, facendogli scappare la pipì. Non sta bene, siamo matti?

Il gol annullato ha tolto al Milan un punto prezioso, ma il Milan ha le sue magagne, come già dimostrato nell'ultimo mese. Se non le avesse, avrebbe disposto del Napoli senza particolari problemi, anche con una o due decisioni arbitrali sfavorevoli. Temo. pertanto, che l'Empoli dimostri ciò che si è visto ieri fino al 90° ovvero che il gioco di Pioli ormai è noto ed è, quindi, prevedibile. Si era rivelato una bella ed efficiente novità per un certo periodo per poi mantenere un minimo di imprevedibilità ancora per un periodo intermedio. Adesso, purtroppo, lo conoscono tutti e sanno adottare contromisure che costringono i rossoneri a fare fatica doppia per inseguire gli avversari. Così non sarà facile arrivare al titolo.
Quando torneranno tutti i titolari, i singoli copriranno le lacune di questo gioco ormai prevedibile e poco efficiente, rendendolo efficace. Lo stesso accadrà nei momenti di brillantezza fisica. Efficace, tuttavia, non vuol dire essere efficiente ovvero ottimizzare il gioco e questo, a lungo andare, comporterà la perdita di punti. A questi si aggiungeranno anche quelli che, volta per volta, verranno presi da avversari che sanno come intorbidire le acque e hanno il pelo sullo stomaco lungo come una sequoia. Il Milan non può, quindi, permettersi il lusso di essere solo efficace e fare anche regali per errori propri,
Come già detto, ieri ci sarebbe stata la vittoria del Napoli, un po' più efficiente del Milan. Dopo il 90° non più, ma il calcio è così.
Facciamocene una ragione.